Visualizza Versione Completa : Crisi in Medioriente
Pare che Israele abbia invaso il Libano con le truppe di terra..
Faccio ancora fatica a capire come alcuni politici italiani abbiano chiesto sostegno "senza se e senza ma" (tormentone politico bipartisan di politici che non riescono a pensare da soli ma si affidano alle frasi fatte....Cicerone e Pericle si rivoltano ogni giorno nella tomba) ad Israele, uno Stato che per chiedere il rilascio di 2 militari rapiti ha iniziato una escalation di violenza nella zona più instabile del mondo, dimostrando di non avere la minima concezione del valore della pace e della vita..
Quale era la definizione USA di "Stato canaglia" ?
Spero non si inizi con la storia che Israele è la causa di tutti i mali del mondo...
Mai detto una cosa simile, anche se bombardare per 2 soldati rapiti non è la massima espressione di volontà verso il processo di pace :rolleyes:
Ma quando l'Iraq invase via terra il Kuwait l'ONU era intervenuto o sbaglio ?
Infatti il mio era un auspicio e non un'accusa. ;)
macedone
17-07-2006, 14:59
http://notizie.alice.it/sitesearch/index.html?filter=foglia&nsid=11993420&mod=foglia
Ma perchè Cossiga non stà ancora in pensione?
Se non si trova una soluzione di pace, prima di schierarsi pro o contro inutilmente senza cercare di risolvere il problema, si rischia di scatenare un conflitto che non è delimitato solo a israeliani e palestinesi...
Speriamo che la questione si risolva prima di conivolgere apertamente USA, Siria, Iran, Russia ed eventualmente Cina...
Visto che siamo infestati da una sinistra antisemita, che ci sia qualcuno che la pensa in modo diverso non mi pare un male..
"Forse ha ragione l'amico Massimo D'Alema, ministro degli Esteri, a giudicare sproporzionata la reazione israeliana al sequestro dei militari delle sue forze di difesa. In fondo c'è il precedente dell'eccessiva reazione allo sterminio di in fondo non più di sei milioni di ebrei!"
:asd:
Quindi secondo Cossiga l'olocausto giustifica e legittima qualsiasi azione di guerra compiuta da Israele per sempre...
Ma il genocidio degli indiani d'america quanti morti potrebbero giustificare ? Cossiga, quanti punti vale un pellerossa ? :rolleyes:
francamdar
17-07-2006, 15:22
a me sembra l'inizio della campagna contro siria e iran.
interessante l'intervista al generale angioni sull'unità
-Così si uccide il nuovo libano- (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2224)
un articolo di michel chossudovsky da Global Research (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2317)
un articolo di haaretz (quotidiano liberal israeliano) (http://www.zmag.org/Italy/haaretz-governoimpazzito.htm)
molto interessanti, anche:
L'altro terrorismo - di paolo barnard e giorgio fornoni (http://www.nonluoghi.info/nonluoghi-new/modules/news/makepdf.php?storyid=334)sui due pesi e due misure in uso in occidente
un articolo di edward s. herman (professore emerito di finanza alla Wharton School -University of Pennsylvania- economista e media analyst) (http://www.zmag.org/Italy/herman-puliziaetnicaistintomorale.htm)
un articolo di noam chomsky sulla guerra giusta (http://www.zmag.org/Italy/chomsky-guerragiusta.htm)
francamdar
17-07-2006, 15:26
Visto che siamo infestati da una sinistra antisemita, che ci sia qualcuno che la pensa in modo diverso non mi pare un male..
stai confondendo l'anti-sionismo con l'antisemitismo.
la prima sinistra antisionista é quella israeliana,
mentre la nostra é dichiaratamente filo-semita
santacol
17-07-2006, 15:30
la reazione al rapimento dei due soldati è effettivamente eccessiva e fuori luogo.
il che mi fa pensare che stavano aspettando solo il minimo pretesto per compiere l'azione.
stai confondendo l'anti-sionismo con l'antisemitismo.
la prima sinistra antisionista é quella israeliana,
mentre la nostra é dichiaratamente filo-semita
Allora mi sono perso qualcosa, anche se studiando in una città infestata di centri sociali qualcosina dovrei capirla...
francamdar
17-07-2006, 16:32
mi sembra importante ricordare che i primi esempi di pratica del terrorismo in MO furono applicati dai sionisti quando israele era ancora governatorato inglese (anche se quasi sempre incruenti perchè preceduti da avvisi alla popolazione - ciò non toglie nulla alla valenza di essere tra i predecessori all'utilizzo del metodo nella regione).
Allora mi sono perso qualcosa, anche se studiando in una città infestata di centri sociali qualcosina dovrei capirla...
ah perchè ora i centri sociali infestano le città???:eek: :suspi: :eek:
cosa sono topi ratti o cucarache???
ma il concetto di libertà d'espressione e libertà di aggregazione è cosi lontano dalla tua cultura??
scubahero
17-07-2006, 16:40
infestata
Proprio un pesce fuor d'acqua....
macedone
17-07-2006, 16:41
Qui si stà parlando di 2 popoli che si continuano a sparare da decine di anni... E' chiaro che tutto parte da un peccato originale che è l'espropriazione da parte degli USA di terre palestinesi...
Ma non si può certo chiedere ad Israele di andare via... Non ha senso...
Finchè non si accetta il diritto ad esistere d'Israele, ogni discorso di pace rischia di finire nelle solite pagliacciate... E non dimentichiamo che al potere in Palestina c'è un gruppo terroristico... :sisi:
I centri sociali, nella stragrande maggioranza dei casi, sono l'inverso dei locali per ricchi... Prova ad andare ad urlare in un centro sociale W Israele e vedrai il colore della tolleranza... :sisi:
Come al solito in questo paese dobbiamo sempre fare finta di nulla...
La sinistra in questo paese è purtroppo in buona parte illiberale... Infatti io che mi sento un socialista liberale ho difficoltà a trovare un partito che sia piena espressione dei miei pensieri:sisi:
francamdar
17-07-2006, 16:45
Si però qui si stà parlando di 2 popoli che si continuano a sparare da decine di anni... E' chiaro che tutto parte da un peccato originale che è l'espropriazione da parte degli USA di terre palestinesi...
Ma non si può certo chiedere ad Israele di andare via... Non ha senso...
Finchè non si accetta il diritto ad esistere d'Israele, ogni discorso di pace rischia di finire nelle solite pagliacciate... E non dimentichiamo che al potere in Palestina c'è un gruppo terroristico... :sisi:
piccola correzione:
il MO era area di controllo anglosassone
israele era governatorato inglese (così come il giappone governatorato americano)
tant'é vero che w. churchill si vantava di aver "inventato la giordania una mattina a colazione.
Si però qui si stà parlando di 2 popoli che si continuano a sparare da decine di anni... E' chiaro che tutto parte da un peccato originale che è l'espropriazione da parte degli USA di terre palestinesi...
in realtà il casino l'hanno fatto gli inglesi :sisi: ....per questa volta almeno il peccato originale non è degli USA :asd:
macedone
17-07-2006, 16:56
Si lo hanno fatto gl'inglesi... Ma gli USA non è che non siano stati d'accordo... E ad oggi la difesa d'Israele è più affidata agli USA che all'Inghilterra ( che poi storicamente ha sempre fatto quello che gli veniva detto dagli USA... :sisi: )
In realtà forse la responsabilità andrebbe divisa tra USA e Inghilterra... Ma alla fine non è questo che c'interessa ;)
francamdar
17-07-2006, 17:22
9 Gennaio 2004
Ha'aretz
Restituisco i miei gradi
Lettera di un soldato israeliano al capo dell'esercito
Eitan Ronel
4 Gennaio 2004
Al capo di stato maggiore, Generale Moshe Ya'alon:
Nel 51mo Independence Day israeliano, sull'Ammunition Hill, ho ricevuto da lei il grado di tenente colonnello.
Sono stato congedato dal mio dovere di riservista attivo dell'IDF dopo 31 anni di servizio, durante i quali ho partecipato come artigliere alla guerra dello Yom Kippur, alla guerra del Libano e alla Prima Intifada.
E in questo modo le restituisco i miei gradi.
Uno stato il cui esercito disperde le dimostrazioni civili con armi da fuoco non è uno stato democratico. Un esercito che educa i propri soldati a considerare possibile un crimine di questo tipo ha perso di vista i propri limiti.
Sono stato testimone del deterioramento stadio dopo stadio: vedendo l'abuso sui detenuti, contro l'ordine dell'esercito. Vedendo i soldati sparare contro civili palestinesi inermi, contro gli ordini. Ho visto la violazione delle leggi da parte dei coloni, compresi raid armati sui villaggi palestinesi. La repressione della popolazione civile con checkpoints, blocchi, chiusure e coprifuoco, secondo gli ordini. Le forze militari ignorare la degradazione, l'abuso e maltrattare i palestinesi ai checkpoints, nelle perquisizioni e nella detenzione. Sparare su bambini che lanciavano pietre, su lavoratori e su gente inerme, a quanto sembra eseguendo gli ordini. Operazioni militari, comprese le eliminazioni preventive, sapendo in anticipo che avrebbero fatto del male a persone innocenti. Sparare a cittadini israeliani per disperdere le dimostrazioni in Israele da parte della polizia, in situazioni apparentemente considerate di minaccia alla vita.
Passo dopo passo, il valore della vita diminuisce. Passo dopo passo, soldati comandanti e l'intero paese si corrompono. I valori con cui siamo cresciuti - "la purezza dell'esercito", il valore della vita, il rispetto per l'uomo creato ad immagine di Dio - sono diventati una beffa ridicola.
Adesso si è raggiunto un altro livello ancora: i soldati che sparano ai cittadini israeliani nelle manifestazioni, seguendo regole stabilite su quando aprire il fuoco. Chi ha dato queste direttive? Chi ha dato questi ordini palesemente illegali? Quale sarà il passo successivo? Disperdere le manifestazioni in Rabin Square con le mitragliatrici? Sparare ai manifestanti è un fallimento didattico e morale. Indica la perdita della capacità di discernere fra bene e male, fra difesa e omicidio. E' un fallimento dei capi dell'esercito - del capo di compagnia, del capo squadrone, del capo di brigata, il generale, ma soprattutto è il suo fallimento.
Se avessi fiducia in lei le avrei detto "rimetta a posto le cose o si assuma le sue responsabilità. Si dimetta." Ma ho perso la fiducia in lei. Voi e i vostri predecessori avete corrotto l'esercito. Non voglio far parte di questo esercito. Lei mi ha assegnato il mio grado e a lei io lo rendo.
Eitan Ronel (ex tenente colonnello)
16 Luglio 2006 - Jerusalem Post
Le truppe israeliane devono ignorare gli insegnamenti della morale cristiana, che chiede moderazione e perdono, e «devono sterminare il nemico nel nord e nel sud» di Israele (a nord c'è il Libano, a sud Gaza). E' quanto chiede, riportato dal Jerusalem Post, il Consiglio dei rabbini di Yesha, ossia i rabbini delle colonie. Gli attacchi degli hezbollah secondo loro sono il risultato «dell'abbandono di terre israeliane». Oltre allo sterminio di libanesi e palestinesi, i rabbini chiedono la formazione di «un governo d'emergenza» per «lottare contro il menico in modo appropriato con l'obiettivo di annullare gli ordini di distruggere e espellere gli ebrei».
Spero non si inizi con la storia che Israele è la causa di tutti i mali del mondo...
No, solo la causa di tutti i mali del Medio Oriente.
Si lo hanno fatto gl'inglesi... Ma gli USA non è che non siano stati d'accordo... E ad oggi la difesa d'Israele è più affidata agli USA che all'Inghilterra ( che poi storicamente ha sempre fatto quello che gli veniva detto dagli USA... :sisi: )
In realtà forse la responsabilità andrebbe divisa tra USA e Inghilterra... Ma alla fine non è questo che c'interessa ;)
stai facendo un po di confusione...nel 1920, quando si da formalmente inizio alla creazione dello stato di israele l'impero britannico era, ormai da almeno 2 secoli e più, la prima superpotenza del mondo, l' "impero" degli USA era ancora lontano e l'ideona della creazione di uno stato di israele in territorio arabo, nota bene di uno stato, perchè insediamenti di ebrei già ce n'erano, è venuta agli inglesi forti della loro vittoria sull'impero ottomano....fino al XX secolo la affermazione che storicamente l'inghilterra ha fatto sempre quello che voleva gli USA farebbe inacidire non poco qualunque membro del Commonwealth ;)
che poi oggi, dovuta alla potentissima lobby ebraica negli stati uniti, gli USA siano i maggiori difensori della pazzesca politica di "difesa" di israele è un altro fatto
macedone
17-07-2006, 18:09
stai facendo un po di confusione...nel 1920, quando si da formalmente inizio alla creazione dello stato di israele l'impero britannico era, ormai da almeno 2 secoli e più, la prima superpotenza del mondo, l' "impero" degli USA era ancora lontano e l'ideona della creazione di uno stato di israele in territorio arabo, nota bene di uno stato, perchè insediamenti di ebrei già ce n'erano, è venuta agli inglesi forti della loro vittoria sull'impero ottomano....fino al XX secolo la affermazione che storicamente l'inghilterra ha fatto sempre quello che voleva gli USA farebbe inacidire non poco qualunque membro del Commonwealth ;)
che poi oggi, dovuta alla potentissima lobby ebraica negli stati uniti, gli USA siano i maggiori difensori della pazzesca politica di "difesa" di israele è un altro fatto
Ok
Ma ciò cambia qualcosa rispetto al problema da risolvere? :)
Ok
Ma ciò cambia qualcosa rispetto al problema da risolvere? :)
assolutamente no :)
si tratta solo di attribuire in maniera esatta le responsabilità :asd:
stai facendo un po di confusione...nel 1920, quando si da formalmente inizio alla creazione dello stato di israele l'impero britannico era, ormai da almeno 2 secoli e più, la prima superpotenza del mondo, l' "impero" degli USA era ancora lontano e l'ideona della creazione di uno stato di israele in territorio arabo, nota bene di uno stato, perchè insediamenti di ebrei già ce n'erano, è venuta agli inglesi forti della loro vittoria sull'impero ottomano....fino al XX secolo la affermazione che storicamente l'inghilterra ha fatto sempre quello che voleva gli USA farebbe inacidire non poco qualunque membro del Commonwealth ;)
che poi oggi, dovuta alla potentissima lobby ebraica negli stati uniti, gli USA siano i maggiori difensori della pazzesca politica di "difesa" di israele è un altro fatto
Non facciamo confusione: nel 1920 la Palestina era amministrata dall'Impero Britannico che si limito' a favorire un'"immigrazione" di ebrei nei suoi territori. Fino alla fine della seconda guerra mondiale ci furono degli scontri fra arabi ed ebrei all'interno della Palestina.
Solo nel 1947 venne creato lo stato d'Israele, dividendo lo stato Palestinese in 2 entita' diverse e ponendo Gerusalemme sotto amministrazione ONU.
Da quel momento il casino fu totale: si penso' di aver messo un agnello in mezzo ai lupi, ma vedendo la situazione odierna penso che abbiano messo un lupo in mezzo agli agnelli.
macedone
17-07-2006, 18:24
Non facciamo confusione: nel 1920 la Palestina era amministrata dall'Impero Britannico che si limito' a favorire un'"immigrazione" di ebrei nei suoi territori. Fino alla fine della seconda guerra mondiale ci furono degli scontri fra arabi ed ebrei all'interno della Palestina.
Solo nel 1947 venne creato lo stato d'Israele, dividendo lo stato Palestinese in 2 entita' diverse e ponendo Gerusalemme sotto amministrazione ONU.
Da quel momento il casino fu totale: si penso' di aver messo un agnello in mezzo ai lupi, ma vedendo la situazione odierna penso che abbiano messo un lupo in mezzo agli agnelli.
Stavo cercando proprio questo perchè non ne ero sicuro... Grazie MaDda... :asd: :p
Non volevo fare la fine di Italo Svevo-Calvino... :asd:
Non facciamo confusione: nel 1920 la Palestina era amministrata dall'Impero Britannico che si limito' a favorire un'"immigrazione" di ebrei nei suoi territori. Fino alla fine della seconda guerra mondiale ci furono degli scontri fra arabi ed ebrei all'interno della Palestina.
Solo nel 1947 venne creato lo stato d'Israele, dividendo lo stato Palestinese in 2 entita' diverse e ponendo Gerusalemme sotto amministrazione ONU.
Da quel momento il casino fu totale: si penso' di aver messo un agnello in mezzo ai lupi, ma vedendo la situazione odierna penso che abbiano messo un lupo in mezzo agli agnelli.
infatti è come dici tu: nel 1947 nasce formalmente lo stato di Israele...io ho detto che nel 1920 l'inghilterra ne inizia la creazione, che si conclude ufficialmente nel 1947...e cmq fu responsabilità inglese e non statunitense
tutta questa digressione storica ci allontana dal punto comunque:
le forti responsabiltà dell' aggressiva politica israeliana, con il colpevole beneplacito degli stati uniti, e l'altrettanta colpevole mancanza di reazione dell'ONU, in questa escalation di violenza, per di più in un area del mondo geopoliticamente e appunto storicamente instabile come il MO
come si dice dalle mie parti:
l'è maiala!!!!
La responsabilita' e' dello statuto del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e di chi fa un uso criminale del diritto di veto (leggi USA).
"Forse ha ragione l'amico Massimo D'Alema, ministro degli Esteri, a giudicare sproporzionata la reazione israeliana al sequestro dei militari delle sue forze di difesa. In fondo c'è il precedente dell'eccessiva reazione allo sterminio di in fondo non più di sei milioni di ebrei!"
:asd:
Quindi secondo Cossiga l'olocausto giustifica e legittima qualsiasi azione di guerra compiuta da Israele per sempre...
Ma il genocidio degli indiani d'america quanti morti potrebbero giustificare ? Cossiga, quanti punti vale un pellerossa ? :rolleyes:
Quoto in pieno...e secondo me è proprio perché (purtroppo) gli Ebrei hanno dovuto subire l' Olocausto che dovrebbero essere i primi a capire che le discriminazioni razziali e la guerra portano solo un "mare" di sofferenza e di distruzione.
La responsabilita' e' dello statuto del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e di chi fa un uso criminale del diritto di veto (leggi USA).
ohhhhhhhh yeah!!!:sisi:
macedone
17-07-2006, 20:07
http://notizie.alice.it/notizia/gaffe_bush.html
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Quoto in pieno...e secondo me è proprio perché (purtroppo) gli Ebrei hanno dovuto subire l' Olocausto che dovrebbero essere i primi a capire che le discriminazioni razziali e la guerra portano solo un "mare" di sofferenza e di distruzione.
La dimostrazione che non ci sono differenze etniche o culturali: l'uomo è avido e cattivo per sua stessa natura :suspi:
http://notizie.alice.it/notizia/gaffe_bush.html
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:asd: :asd:
Blair ha risposto: "Ma un po' di figa qui mai eh ?" :asd:
No, solo la causa di tutti i mali del Medio Oriente.
Ah, ok. Quindi ahmadinejad è uno tranquillo di cui non c'è bisogno di preoccuparsi. :sisi: Lo diròà a 3 iraniani che conosco e che sono in esilio da quando c'è lui. :sisi:
@chi mi ha accusato: provate a viverci, dopo ne parliamo. Vale in parte il discorso di macedone, in parte il pestaggio subito da un mio amico a colpi di casco per il solo fatto di assomigliare a un naziskin (capello rasato, giubbotto di pelle), ovviamente senza esserlo.
Provate voi a stare in una città dove il minmo è trovarsi sotto casa scritte tipo "per la destra una pioggia di piombo. I pacifisti", "Israele al rogo", "lunga vita alla resistenza irachena" e robe simili. E poi venite a dire a me di tolleranza e altro. Un consiglio: se non avete un minimo di conoscenza in materia evitate di farla fuori dal vaso grazie.
ah perchè ora i centri sociali infestano le città???:eek: :suspi: :eek:
cosa sono topi ratti o cucarache???
ma il concetto di libertà d'espressione e libertà di aggregazione è cosi lontano dalla tua cultura??
giusto tu... non so dalle tue parti, dalle mie questi personaggi la sbandierano ai 4 venti, ovviamente per sè. Non esiste invece tolleranza per chi la pensa diversamente da loro, inutile dire che non si fermano al piano verbale. vieni a passarci 6 anni come ho fatto io poi ne riparliamo.
Ah, ok. Quindi ahmadinejad è uno tranquillo di cui non c'è bisogno di preoccuparsi. :sisi: Lo diròà a 3 iraniani che conosco e che sono in esilio da quando c'è lui. :sisi:
@chi mi ha accusato: provate a viverci, dopo ne parliamo. Vale in parte il discorso di macedone, in parte il pestaggio subito da un mio amico a colpi di casco per il solo fatto di assomigliare a un naziskin (capello rasato, giubbotto di pelle), ovviamente senza esserlo.
Provate voi a stare in una città dove il minmo è trovarsi sotto casa scritte tipo "per la destra una pioggia di piombo. I pacifisti", "Israele al rogo", "lunga vita alla resistenza irachena" e robe simili. E poi venite a dire a me di tolleranza e altro. Un consiglio: se non avete un minimo di conoscenza in materia evitate di farla fuori dal vaso grazie.
oh ma li conosci tutti te....e comunque che stai a di'???che quelli di destra nn picchiano??e poi comunque questa treviso roccaforte comunista in quel pezzo di URSS che e' il nord-est italiano non ce la vedo proprio :asd:
oh ma li conosci tutti te....e comunque che stai a di'???che quelli di destra nn picchiano??e poi comunque questa treviso roccaforte comunista in quel pezzo di URSS che e' il nord-est italiano non ce la vedo proprio :asd:
Infatti parlavo di Padova... :asd:
Posso metterti nel bestiario? :bd:
giusto tu... non so dalle tue parti, dalle mie questi personaggi la sbandierano ai 4 venti, ovviamente per sè. Non esiste invece tolleranza per chi la pensa diversamente da loro, inutile dire che non si fermano al piano verbale. vieni a passarci 6 anni come ho fatto io poi ne riparliamo.
secondo me la stai facendo lunga, ma lungaaaaaaaaa :sisi: :sisi:
sembra che vivi sotto pol pot...e poi quelli che "la pensano diversamente" a sentire te sono degli angioletti innocui che non hanno mai fatto del male a nessuno...se ti sembra veritiero, o almeno verosimile, fai tu :asd:
Infatti parlavo di Padova... :asd:
Posso metterti nel bestiario? :bd:
mettimi un po dove vuoi ;) ....cmq e' vero che padova e' un'isola felice nel nord-est :asd:
o almeno ci prova;)
francamdar
17-07-2006, 22:32
Quoto in pieno...e secondo me è proprio perché (purtroppo) gli Ebrei hanno dovuto subire l' Olocausto che dovrebbero essere i primi a capire che le discriminazioni razziali e la guerra portano solo un "mare" di sofferenza e di distruzione.infatti la maggioranza della popolazione ebraica è la prima ad essere sdegnata.
Pensa che durante una manifestazione pacifista (gerusalemme 2005 - sotto il governo sharon) shimon peres ha dichiarato che "era impossibile che cinque milioni di ebrei venissero tenuti in ostaggio da sessantamila del likud": penso che esprima bene la situazione attuale in israele.
francamdar
17-07-2006, 22:51
Questa lista è arrivata attraverso una e-mail, e nonostante non siamo certi su chi abbia raccolto le informazioni, ad un veloce controllo sembra accurata - Znet (La Russia ha usato il diritto di veto DUE volte)
Anno Risoluzione posta al veto dagli USA
1972 Condanna ad Israele per aver ucciso centinaia di persone nei raid aerei in Siria e Libano
1973 Affermazione dei diritti dei Palestinesi e richiesta ad Israele per il ritiro dai territori occupati
1976 Condanna ad Israele per l'attacco di civili Libanesi
1976 Condanna ad Israele per aver costruito insediamenti nei territori occupati
1976 Richiesta di autodeterminazione per i Palestinesi
1976 Affermazione dei diritti dei Palestinesi
1978 Appello ai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (USA, USSR, GB, Francia, Cina) per il rispetto delle decisioni delle Nazioni Unite in fatto di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale
1978 Critica alle condizioni di vita dei Palestinesi
1978 Condanna dei comportamenti Israeliani contro i diritti umani nei territori occupati
1978 Richiesta ai paesi industrializzati di aumentare la quantità e la qualità degli aiuti per lo sviluppo per i paesi sottosviluppati
1979 Richiesta di cessazione di tutte le collaborazioni militari e nucleari con il Sud Africa dell'apartheid
1979 Rafforzamento dell'embargo alle armi contro il sud Africa
1979 Riguardo le negoziazioni sul disarmo e la cessazione della corsa agli armamenti nucleari
1979 Richiesta di rimpatrio per tutti i cittadini espulsi da Israele
1979 Richiesta che Israele cessi le violazioni dei diritti umani
1979 Richiesta di una relazione sulle condizioni di vita dei Palestinesi nei paesi Arabi occupati
1979 Offerta di assistenza al popolo palestinese
1979 Discute la sovranità delle risorse nazionali nei territori Arabi occupati
1979 Richiesta di istituzione di protezioni per le esportazioni dei paesi in via di sviluppo
1979 Si richiede di un approccio alternativo all'interno del sistema delle Nazioni Unite per il migliorare il godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
1979 Si oppone all'intervento negli affari interni ed esteri degli stati
1979 Per una conferenza delle Nazioni Unite sulle Donne
1979 Per l'inclusione delle donne Palestinesi nella Conferenza delle Nazioni Unite sulle Donne
1979 Per la salvaguardia dei diritti dei paesi in via di sviluppo nelle negoziazioni di scambio internazionale
1980 Richiesta ad Israele per il ritorno dei profughi
1980 Condanna della politica di Israele per le condizioni di vita del popolo palestinese
1980 Condanna per la non applicazione dei diritti umani nei territori occupati, 3 risoluzioni
1980 Affermazione del diritto di autodeterminazione per i Palestinesi
1980 Offerta di assistenza alle popolazioni oppresse del Sud Africa ed al loro movimento di liberazione nazionale
1980 Esperimento per l'instaurazione di un nuovo Ordine Economico Internazionale per la promozione della crescita dei paesi sottosviluppati e la cooperazione economica internazionale
1980 Sottoscrizione del programma di azioni per la Seconda Parte del Decennio Delle Nazioni Unite Per Le Donne
1980 Dichiarazione di non uso di armi nucleari contro paesi non nuclearizzati
1980 Affermazione che lo sviluppo delle nazioni e degli individui è un diritto del genere umano
1980 Richiesta di cessazione dei test nucleari
1980 Richiesta di attuazione della Dichiarazione sull'Assicurazione dell'Indipendenza dei Paesi e dei Popoli Coloniali
1981 Promozione di movimenti cooperativi nei paesi in via di sviluppo
1981 Affermazione del diritto di ogni stato di scelta del proprio sistema economico e sociale in rispetto della volontà del proprio popolo, in assenza di interferenze esterne di qualsiasi forma
1981 Condanna delle attività economiche di interesse straniero nei territori coloniali
1981 Richiesta per la cessazione di tutti i test esplosivi di armi atomiche
1981 Richiesta di azioni in sostegno di misure per la prevenzione della guerra nucleare, del controllo della corsa agli armamenti e la promozione del disarmo.
1981 Invito alla preparazione di negoziati per il bando di armi chimiche e biologiche.
1981 Affermazione che l'istruzione, il lavoro, la sanità, una nutrizione opportuna, lo sviluppo nazionale ecc, sono diritti umani
1981 Condanna degli attacchi del Sud Africa contro stati vicini, condanna dell'apartheid e iniziative per il rafforzamento delle sanzioni. 7 risoluzioni
1981 Condanna di una tentativo di invasione delle Seychelles da parte del Sud Africa
1981 Condanna del trattamento dei Palestinesi da parte di Israele, delle politiche sui diritti umani, e del bombardamento dell'Iraq. 18 risoluzioni
1982 Condanna dell'invasione del Libano da parte di Israele. 6 risoluzioni (1982 - 1983)
1982 Condanna per l'uccisione di 11 musulmani in un luogo santo in Gerusalemme da parte di un soldato israeliano
1982 Richiesta ad Israele di ritiro dall'altopiano del Golan, occupato nel 1967
1982 Condanna dell'Apartheid e richiesta di cessazione degli aiuti economici al Sud Africa. 4 risoluzioni
1982 Richiesta per la preparazione di un accordo globale per la protezione dell'ecosistema
1982 Organizzazione di una conferenza delle Nazioni Unite sulla successione degli stati nel rispetto delle proprietà, degli archivi e dei debiti statali
1982 Il bando ai negoziati sui test nucleari e sulla nuclearizzazione dello spazio esterno
1982 Proposta per un nuovo ordine mondiale per l'informazione e le comunicazioni
1982 Proibizione di armi chimiche e batteriologiche
1982 Sviluppo del diritto internazionale
1982 Difesa dai prodotti pericolosi per la salute e l'ambiente
1982 Dichiarazione che l'istruzione, il lavoro, la sanità, una adeguata alimentazione e lo sviluppo nazionale sono diritti umani
1982 Sviluppo di fonti di energie nei paesi in via di sviluppo
1983 Risoluzioni sull'apartheid, le armi nucleari, l'economia ed il diritto internazionali, 15 risoluzioni
1984 Condanna del Sud Africa per la sua politica nei confronti della Namibia ed di altre questioni
1984 Azioni internazionali per la cessazione dell'apartheid
1984 Condanna di Israele per l'attacco e l'occupazione del Libano del Sud
1984 Risoluzioni sull'apartheid, le armi nucleari, l'economia ed il diritto internazionali, 18 risoluzioni
1985 Condanna di Israele per l'attacco e l'occupazione del Libano del Sud
1985 Condanna ad Israele per un uso eccessivo della forza nei territori occupati
1985 Risoluzioni sulla cooperazione, i diritti umani, il commercio e lo sviluppo, 3 risoluzioni
1985 Misure da intraprendere contro le attività Naziste, Fasciste e neo-Fasciste
1986 Richiamo a tutti i governi (inclusi gli Stati Uniti) per l'osservanza delle leggi internazionali
1986 Imposizione di sanzioni economiche e militari contro il Sud Africa
1986 Condanna di Israele per le sue azioni contro i civili libanesi
1986 Richiamo ad Israele per il rispetto dei luoghi sacri musulmani
1986 Condanna di Israele per il dirottamento di un aero di linea Libanese
1986 Risoluzione sulla cooperazione, la sicurezza, i diritti umani, il commercio, il controllo dei media, 8 risoluzioni
1987 Richiamo di Israele al rispetto della Convenzioni di Ginevra nel trattamento dei Palestinesi
1987 Richiamo di Israele per la cessazione delle deportazioni dei Palestinesi
1987 Condanna di Israele per le sue azioni in Libano, e risoluzioni
1987 Richiamo di Israele per il ritiro delle forze dal Libano
1987 Richiamo di Israele per il ritiro delle forze dal Libano, 2 risoluzioni
1987 Richiamo di Israele per il ritiro delle forze dal Libano
1987 Cooperazione tra le nazioni unite e la Lega degli Stati Arabi
1987 Richiamo al rispetto della Corte Internazionale di Giustizia per quanto riguarda le attività militari e paramilitari in Nicaragua ed appello per la cessazione dell'embargo nei confronti del Nicaragua
1987 Misure per la prevenzione del terrorismo internazionale, studio delle fondamentali cause politiche ed economiche del terrorismo, organizzazione di una conferenza per la definizione di "terrorismo" al fine di distinguerlo dalle lotte dei popoli per la liberazione nazionale
1987 Risoluzioni riguardo il giornalismo, il debito ed il commercio internazionale. 3 risoluzioni
1987 Opposizione all'allestimento di armamenti nello spazio esterno
1987 Opposizione allo sviluppo di nuove armi di distruzione di massa
1987 Opposizione ai test nucleari, 2 risoluzioni
1987 Proposta per la costituzione di una "Zona della Pace" nel Sud Atlantico
1988 Condanna delle pratiche Israeliane contro i Palestinesi nei territori occupati. 5 risoluzioni (1988 e 1989)
1989 Condanna dell'invasione americana di Panama
1989 Condanna della perquisizione da parte di truppe statunitensi della residenza dell'ambasciatore del Nicaragua in Panama.
1989 Condanna del supporto statunitense all'esercito dei Contra in Nicaragua
1989 Condanna dell'embargo illegale degli Stati Uniti sul Nicaragua
1989 Opposizione all'acquisizione dei territori con la forza
1989 Richiamo per una risoluzione del conflitto Arabo-Israeliano basato su una precedente risoluzione delle Nazioni Unite
1990 Invio di tre osservatori del Consiglio di Sicurezza dell'ONU nei territori occupati
1990 Affermazione che i territori ad Est di Gerusalemme annessi da Israele sono territori occupati
1997 Richiamo ad Israele per l'interruzione della costruzione di insediamenti ad Est di Gerusalemme ed in altri territori occupati
1999 Richiamo agli Stati Uniti per la cessazione del loro embargo su Cuba, 8 risoluzioni (1992-1999)
2001 Invio di osservatori non armati nei West Bank e nella striscia di Gaza
2001 Istituzione del Tribunale Internazionale Militare
2002 Rinnovo delle missioni di pace in Bosnia
francamdar
17-07-2006, 22:55
Principali risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che esprimono condanna all'operato di Israele.
Le risoluzioni sono citate per numero e data; se ne indicano inoltre degli estratti che ne illustrano il contenuto.
1) RISOLUZIONE N. 93 (18 MAGGIO 1951)
Il CS decide che ai civili arabi che sono stati trasferiti dalla zona smilitarizzata dal governo di Israele deve essere consentito di tornare immediatamente nelle loro case e che la Mixed Armistice Commission deve supervisionare il loro ritorno e la loro reintegrazione nelle modalita' decise dalla Commissione stessa.
2) RISOLUZIONE N. 101 (24 NOVEMBRE 1953)
Il CS ritiene che l'azione delle forze armate israeliane a Qibya del 14 - 15ottobre 1953 e tutte le azioni simili costituiscano una violazione del cessate il fuoco (risoluzione 54 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU); esprime la più forte censura per questa azione, che può pregiudicare le possibilità di soluzione pacifica; chiama Israele a prendere misure effettive per prevenire tali azioni.
3) RISOLUZIONE N. 106 (29 MARZO 1955)
Il CS osserva che un attacco premeditato e pianificato ordinato dalle autorità israeliane è stato commesso dalle forze armate israeliane contro le forze armate egiziane nella Striscia di Gaza il 28 febbraio 1955 e condanna questo attacco come una violazione del cessate il fuoco disposto dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
4) RISOLUZIONE N. 111 (19 GENNAIO 1956)
Il CS ricorda al governo israeliano che il Consiglio ha già condannato le azioni militari che hanno rotto i Trattati dell'Armistizio Generale e ha chiamato Israele a prendere misure effettive per prevenire simili azioni; condanna l'attacco dell'11 dicembre 1955 sul territorio siriano come una flagrante violazione dei provvedimenti di cessate il fuoco della risoluzione 54 (1948) e degli obblighi di Israele rispetto alla Carta delle Nazioni Unite; esprime grave preoccupazione per il venire meno ai propri obblighi da parte del governo israeliano.
5) RISOLUZIONE N. 127 (22 GENNAIO 1958)
Il CS raccomanda ad Israele di sospendere la "zona di nessuno" a Gerusalemme.
6) RISOLUZIONE N. 162 (11 APRILE 1961)
Il CS chiede urgentemente ad Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite.
7) RISOLUZIONE N. 171 (9 APRILE 1962)
Il CS riscontra le flagranti violazioni operate da Israele nel suo attacco alla Siria.
8) RISOLUZIONE N. 228 (25 NOVEMBRE 1966)
Il CS censura Israele per il suo attacco a Samu, in Cisgiordania, sotto il controllo giordano.
9) RISOLUZIONE N. 237 (14 GIUGNO 1967)
Il CS chiede urgentemente a Israele di consentire il ritorno dei nuovi profughi palestinesi del 1967.
10) RISOLUZIONE N. 248 (24 MARZO 1968)
Il CS condanna Israele per il suo attacco massiccio contro Karameh, in Giordania.
11) RISOLUZIONE N. 250 (27 APRILE 1968)
Il CS ingiunge a Israele di astenersi dal tenere una parata militare a Gerusalemme.
12) RISOLUZIONE N. 251 (2 MAGGIO 1968)
Il CS deplora profondamente la parata militare israeliana a Gerusalemme, in spregio alla risoluzione 250.
13) RISOLUZIONE N. 252 (21 MAGGIO 1968)
Il CS dichiara non valido l'atto di Israele di unificazione di Gerusalemme come capitale ebraica.
14) RISOLUZIONE N. 256 (16 AGOSTO 1968)
Il CS condanna gli attacchi israeliani contro la Giordania come flagranti violazioni.
15) RISOLUZIONE N. 259 (27 SETTEMBRE 1968)
Il CS deplora il rifiuto israeliano di accettare una missione dell'ONU che verifichi lo stato di occupazione.
16) RISOLUZIONE N. 262 (31 DICEMBRE 1968)
Il CS condanna Israele per l'attacco all'aeroporto di Beirut.
17) RISOLUZIONE N. 265 (1 APRILE 1969)
Il CS condanna Israele per gli attacchi aerei su Salt in Giordania.
18) RISOLUZIONE N. 267 (3 LUGLIO 1969)
Il CS censura Israele per gli atti amministrativi tesi a cambiare lo status di Gerusalemme.
19) RISOLUZIONE N. 270 (26 AGOSTO 1969)
Il CS condanna Israele per gli attacchi aerei sui villaggi del Sud del Libano.
20) RISOLUZIONE N. 271 (15 SETTEMBRE 1969)
Il CS condanna Israele per non aver obbedito alle risoluzioni dell'ONU su Gerusalemme.
21) RISOLUZIONE N. 279 (12 MAGGIO 1969)
Il CS chiede il ritiro delle forze israeliane dal Libano.
22) RISOLUZIONE N. 280 (19 MAGGIO 1969)
Il CS condanna gli attacchi israeliani contro il Libano.
23) RISOLUZIONE N. 285 (5 SETTEMBRE 1970)
Il CS chiede l'immediato ritiro israeliano dal Libano.
24) RISOLUZIONE N. 298 (25 SETTEMBRE 1971)
Il CS deplora che Israele abbia cambiato lo status di Gerusalemme.
25) RISOLUZIONE N. 313 (28 FEBBRAIO 1972)
Il CS chiede che Israele ponga fine agli attacchi contro il Libano.
26) RISOLUZIONE N. 316 (26 GIUGNO 1972)
Il CS condanna Israele per i ripetuti attacchi sul Libano.
27) RISOLUZIONE N. 317 (21 LUGLIO 1972)
Il CS deplora il rifiuto di Israele di rilasciare gli Arabi rapiti in Libano.
28) RISOLUZIONE N. 332 (21 APRILE 1973)
Il CS condanna i ripetuti attacchi israeliani contro il Libano.
29) RISOLUZIONE N. 337 (15 AGOSTO 1973)
Il CS condanna Israele per aver violato la sovranità del Libano.
30) RISOLUZIONE N. 347 (24 APRILE 1974)
Il CS condanna gli attacchi israeliani sul Libano.
31) RISOLUZIONE N. 425 (19 MARZO 1978)
Il CS ingiunge a Israele di ritirare le sue forze dal Libano.
32) RISOLUZIONE N. 427 (3 MAGGIO 1979)
Il CS chiama Israele al completo ritiro delle proprie forze dal Libano.
33) RISOLUZIONE N. 444 (19 GENNAIO 1979)
Il CS deplora la mancanza di cooperazione di Israele con il contingente di peacekeeping dell'ONU.
34) RISOLUZIONE N. 446 (22 MARZO 1979)
Il CS determina che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo alla pace e chiama Israele al rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra.
35) RISOLUZIONE N. 450 (14 GIUGNO 1979)
Il CS ingiunge a Israele di porre fine agli attacchi contro il Libano.
36) RISOLUZIONE N. 452 (20 LUGLIO 1979)
Il CS ingiunge a Israele di smettere di costruire insediamenti nei territori occupati.
37) RISOLUZIONE N. 465 (1 MARZO 1980)
Il CS deplora gli insediamenti israeliani e chiede a tutti gli stati membri di non sostenere il programma di insediamenti di Israele.
38) RISOLUZIONE N. 467 (24 APRILE 1980)
Il CS deplora con forza l'intervento militare israeliano in Libano.
39) RISOLUZIONE N. 468 (8 MAGGIO 1980)
Il CS ingiunge a Israele di annullare le espulsioni illegali di due sindaci e un giudice palestinesi, e di facilitare il loro ritorno.
40) RISOLUZIONE N. 469 (20 MAGGIO 1980)
Il CS deplora con forza la non osservanza da parte di Israele dell'ordine di non deportare Palestinesi.
41) RISOLUZIONE N. 471 (5 GIUGNO 1980)
Il CS esprime grave preoccupazione per il non rispetto da parte di Israele della Quarta Convenzione di Ginevra.
42) RISOLUZIONE N. 476 (30 GIUGNO 1980)
Il CS ribadisce che le rivendicazioni israeliane su Gerusalemme sono nulle.
43) RISOLUZIONE N. 478 (20 AGOSTO 1980)
Il CS censura con la massima forza Israele per le rivendicazioni su Gerusalemme contenute nella sua "Legge Fondamentale".
44) RISOLUZIONE N. 484 (19 DICEMBRE 1980)
Il CS formula l'imperativo che Israele riammetta i due sindaci palestinesi deportati.
45) RISOLUZIONE N. 487 (19 GIUGNO 1981)
Il CS condanna con forza Israele per l'attacco alle strutture nucleari dell'Iraq.
46) RISOLUZIONE N. 497 (17 DICEMBRE 1981)
Il CS dichiara nulla l'annessione israeliana delle Alture del Golan e chiede ad Israele di annullare immediatamente la propria decisione.
47) RISOLUZIONE N. 498 (18 DICEMBRE 1981)
Il CS ingiunge a Israele di ritirarsi dal Libano.
48) RISOLUZIONE N. 501 (25 FEBBRAIO 1982)
Il CS ingiunge a Israele di interrompere gli attacchi contro il Libano e di ritirare le sue truppe.
49) RISOLUZIONE N. 509 (6 GIUGNO 1982)
Il CS chiede che Israele ritiri immediatamente e incondizionatamente le sue forze dal Libano.
50) RISOLUZIONE N. 515 (19 GIUGNO 1982)
Il CS chiede che Israele tolga l'assedio a Beirut e consenta l'entrata di rifornimenti alimentari.
51) RISOLUZIONE N. 517 (4 AGOSTO 1982)
Il CS censura Israele per non aver ubbidito alle risoluzioni dell'ONU e chiede ad Israele di ritirare le sue forze dal Libano.
52) RISOLUZIONE N. 518 (12 AGOSTO 1982)
Il CS chiede ad Israele piena cooperazione con le forze dell'ONU in Libano.
53) RISOLUZIONE N. 520 (17 SETTEMBRE 1982)
Il CS condanna l'attacco israeliano a Beirut Ovest.
54) RISOLUZIONE N. 573 (4 OTTOBRE 1985)
Il CS condanna vigorosamente Israele per i bombardamenti su Tunisi durante l'attacco al quartier generale dell'OLP.
55) RISOLUZIONE N. 587 (23 SETTEMBRE 1986)
Il CS ricorda le precedenti richieste affinché Israele ritirasse le sue forze dal Libano e chiede con urgenza a tutte le parti di ritirarsi.
56) RISOLUZIONE N. 592 (8 DICEMBRE 1986)
Il CS deplora con forza l'uccisione di studenti palestinesi dell'Università' di Birzeit ad opera delle truppe israeliane.
57) RISOLUZIONE N. 605 (22 DICEMBRE 1987)
Il CS deplora con forza le politiche e le pratiche israeliane che negano il diritti umani dei Palestinesi.
58) RISOLUZIONE N. 607 (5 GENNAIO 1988)
Il CS ingiunge a Israele di non deportare i Palestinesi e gli chiede con forza di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra.
59) RISOLUZIONE N. 608 (14 GENNAIO 1988)
Il CS si rammarica profondamente che Israele abbia sfidato l'ONU e deportato civili palestinesi.
60) RISOLUZIONE N. 636 (14 GIUGNO 1989)
Il CS si rammarica profondamente della deportazione di civili palestinesi da parte di Israele.
61) RISOLUZIONE N. 641 (30 AGOSTO 1989)
Il CS deplora che Israele continui nelle deportazioni di Palestinesi.
62) RISOLUZIONE N. 672 (12 OTTOBRE 1990)
Il CS condanna Israele per violenza contro i Palestinesi a Haram al-Sharif/Tempio della Montagna.
63) RISOLUZIONE N. 673 (24 OTTOBRE 1990)
Il CS deplora il rifiuto israeliano di cooperare con l'ONU.
64) RISOLUZIONE N. 681 (20 DICEMBRE 1990)
Il CS deplora che Israele abbia ripreso le deportazioni di Palestinesi.
65) RISOLUZIONE N. 694 (24 MAGGIO 1991)
Il CS deplora la deportazione di Palestinesi ad opera di Israele e ingiunge ad Israele di assicurare loro un sicuro e immediato ritorno.
66) RISOLUZIONE N. 726 (6 GENNAIO 1992)
Il CS condanna con forza la deportazione di Palestinesi ad opera di Israele.
67) RISOLUZIONE N. 799 (18 DICEMBRE 1992)
Il CS condanna con forza la deportazione di 413 Palestinesi da parte di Israele e chiede il loro immediato ritorno.
68) RISOLUZIONE N. 904 (18 MARZO 1994)
Il CS: sconcertato dallo spaventoso massacro commesso contro fedeli palestinesi nella Moschea Ibrahim di Hebron il 25 febbraio 1994, durante il Ramadan; gravemente preoccupato dai conseguenti incidenti nei territori palestinesi occupati come risultato del massacro, che evidenzia la necessità di assicurare protezione e sicurezza al popolo palestinese; prendendo atto della condanna di questo massacro da parte della comunità internazionale; riaffermando le importanti risoluzioni sulla applicabilità della Quarta Convenzione di Ginevra ai territori occupati da Israele nel giugno 1967, compresa Gerusalemme, e le conseguenti responsabilità israeliane. Condanna con forza il massacro di Hebron e le sue conseguenze, che hanno causato la morte di oltre 50 civili palestinesi e il ferimento di altre centinaia e ingiunge ad Israele, la potenza occupante, di applicare misure che prevengano atti illegali di violenza da parte di coloni israeliani, come tra gli altri la confisca delle armi.
69) RISOLUZIONE N. 1402 (30 MARZO 2002)
Il CS alle truppe israeliane di ritirarsi dalle città palestinesi, compresa Ramallah.
70) RISOLUZIONE N. 1403 (4 APRILE 2002)
Il CS chiede che la risoluzione 1402 (2002) sia applicata senza ulteriori ritardi.
71) RISOLUZIONE N. 1405 (19 APRILE 2002)
Il CS chiede che siano tolte le restrizioni imposte, soprattutto a Jenin,alle operazioni delle organizzazioni umanitarie, compreso il Comitato Internazionale della Croce Rossa e l'Agenzia dell'ONU per l'Assistenza e il Lavoro per i Profughi Palestinesi in Medio Oriente (Unrwa).
72) RISOLUZIONE N. 1435 (24 SETTEMBRE 2002)
Il CS chiede che Israele ponga immediatamente fine alle misure prese nella città di Ramallah e nei dintorni, che comprendono la distruzione delle infrastrutture civili e di sicurezza palestinesi; chiede anche il rapido ritiro delle forze di occupazione israeliane dalle città palestinesi e il loro ritorno alle posizioni tenute prima di settembre 2000.
FONTI:
1. Paul Findley, Deliberate Deceptions: Facing the Facts about the US/Israeli Relationship
(Chicago: Lawrence Hill, 1993)
2. http://www.un.org/documents/scres.htm
(22 Luglio 2004)
@submix: a me tutto sembra meno che felice.
@francamdar: per completezza, riporta anche le informazioni sugli altri paesi mediorientali, prima di far passare israele come il cancro del mondo.
macedone
18-07-2006, 00:38
@submix: a me tutto sembra meno che felice.
@francamdar: per completezza, riporta anche le informazioni sugli altri paesi mediorientali, prima di far passare israele come il cancro del mondo.
:asd: :asd: :asd:
Non basterebbero 125 pagine solo per le violazioni dei diritti umani... Ah, ma dimenticavo... Siamo in Italia... :D
Comunque il problema non è chi ce l'ha più lungo ma come risolvere la situazione...
francamdar
18-07-2006, 02:15
israele non é la metastasi del mondo al massimo é il likud il cancro d'israele.
per le risoluzioni onu ho postato il link all'UNSC con tutte le risoluzioni emanate dal 1946 ad oggi.
purtroppo ho creduto che quì si parlasse del conflitto in corso tra israele e il libano, e ho riportato fonti autorevoli, liberali e indipendenti (dal generale angioni ad ha'aretz) cercando di fornire spunti utili al dibattito e alla comprensione.
se, invece, la volontà é quella di una deriva faziosa, vacua e inconsistente, mi estraneo dal contradittorio per rispetto del sangue che viene versato in queste ore.
macedone
18-07-2006, 02:27
israele non é la metastasi del mondo al massimo é il likud il cancro d'israele.
per le risoluzioni onu ho postato il link all'UNSC con tutte le risoluzioni emanate dal 1946 ad oggi.
purtroppo ho creduto che quì si parlasse del conflitto in corso tra israele e il libano, e ho riportato fonti autorevoli, liberali e indipendenti (dal generale angioni ad ha'aretz) cercando di fornire spunti utili al dibattito e alla comprensione.
se, invece, la volontà é quella di una deriva faziosa, vacua e inconsistente, mi estraneo dal contradittorio per rispetto del sangue che viene versato in queste ore.
Hamas non credo faccia capo a Madre Teresa di Calcutta... :suspi:
Il sangue si versa da anni... Il problema è come fermarlo non quante risoluzioni sono state violate...
Altrimenti và a finire che dobbiamo fare il conto delle risoluzioni violate e vince chi ne ha di meno... Insomma, non mi sembra granchè come spunto di discussione... Tutto qui... :)
Il problema, secondo me, è che come al solito si cerca il peggio e il meno peggio allontanadosi dall'essenza del problema, che è e resta, come fare a riappacificare questi due popoli?
Tutto questo secondo il mio, certamente fallace, punto di vista :)
Se si guarda al passato, questi due popoli continueranno ad autodistruggersi per l'eternità...
Ah, ok. Quindi ahmadinejad è uno tranquillo di cui non c'è bisogno di preoccuparsi. :sisi: Lo diròà a 3 iraniani che conosco e che sono in esilio da quando c'è lui. :sisi:
Sicuramente non ha invaso gli stati confinanti.
Hamas non credo faccia capo a Madre Teresa di Calcutta... :suspi:
Fondamentalmente Hamas e' al governo da 6 mesi e se la vogliamo dire tutta aveva anche dichiarato una tregua unilaterale, prima delle ultime operazioni israeliane.
Se poi vogliamo dire che l'esistenza di Hamas giustifica i bombardamenti a strutture civili possiamo anche dire che la guerra in Iraq era giusta, infatti per far cadere Saddam Hussein ha causato solo un po' di vittime civili.
P.S. Andate a cercare il numero delle vittime del terrorismo palestinese e il numero delle vittime civili delle operazioni militari israeliane anche solo negli ultimi anni (se si recuperassero quelle degli anni '80 ci sarebbe da impallidire) e capirete chi sono i veri terroristi.
PP.SS. Stranamente durante il governo Rabin non ci furono atti di terrorismo... stranamente.
Sicuramente non ha invaso gli stati confinanti.
Vale la risposta data da te per Hamas...e' su da troppo poco. :sisi:
ripeto...io ho avuto modo di parlarne con degli iraniani esiliati... che tra l'altro mi hanno detto che non e' affatto credente, ma usa la religione per arringare la gente all'odio...occhio a questo soggetto.
Certo, ma la mia risposta era legata al fatto che questa situazione in Palestina c'e' da piu' di 6 mesi.
Al contrario l'Iran crea problemi solo a Bush che vede la sua popolarita' scendere di giorno in giorno...
francamdar
18-07-2006, 12:20
http://www.realnews247.com/51_documents_zionist_collaboration_with_the_nazis_ files/ACF271.jpg
Infatti parlavo di Padova... :asd:
Posso metterti nel bestiario? :bd:
fammi capire, padova e' "infestata" dai centri sociali ?
francamdar
18-07-2006, 12:53
Il pacifismo israeliano e la guerra
.................................Di Uri Avnery (*)
Il vero scopo è cambiare il regime in Libano e installare un governo fantoccio.
Questo era lo scopo dell'invasione del Libano di Ariel Sharon, nel 1982. Fallì. Ma Sharon e i suoi allievi della leadership politica e militare non hanno mai davvero rinunciato.
Come nel 1982, anche l'operazione in corso è stata pianificata e viene portata avanti in pieno coordinamento con gli Stati Uniti.
Come allora, non c'è dubbio che sia coordinata con parte dell'élite libanese.
Questo è il punto principale. Il resto è clamore e propaganda.
Alla vigilia dell'invasione del 1982, il Segretario di Stato Alexander Haig disse ad Ariel Sharon che, prima di dare il via all'operazione, era necessario avere una “chiara provocazione”, che sarebbe stata tenuta per buona dal mondo.
La provocazione infatti ebbe luogo - proprio al momento giusto - quando il gruppo terroristico di Abu Nidal cercò di assassinare l'ambasciatore israeliano a Londra. Tutto ciò non aveva alcuna relazione con il Libano, e ancora meno con l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (nemica di Abu Nidal), ma servì allo scopo.
Questa volta, la necessaria provocazione è stata fornita dalla cattura dei due soldati israeliani da parte di Hizbollah. Tutti sanno che non possono essere liberati se non attraverso uno scambio di prigionieri. Ma l'enorme campagna militare, che era pronta a partire da mesi, è stata venduta al pubblico israeliano e internazionale come un'operazione di salvataggio.
(Curiosamente, la stessa identica cosa era avvenuta due settimane prima nella Striscia di Gaza. Hamas e e i suoi alleati hanno catturato un soldato, il che ha fornito la scusa per una massiccia operazione che era stata preparata da molto tempo, e il cui scopo è distruggere il governo palestinese).
Lo scopo dichiarato dell'operazione in Libano è di allontanare Hizbollah dal confine, affinchè sia per loro impossibile catturare altri soldati e lanciare razzi sulle città israeliane. Anche l'invasione della Striscia di Gaza è ufficialmente finalizzata a portare Ashkelon e Sderot fuori dalla portata dei razzi Qassam.
Questo ricorda l'"Operazione Pace per la Galilea”, nel 1982. Allora, si disse alla gente e alla Knesset (il Parlamento israeliano, ndt) che lo scopo della guerra era “allontanare i Katiuscia di 40 chilometri dal confine”.
Questa era una deliberata menzogna. Nel corso degli undici mesi precedenti alla guerra, attraverso il confine non era stato sparato un solo razzo Katiuscia (né un solo colpo). Fin dall'inizio, lo scopo dell'operazione era raggiungere Beirut e installarvi un dittatore collaborazionista. Com ho riferito più di una volta, lo stesso Sharon mi disse così nove mesi prima della guerra, e puntualmente lo pubblicai, con il suo consenso (ma non attribuendolo a lui).
Naturalmente, l'operazione in corso ha anche diversi scopi secondari, che non includono la liberazione dei prigionieri. Chiunque capisce che questo non si può ottenere con azioni militari. Ma probabimente è possibile distruggere una parte delle migliaia di missili che Hizbollah ha accumulato negli anni. A questo scopo, i comandanti dell'esercito sono pronti a mettere in pericolo gli abitanti delle città israeliane che sono esposte ai razzi. Credono che ne valga la pena, come in uno scambio di pedine a scacchi.
Un altro scopo secondario è riabilitare il “potere deterrente” dell'esercito. Questa è una parola in codice per la restaurazione dell'orgoglio ferito dell'esercito, duramente colpito dalle temerarie azioni militari di Hamas nel sud e Hizbollah al nord.
Ufficialmente, il governo israeliano chiede che il governo del Libano disarmi Hizbollah lo allontani dalla zona di confine.
Questo è chiaramente impossibile con l'attuale regime libanese, un delicato mosaico di comunità etnico-religiose. Il minimo shock può far crollare l'intera struttura e gettare lo Stato nell'anarchia totale - in particolare dopo che gli statunitensi sono riusciti a cacciare l'esercito siriano, l'unico elemento che per anni aveva garantito una qualche stabilità.
L'idea di installare un governo collaborazionista in Libano non è cosa nuova. Nel 1955, David Ben Gurion propose di prendere un “funzionario cristiano” e insediarlo come dittatore. Moshe Sharet dimostrò che questa idea si basava sulla completa ignoranza degli affari libanesi e la silurò. Ciò nonostante, 27 anni dopo Ariel Sharon ci riprovò. Bashir Gemayel fu infatti insediato come presidente, solo per essere assassinato poco tempo dopo. Suo fratello, Amin, gli sucedette e firmò un accordo di pace con Israele, ma fu cacciato dall'incarico. (Lo stesso fratello ora sostiene pubblicamente l'operazione israeliana).
La previsione adesso è che se le forze aeree israeliane riescono a far piovere colpi abbastanza pesanti sulla popolazione libanese – paralizzando porti e aereoporti, distruggendo le infrastrutture, bombardando i quartieri residenziali, interrompendo l'autostrada Beirut- Damasco eccetera – il popolo libanese si infurierà con Hizbollah e farà pressione sul governo libanese per soddisfare le richieste di Israele. Dal momento che l'attuale governo non può neanche sognare di fare una cosa del genere, verrà instaurata una dittatura, con il supporto di Israele.
Questa è la logica militare. Io ho i miei dubbi. Si può supporre che la maggior parte dei libanesi reagirà come farebbe chiunque altro al mondo: con furore e odio contro l'invasore. Così accadde nel 1982, quando gli sciiti del sud del Libano, fino ad allora docili come zerbini, si sollevarono contro gli occupanti israeliani e crearono Hizbollah, che è diventata la forza più potente del Paese. Se ora l'élite libanese viene assimilata ai collaboratori di Israele, sarà cancellata dalla faccia della terra. (Peraltro, i razzi Qassam e Katiuscia hanno fatto sì che la popolazione israeliana facesse pressione sul nostro governo per arrendersi? Piuttosto il contrario).
La politica statunitense è piena di contraddizioni. Il Presidente Bush vuole “cambi di regime” in Medio Oriente, ma l'attuale regime libanese è stato istituito solo di recente, sotto la pressione americana. Nel frattempo, Bush è riuscito solamente a fare a pezzi l'Iraq e scatenare una guerra civile. Potrebbe ottenere la stesso risultato in Libano, se non ferma in tempo l'esercito israeliano. Inoltre, un devastante attacco contro Hizbollah potrebbe far crescere la furia non solo in Iran, ma anche fra gli sciiti in Iraq, sul cui sostegno si fondano tutti i programmi di Bush per un regime filo-statunitense.
Dunque qual è la risposta? Non per caso, Hizbollah ha condotto il suo raid di rapimento dei soldati in un momento in cui i palestinesi hanno un gran bisogno di aiuto. La causa palestinese è popolare in tutto il mondo arabo. Mostrando che sono amici nel momento del bisogno, mentre gli altri arabi falliscono miseramente, Hizbollah spera di accrescere la sua popolarità. Se un accordo fra Israele e Palestina fosse già stato raggiunto, Hizbollah non sarebbe altro che un fenomeno libanese, irrilevante per la nostra situazione.
Ameno di tre mesi dal suo insediamento, il governo di Olmert e Peretz è riuscito a trascinare Israele in una guerra su due fronti, i cui obbiettivi sono irrealistici e i cui risultati non possono essere previsti.
Se Olmert spera di essere visto come Mister Macho-Macho, uno Sharon bis, rimarrà deluso. Lo stesso vale per i disperati sforzi di Peretz di essere preso sul serio come PP Mister Sicurezza. Chiunque capisce che questa campagna - sia a Gaza che in Libano - è stata pianificata dall'esercito e imposta dall'esercito. Chi prende decisioni in Israele, adesso, è Dan Halutz. Non è un caso che il lavoro in Libano sia stato affidato alle Forze aeree.
La gente non è entusiasta della guerra. Si è rassegnata, in uno stoico fatalismo, perchè è stato detto che non c'è alternativa. E infatti, chi può essere contrario? Chi è che non vuole liberare i “soldati rapiti”? Chi non vuole rimuovere i Katiuscia e riabilitare la deterrenza? Nessun politico osa criticare l'operazione (ad eccezione dei membri arabi della Knesset, ignorati dal pubblico ebraico). Sui media, i generali regnano incontrastati, e non solo quelli in uniforme. Non esiste praticamente ex generale che non sia stato invitato dai media a commentare, spiegare e giustificare, tutti con una voce sola.
(A titolo d'esempio: la più seguìta televisione israeliana mi ha chiesto un'intervista , dopo aver sentito che avevo preso parte a una manifestazione contro la guerra. Ero abbastanza sorpreso. Ma non per molto - un'ora prima della trasmissione, un contrito conduttore ha chiamato per dire che c'era stato un terribile errore - in realtà volevano invitare il professor Shlomo Avineri, un ex direttore generale del Foreign Office, su cui si può contare per giustificare qualsiasi atto del governo, qualunque esso sia, in forbito linguaggio accademico.
“Inter arma silent Musae” - quando parlano le armi, le muse tacciono. O, piuttosto: quando rombano i cannoni, il cervello smette di funzionare.
E solo un pensiero: quando lo Stato di Israele fu fondato, nel mezzo di una guerra cruedele, un poster tappezzava i muri: “Tutto il paese - un fronte! Tutto il popolo - un esercito!”
Sono passati 58 anni, e lo stesso slogan è valido come lo era allora. Che cosa ci dice, questo, su generazioni di statisti e generali?
Tel Aviv, 15 luglio 2006
* Uri Avnery, giornalista e scrittore, è fondatore di Gush Shalom, organizzazione indipendente del pacifismo israeliano.
L'articolo originale è pubblicato su http://www.Gush-shalom.org
Vale la risposta data da te per Hamas...e' su da troppo poco. :sisi:
ripeto...io ho avuto modo di parlarne con degli iraniani esiliati... che tra l'altro mi hanno detto che non e' affatto credente, ma usa la religione per arringare la gente all'odio...occhio a questo soggetto.
A proposito di testimonianze, in passato avevo contatti con "volontari" nella Striscia di Gaza e non potete immaginare la situazione dei vivi che di solito in questi casi viene oscurata dalla conta dei morti.
Un piccolo esempio: la prima reazione di Israele al rapimento dei 2 soldati è stato quella di lanciare un missile su una centrale elettrica a Gaza. Detta così al telegiornale sembra un male minore, in attesa della notizia del giorno dopo: per quelli che abitano a Gaza, con i mezzi che hanno, significa rimanere per settimane senza energia elettrica e acqua calda....tutta popolazione civile colpevole di essere dello stesso gruppo etnico di chi ha rapito i 2 soldati. Non è razzismo anche questo ?
Quando Gaza era ancora fortemente occupata, ad ogni tensione anche all'interno della Striscia, la prima cosa che facevano i soldati israeliani era quella di colpire l'acqua, distruggendo le tubature o direttamente gli acquedotti: i palestinesi (civili) di giorno lavoravano, allora dovevano cercare di aggirare il coprifuoco notturno per andare a riparare le tubature dell'acqua. Appena tornavano a casa, i soldati le rompevano di nuovo. Ed andavano avanti per mesi. Questo sotto Sharon. Oltre all'evidente disagio che crea è anche una forma di terrorismo psicologico
lubacardica
18-07-2006, 12:59
Infatti parlavo di Padova... :asd:
Posso metterti nel bestiario? :bd:
Ma allora perché nel profilo personale hai scritto "Treviso"??:confused::suspi: ...va beh...non mi interessa...
cmq se vuoi metterla nel bestiario fa ridere solo te.. -.-
francamdar
18-07-2006, 14:07
A proposito di testimonianze, in passato avevo contatti con "volontari" nella Striscia di Gaza e non potete immaginare la situazione dei vivi che di solito in questi casi viene oscurata dalla conta dei morti.
Un piccolo esempio: la prima reazione di Israele al rapimento dei 2 soldati è stato quella di lanciare un missile su una centrale elettrica a Gaza. Detta così al telegiornale sembra un male minore, in attesa della notizia del giorno dopo: per quelli che abitano a Gaza, con i mezzi che hanno, significa rimanere per settimane senza energia elettrica e acqua calda....tutta popolazione civile colpevole di essere dello stesso gruppo etnico di chi ha rapito i 2 soldati. Non è razzismo anche questo ?
Quando Gaza era ancora fortemente occupata, ad ogni tensione anche all'interno della Striscia, la prima cosa che facevano i soldati israeliani era quella di colpire l'acqua, distruggendo le tubature o direttamente gli acquedotti: i palestinesi (civili) di giorno lavoravano, allora dovevano cercare di aggirare il coprifuoco notturno per andare a riparare le tubature dell'acqua. Appena tornavano a casa, i soldati le rompevano di nuovo. Ed andavano avanti per mesi. Questo sotto Sharon. Oltre all'evidente disagio che crea è anche una forma di terrorismo psicologico
Rapporto di Jean Ziegler – Relatore speciale dell’ONU per il diritto all’alimentazione nei Territori Occupati da Israele (http://www.brianzapopolare.it/sezioni/mondo/20031012_israele_rapporto_ziegler_1.htm)
qualche estratto:
"Oltre il 22 per cento dei bambini sotto i 5 anni sta soffrendo di malnutrizione e il 15,6 per cento di anemia acuta, molti dei quali soffriranno di conseguenza di permanenti effetti negativi sul loro sviluppo fisico e mentale. Più della metà delle famiglie palestinesi mangia soltanto una volta al giorno. La Banca Mondiale dichiara che il consumo alimentare è diminuito di più del 25 per cento pro capite. Circa il 60 per cento dei palestinesi vive adesso in assoluta povertà (il 75 per cento nella Striscia di Gaza e il 50 per cento in Cisgiordania). Anche quando i prodotti alimentari sono disponibili, molti palestinesi non possono permettersi di acquistarli, a causa della rapida crescita della disoccupazione. Oltre il 50 per cento dei palestinesi dipende completamente dagli aiuti alimentari, ma frequentemente l'accesso umanitario è limitato "
"Dal 21 giugno al 6 settembre 2002 la cittadina di Nablus è rimasta sotto coprifuoco per 1.797 ore, Tulkarem per 1486". Sempre l'anno scorso i palestinesi dei Territori occupati "hanno potuto utilizzare 70 litri di acqua a testa al giorno contro i 350 litri dei coloni ebrei". E ancora: "In Cisgiordania nel 1999 sono state costruite 44 nuove colonie, nel 2001 altre 34 e 14 approvate dal governo israeliano. A Gaza 6.429 coloni israeliani usano il 45 per cento della terra, mentre un milione di palestinesi si deve accontentare del rimanente 55 per cento".
"Il villaggio di Beit Furik, situato a 10 km a sud-est di Nablus, non ha ricevuto rifornimenti idrici per almeno nove giorni consecutivi, in quanto i carri armati erano disposti intorno al villaggio". Inoltre: "Un'indagine dell'Associazione Idrologi Palestinesi ha rivelato che 24 villaggi su 27 esaminati dallo studio sono state vittima di carenze idriche per via dei coprifuoco e del blocco dei Territori". Sempre secondo il Centro d'Informazione Nazionale Palestinese (Pnic), -annota Ziegler- "negli ultimi tre anni le forze di occupazione hanno sradicato e distrutto circa 2,5 milioni di ulivi, e oltre un milione tra agrumeti e alberi da frutta. Oltre a ciò, 806 pozzi e 296 magazzini sono stati distrutti, e 2.000 strade, tra arterie principali e secondarie, sono state cinte di filo spinato e migliaia sono state cosparse di montagne di spazzatura. L'Associazione Idrologi Palestinesi registra che, tra il giugno 2002 e il febbraio 2003, 42 camion per il trasporto di cisterne d'acqua sono state parzialmente o totalmente distrutte, e 9.118 cisterne palestinesi per l'approvvigionamento idrico sono state smantellate. La Banca Mondiale stima i danni all'agricoltura intorno ai $217 milioni, nonché danni alle infrastrutture idriche per un valore di circa $140 milioni".
(Jean Ziegler, Addendum: Missione nei Territori Palestinesi Occupati, 31 ottobre 2003. Nazioni Unite.)
francamdar
18-07-2006, 14:33
Come c'era da aspettarsi, la storia di un drone di Hezbollah che colpisce una nave da guerra israeliana è stata leggermente modificata questa mattina per adattarsi all'agenda che sta emergendo. Il Bangkok Post (http://www.bangkokpost.com/breaking_news/breakingnews.php?id=109221) riferisce che “Sabato un alto ufficiale dell'esercito ha detto che il razzo che venerdì notte ha colpito una lanciamissili israeliana davanti alla costa libanese era un C-802 a guida radar costruito dall' Iran”.
Non viene spiegato come Israele abbia potuto scambiare un missile per un “aereo riempito di esplosivo” come riportato dalla Associated Press. Eppure, incolpare l'Iran certamente si accorda con lo scenario, dato che sia Israele che gli Stati Uniti stanno cercando di trascinare Iran e Siria nell' invasione israeliana del Libano e così, come pianificato, estendere il conflitto.
In un articolo di Market Watch (http://www.marketwatch.com/News/Story/Story.aspx?dist=newsfinder&siteid=google&guid=%7B75E8145B-EA9E-44B6-A004-366D87BD7718%7D&keyword=) provocatoriamente intitolato “Bush points finger at Hezbollah, Syria” ["Bush punta il dito contro Hezbollah, Siria, ndt] veniamo a sapere che il nostro governante, il quale sta partecipando ad una riunione globalista a S. Pietroburgo, Russia, ha accusato la Siria per l'invasione di Israele.
“A mio giudizio, il modo migliore per fermare la violenza è, in primo luogo, capire perchè la violenza è iniziata”, ha detto Bush. “E ciò è successo perchè Hezbollah sta lanciando attacchi con razzi contro Israele dal Libano e perchè Hezbollah ha catturato due soldati israeliani”, riferisce Naharnet (http://www.naharnet.com/domino/tn/NewsDesk.nsf/0/5EFB7BC0A3ECFE7BC22571AC00336056?OpenDocument)
Nessun riferimento qui alle centinaia di Libanesi tenuti illegalmente da Israele in prigioni che sono luoghi di tortura. Precedentemente, questo mese, il governo libanese si è lamentato (http://www.arabicnews.com/ansub/Daily/Day/050803/2005080316.html) con il rappresentante del Segretario generale dell' ONU a Beirut per “la continua cattura di detenuti, e... le centinaia di persone scomparse, che si pongono come violazioni dei diritti umani”.
Israele ha ammesso (http://en.wikipedia.org/wiki/Foreign_relations_of_Lebanon) di rapire i Libanesi per scopi politici, ma per qualche ragione questo fatto non è citato dai media delle corporation. Nei tardi anni '90, prima che Israele fosse sfrattato da Hezbollah dal Libano del Sud, era pratica comune per Israele rapire Libanesi completamente innocenti e trattenerli come “fiches da contrattazione”, cioè non trattenendoli, secondo Amnesty International (http://web.amnesty.org/library/Index/ENGMDE150541998?open&of=ENG-ISR), “per le loro loro azioni, ma come scambio per soldati israeliani dispersi o uccisi in Libano”. Come al solito, questi fatti vengono ignorati dal nostro governante designato e dai media delle corporation.
Secondo il quotidiano al-Hayat di Londra, “Israele ha dato alla Siria 72 ore per fermare le attività di Hezbollah e far rilasciare i soldati delle IDF [Israel Defense Forces, Forze di Difesa Israeliana, ndt] rapiti”, oppure, riferisce Yedioth Internet (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3275886,00.html) “lancerà un' offensiva con conseguenze disastrose”, in altre parole la Siria subirà lo stesso genere di attacchi che sta subendo ora il Libano.
Non è insolito che notizie su questo avvertimento siano emerse dal Pentagono, attualmente sotto il controllo di neocons pro-Likud. Al-Hayat riferisce che “una fonte anziana del Pentagono ha avvertito che se il mondo Arabo e la comunità internazionale dovessero fallire negli sforzi per convincere la Siria a spingere Hezbollah al rilascio dei soldati e a fermare l'attuale escalation, Israele potrebbe attaccare obiettivi all'interno del paese,” in altre parole verrebbero prese di mira infrastrutture civili.
Come a confermare l'imminente invasione Israeliana della Siria, il ministro degli esteri della Finlandia Erkki Tuomioja ha detto che l'Unione Europea considera “la situazione molto negativa, e c'è pure la possibilità che possa diventare peggiore e che il conflitto possa espandersi, specialmente alla Siria... Questo non è in alcun modo desiderabile. Le conseguenze potrebbero essere davvero incontrollabili”, riferisce la Reuters (http://www.alertnet.org/thenews/newsdesk/L14910364.htm).
Naturalmente è particolarmente “desiderabile” per il governo di Israele e per la fazione neo-con che attualmente è in alte posizioni del governo degli Stati Uniti, dato che essi hanno pianificato da tempo di andare contro Siria e Iran, cioè di far esplodere le loro infrastrutture civili e massacrare i loro cittadini.
Al Bawaba (http://www.albawaba.com/en/countries/Iran/200790) riferisce che “secondo testimoni, Sabato aerei da guerra israeliani hanno lanciato quattro missili contro un punto di attraversamento al confine tra Libano e Siria. Una postazione dell'esercito siriano è ubicata nell'area” vicino Masnaa. “Testimoni hanno detto che gli aerei israeliani hanno sparato quattro razzi a Masnaa al punto di attraversamento tra l'ultima postazione libanese e la prima postazione dell'esercito siriano sulla strada tra Beirut e Damasco,” aggiunge la Reuters (http://www.dose.ca/toronto/news/story.html?s_id=nPLOayenIoVMJBGoXsVc3kAULyoV%2F5Q6 gHLqCdH3u%2FyQpBsSSfGpdg%3D%3D). Inoltre Yedioth Internet (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3276067,00.htmlhttp://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3276067,00.htmlhttp://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3276067,00.html) riferisce che secondo la rete di news libanese al-Mustaqbal, “la IAF [Israeli Air Force, Aviazione Israeliana, ndt] ha colpito obiettivi appartenenti all'esercito siriano” prima del raid su Masnaa.
Come a ricordarci che il vero obiettivo non è punire Hezbollah e Hamas ma piuttosto Siria e Iran, il Re di Denari neo-con William Kristol (http://www.weeklystandard.com/Content/Public/Articles/000/000/012/433fwbvs.asp) [foto a sinistra n.d.t.], scrivendo dal suo trespolo in quel Weekly Standard fondato da Murdoch, ci dice che “la guerra contro l'islamismo radicale sarà probabilmente lunga. L'islamismo radicale non scomparirà presto. Ma farà una grande differenza quanto saranno forti gli stati sponsor, i protettori e i finanziatori dell'islamismo radicale. Perciò la nostra attenzione dovrebbe essere meno su Hamas e Hezbollah, e più sui loro finanziatori e veri comandanti, Siria e Iran”. Non c'è alcun bisogno di traduzione - gli Stati Uniti devono attaccare Iran e Siria, e ciò dopo che Israele abbia smosso le acque con una campagna di bombardamento provocatoria. “Perchè, mentre Siria e Iran sono nemici di Israele, essi sono anche nemici degli Stati Uniti. Abbiamo fatto ben poco per resistere ad essi ed indebolirli. Ora ci stanno mettendo alla prova con più audacia rispetto a quanto uno avrebbe ritenuto possibile pochi anni fa. La debolezza è provocatoria. Siamo stati troppo deboli, e abbiamo permesso che fossimo percepiti come deboli”.
I nemici di Israele sono i nemici degli Stati Uniti, dato che Israele ha la Casa Bianca, il Pentagono e il Congresso ai suoi ordini, dai devoti attivisti filo-Israeliani in posizioni decisive nell'Amministrazione Bush sino al dominio dell' AIPAC sul Congresso.
Siria e Iran sono i prossimi nella lista di bombardamento. La Siria sarà un obiettivo facile, dato che è impotente quasi quanto il Libano, ma l'Iran sarà un osso duro. Se Israele attacca l'Iran, come ha minacciato per mesi (ed ha ottenuto i mezzi militari per farlo), verrà fuori l'inferno, specialmente per le truppe Usa in Iraq, che attualmente fronteggiano le diverse possibilità di una rivolta sciita e di una “guerra civile”.
Aspettatevi che gli Stati Uniti ragiscano adeguatamente.
Aggiunta
Secondo Sratfor Intelligence (http://www.informationclearinghouse.info/article13995.htm), Israele progetta non solo di lanaciare un “grande, ininterrotto assalto nel Libano meridionale per eliminare il gruppo militante libanese Hezbollah”, sino al Fiume Litani, naturalmente, ma progetta anche di “fare un attacco preventivo contro la rete di difesa aerea siriana, che gli aerei di Israele hanno penetrato con successo in giugno, ronzando sulla residenza privata del presidente siriano Bashar al Assad”, una sorta di avvertimento di ciò che sarebbe venuto poi, come ho notato l'altro giorno. Stratfor ha più fiducia di me nell'aviazione siriana, ma io non sono un “esperto di intelligence”, come Stratfor afferma di essere:
Nonostante l'audacia politica del sorvolo, la difesa aerea siriana è ancora ampiamente equipaggiata e la sua aviazione vanta, tra gli altri velivoli, 80 caccia MiG 29 e 10 caccia Su-27. Operativamente, la Siria è sempre crollata quando ha fronteggiato le IDF, e la sua difesa aerea e i regimi di addestramento dei piloti sono sicuramente inferiori. Ma. nondimeno, la rete di difesa aerea della Siria si estende su gran parte del Libano meridionale e pone un pericolo davvero concreto per le operazioni della IAF sul Libano. Israele devastò con successo questa aviazione con un attacco preventivo nel 1982. Se gli Israeliani decidono che la Siria potrebbe opporre resistenza ai loro sforzi in Libano, Israele non esiterà a far fuori quella rete. Un devastante attacco preventivo è preferibile ad un confronto protratto con tutta la rete di difesa aerea in piena allerta, una sfida molto più complessa che distoglierebbe dalle operazioni in Libano. Sino a che gli Israeliani lasciano intatte le risore siriane, combattono lasciando esposto il fianco destro.
Per come la vede Stratfor, Israele lancerà un'offensiva di terra già il 16 luglio “quando i riservisti del Comando Settentrionale Israeliano, che sono appena stati attivati, avranno avuto 72 ore per prepararsi. Comunque, dato che i razzi sparati dal Libano hanno colpito la città portuale israeliana di Haifa il 13 luglio, la Settima Divisione Corazzata Israeliana e le Brigate Barak e Golani, tra le forze di elite e le più decorate unità dell'esercito regolare israeliano, potrebbero spingersi avanti sino al Litani e lasciare che i riservisti li raggiungano dopo”.
Come capiscono bene i Libanesi, un'altra occupazione del loro paese risulterà in abusi dei diritti umani, dato che gli Israeliani considerano i Libanesi alla pari dei Palestinesi.
Nel 1998, la Commissione per i Diritti Umani (http://hri.ca/fortherecord1998/documentation/commission/1998-62.htm) ha deplorato “le continue violazioni israeliane dei diritti umani nelle zone occupate del Libano meridionale e della Bekaa occidentale, dimostrate in particolare dal rapimento e dalla detenzione arbitraria attualmente in corso di cittadini Libanesi [nei centri di tortura di Khiyam e Marjayoun], dalla distruzione delle loro case, dalla confisca delle loro proprietà, dall'espulsione dalle loro terre, dal bombardamento di pacifici villaggi e aree civili, e da altre pratiche che violano i più fondamentali principi dei diritti umani”. In breve, i Libanesi possono aspettarsi lo stesso genere di brutalità fatto subire ai Palestinesi.
Naturalmente, questo comportamento criminale, che copre circa due decenni, non ha nulla a che vedere con la formazione e la radicalizzazione di Hezbollah.
Kurt Nimmo
Fonte: http://www.kurtnimmo.com
15.07.2006
Traduzione per [www.comedonchisciotte.org] a cura di AlceNero (Marcoc)
Vale la risposta data da te per Hamas...e' su da troppo poco. :sisi:
ripeto...io ho avuto modo di parlarne con degli iraniani esiliati... che tra l'altro mi hanno detto che non e' affatto credente, ma usa la religione per arringare la gente all'odio...occhio a questo soggetto.
quest' utilizzo della religione mi sembra un tantinello simile a quello dell'amico bush, che in ogni suo discorso richiama Dio come guida ideologica delle sue azioni...
@fra: enorme rispetto per l'accurata ricerca di notizie e dati, tutti con fonti citate, che hai fatto e stai facendo. io penso che siano molto utili al dibattito perchè ci aiuta a capire come israele stia agendo in totale disprezzo delle norme internazionali e anche la disparità delle forze in campo, da una parte bombe missili e carriarmati e dall'altra la guerriglia...non si può pensare ad una soluzione di un conflitto se chi effettivamente hai il vantaggio della forza militare non ne rinuncia all'utilizzo...o pensate che i palestinesi sperano di vincere militarmente gli israeliani e di cacciarli???la differenza tra terrorismo e resistenza è lieve e mai cosi scontata...
@fra: enorme rispetto per l'accurata ricerca di notizie e dati, tutti con fonti citate, che hai fatto e stai facendo.
vero, grande pazienza e cura :sisi:, grazie...
la differenza tra terrorismo e resistenza è lieve e mai cosi scontata...
vero anche questo.
Le ultime (ovvero da circa 10 anni a questa parte) conferenze sul Medioriente tenute a Sharm si sono sempre, sempre, sempre arenate su questo scoglio. La necessità di definire il perimetro della parola "terrorista" di modo che, di conseguenza, fosse possibile definire quando un "resistente" diventa un "terrorista".
Di fatto le conferenze sono sempre fallite proprio perchè qualunque proposta non può prescindere dal dare a qualcuno togliendo a qualcun altro e chi deve smenarci non è certo chi lotta per la libertà...
http://www.beppegrillo.it/
dio mio..
smargiasassi
18-07-2006, 17:22
è fantastico discutere per decenni sul sesso degli angeli....
io l'unica certezza che ho in questa faccenda è che in un quadratino di deserto ci sono 2 popolazioni che si assomigliano solo nell'odio che riescono a trasformare in violenza.
con tutta onestà, IO personalmente, a tutt'oggi non sono ancora riuscito a schierarmi. eppure vi trovo tutti così convinti fautori di questa o di quella fazione.....
si deve riuscire a provare lo stesso dolore per la morte di un bambino palestinese e di uno israelino per poter giudicare. e comunque non si troverà una soluzione tanto facilmente.
Ma allora perché nel profilo personale hai scritto "Treviso"??:confused::suspi: ...va beh...non mi interessa...
cmq se vuoi metterla nel bestiario fa ridere solo te.. -.-
Ogni tanto connettere il cervello sarebbe pure utile...ho scritto che ci studio da 6 anni a Padova, e ovviamente in provincia di Treviso ci vivo... Comunque sono un po' stufo dei tuoi attacchi personali..
@aethiss: si, perché?
macedone
18-07-2006, 18:21
Ripeto, è inutile fare un discorso storico sul meno peggio... C'è un problema e và risolto, entrambi i popoli hanno diritto di esistere ed antrambi i popoli hanno il diritto di avere una terra propria... :sisi:
Se si continuerà in questo senso la guerra si allargherà quasi sicuramente ad altre nazioni mussulmane... Si andrà a finire allo scontro totale di questo passo...
P.S. Israele deve fermare i bombardamenti, su questo non c'è dubbio...
è fantastico discutere per decenni sul sesso degli angeli....
io l'unica certezza che ho in questa faccenda è che in un quadratino di deserto ci sono 2 popolazioni che si assomigliano solo nell'odio che riescono a trasformare in violenza.
con tutta onestà, IO personalmente, a tutt'oggi non sono ancora riuscito a schierarmi. eppure vi trovo tutti così convinti fautori di questa o di quella fazione.....
si deve riuscire a provare lo stesso dolore per la morte di un bambino palestinese e di uno israelino per poter giudicare. e comunque non si troverà una soluzione tanto facilmente.
Hai perfettamente ragione: io mi schiero solo quando vedo che e' una guerra fra un popolo che ha i cannoni e uno che ha le fionde.
macedone
18-07-2006, 20:51
Hai perfettamente ragione: io mi schiero solo quando vedo che e' una guerra fra un popolo che ha i cannoni e uno che ha le fionde.
Quando si capirà che è inutile fare la distinzione fra buoni e cattivi, allora forse si aprirà qualche spiraglio per una soluzione pacifica.
Quando si capirà che è inutile fare la distinzione fra buoni e cattivi, allora forse si aprirà qualche spiraglio per una soluzione pacifica.
http://www.htita.it/forum/showpost.php?p=268149&postcount=32
francamdar
18-07-2006, 21:46
Hai perfettamente ragione: io mi schiero solo quando vedo che e' una guerra fra un popolo che ha i cannoni e uno che ha le fionde.
quoto
letture consigliate:
L'origine della crisi palestinese (http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/palestina/origine_crisi.htm)
Sul terrorismo israeliano (http://www.aljazira.it/index.php?option=content&task=view&id=547&Itemid=1)
Stati canaglia - di noam chomsky (http://www.zmag.org/italy/chomsky-roguestates.htm)
macedone
18-07-2006, 23:09
"Fate agli altri quello che volete sia fatto a voi"
Gesù Xto
Cioè gli israeliani dovrebbero cominciare a farsi esplodere e non a bombardare così potremmo avere un conflitto equo... ( rispondendo anche a MaD che ne faceva una questione di bombe e fionde...)
Questa deve essere l'idea del pacifismo all'italiana... :asd:
"Se vedo due uomini che picchiano un uomo solo, mi é facile capire da che parte stare"
Warren Zevon
Dipende... Può darsi che quello sia uno stupratore e i due, fratelli della donna stuprata...
Bastassero le frasi fatte per risolvere i problemi della vita sarei l'uomo più felice del mondo :D
"Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell'oppressore."
Desmond Tutu
Il problema è stabilire chi sia l'oppresso e chi l'oppressore... E non è semplice... Non sempre..
Comunque ribadisco, il problema è come fare a farli riappacificare non fare la conta di chi ha ucciso di più, ripeto, non è un gioco a premi... O si cerca di risolvere la situazione o è inutile contare i morti perchè ce ne saranno sempre di più...
Comunque continuo a sostenere che Israele deve smettere immediatamente i bombardamenti, e che la reazione, in questo caso senza dubbio, non è contemperata all'azione.
Detto questo detesto tutte le leggi contro le donne e contro i diritti civili che i paesi trogloditi ostentano... Sono cose vergognose delle quali io come uomo mi vergogno allo stesso modo in cui mi vergogno del terrorismo, sia israeliano che palestinese.
http://www.htita.it/forum/showpost.php?p=268149&postcount=32
Quindi se l'uomo è avido e cattivo per sua stessa natura... Bisogna solo aspettare che i due popoli si sterminino, così ci risparmiano un sacco di soldi, soldati e fatica...
Magari qualcuno se ne uscirà pure rimpiangendo Hitler "Eh certo... Se li avesse gasati tutti, oggi non ci sarebbero tutti questi problemi" ( chiaramente è una frase detta per assurdo non mi riferisco nè a Lestat nè a nessun altro...)
lubacardica
19-07-2006, 01:38
Ogni tanto connettere il cervello sarebbe pure utile...ho scritto che ci studio da 6 anni a Padova, e ovviamente in provincia di Treviso ci vivo... Comunque sono un po' stufo dei tuoi attacchi personali..
@aethiss: si, perché?
Sul serio: i miei non vogliono essere attacchi personali, tutt'altro... non avevo letto che studi a Padova da sei anni... se ti ho offeso in qualche modo ti chiedo scusa, ma ti ripeto che i miei non volevano essere attacchi personali... è stata solo una coincidenza che siano stati rivolti sempre a te.. :)
Sul serio: i miei non vogliono essere attacchi personali, tutt'altro... non avevo letto che studi a Padova da sei anni... se ti ho offeso in qualche modo ti chiedo scusa, ma ti ripeto che i miei non volevano essere attacchi personali... è stata solo una coincidenza che siano stati rivolti sempre a te.. :)
No problem. ;)
Esco dal thread, non ho le competenze adatte.
francamdar
19-07-2006, 01:45
Cioè gli israeliani dovrebbero cominciare a farsi esplodere e non a bombardare così potremmo avere un conflitto equo... ( rispondendo anche a MaD che ne faceva una questione di bombe e fionde...)
dal mio punto di vista farsi esplodere é l'apice della disperazione, un atto estremo di impotenza, frustrazione e plagio, oltretutto il suicidio é assolutamente vietato dal corano: questo status mi fa detestare chi spinge i "martiri" assicurandogli premi spirituali (e materiali ai parenti che rimangono); facendomi provare ancora più pena per questi poveracci che considero due volte vittime, piuttosto che aguzzini.
..certo che quando si vedono dei militari sparare con gli M16 a dei bambini che tirano sassi a dei blindati si provano sensazioni raccapriccianti.
Il problema è stabilire chi sia l'oppresso e chi l'oppressore... E non è semplice... Non sempre..
basta informarsi, fare un'analisi storica e identificare chi trae beneficio dagli stati di "crisi", fomentandoli, sostenendoli e speculandoci
Comunque ribadisco, il problema è come fare a farli riappacificare non fare la conta di chi ha ucciso di più, ripeto, non è un gioco a premi... O si cerca di risolvere la situazione o è inutile contare i morti perchè ce ne saranno sempre di più...
Comunque continuo a sostenere che Israele deve smettere immediatamente i bombardamenti, e che la reazione, in questo caso senza dubbio, non è contemperata all'azione.
in questo caso é fondamentale identificare chi ha interessi e specula e guadagna (da cinquant'anni) da questo stato di conflitto permanente (da ambedue le parti). se t'informi scoprirai che la popolazione (da ambedue le parti) agogna la pacificazione, che i maggiori conflitti sono interni e non frontali: mentre c'é chi continua a fomentare paura e diffidenza tra le parti, mentre é stato eletto per rappresentare la volontà popolare (e non solo di quelli che si credono più uguali degli altri -vedi coloni o integralisti-). (un po' come per il secondo intervento armato in iraq dove i governi occidentali si sono fatti beffe, nella più completà sordità, della società civile che era all'ottanta percento non-interventista)
Detto questo detesto tutte le leggi contro le donne e contro i diritti civili che i paesi trogloditi ostentano... Sono cose vergognose delle quali io come uomo mi vergogno allo stesso modo in cui mi vergogno del terrorismo, sia israeliano che palestinese.
quoto (a cominciare dai paesi trogloditi occidentali e industrializzati)
PS hai dimenticato di ricordare quegli stati che si propongono come "fari" di civiltà e democrazia a cui basterebbe privarsi del cinque percento di spese militari per debellare la fame dal mondo e che continuano a coltivare una cultura di discriminazione sessuale-razziale-sociale di casta al proprio interno.
macedone
19-07-2006, 02:59
dal mio punto di vista farsi esplodere é l'apice della disperazione, un atto estremo di impotenza, frustrazione e plagio, oltretutto il suicidio é assolutamente vietato dal corano: questo status mi fa detestare chi spinge i "martiri" assicurandogli premi spirituali (e materiali ai parenti che rimangono); facendomi provare ancora più pena per questi poveracci che considero due volte vittime, piuttosto che aguzzini.
..certo che quando si vedono dei militari sparare con gli M16 a dei bambini che tirano sassi a dei blindati si provano sensazioni raccapriccianti.
Si ma cosa centra con quello che ho detto?
Io sostengo che per trovare una mediazione non vanno fomentati l'odio e il terrore, da ambo le parti, secondo me non c'è altro da auspicare...
basta informarsi, fare un'analisi storica e identificare chi trae beneficio dagli stati di "crisi", fomentandoli, sostenendoli e speculandoci
Si... Ma... il problema è che 2 popoli continuano a devastarsi da decine di anni... Quindi il problema è separare chi la pace la vuole da chi non la vuole, e questo non è semplice... Soprattutto se gli Israeliani continuano a sparare... E i massimalisti palestinesi a farsi esplodere...
E' un cane che si morde la coda... Non so arrivati a questo punto quanto conti che sia stato prima il cane a mordere la coda, o la coda a dargli prurito... :suspi:
Poi possiamo anche continuare con i distinguo "io sto con Israele" "w la Palestina"... Intanto però lì continuano ad ammazzarsi... :(
in questo caso é fondamentale identificare chi ha interessi e specula e guadagna (da cinquant'anni) da questo stato di conflitto permanente (da ambedue le parti). se t'informi scoprirai che la popolazione (da ambedue le parti) agogna la pacificazione, che i maggiori conflitti sono interni e non frontali: mentre c'é chi continua a fomentare paura e diffidenza tra le parti, mentre é stato eletto per rappresentare la volontà popolare (e non solo di quelli che si credono più uguali degli altri -vedi coloni o integralisti-). (un po' come per il secondo intervento armato in iraq dove i governi occidentali si sono fatti beffe, nella più completà sordità, della società civile che era all'ottanta percento non-interventista)
L'informazione, come tutto nella vita, è relativa...
E' chiaro che qualcuno sfrutta la situazione, e sfrutta soprattutto l'incapacità dei due popoli al dialogo, cosìcchè si creano contrapposizioni ( che abbiamo anche noi qui...) tra chi patteggia per gli ebrei e chi per i palestinesi... Risultato: decine di anni di sterminio e sangue...
Continuiamo così :up:
:(
quoto (a cominciare dai paesi trogloditi occidentali e industrializzati)
PS hai dimenticato di ricordare quegli stati che si propongono come "fari" di civiltà e democrazia a cui basterebbe privarsi del cinque percento di spese militari per debellare la fame dal mondo e che continuano a coltivare una cultura di discriminazione sessuale-razziale-sociale di casta al proprio interno.
Esatto!
Ma con la differenza che se lì professi il contrario vieni ucciso...
Da noi no... ( a meno di casi eccezionali, ma di cui si discute comunque ed ogn'uno può esternare le proprie opinioni, senza nascondere che sugli scandali peggiori la realtà è stata spesso celata, ma a parità di sistemi imperfetti io preferisco il nostro, non certo in assoluto)...
Con questo non voglio incolpare i popoli, o le culture in se e per se; spesso sia i popoli che le culture subiscono il ricatto e lo strapotere di soggetti vergognosi...
Ma non ci dimentichiamo mai, che nel nostro merdosissimo paese nessuno si sognerebbe di lapidare una donna perchè incinta e non sposata, o peggio darle fuoco...
Ma si sa, quello è dolore che non ha diritto di riscatto, perchè i dolori e le morti sono diverse tra loro, perchè c'è differenza tra uccidere un bambino con un missile e ucciderlo facendosi esplodere... Stronzate! :mad:
Io non dico che siamo i migliori, sono il primo a criticare il nostro sistema spesso ridicolo, ma ci sono cose su cui un uomo non può far finta di nulla, tipo i diritti dell'uomo, e come critico il mio sistema critico anche gli altri, è un mio diritto, nel mio fottutissimo paese... Chissà ancora per quanto... Visto il concetto di libertà della destra e quello di una certa sinistra... :asd: :suspi:
E quindi il mio essere e sentirmi Uomo, m'impone di dire fanculo agli USA quando fanno porcherie tipo Guantanamo, e fanculo chiunque tu sia e qualunque sia la tua religione se credi che sia giusto lapidare una donna perchè gravida al di fuori del vincolo matrimoniale...
Preferisco 100.000 volte stare qui piuttosto che lì... :sisi: Con tutto lo schifo che provo per le contraddizioni del mio paese... Sfido chiunque a sostenere il contrario...
smargiasassi
19-07-2006, 09:54
francamdar:
"dal mio punto di vista farsi esplodere é l'apice della disperazione, un atto estremo di impotenza, frustrazione e plagio, oltretutto il suicidio é assolutamente vietato dal corano: questo status mi fa detestare chi spinge i "martiri" assicurandogli premi spirituali (e materiali ai parenti che rimangono); facendomi provare ancora più pena per questi poveracci che considero due volte vittime, piuttosto che aguzzini.
..certo che quando si vedono dei militari sparare con gli M16 a dei bambini che tirano sassi a dei blindati si provano sensazioni raccapriccianti."
vedi è proprio questo il problema: è orribile farsi esplodere in un autobus pieno di civili, bambini, donne, anziani, ed è ugualmente orribile "sparare con gli M16 a dei bambini che lanciano sassi a dei blindati".
io non vedo nessuna differenza, ci provo, ma non riesco a "provare pena per questi poveracci" e "sensazioni raccapriccianti" per questi altri.
editato: ho fatto un casino con la citazione!!!
Quindi se l'uomo è avido e cattivo per sua stessa natura... Bisogna solo aspettare che i due popoli si sterminino, così ci risparmiano un sacco di soldi, soldati e fatica...
Non ho detto questo, dico solo che se i palestinesi avessero i missili e gli israeliani le fionde ora sarebbero successe le stesse cose a parti invertite..
Questo per dire che non c'entra nulla l'Olocausto, non è un questione di etnia o di cultura è questione di avidità ontogenetica.
Hitler e Mussolini hanno trovato una serie di circostanze psico-socio-ambientali favorevoli per instaurare i loro regimi, non li hanno instaurati perchè i tedeschi e gli italiani erano peggiori dei cittadini degli altri stati democratici dell'epoca. Stessa cosa Israele e gli USA oggi
smargiasassi
19-07-2006, 16:44
dal mio punto di vista farsi esplodere é l'apice della disperazione, un atto estremo di impotenza, frustrazione e plagio, oltretutto il suicidio é assolutamente vietato dal corano: questo status mi fa detestare chi spinge i "martiri" assicurandogli premi spirituali (e materiali ai parenti che rimangono); facendomi provare ancora più pena per questi poveracci che considero due volte vittime, piuttosto che aguzzini.
vedi che ho ragione io?!?!
giustamente detesti chi manovra i "martiri" (che comunque sono kamikaze), in un post precedente hai riportato la lettera del generale israeliano o chi per lui che si dimetteva accusando i superiori.
coloro che vogliono il conflitto in medioriente sono fazioni dei rispettivi paesi fatte della stessa pasta: sono tutti, indistintamente, senza scrupoli e convinti di possedere la verità assoluta.
israele è un paese più strutturato e mette in campo servizi segreti e armi sofisticate. i palestinesi rimediano quello che trovano (facciamola finita con queste fionde, perchè gli autobus che saltano in aria non lo fanno perchè sono presi a sassate!)
i palestinesi (hamas) dicono che perseguono la distruzione dello stato di israele, e gli ebrei non trattano con un gruppo di terroristi. come diceva macedone è il cane che si morde la coda, e non ha senso cercare chi ha meno colpe o tifare per chi è più debole.
io sono convinto che se da domani una delle 2 parti si mettesse seduta braccia conserte non rispondendo alle provocazioni dell'altro, avrebbe l'appoggio incondizionato della comunità internazionale. ne sono sicuro, allora si che mi schiererei senza indugio! ma allo stato attuale chi comanda è troppo convinto delle sue ragioni, si sente in guerra e agisce da militare.
P.s.
in questo tipo di discussione passo sempre da filo-israeliano perchè sembro evidenziare sempre i mali dei palestinesi. ma vi assicuro che sono assolutamente neutrale. Solo che i crimi di israele sono assodati, tutti li conoscono, tutti li giudicano e tutti li condannano (giustamente!). per l'altra parte spesso si cerca una giustificazione che io, ripeto per l'ennesima volta, non riesco a trovare.
vedi che ho ragione io?!?!
giustamente detesti chi manovra i "martiri" (che comunque sono kamikaze), in un post precedente hai riportato la lettera del generale israeliano o chi per lui che si dimetteva accusando i superiori.
coloro che vogliono il conflitto in medioriente sono fazioni dei rispettivi paesi fatte della stessa pasta: sono tutti, indistintamente, senza scrupoli e convinti di possedere la verità assoluta.
israele è un paese più strutturato e mette in campo servizi segreti e armi sofisticate. i palestinesi rimediano quello che trovano (facciamola finita con queste fionde, perchè gli autobus che saltano in aria non lo fanno perchè sono presi a sassate!)
i palestinesi (hamas) dicono che perseguono la distruzione dello stato di israele, e gli ebrei non trattano con un gruppo di terroristi. come diceva macedone è il cane che si morde la coda, e non ha senso cercare chi ha meno colpe o tifare per chi è più debole.
io sono convinto che se da domani una delle 2 parti si mettesse seduta braccia conserte non rispondendo alle provocazioni dell'altro, avrebbe l'appoggio incondizionato della comunità internazionale. ne sono sicuro, allora si che mi schiererei senza indugio! ma allo stato attuale chi comanda è troppo convinto delle sue ragioni, si sente in guerra e agisce da militare.
P.s.
in questo tipo di discussione passo sempre da filo-israeliano perchè sembro evidenziare sempre i mali dei palestinesi. ma vi assicuro che sono assolutamente neutrale. Solo che i crimi di israele sono assodati, tutti li conoscono, tutti li giudicano e tutti li condannano (giustamente!). per l'altra parte spesso si cerca una giustificazione che io, ripeto per l'ennesima volta, non riesco a trovare.
:inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino:
macedone
19-07-2006, 17:37
( cut.)
P.s.
in questo tipo di discussione passo sempre da filo-israeliano perchè sembro evidenziare sempre i mali dei palestinesi. ma vi assicuro che sono assolutamente neutrale. Solo che i crimi di israele sono assodati, tutti li conoscono, tutti li giudicano e tutti li condannano (giustamente!). per l'altra parte spesso si cerca una giustificazione che io, ripeto per l'ennesima volta, non riesco a trovare.
E' la normalità di quelli che "o sei con noi o contro di noi" e che concepiscono ancora il mondo per contrapposizioni piuttosto che per convergenze...
Insomma un modo di ragionare assolutista...:sisi:
Hitler e Mussolini hanno trovato una serie di circostanze psico-socio-ambientali favorevoli per instaurare i loro regimi, non li hanno instaurati perchè i tedeschi e gli italiani erano peggiori dei cittadini degli altri stati democratici dell'epoca. Stessa cosa Israele e gli USA oggi
Concordo. :sisi:
Non mi era chiara la finalità di ciò che sostenevi. :)
francamdar
19-07-2006, 19:36
cari smargia, damp e macedone.
mi fate rendere conto di avere postato dei link inutilmente.
ci sono dei fatti storici incontrovertibili, che a questo punto mi sembra vogliate assolutamente ignorare: oltretutto dimostrate una completa disinformazione sullo "status" attuale. rendendo il dialogo impossibile.
se può interessarvi, non vendo tessere di partito e non mi interessa "condizionare" il pensiero altrui: se qualcosa mi interessa é la promozione umana (senza distinzioni di età, etnia, razza, sesso, religione e cultura).
credo che il pensiero debba nascere dall'informazione vera.
capisco che non tutti abbiano la fortuna di conoscere operatori ONG negli scenari in questione, di sapere i canali di informazione indipendente, tantomeno di aver analizzato l'evoluzione storica del territorio e delle popolazioni.
fare partire qualunque analisi ripetendo pedissequamente la versione ufficiale dei media pagati dalle multinazionali, é, a mio modo di pensare, riduttivo, irrispettoso verso le parti in causa e assolutamente inconcludente.
per questo vi chiedo, sempre che vi interessi, di leggere i link e le documentazioni che ho postato (cercando di essere assolutamente equidistante dalle fazioni "politiche"); e di supportare le vostre argomentazioni con documenti ufficiali e pareri autorevoli: cercando da parte mia di non fare mancare altri documenti che nascano dalla realtà e non dalla distorsione (voluta) del mainstream.
francamdar
19-07-2006, 19:46
parlare del "terrorista arabo assasino" in israele senza conoscere nulla dell'Haganah, della Lehi (o «Banda Stern») e dell'Irgun (storia e azioni compiute), mi sembra l'apoteosi della superficialità.
PS
Consiglio la lettura di "In principio era il terrorismo" di Ronald Bleier, , che in rapida ma essenziale successione passa in rassegna alcune delle imprese criminali del sionismo. Il peccato originale, ovvero l'espulsione di oltre un milione di palestinesi dalle loro terre, la distruzione di centinaia di villaggi e gli oltre trenta massacri perpetrati tra il 1947-48 e il '67[1]; l'attentato dinamitardo, il 22 luglio 1946, all'Hotel King David di Gerusalemme, sede degli uffici del governo mandatario e del suo comando militare (in tutto, 91 morti), e la serie di attacchi antibritannici condotti nel periodo 1945-1948 dall'Haganah, dalla Lehi (o «Banda Stern») e dall'Irgun[2]; l'assassinio, il 17 settembre 1948, del negoziatore di pace delle Nazioni Unite, il conte svedese Folke Bernadotte[3], il cui piano prevedeva il rimpatrio e il risarcimento dei rifugiati palestinesi, tema che all'epoca ancora vedeva in disaccordo gli Stati Uniti e il neonato Stato d'Israele: naturalmente nessuno venne mai condannato, ma ci sono elementi che provano il diretto coinvolgimento del governo israeliano e di quello cecoslovacco, lo stesso che fornì il ponte aereo per le armi ai sionisti durante l'armistizio del '48 e che risultò decisivo per la vittoria della guerra con gli Stati arabi limitrofi[4]; l'uso del terrore contro gli stessi ebrei d'Israele, teorizzato e praticato dai governi (altro che «apparati deviati»!) allo scopo di cementare la società israeliana: è il caso delle bombe sugli autobus pubblici, spesso provvidenziali per togliere dall'empasse chi, evidentemente, non ha alcuna intenzione di addivenire ad alcuna soluzione politica del conflitto; il massacro di 60 persone inermi a Kibya, un villaggio situato in territorio giordano, condotto il 12 ottobre 1953 come «rappresaglia» dal famigerato «Reparto 101» di Ariel Sharon; le incursioni a Gaza - sotto il dominio egiziano fino al '67 - volte ad esasperare già un anno e mezzo prima del 1956, l'anno della Crisi di Suez, il presidente 'Abd el-Nâser[5]; i reiterati tentativi di smembramento del Libano (importante per le risorse idriche) per crearvi uno Stato-fantoccio[6], i quali hanno condotto al progressivo spopolamento delle sue regioni meridionali: la dissoluzione di tutti gli Stati arabi è proprio uno dei punti-cardine del sionismo[7], e l'attuale vicenda irachena sta a dimostrarlo.
E' senz'altro da sottolineare il fatto che per tutti gli anni 50-60 gli Stati Uniti - che lungi dall'essere il «pupazzo nelle mani degli ebrei» sono i primi responsabili della perenne destabilizzazione della regione vicino-orientale non hanno ancora un rapporto privilegiato ed esclusivo con «l'Entità sionista», ed è per questo che al massacro del Libano Israele potrà dedicarsi solo una volta archiviato l'asse con Parigi[8]. Un limite del libro è forse l'idea, che aleggia qua e là, per cui progressivamente gli Stati Uniti si sono identificati con la «causa d'Israele», ma, come John Kleeves ben argomenta, il potere oggi gli Usa ha sempre usato gli ebrei come schermo e parafulmine: ebrei in prima linea in politica, nel giornalismo ecc., ebrei additati all'ira popolare in caso di difficoltà[9]. L'alta percentuale di ebrei (che nel corso degli anni, in vario modo, sono stati indotti ad identificarsi nelle sorti del progetto sionista) nelle alte sfere del giornalismo è la causa di un episodio incredibile narrato da Bleier: l'occultamento al pubblico americano del bombardamento da parte dell'aviazione israeliana, nel 1981, di raffinerie di proprietà americana situate in Libano[10]. E' la questione della «doppia fedeltà», per cui un giorno o l'altro dovranno spiegarci com'è che un cittadino italiano con passaporto israeliano può svolgere il servizio militare sotto le insegne di Tsahal, ammazzare qualche palestinese e rientrare in Italia senza che un magistrato della Repubblica si ponga alcuno scrupolo sulla legalità di tutto ciò. (enrico galoppini)
[1] A titolo d'esempio, si legga, sulla tragica sorte del villaggio di Emmaus, l'articolo di Marco Hamam, "L'anno prossimo a Emmaus", Aljazira.it, 7 luglio 2004 ( http://www.aljazira.it/index.php?option=content&task=view&id=191 ).
[2] Un terrorismo sionista anti-britannico può sorprendere solo chi postula un'identità completa, storica e dottrinale, tra ebraismo e sionismo. Per comprendere meglio, v. ad es. Bryan Mark Rigg, I soldati ebrei di Hitler, Newton Compton, Roma 2003, oppure il sito dei Jews United Against Zionism (Neturei Karta): http://www.nkusa.org . Le origini dei gruppi paramilitari sionisti sono indagate da Emmanuel Ratier, I guerrieri d'Israele. Inchiesta sulle milizie sioniste, (trad. it.) Centro Librario Sodalitium, Verrua Savoia 1998.
[3] Sull'assassinio di Bernadotte, v. il saggio di Arno Weinstein (direttore dello Zionist Leadership Policy Institute), All'ombra di Stern: la storia segreta di un agente della LEHI (pubblicato su B'tzedek, n. 2, estate-autunno 1997 ). Il saggio è interessante anche perché aiuta a capire la reale attività di certi 'giornalisti'.
[4] Cfr. Piero Sella, Prima di Israele. Palestina, nazione araba, questione ebraica, Edizioni dell'Uomo Libero, Milano 1996, pp. 240-244 (una mia recensione di questo libro è stata pubblicata su "La Gazzetta di Sondrio", 8/11/2002: http://www.gazzettadisondrio.it/commenti/e-74.html ).
[5] e a massacrare i palestinesi della Striscia di Gaza, come ampiamente documentato da Ugo Dadone, Fiamme a Oriente, CEN, Roma 1958 (Dadone aveva fondato nel 1935 al Cairo, per conto del governo di Roma, l'Agenzia d'Egitto e d'Oriente, allo scopo di guadagnare simpatie verso l'azione dell'Italia fascista nel mondo arabo).
[6] Cfr. anche Creiamo uno stato maronita in Libano!, (ben prima che il Libano diventasse una base per guerriglieri palestinesi).
[7]Cfr. Un'opportunità storica per occupare la Siria meridionale, pp. 140-145, con riferimento al colpo di stato del 25 febbraio 1954 che depose Adîb ash-Shîshaklî.
[8] Dopo la rottura con la Gran Bretagna, fu la Francia ad essere il primo protettore d'Israele, fornendogli armi (gli aerei Mirage, ad es.), in specie dal 1956, ma anche impedendogli, nella persona di De Gaulle (dal 1958), di procedere alla dissoluzione del Libano. L'idillio con la Francia terminò con l'epilogo della guerra d'indipendenza algerina, quando lo stesso De Gaulle divenne sempre più insofferente verso l'atteggiamento israeliano. Il 1967, con la «Guerra dei Sei giorni», rappresenta la svolta per gli Stati Uniti, i quali impostano tutta la politica mediorientale sull'appoggio alla testa di ponte israeliana, vera diga contro le unioni interarabe: è da quel momento che si mette in moto «l'industria dell'Olocausto» denunciata da Norman Finkelstein nel suo studio omonimo (trad. it. Rizzoli, Milano 2002, in rete alla seg. url: http://www.vho.org/aaargh/fran/livres3/NFOlocausto.pdf ).
[9]John Kleeves, Dietro la «potente lobby ebraica» degli Usa c'è qualcun altro, Italicum, mar.-apr. 2004 pp. 8-9 e mag.-giu. 2004, pp. 8-10. Di Kleeves si legga anche Balfour non era scemo, purtroppo, pubblicato dal quotidiano Rinascita e ripubblicato all'indirizzo http://www.aljazira.it/index.php?option=content&task=view&id=351&Itemid=
[10] Ma in fondo è quel che accade anche in Italia, dove «autorevoli opinionisti» filo-sionisti (ebrei e non ebrei) sciorinano elenchi di «Paesi arabi moderati» dai quali manca sempre la Siria: un fatto ben strano se si pensa che il primo partner commerciale della Siria è proprio l'Italia.
(enrico galoppini)
macedone
19-07-2006, 19:50
cari smargia, damp e macedone.
mi fate rendere conto di avere postato dei link inutilmente.
ci sono dei fatti storici incontrovertibili, che a questo punto mi sembra vogliate assolutamente ignorare: oltretutto dimostrate una completa disinformazione sullo "status" attuale. rendendo il dialogo impossibile.
se può interessarvi, non vendo tessere di partito e non mi interessa "condizionare" il pensiero altrui: se qualcosa mi interessa é la promozione umana (senza distinzioni di età, etnia, razza, sesso, religione e cultura).
credo che il pensiero debba nascere dall'informazione vera.
capisco che non tutti abbiano la fortuna di conoscere operatori ONG negli scenari in questione, di sapere i canali di informazione indipendente, tantomeno di aver analizzato l'evoluzione storica del territorio e delle popolazioni.
fare partire qualunque analisi ripetendo pedissequamente la versione ufficiale dei media pagati dalle multinazionali, é, a mio modo di pensare, riduttivo, irrispettoso verso le parti in causa e assolutamente inconcludente.
per questo vi chiedo, sempre che vi interessi, di leggere i link e le documentazioni che ho postato (cercando di essere assolutamente equidistante dalle fazioni "politiche"); e di supportare le vostre argomentazioni con documenti ufficiali e pareri autorevoli: cercando da parte mia di non fare mancare altri documenti che nascano dalla realtà e non dalla distorsione (voluta) del mainstream.
Prendo atto che non hai letto il mio post...
E se lo hai fatto, tutto quello che hai detto non centra nulla con quanto sostengo io, o non sono capace di esprimermi o fai finta di non capire quello che ho scritto...
Io ho fatto un discorso di ampio respiro, che in quanto tale non è soggetto a nessuna censura ordita dai media, non basandosi su infarmazioni tratti da questi nè da altri, c'è una situazione vergognosa che và risolta cercando punti d'incontro, oppure pensando a chi è peggio...
Fate vobis... :)
:)
parlare del "terrorista arabo assasino" in israele senza conoscere nulla dell'Haganah, della Lehi (o «Banda Stern») e dell'Irgun (storia e azioni compiute), mi sembra l'apoteosi della superficialità.
La violenza non legittima la violenza... Se si ritiene di essere pacifisti... Anche se i "pacifisti" italiani sostengono il contrario :asd: :sisi:
PS (cut)
Come sopra :D
Cioè gli israeliani dovrebbero cominciare a farsi esplodere e non a bombardare così potremmo avere un conflitto equo... ( rispondendo anche a MaD che ne faceva una questione di bombe e fionde...)
Non hai ben chiara la situazione: forse dovresti leggere il numero di vittime civili israeliane e palestinesi.
Comunque ripeto:
1) Durante il governo Rabin non ci furono atti di terrorismo, a dimostrazione che quando c'e' la volonta' di andare avanti con la pace non c'e' il terrorismo (e la volonta' fu di Rabin, di Arafat e di Clinton... ottenere le stesse cose dal Likud e da Bush sara' impossibile).
2) Ci sono 2 soldati israeliani rapiti e centinaia di CIVILI palestinesi e libanesi morti: civili, non militari; civili, non guerriglieri.
3) Che facciamo con i coloni che si sono stabiliti nei territori PALESTINESI occupati e che sono quelli che avversano la pace?
4) E l'esercito? Che fine fara' l'imponente apparato da guerra israeliano (che ti ricordo possiede la bomba atomica, nonostante il patto di non proliferazione nucleare, a differenza dell'Iran per il quale si fa tanto casino) in tempo di pace?
Come puoi vedere ci sono molte cose che esulano dal terrorismo... gli unici che hanno provato a ottenere la pace sono entrambi sottoterra, uno ucciso dal suo stesso popolo e l'altro screditato dalla comunita' internazionale e morto praticamente in esilio (forse persino avvelenato).
francamdar
19-07-2006, 20:26
in questo tipo di discussione passo sempre da filo-israeliano perchè sembro evidenziare sempre i mali dei palestinesi. ma vi assicuro che sono assolutamente neutrale. Solo che i crimi di israele sono assodati, tutti li conoscono, tutti li giudicano e tutti li condannano (giustamente!).
se ti interessa sono assolutamente filo-israeliano, amo israele la sua storia e la sua cultura; ciò non toglie che sia altrettanto anti-sionista.
riconosco a israele il diritto ad esistere, ma, purtroppo,
come liberale e cattolico (e un po' anarcoide): le bandiere, le divise (anche postini e infermieri), gli stati e le nazioni mi provocano fastidio, tosse e orticaria! gli inni nazionali mi provocano addirittura scariche diarroiche interminabili e nausea persistente!!
per l'altra parte spesso si cerca una giustificazione che io, ripeto per l'ennesima volta, non riesco a trovare.
senza trovare giustificazioni ne affibiare colpe questa analisi (http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/palestina/origine_crisi.htm) (più storica che politico/economica) può aiutare a farsi un'idea della nascita del problema
smargiasassi
19-07-2006, 20:37
in un mio post dicevo che quando si parla di questo argomento passo spesso per filo-israeliano. c'è un'altra cosa che succede sempre, ma dico sempre, e ogni volta me ne stupisco:
chi mi si contrappone mi tira giù l'elenco completo di tutti i massacri, crimini, guerre che israele ha condotto negli anni. il tutto con una minuziosità incredibile, e alla fine mi viene detto quello che mi hai detto tu, e cioè che non sono adeguatamente informato e che quindi il dialogo non può proseguire!
ma io dico, perchè se non la penso come voi devo per forza essere un bamboccio riempito di frottole dai media?
perchè solo voi che sapete per filo e per segno quanti litri di sangue si possono imputare a israele o ai palestinesi, avete la facoltà invidiabile di riuscire a leggere tra le righe
macedone su tutti sta dicendo: aho! questi si stanno ammazzando da decenni, vogliamo o no trovare una soluzione?
perchè non conosce lo status attuale?
perchè il dialogo è impossibile?
forse per te che le sai tutte la soluzione è talmente ovvia che hai tralasciato di esporcela.
il bello è che non ho argomentazioni da supportare con fonti autorevoli perchè sto solo esponendo l'orrore che questa vicenda mi fa nascere!
io sicuramente, ma penso anche macedone, non stiamo accusando o discolpando nessuno. non so come ripeterlo! siete voi che avete individuato il male assoluto e lo supportate con le fonti autorevoli.
ma io al male assoluto non ci ho mai creduto.
tutto qua
francamdar
19-07-2006, 20:39
Prendo atto che non hai letto il mio post...purtroppo li leggo i tuoi post!!:asd: :asd: :asd: (scusa la battuta ma era troppo ghiotta)
E se lo hai fatto, tutto quello che hai detto non centra nulla con quanto sostengo io, o non sono capace di esprimermi o fai finta di non capire quello che ho scritto...
Io ho fatto un discorso di ampio respiro, che in quanto tale non è soggetto a nessuna censura ordita dai media, non basandosi su infarmazioni tratti da questi nè da altri, c'è una situazione vergognosa che và risolta cercando punti d'incontro, oppure pensando a chi è peggio...
Fate vobis... :)
:)
il problema é che il respiro non é abbastanza ampio: se non parti da un'analisi storica (su questo tipo di problemi) rischi di sembrare solo approssimativo, superficiale e retorico. cosa che non é perché ho avuto modo di apprezzare la tua arguzia e intelligenza.
La violenza non legittima la violenza...
da un punto di vista morale hai ragione, ma da un punto di vista politico/sociale si vede che non conosci il significato della parola "precedente" e di cosa significhi -creare un precedente storico-
francamdar
19-07-2006, 20:50
ma io dico, perchè se non la penso come voi devo per forza essere un bamboccio riempito di frottole dai media?
lungi da me qualunque tipo di valutazione morale e/o personale nei tuoi confronti!!!
é la tua analisi che dichiara di essere "figlia del mainstream"
ma questo a mio modestissimo e opinabilissimo parere.
ti consiglio di leggere bene il post di MaD (subito sopra) é pieno di verità oggettive!!
...e mi sembra identifichi altrettanto bene chi ha " molte delle responsabilità"
Edit: ti chiedo scusa per i miei toni presuntuosi e saccenti, in qualunque caso ti abbiano fatto sentire a disagio.
l'orrore che provando di fronte a questo abominio che é la guerra mi fa perdere un po' la misura, scusami!
se qualcosa ti ha offeso, dimmelo che la cancello.
fra
francamdar
19-07-2006, 20:52
di Edward W. Said* (1998)
Sono appena ritornato da due viaggi, il primo a Gerusalemme e il secondo in Cisgiordania, durante i quali ho girato un film che la Bbc ha mandato in onda il 10 maggio. L'occasione per questo documentario è il cinquantesimo anniversario della creazione di Israele, un avvenimento che io analizzo da un punto di vista personale e, naturalmente, palestinese.
Questa esperienza in Palestina è stata per me così ricca e intensa che mi è sembrato valesse la pena rifletterci un po' sopra. Il regista e tutta la troupe mi hanno aiutato enormemente.
Persino il tecnico del suono israeliano, pur essendo un sionista di formazione tradizionale un liberale di Peace Now, non certo un sionista dogmatico , ha giudicato questa esperienza illuminante: una sfida a una visione della storia israeliana radicata dentro di lui e mai messa in discussione in precedenza."E' duro tornare a essere un israeliano", ha dichiarato al termine delle riprese.
Due sono le impressioni che hanno prevalso su tutte le altre, e ambedue, anche se fra loro contraddittorie, riguardano le conseguenze del 1948.
La prima è che la Palestina e i palestinesi continuano a esistere, malgrado gli sforzi di Israele, sin dalle sue origini, per sbarazzarsi di questa realtà, o per circoscriverla fino a svuotarla di ogni significato politico. Su questo piano, e lo dico con sicurezza, noi, i palestinesi, abbiamo dimostrato che la strategia israeliana era sbagliata: è un dato incontrovertibile che la Palestina e il suo popolo, in quanto idea, memoria e realtà anche se spesso sepolta o invisibile, non si sono dissolti nel nulla. Malgrado la persistente ostilità dell'establishment israeliano nei confronti di tutto ciò che la Palestina rappresenta, la nostra pura e semplice esistenza ha determinato il fallimento, quando non la completa sconfitta, degli sforzi israeliani per liberarsi di noi. Quanto più Benyamin Netanyahu fa sfoggio di xenofobia contro i palestinesi, tanto più egli li spinge a resistere e a combattere contro le sue ingiustizie e le sue decisioni crudeli, e questo è vero anche per il milione di palestinesi israeliani. Ho intervistato a lungo il loro più importante rappresentante alla Knesset, Azmi Bishara (1), un personaggio notevole, e sono stato colpito dall'intelligenza e dal coraggio della sua posizione.
Una posizione che infonde forza e energia a una nuova generazione di giovani palestinesi che pure ho intervistato.
Secondo Bishara, come per un numero crescente di israeliani, dato che Israele è dichiaratamente uno stato per gli ebrei e non per i suoi cittadini non-ebrei, la vera battaglia ha come obiettivo l'uguaglianza dei cittadini e i loro diritti.
Insomma, contrariamente alle sue intenzioni, Israele ha di fatto consolidato la presenza palestinese, anche agli occhi di quegli israeliani ebrei i quali non sopportano più una politica miope che invariabilmente tenta di escludere i palestinesi e di colpirli in tutti i modi. Dovunque ti giri, noi, i palestinesi, ci siamo. A volte come silenziosi e umili lavoratori (quei lavoratori che, paradossalmente, hanno costruito le colonie), come camerieri nei ristoranti, cuochi e simili, ma a volte anche a Hebron ad esempio come gente che in gran numero e indefessamente resiste alla corrosiva intrusione degli israeliani nella sua vita.
La seconda impressione dominante è che, minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno, noi perdiamo sempre più terra, a profitto degli israeliani. Quasi tutte le strade che abbiamo percorso, tutte le autostrade che aggirano gli abitati palestinesi e tutti i villaggi che abbiamo visitato sono stati teatro di quotidiane tragedie: terreni confiscati, campi saccheggiati, alberi e piante divelti, raccolti distrutti, case rase al suolo. E tutto questo avveniva mentre i proprietari palestinesi se ne stavano lì a guardare, quasi totalmente impotenti di fronte all'aggressione, abbandonati dall'Autorità di Arafat, nell'indifferenza dei loro concittadini più fortunati.
E' molto importante che non si sottovaluti il danno che è stato fatto, la violenza che ha segnato la nostra vita, le distorsioni e la miseria scaturite da tutto questo. Niente è paragonabile al sentimento di triste impotenza che si prova ascoltando un uomo di 35 anni che ha passato quindici anni della sua vita a lavorare clandestinamente come giornaliero in Israele per mettere da parte i soldi con cui costruire una piccola casa per la sua famiglia e che un bel giorno, al ritorno dal lavoro, scopre la sua casa ridotta a un cumulo di macerie, rasa al suolo da un bulldozer israeliano con tutto quello che c'era dentro. E se chiedete il perché di tutto ciò, visto che la terra, dopo tutto, era sua, vi diranno che il proprietario non ha neanche ricevuto un avviso. E che solo il giorno successivo un soldato israeliano gli ha consegnato un pezzo di carta in cui si dice che la casa era stata costruita senza regolare permesso. E come stupirsi? Le autorità israeliane rifiutano sistematicamente agli arabi il permesso di costruire sulle loro terre. Gli ebrei possono costruire, i palestinesi mai. Puro e semplice apartheid.
Un giorno mi sono fermato sulla strada principale che va da Gerusalemme a Hebron per filmare un bulldozer israeliano il quale, protetto da alcuni soldati,"arava" un fertile campo.
Quattro palestinesi, dall'aria sconvolta e insieme arrabbiata, sostavano circa cento metro più in là. Quella era la loro terra, mi dissero: per generazioni l'avevano coltivata, ma adesso gliela distruggevano con la scusa che bisognava allargare una strada, già molto larga, costruita per i coloni."Perché mai hanno bisogno di una strada larga 120 metri? Perché non mi lasciano coltivare la mia terra? Come farò a dar da mangiare ai miei bambini?", si lamentava uno di loro. Gli chiesi se erano stati avvertiti in anticipo. No, mi risposero, l'abbiamo saputo solo oggi, quando siamo arrivati. Ma era ormai troppo tardi. E l'Autorità vi ha aiutato? Certo che no, è stata la risposta.
"Loro" non ci sono mai, quando se ne ha bisogno.
Mi sono rivolto allora ai soldati israeliani. In un primo momento essi hanno rifiutato di parlare con me davanti a un microfono e una cinepresa. Ho continuato a insistere, e ho avuto la fortuna di trovare un soldato che sembrava imbarazzato da tutta la vicenda, anche se affermava di obbedire agli ordini.
"Vi rendete conto che è ingiusto privare della loro terra dei contadini indifesi?" Risposta:"Non è la loro terra. Essa appartiene allo stato di Israele". Gli ho ricordato, allora, che sessant'anni fa, in Germania, questi stessi argomenti erano stati usati contro gli ebrei, e che oggi erano gli ebrei a usarli contro i palestinesi. Il soldato se n'è andato, senza rispondere.
Le cose vanno allo stesso modo in tutti i Territori e a Gerusalemme, ma i palestinesi sembrano incapaci di aiutarsi vicendevolmente. All'università di Betlemme, ho tenuto una conferenza nel corso della quale, parlando di questo processo di spoliazione, mi sono chiesto: perché i 50 000 poliziotti dell'Autorità, e con loro le migliaia di funzionari che se ne stanno seduti dietro le scrivanie spostando carte da un angolo all'altro per poi intascare alla fine del mese un bell'assegno, non sono là fuori, nei campi, a dare una mano per impedire che vengano attuate gli espropri e ad aiutare la gente cui vengono sottratti i mezzi di sussistenza? Perché gli abitanti dei villaggi, guidati dai membri dell'Autorità, non vanno nei campi a opporsi ai bulldozer, e perché mai i nostri grandi dirigenti non appoggiano quella povera gente, che è sul punto di perdere la sua battaglia?
Senza dubbio qui sta la ragione per cui, dovunque sia andato, chiunque abbia intervistato, e quale che fosse il tema della discussione, non ho sentito pronunciare una sola parola a favore dell'Autorità, dei suoi funzionari, degli accordi di Oslo o degli Stati uniti. L'Anp viene vista, sostanzialmente, come un'istituzione che garantisce la sicurezza di Israele e dei suoi coloni e li protegge, non certo come un governo legittimo che si prende cura del suo popolo e lo aiuta. E' questo il compito di Oslo.
E, sinceramente, è incredibile che tanti dirigenti si permettano di costruire ville gigantesche e sfarzose in un periodo di penuria e di miseria. Se mai vuole avere un ruolo, la direzione palestinese deve dimostrare la sua capacità di sacrificarsi e di rendersi utile due caratteristiche che fanno totalmente difetto all'Autorità. Ciò che mi è sembrato sbalorditivo è il totale disinteresse nei confronti del suo popolo: ogni singolo palestinese è solo nella sua miseria. Non c'è nessuno che gli offra del cibo, una coperta o anche solo una parola di conforto. Si ha veramente l'impressione che i palestinesi siano un popolo orfano.
Gerusalemme è soggetta a un processo di giudeizzazione che non conosce tregua. Oggi divisa in comparti segregati, la piccola e omogenea città nella quale sono cresciuto cin-quant'anni fa è diventata una metropoli enorme, minacciata da ogni lato da immensi cantieri e complessi immobiliari. Questi testimoniano della potenza di Israele e della sua incontrollata capacità di modificare il carattere originale di Gerusalemme, una città dove gli arabi sono assediati e tormentati al punto da ritenere questa vita intollerabile. Qui l'impotenza dei palestinesi è palpabile: come se la battaglia fosse persa e il futuro ormai definito.
La maggioranza delle persone che ho incontrato mi ha confessato che dopo l'episodio del tunnel, nel settembre del 96, non sentiva più il bisogno di manifestare contro le politiche israeliane e neppure di imporsi nuovi sacrifici."Alla fine", qualcuno mi ha detto,"sessanta dei nostri sono stati uccisi, ma il tunnel è rimasto aperto e Arafat è andato a Washington, dopo aver detto che non avrebbe più incontrato Netanyahu fino a che il tunnel non fosse stato chiuso. Perché mai, quindi, combattere ancora?" Ma, a Gerusalemme, non è stata solo la direzione palestinese a fallire: anche i paesi arabi, gli stati musulmani e la cristianità stessa si sono chinati di fronte all'aggressione israeliana. E i palestinesi della Cisgiordania e di Gaza non possono entrare in Gerusalemme, chiusa ermeticamente dai soldati israeliani: apartheid, ancora una volta.
Da parte israeliana, la situazione non è così tetra come ci si potrebbe aspettare. Ho conversato a lungo con il professor Ilan Pappé, dell'università di Haifa. Pappé è uno dei"nuovi storici", un gruppo di studiosi le cui ricerche sul 1948 hanno sfidato la posizione sionista ortodossa sul problema dei rifugiati palestinesi e il ruolo di David Ben Gurion. In questo modo i"nuovi storici" hanno confermato quanto testimoni e studiosi palestinesi avevano sempre detto, e cioè che nel '48 la campagna militare israeliana aveva mirato in modo deliberato a espellere dal paese il maggior numero possibile di arabi. Pappé mi ha anche detto di ricevere inviti da ogni parte di Israele per tenere lezioni nei licei, e questo malgrado i manuali di storia in uso nelle scuole israeliane neanche menzionino i palestinesi. La coesistenza fra una cecità di questo tipo e nuove forme di apertura sul passato è una delle caratteristiche del clima attuale: una contraddizione che merita la nostra attenzione e che dovrebbe essere meglio analizzata.
Ho passato un'intera giornata a girare a Hebron. La città mi ha colpito perché è un concentrato degli aspetti più negativi di Oslo. Un gruppetto di coloni, a malapena 300 persone, controllano il cuore di una città i cui abitanti, più di 100.000, sono invece marginalizzati, esclusi dal centro e costantemente minacciati da militanti estremisti e dai soldati. Nel vecchio quartiere ottomano ho visitato la casa di un palestinese, oggi circondata dalle costruzioni dei coloni, veri e propri bastioni: fra gli altri, tre nuovi edifici, tre enormi cisterne che stornano la maggior parte dell'acqua della città a favore dei coloni e diverse postazioni militari israeliane posizionate sui tetti delle case.
L'uomo denunciava con molta amarezza il fatto che la direzione palestinese avesse accettato la partizione della città, attuata col pretesto specioso che una volta qui esistevano quattro costruzioni ebraiche che risalivano al tempo del vecchio Testamento, delle quali però oggi non esiste alcuna traccia.
"Come hanno potuto i negoziatori palestinesi accettare una distorsione della realtà tanto grottesca?", mi ha chiesto, molto arrabbiato."Nessuno di loro aveva mai messo piede a Hebron!?".
Il giorno dopo tre ragazzi sono stati uccisi a un posto di blocco dai soldati israeliani e altri sono stati feriti durante gli scontri successivi. Hebron e Gerusalemme rappresentano la vittoria dell'estremismo israeliano, non certo della coesistenza.
L'esperienza più inaspettata che ho avuto con gli israeliani è stata l'intervista con Daniel Barenboòm, brillante pianista e direttore di orchestra venuto a dare un concerto a Gerusalemme proprio mentre noi giravamo il documentario. Nato e cresciuto in Argentina, Baremboòm è arrivato in Israele nel 1950 all'età di nove anni, e lì ha vissuto per circa otto anni. Negli ultimi dieci anni, pur restando cittadino israeliano, ha diretto l'orchestra dell'Opera di stato di Berlino e quella di Chicago due fra le più prestigiose al mondo. Negli ultimi tempi siamo diventati buoni amici. Rispondendo con franchezza alle mie domande, Baremboòm mi ha detto che si rammaricava del fatto che i cinquant'anni di vita di Israele siano anche stati cinquant'anni di sofferenze per il popolo palestinese e si è dichiarato senza ambiguità favorevole alla creazione di uno stato palestinese.
Dopo il concerto, davanti a una sala stracolma, ha dedicato il suo primo bis a una donna palestinese (presente in sala) che l'aveva invitato a cena la sera precedente. Sono rimasto sorpreso nel constatare come tutto quel pubblico di ebrei israeliani la donna e io eravamo i soli palestinesi presenti rispondesse alla sua iniziativa con un applauso entusiasta.
Evidentemente, un nuovo settore dell'opinione pubblica israeliana comincia a emergere: un risultato da ascrivere agli eccessi di Netanyahu, da un lato, e, dall'altro, alla resistenza palestinese. Ho trovato anche molto confortante il fatto che Barenboòm, uno dei più grandi musicisti al mondo, si sia offerto di suonare davanti a un pubblico palestinese: un gesto di riconciliazione, che nel lungo periodo potrebbe contare di più di una decina di accordi di Oslo.
Mi dispiace di non esser potuto andare nei campi profughi del Libano e della Siria. Rimpiango anche il fatto di non poter montare ore e ore di riprese. Ma ciò che mi sembra più importante in questa fase è testimoniare la potenza e la continuità della causa palestinese, due aspetti che, evidentemente, hanno influenzato più gente di quanto noi supponiamo, in Israele e altrove. Anche se stiamo attraversando un momento triste, alcuni raggi di speranza lasciano intravedere un futuro meno tetro di quello che molti di noi si aspettano.
Rimane il fatto che nel prossimo futuro, a causa della ristrettezza di visione degli israeliani, degli americani e dei palestinesi, una grigia nuvola di confusione e di ingiustizia offuscherà il cielo della Terra santa.
note:
* Professore di letteratura comparata alla Columbia University negli Stati uniti. I suoi due ultimi libri tradotti in italiano sono La questione palestinese, Gamberetti, 1995 e Dire la verità, Feltrinelli, 1995. Di imminente pubblicazione Cultura e imperialismo, Gamberetti editrice.
(1) Alle elezioni legislative del 29 maggio 1996, la liste formate dai comunisti e dai loro alleati, in particolare l'alleanza nazionale democratica di Azmi Bishara, sostenitrice dell'autonomia degli arabi israeliani, e quella formata dal Partito democratico arabo e dagli islamisti hanno ottenuto 9 deputati su 120, un vero record.
(Traduzione di P.R.)
Edit: postato perché mi sembra utile a comprendere l'ascesa di hamas
macedone
19-07-2006, 21:28
purtroppo li leggo i tuoi post!!:asd: :asd: :asd: (scusa la battuta ma era troppo ghiotta)il problema é che il respiro non é abbastanza ampio: se non parti da un'analisi storica (su questo tipo di problemi) rischi di sembrare solo approssimativo, superficiale e retorico. cosa che non é perché ho avuto modo di apprezzare la tua arguzia e intelligenza.
da un punto di vista morale hai ragione, ma da un punto di vista politico/sociale si vede che non conosci il significato della parola "precedente" e di cosa significhi -creare un precedente storico-
Per me superficiale retorico e approssimativo è chi non riconosce che in alcuni paesi ci sono leggi vergognose, che uccidere con una fionda o con i missili, nei paesi civili non fà differenza, che siccome Israele non aveva un proprio stato ora debba andarsene da dove stà... Tutto questo mi sembra superficiale, allora se ammettiamo che la terra non possa essere restituita, perchè non si possono cacciare gl'israeliani, che senso ha ripercorrere storicamente la questione, visto che lo si è fatto per decine di anni senza risolvere nulla???
Allora proprio non riesco a farmi capire... :suspi:
Gli israeliani sono assassini, tutto è cominciato per colpa dell'ONU, mettiamola in questi termini...
Premesso questa, in parte assurdità, l'unico modo per risolvere la questione è che cessino gli scontri ed entrambi i popoli cerchino di negoziare riconoscendo il diritto ad esistere l'uno dell'altro...
Poi scusa se mi permetto, ma forse leggi i miei post e non capisci :asd: :p , secondo me se ci infiliamo nella storia d'Israele si finisce con il cane che si morde la coda, perchè se è vero come è vero cha Israele ha attaccato la Palestina è vero anche il contrario...
Quindi il precedente vale per tutti, non solo per gli Israeliani, se poi vale solo per gli israeliani perchè loro hanno preso una terra che gli è stata consegnata dall'Onu, allora diciamo che Israele non ha diritto ad esistere e non ne parliamo più...
Non hai ben chiara la situazione: forse dovresti leggere il numero di vittime civili israeliane e palestinesi.
Può darsi... Ma tu certamente non hai ben chiaro quelllo che ho scritto nei miei post... :asd:
Se poi per te la crudeltà di una guerra si definisce dal numero di vittime... Bè, oltre a cadermi le braccia non so proprio che dirti... Se non altro meno male che qui siamo in pace... :(
cari smargia, damp e macedone.
mi fate rendere conto di avere postato dei link inutilmente.
Errore: hai citato dei link per loro natura di parte.
Non puoi pretendere di condannare gli altri se non la pensano come te.
PEr il resto, il mio pensiero è lo stesso di smargiasassi. E, se accetti un consiglio da un poveraccio come me, ti dico che ancora una volta ti stai (involontariamente?) ergendo a possessore unico della verità.
macedone
19-07-2006, 21:41
1) Durante il governo Rabin non ci furono atti di terrorismo, a dimostrazione che quando c'e' la volonta' di andare avanti con la pace non c'e' il terrorismo (e la volonta' fu di Rabin, di Arafat e di Clinton... ottenere le stesse cose dal Likud e da Bush sara' impossibile).
Comunque la questione non è stata risolta, solo assopita, questo è il punto...
2) Ci sono 2 soldati israeliani rapiti e centinaia di CIVILI palestinesi e libanesi morti: civili, non militari; civili, non guerriglieri.
Veramente hanno ucciso anche 8 militari, se non erro, ma questo nemmeno giustifica l'attacco, ma ripeto, centra un cazzo con la soluzione del problema quanti siano i morti da una parte e dall'altra
3) Che facciamo con i coloni che si sono stabiliti nei territori PALESTINESI occupati e che sono quelli che avversano la pace?
Li spariamo, così dicono alcuni, mi sà che è la soluzione migliore, tanto i palestinesi ne possono uccidere ancora tanti di ebrei prima di arrivare in parità... Donne e Bambini valgono doppio? I vecchi li facciamo valere la metà , che ne sai... Può darsi che sono morti con un malore... :mad:
4) E l'esercito? Che fine fara' l'imponente apparato da guerra israeliano (che ti ricordo possiede la bomba atomica, nonostante il patto di non proliferazione nucleare, a differenza dell'Iran per il quale si fa tanto casino) in tempo di pace?
Iran? ah quel posto dove uccidono le donne... Si bel posto...
L'esercito rimarrà comuqnue nel breve-medio periedo... Non è che puoi uccidere i soldati di leva...
E secondo me serve l'intervento dell'esercito ONU che deve fare da cuscinetto tra i due paesi...
Come puoi vedere ci sono molte cose che esulano dal terrorismo... gli unici che hanno provato a ottenere la pace sono entrambi sottoterra, uno ucciso dal suo stesso popolo e l'altro screditato dalla comunita' internazionale e morto praticamente in esilio (forse persino avvelenato).
Quindi? aspettiamo che si massacrino?
francamdar
19-07-2006, 22:10
Errore: hai citato dei link per loro natura di parte.
Non puoi pretendere di condannare gli altri se non la pensano come te.
PEr il resto, il mio pensiero è lo stesso di smargiasassi. E, se accetti un consiglio da un poveraccio come me, ti dico che ancora una volta ti stai (involontariamente?) ergendo a possessore unico della verità.
con simpatia e senza volontà di polemica
link di parte? certo dal generale angioni, ad un tenente colonnello dell'esercito israeliano, ad averny (più gavalotti, said, ha'aretz, galoppini, thion, chomsky, etc - se una costante c'é mi sembra che sia nel fatto che siano liberali e indipendenti -i militari un po' di meno-): se mi sentissi possessore della verità avrei postato solo il mio parere, non trovi?
ti assicuro che sarei felice se mi postassi dei link che potessero aiutarmi ad arricchirer il mio pensiero con una visione "altra"
non darti del poveraccio davanti a me perchè mi daresti un dispiacere; se entro nel contradittorio con chiunque é perchè gli riconosco piena parità. (anche a macedone... pensaunpotè :p )
é comunque vero che di fronte alla conoscenza siamo tutti poveracci, per questo rompo tanto i maroni sulla necessità di amare il sapere e di farsi una cultura (la conoscenza é l'unica ricchezza che non si corrompe ma moltiplica i suoi frutti).
scusa damp,
ma per me il senso di un 3d é quello di portare "la mia goccia al mare";
come dice la bibbia "nella molteplicità di vedute c'é la riuscita", così ho cercato di dare spazio soprattutto a voci "alte" oltre alla mia sicuramente più modesta.
tra le voci alte della comunity si sono levati lestat (che non ha fatto giri culturali ma ha portato -esperienza-) e MaD (che ha detto cose incontrovertibili)
ti assicuro che la mia unica volontà é quella di aiutare la comprensione, mentre mi ha dispiaciuto per chi ha scambiato le mie parole come quelle di un "piazzista di tessere di partito".... ma çè la vie! e colpa dei miei limiti evidenti.
tornando in tema, a cominciare da israele e in israele stesso é evidente a tutti chi fomenta l'odio e sta conducendo una pulizia etnica sistematica finalizzata al genocidio: non esiste relativismo!
sionisti, likud, coloni, forti e fiancheggiati da chi persegue politiche imperiali stanno commettendo atrocità che stanno facendo rabbrividire tutta la società civile. guardacaso non i partiti politici (worlwide) e il mainstream.
un motivo ci sarà, non credi?
pensa che nel 2004 il presidente dell'alta corte israeliana ha dichiarato che israele si avviava ad essere peggio del nazismo e nessun giornale da noi l'ha detto (grandilinee il discorso era quello adesso lo cerco nei miei documenti e te lo posto)
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Edit: trovato il riferimento, quoto in calce
Aharon Barak, capo dell'Alta corte di giustizia, ha appena comparato la situazione attuale di Israele, alla presenza del presidente israeliano (sharon), alla Germania nazista. Barak, egli stesso sopravvissuto all'Olocausto, ha detto: "Se è potuto accadere nel paese di Kant e Beethoven, può succedere ovunque. Se non difendiamo la democrazia, la democrazia non ci difenderà!" I Liberman sono sguinzagliati per distruggere la democrazia che abbiamo costruito e creare un Fascistan. (http://www.gush-shalom.org/) (2004)
ad altum!
fra
francamdar
19-07-2006, 23:18
Segue il testo di una lettera aperta firmata in Palestina da 130 intellettuali, artisti e personalità del mondo accademico presenti nel paese o all'estero, molti dei quali avevano sostenuto, nel passato, gli accordi di Oslo.
La loro azione intende chiarire i motivi della loro scissione dal "processo di pace" che ritengono stia portando verso il disastro. Il Centro di Informazione Alternativa ha pubblicato la lettera a Haaretz grazie alla firma di 130 Israeliani che si sono dichiarati d'accordo con essa.
Messaggio ai Lettori Israeliani ed Ebrei
Noi, intellettuali Palestinesi firmatari, rivolgiamo ai lettori Israeliani ed Ebrei questo messaggio per chiarire la nostra posizione riguardo il processo di pace in corso.
Siamo convinti che l'accordo in corso di definizione non porterà alla pace, ma porta in sè il seme delle guerre future.
Come noi, la maggior parte del popolo palestinese pensava che fosse arrivato il tempo di concludere con gli Israeliani un accordo storico che ci avrebbe permesso di vivere insieme, finalmente in pace, sulla stessa terra, nonostante le ingiustizie, le sofferenze e gli abusi inflitti per decenni al nostro popolo dallo stato Israeliano.
La maggior parte dei Palestinesi credeva che la pace sarebbe stata costruita su due principi: la giustizia e la necessità di un futuro comune.
Quello di cui siamo testimoni è in realtà molto lontano da questi principi.
Tra le parti in conflitto una crede che l'attuale equilibrio delle forze sia in suo favore, e questo può imporre una condizione umiliante all'altra parte, forzandola virtualmente ad accettare qualunque proposta è costretta ad obbedire. L'accordo storico è diventato un accordo tra Israeliani, non un accordo con i Palestinesi.
È un accordo che soffoca il popolo Palestinese dal punto di vista umano perchè non tiene conto dei loro diritti umani e storici; territoriale perchè li isola nelle zone delimitate in città e villaggi mentre progressivamente ne confisca le terre: dal punto di vista della sicurezza perchè pone apriori, come principio fondante, la sicurezza di Isreale al di sopra dei diritti dei Palestinesi di esistenza e sicurezza; politicamente perchè impedisce ai Palestinesi di decidere il loro futuro e di controllare i loro confini.
Nel dire ciò riteniamo di esprimere le più profonde convinzioni del nostro popolo che chiede di avere un confronto reale ed aperto su queste realtà.
Gli Israeliani ed Ebrei dovranno scegliere tra un accordo imposto da un equilibrio di forze spudoratamente a favore del vostro governo e dei vostri militari, e un altro giusto, che potrebbe favorire Israeliani e Palestinesi e che porrà le basi per una vita comune a lungo termine sulla stessa terra. La scelta è nelle vostre mani.
Noi intellettuali palestinesi affermiamo, in tutta chiarezza, che ci sono solo due soluzioni per risolvere in modo giusto la questione palestinese. La prima soluzione è la creazione di uno stato Palestinese con sovranità assoluta sulle terre occupate da Israele nel 1967 e Gerusalemme come capitale, il diritto di ritorno per i rifugiati palestinesi, e il riconoscimento del governo di Israele della storica ingiustizia inflitta al popolo palestinese. Lo stato palestinese nascerà dai principi democratici e umanisti adottati con la Dichiarazione d'Indipendenza Palestinese nel 1988. La seconda soluzione è la creazione di uno stato democratico a doppia nazionalità per i due popoli che vivono sulla storica terra di Palestina.
È chiaro che il negoziatore palestinese, le cui mani sono legate dallo schiacciante equilibrio del potere che lavora contro di lui, potrebbe essere costretto ad accettare un accordo umiliante e degradante che non porterebbe a nessuna di queste due soluzioni. La storia abbonda di esempi di nazioni costrette con la forza ad accettare decisioni che hanno finito di essere una catastrofe per tutte le parti in causa.
Questo messaggio è rivolto, prima e soprattutto a quegli Israeliani che credono nei valori della giustizia e dell'equità, e a tutti coloro che aspirano alla pace nel mondo. A loro diciamo che la soluzione che la leadership d'Israele sta cercando di imporre al negoziatore palestinese potrebbe non essere un accordo con il popolo palestinese. Sarà un accordo fragile che porta in sè i semi della sua stessa distruzione.
Noi non lo sosterremo nè lo accetteremo.
Vi porgiamo le mani per fare una pace reale e giusta, ma non la pace dei militari e della coercizione, non la pace dei generali.
Edit:
postato perchè l'inizio della II Intifada segnò la fine e il fallimento degli accordi di oslo (ricordate la provocazione di ariel sharon di andare il venerdì -giorno della preghiera nel mondo mussulmano- alla spianata di gerusalemme, con conseguente sparatoria sulla popolazione)
é importante ricordare anche (come faceva MaD) che Itzhak Rabin (http://digilander.libero.it/fuoridalmuro/Numero6/TestimoniDiPace.htm) é stato ucciso da un giovane del Likud il 04/11/95 (video) (http://yigalamir.com/kempler_video.htm)
II Edit:
L'omicidio rabin
Hamira Haas (http://www.zmag.org/italy/hass-ossarotte.htm)
Iigor Man (http://www.radicali.it/view.php?id=44825)
smargiasassi
19-07-2006, 23:26
Edit: ti chiedo scusa per i miei toni presuntuosi e saccenti, in qualunque caso ti abbiano fatto sentire a disagio.
l'orrore che provando di fronte a questo abominio che é la guerra mi fa perdere un po' la misura, scusami!
se qualcosa ti ha offeso, dimmelo che la cancello.
fra
niente di cui chiedere scusa, anzi! qui si discute di cose troppo più grandi di noi, e finchè i toni rimangono così educati tutti non ne possono che trarre benefici.
francamdar
19-07-2006, 23:40
I recenti sviluppi della crisi israelo palestinese alla luce del diritto internazionale. (http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=20060305144647)
Tesi di laurea
Anno Accademico 2001-2002
interessante e utile
"Il Governo dello Stato di Israele ed il team dell'OLP, il quale rappresenta il popolo Palestinese, concordano che è tempo di porre fine ai decenni di scontri e conflitti , riconoscono reciprocamente i loro diritti legittimi e politici, e si impegnano a vivere in coesistenza pacifica e in mutuo rispetto e sicurezza e a realizzare una pace giusta, duratura e completa e una riconciliazione storica mediante il processo politico concordato...". (Yitzhak Rabin - Yasser Arafat, Dichiarazione dei principi, 13 settembre 1993)
macedone
20-07-2006, 00:28
Mah... Io ribadisco che secondo me la soluzione stà nell'obligare Israele a smettere gli attacchi ai terroristi di consegnare i soldati, se sono ancora vivi, dopodicchè, si mette l'esercito dell'onu sui confini israelo-palestinesi e non se ne và finchè i due popoli non hanno trovato un accordo definitivo e non combattano insieme il terrorismo, sia israeliano che palestinese...
E ribadisco non c'è differenza tra farsi esplodere in una città e bombardarla, ci può essere differenza nelle motivazioni, a volte, ma mai nei risultati.
Poi possiamo dire tante altre cose, ma non vedo una soluzione alternativa...
francamdar
20-07-2006, 11:54
Il fallimento di al Fatah
Ha'aretz
24 Novembre 2002
Amira Hass
Fra i Palestinesi il movimento di al Fatah è noto per essere un "supermercato" - un miscuglio di ideologie con una varietà di orientamenti sociali e comportamentali.
Gente di destra e di sinistra, religiosi e laici, gente che sostiene il diritto al ritorno e gente che vi ha rinunciato, gente incredibilmente ricca e altra disperatamente povera, adulatori e critici, alti funzionari che a proposito di Israele, parlano ancora di "entità sionista" e credono nella soluzione di uno stato unico (in cui gli Ebrei costituirebbero una minoranza tollerata) ed altri che sono amici dei sionisti e sognano due stati che vivano fianco a fianco intrattenendo rapporti cordiali.
Finché l'obiettivo comune è raggiungere l'indipendenza, dicono i membri di al Fatah, questo stato confuso di cose può sussistere.
Ma quando si tratta della libertà che alcuni membri del movimento si prendono con l'uso delle armi, si va oltre l'attraente folklore di un caos ideologico.
L'uccisione di cinque civili israeliani nel kibbutz Metzer da parte di un membro dell'ala militare di al Fatah ha dimostrato una volta ancora come i gradi superiori ed intermedi di al Fatah non abbiano un controllo effettivo su coloro che portano un fucile in nome di al Fatah.
Contrariamente al sistema decisionale centralizzato dell'Hamas e della Jihad islamica, nel movimento al Fatah di Yasser Arafat tre ragazzetti qualsiasi si possono mettere insieme, decidere di essere una cellula militare e portare avanti questa o quest'altra "operazione", qualche volta "rispondendo" all'appello dei loro capi di non oltrepassare la Linea Verde, altre volte andando oltre la linea.
E' possibile che ottengano il permesso da questo o quest'altro ufficiale di al Fatah del loro quartiere, ma si permettono di intraprendere azioni in palese contraddizione con la logica e il buonsenso della campagna diplomatica dell'Autorità palestinese, il cui obiettivo è di ottenere il sostegno attivo dell'occidente per una soluzione che conduca al ritiro di Israele dai territori occupati nel 1967.
Da una parte si permettono di minacciare quelli che criticano Arafat, dall'altra di strappare dei presunti collaboratori dalle mani della polizia palestinese per ucciderli.
Molti e ben noti attivisti di al Fatah sono disgustati dal comportamento criminale mascherato da lotta nazionale delle Brigate Martiri Al Aqsa.
Negli ultimi due giorni, coloro che hanno provato a pronunciarsi apertamente contro l'attentato hanno ricevuto la solita logora risposta di giustificazione: i nostri bambini non sono assassinati nei loro letti? Che importanza ha se sono uccisi da un proiettile o da una bomba, e non da un fucile?
Le bombe israeliane non lasciano vedove e orfani fra noi? Non sono stati proprio gli israeliani a cominciare a sparare, il 29 settembre 2000, prima che al Fatah cominciasse a reagire contro i loro civili? Qualcuno forse si accorge della nostra sofferenza ai check-points? E la nostra umiliazione per colpa dei soldati?
Evidentemente le caratteristiche criminali ed infantili del comportamento dei giovani armati di al Fatah, nei Tanzim, sono controbilanciate agli occhi dell'opinione pubblica palestinese dal fatto che sono percepiti come persone che rispondono con le armi ad una sofferenza collettiva.
Ma il braccio armato di Hamas e della Jihad lo fanno meglio, perché la loro leadership ha deciso una politica chiara, e incoraggiano apertamente gli attentati di massa contro i civili israeliani. Così i giovani di al Fatah e i loro capi si ritrovano in concorrenza interna con le altre organizzazioni palestinesi. Questa concorrenza determina le loro "decisioni" nell'utilizzare le armi più della politica dichiarata dal loro capo, Arafat.
Nessun palestinese dissente con il noto argomento degli altri movimenti di liberazione nazionale del Terzo Mondo che il vero terrorismo è quello dell'aereo da guerra che lancia le bombe. Ma ci sono abbastanza attivisti di al Fatah - che hanno mantenuto il loro lavoro negli apparati civili e militari dell'Autorità palestinese - che si sono convinti che la lotta di liberazione nazionale non si può unicamente fondare sulla sete di vendetta ma che deve essere abbastanza ragionevole da prendere in considerazione i fattori esterni, e non soltanto quelli interni. Ma sembra chiaro che il fallimento degli argomenti basati sulle ragioni pratiche abbia come esito che anche le questioni morali non siano ascoltate.
I ricercatori universitari forniranno sicuramente molte risposte sul perché questi militanti abbiano lasciato che i gruppi armati agissero in nome loro imponendo una politica così disastrosa.
Dopo tutto, non si può incolpare unicamente la personalità di Arafat e la scarsa qualità della sua evanescente leadership. Una risposta è stata data recentemente da un membro importante di al Fatah a Gaza, che ha personalmente tratto profitto dai beni di conforto elargiti a lui e a tutti quelli della sua classe per il loro sostegno agli accordi di Oslo: "Grazie ai Martiti di Al Aqsa, non ci uccidono" ha ammesso con franca onestà.
"Grazie alla loro esistenza noi restiamo in vita".
Era un'allusione indiretta al fallimento dell'impegno di Oslo.
In altri termini, la leadership di al Fatah ha fallito nel proporre un piano chiaro e logico di campagna politica per l'indipendenza, quando è diventato palese oltre ogni possibile ombra di dubbio che l'occupazione israeliana non sarebbe terminata facilmente, perché l'Autorità palestinese ha trovato difficile rinunciare ai benefici legati al fatto di essere un'organizzazione dominante sotto gli auspici di Oslo. La leadership di al Fatah non ha osato esigere l'obbedienza dei suoi membri del movimento di liberazione nazionale e proibire metodi che sono "popolari" a scopo di vendetta, ma che danneggiano nel lungo termine, perché il fallimento di al Fatah come regime di governo ha deluso la maggioranza del popolo palestinese.
francamdar
20-07-2006, 11:57
La gente non odia gli israeliani né gli ebrei. Odia questa guerra, l'occupazione e l'ingiustizia
Hamira Haas (*), 6 luglio 2006
Monologo di Sabri, al telefono da Gaza, mercoledì mattina: "Ieri siamo stati fortunati: c'è stata la corrente elettrica dalle otto di mattina alle quattro del pomeriggio e abbiamo potuto riempire il serbatoio dell'acqua. La sera, poi, abbiamo cercato un posto per guardare i Mondiali.
Io da sempre tifo per l'Italia, ma ora anche per la Francia per via di Zidane, che è di origine algerina. Alla fine siamo andati a guardare la tv nel caffè Ad Direh. C'era la corrente, ma avevano anche un generatore in caso d'interruzione dell'energia elettrica. Non è esattamente un posto sicuro – sta sulla spiaggia – ma abbiamo deciso di andarci lo stesso.
Ho chiesto ai miei figli se volevano venire anche loro, ma hanno detto che preferivano vedere la semifinale della Francia. Gaza non è organizzata come Khan Younis e Rafah: lì si sa quali quartieri hanno la corrente e quando. Ma anche da noi la distribuzione comincia a essere più pianificata. Un amico, un militante di Hamas, è andato a vedere la partita in un quartiere lontano. Dopo è rimasto bloccato, non riusciva a trovare un taxi per tornare a casa. Allora si è fatto sette chilometri a piedi, di notte, con i bombardamenti in corso. Noi invece eravamo in macchina: ci sono alcuni ricchi borghesi nel nostro gruppo".
Io: "Naturalmente, siete tutti di sinistra".
Sabri: "No, c'era uno di Al Fatah, con l'automobile. E c'era Mahmoud, con la sua: è tornato dalla Francia… Senti? Era il bang di un F-16 che ha rotto il muro del suono. Hanno cominciato presto, stamattina".
Io: "Ti sento ridere".
Sabri: "Certo che rido. Sto in ufficio e avevo i piedi sulla scrivania; ha tremato come una foglia. Mia figlia Serin, che ha sei anni, ha smesso di avere paura. Solo Yousif, che ha tre anni ed è il più piccolo, si spaventa ancora. Non facciamo più caso al rumore dei bombardamenti e ai bang supersonici. Ieri notte hanno sparato contro il ministero dell'interno, non lontano da qui, e contro una scuola. I bambini non l'hanno nemmeno sentito. I jet che hanno colpito l'università islamica sono passati sopra casa nostra , ma noi non ce ne siamo accorti. A Beit Lahia, venti chilometri a nord, però, li hanno sentiti. Nella via At Talatini, dove si trova l'università islamica, qualcuno ha affittato per mille dollari un caffè per assistere ai Mondiali. La strada è piena di auto e di persone che vanno a vedere le partite, fino a tarda notte. Siedono davanti alla tv mentre aerei ed elicotteri passano sopra di loro, e non se ne curano. Ieri in ufficio non c'era la luce e si moriva dal caldo. Per rinfrescarmi, ho lavorato seduto sul pavimento. Un avvocato volontario che lavora con noi ha detto che non faccio che ridere. E cos'altro dovrei fare? Mi faccio sei piani di scale a piedi, diverse volte al giorno; non c'è né luce né acqua; ognuno racconta le sue avventure per procurarsi l'acqua o abituarsi a vivere senza corrente.
Allora si ride. Guarda la gente per strada: siede intorno un tavolo, fuma e scommette su quando comincerà l'hafla (la "festa", il bombardamento) e quale sarà il prossimo bersaglio. Forse il ministero degli esteri, che ancora non è stato toccato. La gente vuole vivere. Non ce ne importa niente: ci possono bombardare in qualsiasi momento, ma vogliamo vivere. Vogliamo portare fuori i bambini, vogliamo guardare i Mondiali. Vogliamo ridere. Vogliamo stare con gli amici. Forse ti sembrerà strano, ma le persone non si chiudono in casa. All'inizio avevamo paura a portare i piccoli al mare; adesso non ce ne importa più niente. Lasciateci vivere. Israele e il mondo non capiscono: questa è un'occupazione ed è questo a riempire la gente di odio.
Abbiamo ascoltato il notiziario in ebraico. Un razzo artigianale ha colpito Ashkelon. Abbiamo saputo della grande agitazione che ha suscitato, dei bambini che hanno paura e che vengono portati dallo psicologo. Noi ci siamo messi a ridere: tanto panico per un razzo, mentre i nostri bambini vivono costantemente sotto migliaia di questi lanci. Loro non dicono di aver paura, si tengono tutto dentro. Non è bene: come diventeranno alla fine? Magari saranno degli estremisti di destra, dei fondamentalisti islamici, oppure dei cinici edonisti senza valori. Chi lo sa? Entrambe le alternative sono agghiaccianti. I palestinesi non odiano gli israeliani, né gli ebrei. Odiano questa guerra, odiano l'occupazione e le continue ingiustizie.
Vogliono che il soldato rapito torni a casa sano e salvo: non per la possibilità di scambiarlo con i nostri prigionieri, ma perché è giusto così. Gli israeliani non ci vedono, e perciò non capiscono che più soffriamo e più diventiamo forti. La pensano tutti così. Ci è rimasta una bottiglia di whisky. Ce l'aveva portata qualcuno, tempo fa. Questa volta Mahmoud non ha portato niente. Due settimane fa insieme ad alcuni amici cercavamo un posto per andare a bere. Alla fine siamo andati da Ibrahim. Abbiamo bevuto arak e un po' di vodka. Abbiamo bevuto e riso fino all'una di notte. Ci teniamo il whisky per quando sarà tutto finito".
Io: "Se mi lasciano passare, ve ne porto un'altra bottiglia".
Sabri: "Inshallah. Se Dio vuole".
(*)Amira Hass
È la corrispondente da Ramallah del quotidiano israeliano Ha'aretz. Nata a Gerusalemme nel 1956, è l'unica giornalista israeliana ad avere mai vissuto nei Territori palestinesi.
francamdar
20-07-2006, 12:01
Il Sionismo nostrano invoca la “soluzione finale” di Andrea Franzoni
Per capire i proclami violenti di alcuni leader arabi, tra l’altro spesso decontestualizzati o tradotti ad hoc per rinforzare l’idea di “islamico cattivo”, non è necessario andare troppo lontano. Non è nemmeno necessario scomodare l’antropologia, le presunte culture né tanto meno la religione. Di fronte all’odio, alla propaganda, al razzismo e alla guerra, purtroppo, non c’è infatti cultura, valore o benessere che tenga.
E’ finito il tempo di credere alle favole, all’arabo che cova odio tra la polvere aizzato da una religione inumana, grezza, che odia la vita stessa e predica la distruzione e la notte. Le stesse parole, gli stessi proclami, la stessa assenza di pietà la possiamo trovare anche altrove, nei popoli apparentemente più civili e operosi, tra delicate opere d’arte e frizzanti elezioni democratiche. La stessa pasta, della quale tutti gli uomini sono fatti, emerge più che mai quando l’odio prende il possesso degli uni e degli altri. Dei palestinesi scalzi e disoccupati, come degli ebrei colti e benestanti.
Nel reciproco inneggiare ai propri diritti e alla propria superiorità, nel reciproco inneggiare all’altrui distruzione, si frantuma ogni presunta superiorità culturale e razziale. Noi come loro, loro come noi. Stessa pasta maledetta, stessi limiti mentali, stesse parole.
«Basta parlare di pace con i redivivi nazisti e facciamo pagare carissimo a loro ogni dito alzato» commenta Antimo Mirandola, direttore e columnist del periodico di informazione e cultura “Ebraismoedintorni.it”. Comodamente seduto davanti ad un computer, probabilmente nella redazione romana della rivista, aizza i suoi simili alla guerra, alla disumanizzazione e all’odio, come il più caricaturale dei mullah.
«Sappiano che ogni loro velleità gli costerà un prezzo insostenibile andando dritti al cuore del problema distruggendo, una volta per tutte, ogni arma, compresi i tric trac, in mano ai nemici d’Israele, che siano a Beirut, a Damasco o a Teheran. Andiamo fino in fondo perché si possa poi vivere finalmente in pace. Siamo “sproporzionati”? Ebbene accontentiamo questo branco di bestie immonde che si permette di giudicare così un popolo che si difende e usiamo la forza “sproporzionata” per garantirci che nessun Israeliano venga più rapito, che nessun bambino “con la stella di David” salti in aria nella propria casa o in pizzeria, che nessun padre circonciso debba lasciare la sua famiglia per andare in guerra. Ma ricordiamoci anche di sputare in faccia quando incontreremo coloro che come sciacalli lottizzano la memoria e vengono a fare i commossi quando si commemora quello sterminio che i loro compagnucci di merende vorrebbero portare a termine».
Scompaiono dal campo i bambini, i ponti, le donne, gli uomini che –come gli israeliani- vogliono solo vivere la loro vita in pace, i 7 canadesi uccisi a Beirut, le centinaia di persone uccise a tradimento in qualche giorno di follia omicida forse anche premeditata, che costituiscono la stragrande maggioranza delle vittime. Dalle parole di questi uomini eleganti, ben nutriti, pettinati, istruiti, non traspare nulla di tutto ciò che si vantano di essere. Più che parole paiono versi, latrati, grugniti di rabbia. L’intolleranza, il razzismo, l’integralismo sono molto più vicini di quello che crediamo.
La stessa sindrome colpisce anche Deborah Fait, altra columnist, che stufa dei negoziati invoca una soluzione finale. «NO, Basta, Basta! Israele non deve più parlare di pace con questa gentaglia, non conoscono il significato di questa parola. Israele deve andare avanti fino alla fine questa volta perchè' Gamla è là ad esempio e non cadrà mai più. Saranno loro a cadere definitivamente perche' hanno ampiamente dimostrato di essere belve assetate di sangue, incapaci di fare altro che terrorismo, guerra e assassinii. Basta! Israele deve andare avanti fino alla fine questa volta. Non provate a fermarci, vigliacchi del mondo». Tutto scompare davanti agli occhi di Deborah: solo i “bambini con la stella di David” hanno per lei un senso, un valore, una dignità. Eppure “andare avanti fino alla fine” cosa significa, se non distruggere, occupare, uccidere indiscriminatamente; “terrorismo, guerra e assassinii”?
«Ricordiamo tutti i nostri fratelli caduti per rendere viva ogni giorno la presenza ebraica in Eretz Israel. -dice una macabra preghiera ispirata agli eventi recenti- Che ogni goccia del loro sangue innocente venga pagata sette volte dal nemico e da tutti coloro che lo aiutano». Sette volte, dieci volte, venti volte. Un ebreo vale sette arabi, come in passato dieci ebrei valevano un tedesco. Nulla ha meno senso delle disequazioni, quando si parla di vite umane. E fa forse ancora più paura quando, a pronunciare certi orrori, non sono guerriglieri un po’ ignoranti, assediati (fosse anche solo culturalmente) dall’occidente, poveri e senza prospettive, ma ebrei benestanti, tanto boriosi quanto evoluti, dalle loro calde poltrone romane. Che speriamo siano, all’interno delle loro comunità, almeno isolati.
Non manca, purtroppo, nemmeno chi inneggia a dio e alle profezie. Quello di Andrei Bereny, altro commentatore di “ebraismo e dintorni”, è un dio che distrugge e tifa per la guerra, l’uccisione di innocenti. Un dio personale, un dio ultrà. «Mi odierete ma vi dico: sono felice! Finalmente, finalmente c'è la guerra. Adesso abbiamo un'opportunità per vincerla, un opportunità di distruggere Amalek, le sette nazioni, di adempiere le mitzvot, di essere ebrei non solo individualmente, ma come nazione. Mi dico, dunque, D-o mio, quanto Sei grande, quanto Sei onnipotente, quanto le Tue vie siano effettivamente e palesamente impossibili per noi da comprendere! L'ebreo non-ebreo eletto primo ministro ci ha promesso disengagement e ridisangagement, deportazioni e rideportazioni di ebrei dalle loro case in Terra d'Israele e adesso, suo malgrado, è rientrato a Gaza e sta rientrando in Libano, tutti territori biblici di Eretz Israel e forse, forse deciderà di distruggere i nostri nemici, hamas, hezb'allah, "PA", iran e siria. Come mai? Perché? Perché "non ha altra scelta!" D-o mio, quanto Sei grande, quanto Sei onnipotente, quanto le Tue vie sono effettivamente e palesamente impossibili per noi da comprendere! Buona guerra, Israele!».
Paolo Guzzanti, senatore di Forza Italia, non scomoda dio. Non è però affatto più tenero, ed esulta. «Buona guerra, Israele. Hai tutte le ragioni per spazzare via con l'uso legittimo delle armi i nemici che sono anche i nemici di un'Europa impantanata nelle sue stesse menzogne e già posseduta dalla penetrazione islamica. Ormai siamo sempre di più ad avere il coraggio di dire buona guerra Israele». Città distrutte, bambini sepolti, donne dilaniate, uomini e ragazzi annientati. La “guerra per raggiungere la pace”. Umiliare e distruggere un popolo, quello libanese, che ha vissuto anche grazie a Israele una guerra civile, 25 anni fa, e che si vede annientato per le ritorsioni contro le azioni di un gruppo armato paramilitare, nemmeno del legittimo esercito libanese (che d’altra parte non ha alcun peso). Di fronte a questi proclami, e a questo razzismo, scompare ogni presunta superiorità, ogni presunto diritto a guardare dall’alto in basso e a pretendere di esportare. Proclami che stupiscono per la maniera esplicita e primitiva con la quale esprimono gli istinti peggiori, ma che sono la punta dell’iceberg di un razzismo, di un disprezzo e di una disumanizzazione ben più subdola strisciante nei media e nella società.
Teste calde? Minoranze inconsistenti, legate più al folklore che alla politica? Oppure esponenti sinceri e onesti delle idee e dei sentimenti di tanti sionisti ebrei o non ebrei? Questa distinzione, che se parliamo della controparte musulmana è risolta in maniera razzista e semplicistica a priori, senza timore di smentita, andrebbe forse approfondita. Pensate cosa sarebbe successo se queste parole fossero state pronunciate da un musulmano italiano o da un esponente della "sinistra radicale". (Il titolo di questo articolo, non a caso, si basa sul rispetto della norma consuetudinaria contemporanea in fatto di titoli che generalizza e decontestualizza. Non prendetevela quindi con me, se il titolo [Il Sionismo nostrano invoca la “soluzione finale”] vi appare esagerato, ma con questa abitudine giornalistica che sto semplicemente rispettando.)
Di cosa dovremmo avere paura, veramente? Dell’arabo cattivo? Dell’ebreo (o meglio del sionista) cattivo?
Dobbiamo avere paura soltanto di noi stessi e delle forze oscure, pilotate dalla propaganda, che si annidano nelle viscere dell’uomo pronte a generare nuove Auschwitz, nuove Beirut, nuove Srebrenica, nuove Kigali. Nuovi mostri, che c’aspettano dietro l’angolo non appena qualcosa riesce a corrodere la nostra umanità, la nostra lucidità, il nostro amore per la vita e per la pace. Non appena il vicino diventa straniero, l’innocente colpevole, e gli occhi si annebbiano. Basta poco per trasformare il “colto” in belva, le questioni politiche e le cronache in generatrici di mostri. Centinaia di donne e bambini in vittime collaterali.
Nuovi mostri si riempiono la bocca di ragioni e di divinità diverse ma, nell’odio cieco e brutale, svelano quanto siamo tutti fatti di un’unica, debole ed imperfetta, pasta.
Andrea Franzoni
Si prega di visitare il sito www.ebraismoedintorni.it per leggere integralmente gli articoli ai quali si fa riferimento.
francamdar
20-07-2006, 12:27
Sua Eccellenza Hassan Najem
Siamo qui a portarLe la nostra solidarietà. Il dolore che state vivendo è anche il nostro. I libanesi non meritano quanto stanno passando.
E pensare che tutto è cominciato per iniziativa di un singolo gruppo armato, fa ancora più rabbia.
Ma non dobbiamo perdere la forza del dialogo, e dobbiamo anzi sforzarci di riflettere sulle conseguenze delle iniziative belliche di singoli gruppi. Crediamo fortemente nella pace, e per questo crediamo che essa si avvicinerà quanto più il governo libanese riuscirà ad emanciparsi dalla presenza di Hezbollah.
Come del resto ha auspicato recentemente anche il nostro Presidente del Consiglio, e come richiesto dalla risoluzione Onu 1559 del 2004, Non esiste infatti stato pacifico che possa convivere con una forza militare alternativa all’esercito dispiegata sul proprio territorio.
Non esiste stato di diritto dove un gruppo di miliziani possa decidere di fare la guerra a un paese limitrofo senza neppure sentire il parere del legittimo governo.
Non esiste una simile situazione neppure nei paesi tanto amici di Hezbollah. Sia l’Iran che la Siria si guardano bene infatti dal lasciare milizie armate autonome sul proprio territorio.
Da qui bisogna partire se si vogliono evitare nuovi scontri e nuove sofferenze. Un cessate il fuoco senza il disarmo di Hezbollah rischierebbe di essere solo un intervallo fino ai prossimi scontri.
Siamo con voi, perché sia il popolo libanese a decidere del proprio futuro, sia esso di pace o di guerra, fiduciosi come siamo che, laddove sono le persone a scegliere, la pace possa avere la meglio.
Abbiamo sofferto con voi per l’uccisione del premier Hariri, così come abbiamo gioito con voi per il ritiro delle truppe siriane.
In nome della pace siamo qui a chiedere sostegno al vostro governo per le ricerche dei soldati israeliani rapiti, innocenti burattini di un gioco i cui fili vengono mossi a Teheran e a Damasco, ma le cui conseguenza pagano i libanesi tanto quanto gli israeliani.
Nella speranza che vogliate accogliere queste nostre parole di dialogo e di amicizia, sappiate che per noi è motivo di dispiacere il solo pensare che tra Libano e Israele non possano esserci normali relazioni diplomatiche. Sono troppe le cose belle che possiamo costruire con gli altri, per sprecarle in quell’orribile gioco chiamato guerra.
Nella speranza che presto giunga una pace definitiva e nella speranza che da essa possa presto nascere un mutuo riconoscimento, Le porgiamo i nostri migliori auguri.
A Lei e al suo Paese. Che la pace sia con voi.
Shalom.
Leone Soued (presidente della Comunità Ebraica di Milano)
Davide Romano (segretario ass. Amici Di Israele)
(speriamo che in futuro vengano prese iniziative simili, spese parole e si prenda posizione anche per i tanti libanesi che vengono sequestrati o tenuti in ostaggio dai sionisti - fra)
Edit:
Nessun riferimento qui alle centinaia di Libanesi tenuti illegalmente da Israele in prigioni che sono luoghi di tortura. Precedentemente, questo mese, il governo libanese si è lamentato (http://www.arabicnews.com/ansub/Daily/Day/050803/2005080316.html) con il rappresentante del Segretario generale dell' ONU a Beirut per “la continua cattura di detenuti, e... le centinaia di persone scomparse, che si pongono come violazioni dei diritti umani”.
Israele ha ammesso (http://en.wikipedia.org/wiki/Foreign_relations_of_Lebanon) di rapire i Libanesi per scopi politici, ma per qualche ragione questo fatto non è citato dai media delle corporation. Nei tardi anni '90, prima che Israele fosse sfrattato da Hezbollah dal Libano del Sud, era pratica comune per Israele rapire Libanesi completamente innocenti e trattenerli come “fiches da contrattazione”, cioè non trattenendoli, secondo Amnesty International (http://web.amnesty.org/library/Index/ENGMDE150541998?open&of=ENG-ISR), “per le loro loro azioni, ma come scambio per soldati israeliani dispersi o uccisi in Libano”. Come al solito, questi fatti vengono ignorati dal nostro governante designato e dai media delle corporation.
francamdar
20-07-2006, 15:22
Il prezzo dell'ignoranza
Gideon Levy
8 Gennaio 2004
Ha'aretz
Il terrorista suicida dell'incrocio di Geha, Shehad Hanani, proveniva da Beit Furik, uno dei villaggi più chiusi dei territori, circondato da blocchi stradali su ogni lato.
E' un posto in cui le donne con le doglie e i malati devono arrischiarsi a camminare fra i campi per raggiungere l'ospedale nella vicina Nablus.
Per lo meno una donna in travaglio, Rula Ashatiya, ha partorito al checkpoint di Beit Furik ed ha perso il bambino.
Pochi israeliani sono in grado di immaginare come sia la vita a Beit Furik: la disoccupazione quasi universale, la povertà, l'assedio senza fine e le umiliazioni di una vita all'interno di una prigione.
Un giovane come Hanani che aveva 21 anni, non aveva altro motivo di alzarsi alla mattina che far fronte ad un'altra giornata senza lavoro e di umiliazione.
Comunque gli israeliani hanno scarso interesse a conoscere la terra da cui proviene il terrorismo. I media israeliani non hanno quasi nulla da dire a proposito della vita a Beit Furik.
Nello stesso modo pochi israeliani hanno sentito parlare dell'assassinio di un parente del kamikaze, Fadi Hanani, 10 giorni fa a Nablus, come non hanno sentito parlare di tutte le uccisioni di palestinesi di questi ultimi mesi.
La vita a Beit Furik e l'assassinio di Nablus non giustificano un kamikaze a una stazione di autobus, ma chi vuole combattere il terrorismo deve innanzi tutto migliorare la vita a Beit Furik.
Israele ha contato "81 giorni di quiete" senza attacchi terroristici. Ma non esiste menzogna più grande di questa. La calma era solo qui. Durante questa "calma" sono stati uccisi dozzine di palestinesi e quasi nessuno si è preso il disturbo di dirlo. In questo modo diventa possibile parlare di calma e poi pretendere che siano stati i palestinesi a interromperla.
Il fatto che i media non parlino di morti palestinesi non significa che non ce ne siano state.
Gli 8 palestinesi che sono stati uccisi la scorsa settimana in un solo giorno a Rafah, per esempio, un'uccisione simile ad un attacco terroristico di medie proporzioni con una distruzione di un livello sconosciuto in Israele, non sono bastati a suscitare un minimo interesse qui la scorsa settimana.
Sono stati a malapena menzionati.
E' stata essenzialmente la comunità internazionale ad occuparsi di questi spaventosi assassini e il segretario generale delle Nazioni Unite ha emesso un comunicato speciale di condanna.
C'è solo un posto in cui l'avvenimento è stato ignorato - il paese i cui soldati hanno perpetrato questo assassinio.
Le immagini dei bulldozer giganti e dei carri armati che demoliscono sempre più case e le immagini dei morti e dei 42 feriti, fra cui donne e bambini che venivano portati negli ospedali di Rafah quasi non sono state mostrate in Israele.
Il quotidiano di grande tiratura Yedioth Ahronoth, per esempio, ha menzionato le uccisioni di Rafah in un sottotitolo di un minuscolo articolo nelle pagine interne che trattava delle ferite minori riportate da una coppia di coloni nell'insediamento di Nisanit nella Striscia di Gaza come conseguenza di un razzo Qassam.
Ecco come viene determinato l'ordine del giorno nazionale.
Una copertura mediatica così vergognosa di una simile operazione letale condotto dall'IDF potrebbe evocare altri regimi, in cui si mostra alla gente solo quello che il potere vuole che veda.
Questo non ha nulla a che fare con la critica dei media ma riguarda la nostra immagine. Una società che disprezza la perdita di vite umane causata dai propri soldati è una società corrotta. Una società che nasconde ai suoi cittadini informazioni così vitali si priva della sua facoltà di giudizio. La situazione è ancora più complicata quando si osserva l'atteggiamento della società israeliana verso le proprie vittime:ci sono poche società che si immergono così intensamente nel proprio lutto. Quello che abbiamo, allora, è una doppia morale: contiamo solo i nostri morti, il resto non esiste.
Nascondere un'informazione ha un'altra conseguenza: se non sappiamo non c'è nessuno a cui chiedere perché. Gli otto palestinesi sono stati uccisi a Rafah durante la distruzione dei tunnel senza porsi la domanda se questa missione era giustificata con qualunque mezzo e a qualunque prezzo.
Questa è premeditazione. Consente di presentare i palestinesi come l'unica parte colpevole, cosa che cade su un terreno fertile. La maggioranza della gente non vuole sapere che cosa l'IDF stia realmente facendo nei territori occupati.
Ma i media, comunque, sono in grave violazione del loro dovere. Sia quelli che sostengono l'occupazione che coloro che sono contro hanno il diritto di avere un'informazione completa sul prezzo che esige.
La presentazione di questi delitti come una questione marginale manda pure un messaggio pericoloso ai soldati israeliani: non c'è niente di terribile nell'uccidere sempre più palestinesi.
Giovedì scorso 15 passanti sono stati feriti a Gaza nel corso dell'uccisione mirata di un attivista della Jihad islamica, Makled Hamid. La scorsa settimana tre bambini, di cui uno di cinque anni, sono stati uccisi nel campo profughi di Balata vicino a Nablus. La settimana prima tre bambini sono stati uccisi nella giornata di sabato a Jenin e nei pressi di Burkin. Due palestinesi sono stati uccisi di recente lungo la barriera di Gaza, mentre tentavano di entrare in Israele per cercare lavoro. Sei palestinesi sono stati uccisi a Rafah in una precedente operazione per il tunnel, a metà mese. Un numero crescente di bambini sono stati uccisi vicino al campo profughi di Qalandiyah. Tutti questi casi hanno avuto a malapena un cenno sui giornali.
Ma dietro ogni vittima palestinese c'è una famiglia, ci sono degli amici e l'odio sgorga dalle loro tombe.
Ibrahim Abd el Kadr da Qalandiyah che ha perduto il suo figlio maggiore Fares qualche mese fa, a quattordici anni e mezzo quando i soldati gli hanno sparato alla testa, giura di vendicarsi.
E' tanto difficile comprenderlo ?
C'è dunque un prezzo israeliano per le numerose morti palestinesi tenute nascoste.
Sono incentivi al terrorismo.
La loro esclusione dalla nostra agenda non può far scomparire anche la loro morte.
Hanani avrebbe compiuto l'azione omicida all'incrocio di Geha se fosse cresciuto in condizioni umane e se i suoi parenti non fossero stati assassinati?
Questa domanda dovrebbe preoccuparci davvero.
Per il momento, comunque, non è neppure in agenda.
In risposta al comunistello fallito Beppe Grillo..
http://ospitalieri.splinder.com/post/8725565/Massacri+in+revisione+Araba
Qualche link utile..
http://phastidio.net/2005/02/02/un-mondo-senza-israele/
http://controcorrente.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1098957
http://no-pasaran.blogspot.com/2006/07/hizballah-hamas-guardian-creating.html
http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1098967
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_the_UN_resolutions_concerning_Israel_and_P alestine
So già che qualcuno li definirà "la versione ufficiale dei media pagati dalle multinazionali", forse per non voler vedere al di là del proprio naso.
Comunque la questione non è stata risolta, solo assopita, questo è il punto...
Certo, l'hanno ucciso prima.
Veramente hanno ucciso anche 8 militari, se non erro, ma questo nemmeno giustifica l'attacco, ma ripeto, centra un cazzo con la soluzione del problema quanti siano i morti da una parte e dall'altra
Ecco la differenza: MILITARI israeliani, CIVILI palestinesi
Li spariamo, così dicono alcuni, mi sà che è la soluzione migliore, tanto i palestinesi ne possono uccidere ancora tanti di ebrei prima di arrivare in parità... Donne e Bambini valgono doppio? I vecchi li facciamo valere la metà , che ne sai... Può darsi che sono morti con un malore... :mad:
Che ci fanno dei coloni in dei territori che NON SONO di israele?
Iran? ah quel posto dove uccidono le donne... Si bel posto...
Si vabbe'...
L'esercito rimarrà comuqnue nel breve-medio periedo... Non è che puoi uccidere i soldati di leva...
Non parlo di esercito, ma di mezzi e di budget e di PREPONDERANTE INFLUENZA dei militari nella politica israeliana (non per niente i politici israeliani sono tutti ex-comandanti).
Quindi? aspettiamo che si massacrino?
E' questo il punto: il massacro e' a senso unico, visto che sono militari contro civili.
Certo, l'hanno ucciso prima.
Ecco la differenza: MILITARI israeliani, CIVILI palestinesi
Che ci fanno dei coloni in dei territori che NON SONO di israele?
Si vabbe'...
Non parlo di esercito, ma di mezzi e di budget e di PREPONDERANTE INFLUENZA dei militari nella politica israeliana (non per niente i politici israeliani sono tutti ex-comandanti).
E' questo il punto: il massacro e' a senso unico, visto che sono militari contro civili.
:suspi: :suspi: :suspi: :suspi:
francamdar
20-07-2006, 20:55
A lume di candela, Arafat, praticamente carcerato in quello che fu il suo studio, scrive le sue (ultime?) lettere al mondo. C'è qualcosa di romanticamente arcaico in questo scrivere a lume di candela la cronaca dell'istante destinata a diventare Storia. Stendhal scrisse Il rosso e il nero alla luce ricca dei candelabri della Certosa. Si considerava, scrisse, ostaggio della bellezza. Arafat è ostaggio d'un vecchio nemico in debito di ossigeno, affetto da bulimia territoriale, di un uomo che non ha mai nascosto di odiarlo e che a distanza di vent'anni, lui, Sharon, si dice "pentito" di non aver ucciso Mister Palestina durante la battaglia di Beirut, nel 1982
C'è qualcosa di illuminante in questo buio rischiarato da umili steariche, laggiù, in quello che fu l'effimero regno della speranza palestinese. Vediamo chiaramente che la grande illusione è soltanto una illusione che ci siamo portati appresso ancora sino a un anno fa, prima della passeggiata derisoria di Sharon sulla Spianata delle Moschee. La seconda intifada, quella di Al Aqsa, nasce da una provocazione che apparve banale, improvvida e invece era stata studiata, fin nei minimi dettagli, la passeggiata, dico, per recidere il filo della residua speranza, per dire con protervia non solamente ai palestinesi ma altresì all'Europa, al mondo intero, che se pace doveva esserci in Terra Santa non sarebbe stata quella abbozzata coraggiosamente dagli accordi di Oslo. No. Per la destra israeliana, per Sharon che ne è il poster e l'ideologo, era possibile immaginare soltanto un patto leonino truccato col cosmetico della acquiescenza americana, da "pace possibile". Cosa intende la destra israeliana per "pace possibile"? Una serie di bandustan per i palestinesi, una Soweto mediorientale. Nessuno, neanche il più sprovveduto dei dirigenti palestinesi, nemmeno un Quisling, avrebbe mai potuto accettare una pace finta e cattiva come quella proposta dalla Destra israeliana. Sharon non è uno stupido: sapeva benissimo che la sua idea di pace aggiungeva nuovo magma alla disperata colata lavica della disgrazia palestinese. Egli s'era impegnato, col suo popolo generoso, paziente, coraggioso, affamato di pace e di sicurezza, a garantire la sicurezza di Israele, appunto, in forza di una "politica realistica che tenesse conto della realtà geopolitica, della lezione della Storia recente".
Al punto in cui stanno le cose, quando ormai sul popolo Palestinese sta franando una nuova Nabka (catastrofe) può apparire sterile contestare al governo Sharon una politica dissennatamente volta a impedire una pace in buona e dovuta forma. Ma pensiamo sia legittimo per chi segue da cinquant'anni la questione mediorientale reagire a quella che si profila come una (ennesima) truffa storica.
Al mondo, soprattutto all'amico fedele e acritico: gli Stati Uniti d'America, cosa dice in sostanza Sharon? Dice: io sto combattendo contro il terrorismo. Io perseguito i terroristi. Io voglio punire Arafat che è cattivo e falso: non vuole la pace, ci terrorizza con gli attentati suicidi, mettendo quotidianamente a repentaglio la vita degli israeliani. Quando avremo battuto il terrorismo, eliminando Arafat, solo allora potremo parlare di pace nella sicurezza. E' un discorso che non può non impressionare in primo luogo il presidente Bush che s'è visto stuprare (da terroristi insospettabili) le Torri Gemelle, e con esse il mito della invulnerabilità americana. Ma è un discorso tragicamente banale, non degno d'un uomo politico, di un onesto soldato quale Sharon vuol essere o apparire.
Ignorava il signor Sharon, generale, che il terrorismo suicida esplode in Libano, contro l'occupazione israeliana, e che ad importarlo sono stati i pasdaran spediti negli anni Ottanta da Khomeini nell'infelice Paese dei cedri? Ignora il signor Sharon che gli Hezbollah (il partito di Dio, di matrice sciita) praticano il terrorismo suicida convinti che alla fine, stroncherà psicologicamente i soldatini di Tsahal? Ignora il signor Sharon che il suo predecessore, il premier generale Barak, fu costretto a ritirare precipitosamente dal Libano le sue truppe per evitarne il collasso psicologico? Ignora che una volta partiti i soldatini di David, il terrorismo suicida s'è messo in sonno nel Libano?
No il signor Sharon non ignora nemmeno una virgola di tutto ciò. Perché, allora, la passeggiata di provocazione? Perché, una volta conquistato il potere, ha voluto inaugurare una politica ambigua, fatta di punture di spillo, di docce scozzesi infine sfociata in una vera e propria guerra a bassa intensità? Perché ha pigiato l'acceleratore, brutalmente, ben sapendo dei disgraziati ragazzi dei campi profughi indottrinati dagli ideologi venuti in gran parte dall'Università di Bir Zeit (già aiutata dai servizi affinché religiosamente si opponesse al movimento laico di Arafat)? Perché s'è spinto oltre la provocazione ben sapendo che la reazione sarebbe stata, fatalmente, il terrorismo suicida? Lui, Sharon, accusa Arafat di essere il raiss dei terroristi suicidi, rovesciando l'orrore e la morte da essi seminato in Israele sulle spalle di Arafat. Ma egli, il signor Generale, non ignora che ogniqualvolta è sembrato che si riprendesse a parlare di pace, le liste di attesa degli aspiranti "martiri" si sono svuotate. E' stata la sua politica tesa a umiliare con la forza il diritto a una esistenza decente, riconosciuto universalmente ai palestinesi, innanzitutto dagli intellettuali israeliani, molti dei quali già valorosi soldati e, in ogni caso, patrioti-doc; è stata la sua rozzezza politica, la presunzione d'essere il più forte, il Giusto imbattibile, a far precipitare le cose.
E con quale faccia una persona ragionevole può pretendere da un leader dimezzato, Arafat, che combatta il terrorismo privandolo nel contempo dei mezzi opportuni e indispensabili, limitando la sua stessa autorità sì da impedire, giustappunto, che Arafat possa arrestare, o frenare, i fautori della linea dura, coloro che accusano il vecchio fedayn di aver fallito politicamente, di illudersi nella volontà di pace degli Stati Uniti in Terra Santa?
E' come se tu legassi le caviglie al centometrista per impedirgli di scattare nella corsa, squalificandolo, poi, per non aver corso, fingendo di ignorare, dimenticando che proprio tu, legandolo, gli hai impedito di correre.
Sì lo so: sono discorsi pericolosi questi, guai a toccare Sharon, il meno che può capitarti è d'essere definito "antisemita". Fingendo di ignorare che tu hai rischiato la tua giovine vita, durante l'occupazione tedesca di Roma, proprio per aiutare la resistenza a mettere in salvo ebrei in fuga, allo sbaraglio, molti dei quali tunisini.
Certo il terrorismo è un arma sporca, ne sanno qualcosa gli storici, i cronisti che ricordano le bombe dell'Irgun al King David di Gerusalemme, ovvero la strage di Dear Yassin.
E' un arma sporca e per di più "non risolve". Nemmeno il nuovo terrorismo sporco, questo di oggi, il terrorismo suicida di marca sciita, "risolve". Però ha trasformato la vita della società civile israeliana in un incubo permanente. Ha ragione Bush: "Il cuore ti si spacca vedendo un carnaio che fino a pochi attimi prima era un giardino di pace, di bellezza illuminato dalla Pasqua ebraica".
Sono stati i terroristi suicidi, palestinesi, a uccidersi per uccidere, ma chi li ha convinti a sacrificarsi? Gli apprendisti stregoni. Sollecitati dalla politica del carro armato praticata da Sharon. La Storia non si fa con i se. Ma se un pio giovinetto studioso della Torah non avesse ucciso il soldato della pace, il Generale invitto, Rabin, oggi i due popoli vivrebbero pacificamente l'uno accanto all'altro, imparando a conoscersi. E i terroristi suicidi sarebbero già finiti nell'inferno dei disperati. Nel dimenticatoio della Storia.
Ma sì: che il signor generale Sharon faccia pure fuori il vecchio fedayn, che lo umili come un Ceaucescu qualsiasi: avrà commesso un altro dei suoi tanti tragici errori. Senza, per tanto, aver assicurato al suo popola la sicurezza.
Igor Man
Pubblicato sul portale Yahoo! Notizie il 03.04.2002
francamdar
20-07-2006, 21:09
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm)
adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948
Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il cui testo completo è stampato nelle pagine seguenti. Dopo questa solenne deliberazione, l'Assemblea delle Nazioni Unite diede istruzioni al Segretario Generale di provvedere a diffondere ampiamente questa Dichiarazione e, a tal fine, di pubblicarne e distribuirne il testo non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell'Organizzazione internazionale, ma anche in quante altre lingue fosse possibile usando ogni mezzo a sua disposizione. Il testo ufficiale della Dichiarazione è disponibile nelle lingue ufficiali delle Nazioni Unite, cioè cinese, francese, inglese, russo e spagnolo.
francamdar
21-07-2006, 11:21
Atrocità nella terra promessa di Kathleen Christison(*)
La folle brutalità dello Stato Israele
Le parole non bastano; i termini normali sono inadeguati a descrivere gli orrori perpetrati giornalmente da Israele, e che ha perpetrato per anni contro i palestinesi. La tragedia di Gaza è stata descritta centinaia di volte, come le tragedie del 1948, di Qibya, di Sabra e Shatila, di Jenin --sessant'anni di atrocità perpetrati nel nome del Giudaismo. Ma l'orrore in genere non trova ascoltatori in gran parte di Israele, nell'arena politica Usa e nei maggiori media Usa. Coloro che sono inorriditi -- e ce ne sono tanti -- non riescono a penetrare lo scudo di impassibilità che impedisce all' elite politica e dei media in Israele, ancora di più negli Usa, sempre di più ormai in Canada e in Europa, di vedere e di prestare attenzione.
Ma ora bisogna dirlo a voce alta: coloro che pianificano e compiono le politiche di Israele hanno fatto di Israele un mostro, ed è giunta l'ora per tutti noi -- tutti gli israeliani, tutti gli ebrei che permettono che Israele parli per loro, tutti gli americani che non fanno nulla per fermare l'appoggio Usa a Israele e alle sue politiche assassine -- di riconoscere che ci macchiamo moralmente continuando a starcene seduti mentre Israele compie le sue atrocità contro i palestinesi.
Una nazione che assegna ad un'etnia o a una religione il primato su tutte le altre finirà per diventare psicologicamente malata. Narcisisticamente ossessionata dalla sua stessa immagine, dovrà combattere per mantenere la sua superiorità razziale a tutti costi e finirà inevitabilmente per vedere ogni resistenza contro questa immaginaria superiorità come una minaccia alla sua esistenza. Infatti ogni altro popolo diventa automaticamente, solo per il fatto di esistere, una minaccia all'esistenza. Cercando di proteggersi contro minacce fantasma, lo Stato razzista diventa sempre più paranoico, la società chiusa e isolata e intellettualmente limitata. Gli ostacoli lo fanno infuriare; l'umiliazione lo fa impazzire. Lo Stato attaccherà in uno sforzo folle, senza alcun senso della proporzione, per rassicurare se stesso sulla sua forza.
Questo schema si mostrò nella Germania nazista che cercava di mantenere una mitica superiorità ariana. Si sta mostrando ora in Israele. "Questa società non riconosce più alcun confine geografico o morale," scrisse l'attivista antisionista e intellettuale israeliano Michel Warschawski nel suo libro del 2004 “Towards an Open Tomb: The Crisis of Israeli Society” [Verso una fossa aperta: la crisi della società israeliana n.d.t.]. Israele non conosce limiti, sta attaccando perchè trova che il suo tentativo di sottomettere i palestinesi e ingoiare l'intera Palestina viene intralciato da un popolo palestinese silenzioso e dignitoso che rifiuta di sottomettersi senza protestare e di abbandonare la resistenza all'arroganza di Israele.
Noi negli Stati Uniti siamo diventati insensibili alle tragedie inflitte da Israele, e cadiamo facilmente nella propaganda che automaticamente, con un qualche trucco dell'immaginazione, trasforma le atrocità di Israele in esempi di come Israele sia reso vittima. Ma un establishment militare che sgancia una bomba da 500 libbre su un edificio residenziale nel mezzo della notte e uccide 14 civili durante il sonno, come accaduto quattro anni fa a Gaza, non è un esercito che opera secondo regole civili.
Un establishment militare che sgancia una bomba da 500 libbre su una casa nel mezzo della notte e uccide un uomo, sua moglie e sette dei loro figli, come accaduto a Gaza quattro giorni fa, non è un esercito di un paese morale.
Una società che può cancellare come non importante il brutale omicidio, da parte di un ufficiale dell'esercito, di una ragazzina di 13 anni -- una dei quasi 700 bambini palestinesi uccisi da Israele dall'inizio dell' intifada -- con l'affermazione che ella aveva minacciato i soldati di una postazione militare non è una società con una coscienza.
Un governo che imprigiona una ragazzina di 15 anni -- una tra le diverse centinaia di bambini detenuti da Israele -- per il crimine di avere spinto ed essere scappata da un soldato maschio che cercava di perquisirla mentre entrava in una moschea, non è un governo con una condotta morale. (Questa storia, che non è del genere che comparirà mai nei media Usa, è stata raccontata dal London Sunday Times. Alla ragazza fu sparato tre volte mentre scappava ed è stata tenuta per 18 mesi in prigione dopo che fu uscita dal coma.)
I critici di Israele notano sempre più che Israele è autodistruttivo, quasi una catastrofe per la sua stessa costruzione. Il giornalista israeliano Gideon Levy parla di una società in " collasso morale".
Michel Warschawski scrive di una "follia israeliana" e di una "folle brutalità", "putrefazione" di una società civilizzata, che ha messo Israele sulla strada del suicidio. Egli prevede la fine dell'impresa sionista; Israele, egli dice, è una "banda di teppisti", uno stato "che si fa beffe della legalità e della moralità civile. Uno Stato che arriva a disprezzare la giustizia perde la forza di sopravvivere."
Come fa notare amaramente Warschawski Israele non conosce più alcun limite morale -- se mai lo ha conosciuto. Coloro che continuano ad appoggiare Israele, che lo giustificano mentre scende nella corruzione, hanno perso la loro bussola morale.
(*)Kathleen Christison è un ex analista politica della C.I.A. e ha lavorato per trent'anni su questioni mediorientali. E’ l'autrice di “Perceptions of Palestine and The Wound of Dispossession” [Percezioni della Palestina. La Ferita dell' espropriazione n.d.t.].
Può essere contattata a kathy.bill@christison-santafe.com
Fonte: http://www.counterpunch.org/
Link: http://www.counterpunch.org/christison07172006.html
17.07.2006
Scelto e tradotto per [www.comedonchisciotte.org] da ALCENERO (Marcoc)
In risposta al comunistello fallito Beppe Grillo..
http://ospitalieri.splinder.com/post/8725565/Massacri+in+revisione+Araba
Qualche link utile..
http://phastidio.net/2005/02/02/un-mondo-senza-israele/
http://controcorrente.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1098957
http://no-pasaran.blogspot.com/2006/07/hizballah-hamas-guardian-creating.html
http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1098967
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_the_UN_resolutions_concerning_Israel_and_P alestine
So già che qualcuno li definirà "la versione ufficiale dei media pagati dalle multinazionali", forse per non voler vedere al di là del proprio naso.
ma hai letto il primo link che hai postato ?
se si . Rileggilo.
ps: guarda anche le pubblicita' che ci sono.
francamdar
21-07-2006, 15:58
Medio Oriente. Gli appelli della Caritas, le testimonianze della popolazione
di Mattia Bianchi/18/07/2006 korazym.org (http://www.korazym.org/news1.asp?Id=18438)
Il conflitto mediorientale non è solo un groviglio politico e diplomatico da sciogliere: il Libano è ripiombato ormai in una vera e propria emergenza umanitaria. Gli appelli e le testimonianze...
Il conflitto mediorientale non è solo un groviglio politico e diplomatico da sciogliere: il Libano è ripiombato ormai in una vera e propria emergenza umanitaria. Gli appelli e le testimonianze...
Il conflitto mediorientale non è solo un groviglio politico e diplomatico da sciogliere: il Libano è ripiombato ormai in una vera e propria emergenza umanitaria. La denuncia arriva dalla Caritas, da sempre impegnata nelle zone di crisi, secondo cui sono ormai migliaia le persone in fuga dai villaggi del sud del Paese, a ridosso di Israele. E se le ong straniere hanno ricevuto dai rispettivi governi il consiglio di lasciare il Paese, i volontari sono già attivi per i primi aiuti, dal trasporto delle persone più deboli alla distribuzione di pane e latte. Generi che cominciano a scarseggiare, come l'acqua per via degli acquedotti danneggiati.
“Le notizie che arrivano dal Libano, da Israele e dai Territori palestinesi ci riempiono di grande preoccupazione – dice mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana - per l'ennesima volta le armi prevalgono sul dialogo e sulla paziente negoziazione”. “Dopo un periodo di relativa calma, nonostante la presenza di truppe israeliane nel sud del Paese fino al maggio 2000, e di quelle siriane fino all'aprile 2005 – continua mons. Nozza - il paese sembra oggi ricadere in una spirale di violenza, come del resto tutto il Medio Oriente. Unendo la propria voce ai numerosi appelli che hanno chiesto e continuano a chiedere che si torni al dialogo affinchè tutti i popoli della regione possano vivere in pace e in sicurezza, Caritas Italiana auspica un ampio coinvolgimento e una pronta risposta solidale delle nostre comunità per poter intensificare gli interventi in Terra Santa”.
Sulla stessa linea anche la Caritas Internationalis, la confederazione delle 162 realtà locali, che chiede un cessate il fuoco immediato “affinché venga fermata la strage di vittime umane”. ”Guidati dall'insegnamento sociale della Chiesa cattolica - ha continuato la Caritas Internationalis – e in linea con il diritto umanitario internazionale, noi chiediamo la fine di tutte le violenze e l'inizio di un negoziato costruttivo orientato a trovare soluzioni di lungo termine. Gli stati e le autorità che ignorano il diritto internazionale dimostrano di non rispettare le convenzioni che loro stessi hanno firmato''. Tuttavia, l'organizzazione ha precisato ''di credere in una giusta pace in Medio Oriente”, che passi dal ruolo della Comunità internazionale per aiutare “i popoli di Israele, Palestina e Libano a fare marcia indietro ed evitare l'esplosione di una guerra su vasta scala”.
Intanto, dal Libano cominciano ad arrivare le prime testimonianze. Come quella di un giovane francescano, chierico studente al convento di Santa Chiara di Napoli, tornato in questi giorni a Beirut dalla sua famiglia. “Il bombardamento è stato tragico – ha scritto il giovane alla Custodia di Terra Santa di Gerusalemme - non ci sono più nè aeroporti nè porti, e nemmeno i confini con la Siria perchè li hanno attaccati. Stanno bloccando ogni zona ed eliminando tutti i passaggi fra le città. Stanno distruggendo i piccoli villaggi, specialmente nel Sud. Purtroppo nessun Paese ci sta aiutando”. La gente è sconvolta: “Quello che accomuna i libanesi è la solidarietà, ma anche una grande tensione e molto stress. Chiediamo che Israele si fermi almeno un giorno, perchè sono cinque giorni che bombardano senza pausa”. Il timore di rimanere isolati si avverte anche nella lettera delle Suore Clarisse di Beirut. “Tutte le vie di comunicazione sono impraticabili, via terra, aria e mare. Ci resta ancora il telefono, Internet e i cellulari. Per questo vi mando queste poche notizie, nel caso anche questi mezzi vengano soppressi”.
ma hai letto il primo link che hai postato ?
se si . Rileggilo.
ps: guarda anche le pubblicita' che ci sono.
Sì, certo.
O vuoi sostenere che solo una fonte di sinistra è affidabile? Non serve che rispondi, si capisce già.
macedone
21-07-2006, 19:00
Pessima notizia... :(
http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/5202142.stm
Speriamo che la questione si risolva prima di conivolgere apertamente USA...
Scusatemi se intervengo su questo post senza aver letto tutto il thread (magari stasera lo leggo), ma gli USA sono già belli che coinvolti da decenni. E probabilmente solo gli USA potrebbero mettere fine alle violenze, se lo volessero davvero. Timor Est vi dice niente?
macedone
21-07-2006, 19:16
Scusatemi se intervengo su questo post senza aver letto tutto il thread (magari stasera lo leggo), ma gli USA sono già belli che coinvolti da decenni. E probabilmente solo gli USA potrebbero mettere fine alle violenze, se lo volessero davvero. Timor Est vi dice niente?
Gli USA si mettono in mezzo "seriamente" se l'Iran comincia apertamente a rompere i maroni... Perchè una cosa è dare i missili sotto banco altro è schierarsi apertamente... La situazione in medioriente la vedo delicatissima in questo momento, o non vorrei ci si ficcassero di mezzo Iran e USA... anche perchè la Cina e la Russia ultimamente mi piacciono sempre meno....
Quello che voglio dire è che Israele agisce da sempre in questa maniera perchè ha l'appoggio degli USA. Se gli USA (ipotesi utopica) dicesse "Bimbi, avete finito di giocare!" abbasserebbero inevitabilmente le orecchiette.
Sì, certo.
O vuoi sostenere che solo una fonte di sinistra è affidabile? Non serve che rispondi, si capisce già.
Ho parlato di destra o sinistra ?
Ho parlato di articoli piu' o meno affidabili ?
Forse non hai letto a fondo l'articolo , perke' e' alla soglia del ridicolo.
Un offesa alla gente che in questo momento sta morendo.
francamdar
22-07-2006, 00:05
Crisi nei media nell'informazione su Gaza
L'importanza dell'informazione libera nella formazione dell'opinione pubblica sul conflitto israelo-palestinese.
di Patrick O'Connor
5 Luglio 2006
Un elemento che alimenta l'attuale crisi di Gaza è il continuo fallimento dei grandi media USA nel coprire adeguatamente il conflitto israelo-palestinese. La politica USA, l'opinione pubblica e la copertura da parte dei mainstream media sono tutti pericolosamente sbilanciati verso Israele. La copertura dei media riflette ed influenza la politica e la pubblica opinione. La copertura dei media degli eventi di Gaza illustra ancora in che modo i grandi media americani privilegino la versione israeliana, e frequentemente ignorino sia le esperienze dei Palestinesi che il diritto internazionale, fornendo al pubblico USA ed ai politici solo parte della storia.
Domenica, il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha ammesso che era sua intenzione commettere crimini di guerra a Gaza, dicendo ai membri del suo gabinetto che lui voleva che "nessuno dormisse a Gaza stanotte". Olmert pertanto ha ufficialmente ammesso la politica israeliana di punire 1,4 milioni di Palestinesi, una violazione della Quarta Convenzione di Ginevra. Ma nessuno dei tre principali quotidiani USA -- il New York Times, il Washinton Post e il LA Times -- ha riferito l'affermazione di Olmert, anche se essa è stata ampiamente citata nel mondo.
La scorsa settimana, questi tre principali quotidiani hanno anche pubblicato editoriali a deciso sostegno del diritto di "rappresaglia" d'Israele dopo la cattura di un soldato israeliano. I loro editoriali non hanno mai menzionato un solo elemento del brutale assedio di 10 mesi da parte d'Israele su Gaza. In un ammonimento in un editoriale a sostegno della guerra in Iraq, il Post assunse la posizione più belligerante, plaudendo la "moderazione" israeliana ed approvando il rovesciamento dell'Autorità Palestinese a guida Hamas. Sebbene i principali quotidiani hanno pubblicato alcuni buoni articoli sul punto di vista palestinese negli scorsi giorni, la loro fondamentale faziosità verso Israele è rimasta più che evidente.
Il 2 Luglio Ehud Olmert ha detto ai suoi colleghi di governo "io voglio che nessuno dorma stanotte, voglio che capiscano cosa significa" questo nei centri abitati vicino Gaza che sono state colpite dai razzi palestinesi Qassam. La sua affermazione si riferiva direttamente alla pratica israeliana di svegliare i Palestinesi nel cuore della notte con ripetuto voli di jet per rompere il muro del suono, e i bombardamenti notturni di Gaza. Inoltre, Israele di notte tiene svegli gli abitanti di Gaza col timore della povertà, l'assedio, gli attacchi imminenti, e la mancanza di elettricità, acqua, combustibile e cibo. L'affermazione di Olmert è stata ampiamente riportata sui media israeliani, della dall'Associated Press, da The Chicago Tribune, da The International Herald Tribune, e dal britannico Guardian, tra gli altri. Una ricerca su Google su questa citazione evidenzia 279 articoli, per lo più da siti web di giornali degli Stati Uniti. Alcuni di questi giornali hanno senza dubbio stampato questa storia.
Tuttavia non c'è nessun indizio delle parole di Olmert sul LA Times e sul Washington Post. La copertura del New York Times è più interessante. I corrispondenti del New York Times Steven Erlanger e Ian Fisher hanno riportato la citazione in un articolo on line che è stato pubblicato anche dall'International Herald Tribune. Comunque, la citazione non è mai apparsa sulla versione cartacea del giornale. I redattori del Times sembrano aver deciso che le parole di Olmert non erano "adatte per la stampa", e le hanno cancellare dall'articolo del loro giornalista. La cospicua assenza di una citazione così ampiamente riportata ed emblematica solleva la possibilità che i principali giornali USA attivamente evitano di stampare ciò che fa apparire Israele troppo scopertamente cattiva.
Ciò che è certo e che i principali giornali USA generalmente omettono il contesto dei diritti umani e del diritto internazionale, così come il correlato concetto di punizione collettiva, e proporzionalità, tutte cose continuamente violate da Israele. Il 2 Luglio, l'organizzazione dei diritti umani B'Tselem ha specificamente criticato l'affermazione di Olmert, dicendo che, "L'uso dei boom sonici è una flagrante violazione di molte disposizioni del diritto internazionale. La più significativa disposizione è la proibizione alla punizione collettiva, L'articolo 33 della Quarta Convenzione di Ginevra... afferma categoricamente che le 'pene collettive ed ugualmente tutte le misure di intimidazione terroristica sono proibite'". Oltre a criticare i boom sonici, Human Rights Watch ha osservato il 29 Giugno che "Le leggi di guerra proibiscono attacchi su 'oggetti indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile'". L'attacco d'Israele alla sola centrale elettrica di Gaza è in violazione dei suoi obblighi a salvaguardare questi oggetti dagli attacchi'".
La dura punizione collettiva dei Palestinesi è stata storicamente la pietra di volta della politica israeliana, e caratterizza l'assedio israeliano di Gaza, i tre principali giornali USA hanno usato la frase "punizione collettiva" appena quattro volte dall'inizio della recrudescenza della crisi i 25 Giugno. Ogni giornale ha citato l'affermazione del leader palestinese Mahmaoud Abbas una volta, e il New York Times ha anche citato il proprietario di una drogheria palestinese. Questi stessi giornali hanno stampato la frase "punizione collettiva" per un totale di sole altre sei volte quest'anno nei loro servizi sul conflitto Israelo-palestinese. Dal Giugno 25 questi giornali hanno usato le parole "terrorista" o "terrorismo" 28 volte per descrivere i Palestinesi, mentre hanno detto "occupazione" solo sei volte per descrivere le azioni israeliane. Le citazioni dell'illegalità degli insediamenti israeliani, il Muro, la demolizione di case, la detenzione di Palestinesi, e molte altre misure sono ugualmente rare. Mentre questi quotidiani documentano le crisi umanitarie sofferte dai Palestinesi, essi generalmente evitano di suggerire che i Palestinesi hanno gli stessi diritti degli Israeliani, o che c'è un accettato sistema legale che dovrebbe essere applicato non solo agli attacchi palestinesi, ma anche alle azioni israeliane.
Allo stesso modo, nel prendere posizione nell'attuale crisi, queste redazioni di giornali cancellano completamente le più recenti violazioni dei diritti umani da parte di Israele. Tutti e tre i giornali hanno biasimato solo Hamas. L'editoriale del New York Times del 29 Giugno ha sottolineato le "irresponsabili provocazioni di Hamas", e l'editoriale del 1 Luglio del Washington Post dal titolo "La guerra di Hamas" ha evidenziato gli atti di terrorismo e guerra" di Hamas. Scrivendo come se la storia iniziasse il 25 Luglio con la cattura del soldato Israeliano e l'attacco palestinese si fosse materializzato dal nulla, nessuno dei loro editoriali fa cenno alla violenza sproporzionata di Israele -- i 39 anni di occupazione militare; i 176 palestinesi uccisi nel 2006, molti dei quali civili e bambini, a paragone dei 16 Israeliani uccisi; 8300 granate d'artiglieria lanciate dentro Gaza quest'anno a paragone degli 840 razzi palestinesi lanciati verso Israele; i continui sequestri di terra da parte di Israele; o il soffocante assedio di Gaza. Solo il New York Times ha fatto menzione del fatto che Hamas sta ora rompendo la tregua unilaterale durata 16 mesi. Gli editoriali dei giornali israeliani hanno più sfumature e maggior equilibrio che questi editoriali USA.
Nessuno degli editoriali ha rilevato che il Palestinesi uccisero e catturarono soldati israeliani impegnati nell'assedio di Gaza. Nessuno ha rilevato l'ironia del fatto che i Palestinesi stavano tenendo prigioniero un solo soldato israeliano, mentre Israele sta detenendo 9.000 prigionieri, molti civili che non hanno avuto un processo, ed alcuni sottoposti a tortura. In una frase che avrebbe potuto essere scritta da una agenzia di pubbliche relazioni del governo israeliano, i giornalisti del Post hanno scritto che "i militanti chiedono a Israele il rilascio di prigionieri palestinesi legalmente arrestati i cambio di un soldato che è stato attaccato mentre sorvegliava il territorio israeliano".
Dopo la razionalizzazione dell'arresto da parte di Israele di 60 leader di Hamas, molti dei quali ministri dell'Autorità Palestinese, i giornalisti del Post hanno sminuito la distruzione di una centrale elettrica che fornisce a Gaza metà della sua energia. In una espressione finale di oltraggio che combina sia la cecità verso la violenza di Israele che la completa indifferenza verso il diritto internazionale, l'editoriale del Post del 1 Luglio raccomandava che gli Stati Arabi e le Nazioni Unite smettessero di "protestare rumorosamente contro presunti crimini di guerra israeliani".
Una volta ancora, la propaganda del governo israeliano travolge la versione palestinese, e i diritti umani e il diritto internazionale sono messi da parte. Questi esempi illustrano come i grandi media americani stanno dando attivamente forma all'informazione destinata al pubblico USA a vantaggio di Israele, e stanno promuovendo l'idea che Hamas e il terrorismo palestinese sono i soli problemi del conflitto in atto. Senza una copertura più equilibrata dai media dell'establishment come New York Times, Washington Post e LA Times, è improbabile che la politica USA e l'opinione pubblica acquisiscano a loro volta un maggiore equilibrio verso il conflitto israelo-palestinese. La necessità del mediattivismo sul tema di Israele e Palestina è più vitale che mai.
smargiasassi
22-07-2006, 11:03
...sto a fatica ma diligentemente leggendo i vari link...
(anche prima non ignoravo le atrocità israeliane)
ora rileggerò i miei post per controllare cosa ho scritto, ma mi pare di non aver mai messo in discussione il diritto dei palestinesi di incazzarsi, solo sono perplesso (eufemismo) su come portano avanti la loro battaglia.
...ah, definire i dirigenti israeliani dei terroristi non mi crea nessun imbarazzo, ma far passare arafat per martire mi fa allergia....
solo sono perplesso (eufemismo) su come portano avanti la loro battaglia.
Nello stesso modo in cui i partigiani portavano avanti la loro battaglia contro i nazisti.
smargiasassi
22-07-2006, 11:25
Nello stesso modo in cui i partigiani portavano avanti la loro battaglia contro i nazisti.
bhe via, io i nostri partigiani ai palestinesi non ce li voglio nemmeno avvicinare! non trovo nessuna similitudine.
mi spiace ma su questo non c'è informazione alternativa che mi possa far cambiare opinione.
francamdar
22-07-2006, 12:30
bhe via, io i nostri partigiani ai palestinesi non ce li voglio nemmeno avvicinare! non trovo nessuna similitudine.
mi spiace ma su questo non c'è informazione alternativa che mi possa far cambiare opinione.
per me é resistenza quando la lotta é risposta alla violenza, al sopruso e alla prevaricazione arbitraria.
é terrorismo quando si usa il "terrore" come forma di condizionamento e quando si usa violenza contro i civili e gli inermi e a danno di chi non si può difendere.
forse é vero che il lavoro "partigiano di liberazione" é in grande parte affidato alle forze "liberal" di Israele che si rifiutano di vedere questa deriva verso la barbarie, mentre, purtroppo, in palestina tante forze si nascondono dietro un'organizzazione militare per consolidare un potere (o contropotere) dimenticando delle volte (complice la "ragion di stato") gli "ultimi", i "miseri e chi non ha voce ne peso politico.
francamdar
22-07-2006, 12:45
di Carlo Bertani
Se non intervenisse l’informazione di regime a rimescolare le carte – perché hanno la coda di paglia – sarebbe addirittura noioso commentare la guerra in Libano: potremmo cercare articoli di vent’anni fa che narravano di Beirut, cambiare qualche nome e ripubblicarli.
Invece la protervia infinita di chi non rinuncia a gettare sabbia negli occhi per celare una verità che è lampante stimola, e torna la voglia di scrivere.
Anzitutto l’uso delle parole, che non è casuale.
Tutta la crisi sembrerebbe nata dal rapimento di tre soldati israeliani, uno a Gaza e gli altri due sul confine libanese, ma da quando mondo è mondo i soldati non si rapiscono, si catturano.
I soldati vengono catturati e non rapiti perché i militari sono lì per fare la guerra, non per piantare margherite, ed i soldati israeliani sparano, eccome se sparano: ogni giorno che passa è uno stillicidio di vittime – moltissimi bambini – che entrano nei disastrati ospedali palestinesi, sempre che non siano colpiti anche gli ospedali – come fecero gli americani a Falluja – con la scusa della “lotta al terrorismo”. Niente paura, dopo i misfatti gli israeliani si scusano sempre: sono una nazione “democratica”, ed in “democrazia” il bon ton non deve mancare.
Anche sul numero delle vittime civili la tradizione è rispettata: per difendersi dagli attacchi dei razzi lanciati da Hezbollah – che hanno provocato ad oggi 10 vittime civili in Israele – l’aviazione di Tel Aviv ne ha ammazzate (solo i civili) 200 in Libano. Il classico rapporto di 1 : 20 è rispettato, come nelle peggiori rappresaglie di guerra: almeno, i repubblichini di Salò attuavano un più “modesto” 1 : 10.
Sono state uccise intere famiglie, addirittura una famiglia canadese in visita ai parenti in Libano ed un casco blu indiano, dopo che Tzahal aveva preso di mira anche le forze ONU sul confine. E non si venga a dire che è stato un “errore” colpire due distinti raggruppamenti di caschi blu perché l’esercito israeliano, quando spara, sa bene su chi spara. Tanto, dopo si scusa.
Chi invece rapisce, e non cattura, è proprio Israele, che nei giorni scorsi ha “catturato” tre ministri dell’Autorità Palestinese: attenzione, tutta la stampa usa il termine “catturati”, ma nessuno ha mai sentito parlare della “cattura” di un ministro, semmai del rapimento, perché i ministri non sono dei combattenti.
Quindi, se vogliamo osservare con freddezza gli eventi, chi si è macchiato per primo del crimine di rapimento non sono gli Hezbollah, ma Israele: tanto per farlo sapere alla gran parte della politica italiana, che non perde occasione per genuflettersi in direzione di Tel Aviv.
Veniamo allora alla presenza di Hezbollah in Libano, ed alla richiesta d’attuazione della risoluzione 1559 dell’ONU che chiede proprio il disarmo delle milizie islamiche nel Paese dei Cedri. La richiesta è corretta, giacché proviene proprio dal Palazzo di Vetro; domandiamoci: perché Hezbollah è in Libano?
Inutile raccontare frottole: Hezbollah è un’emanazione di Teheran, che è lì per attuare un piano che dovrebbe condurre l’Iran a diventare il nuovo stato “guida” del Medio Oriente, sostituendo la muta Arabia Saudita ed il balbettante Egitto.
La ragione della presenza di Hezbollah, anche se strumentale, è pur sempre l’occupazione militare da parte di Israele dei territori conquistati con una guerra d’aggressione nel 1967, in aperto spregio della legalità internazionale.
Già, affermano i nuovi amici d’Israele – Fini in testa, che dell’antisemitismo dovrebbe saperne qualcosa – ma la risoluzione 1559 deve essere attuata, punto e basta. Giusto, ma allora attuiamo tutte le risoluzioni ONU e facciamola finita.
L’ONU attende ancora che sia attuata la risoluzione 338. Cosa raccontava la risoluzione 338 del 1973?
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Risoluzione 338 del 22 Ottobre 1973
Il Consiglio di Sicurezza,
1 - Richiama le parti al presente combattimento per cessare il fuoco e terminare immediatamente tutte le attività militari, non più tardi di dodici ore dall’adozione di tale risoluzione, nelle posizioni che occupano ora.
2 - Richiama le parti in causa affinché immediatamente dopo il cessate il fuoco inizino l’applicazione della risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza, in tutti i suoi punti.
3 - Decide che, immediatamente ed in concomitanza con il cessate il fuoco, inizieranno negoziati tra le parti in causa sotto i migliori auspici volti a garantire una immediata e duratura pace al Medio Oriente
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La risoluzione 338 fu emanata dall’ONU subito dopo la guerra di Yom Kippur e – cosa strana – richiamava l’applicazione di un’altra risoluzione – la numero 242 – che evidentemente gli israeliani avevano dimenticato: chissà perché questo vuoto di memoria…
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Risoluzione n. 242 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
Il Consiglio di Sicurezza, esprimendo il suo continuo rammarico per la grave situazione in Medio Oriente,
Sottolineando l’inammissibilità dell’acquisizione di territori attraverso la guerra, e la necessità di lavorare per un’immediata e duratura pace per tutti gli Stati dell’area,
Sottolineando ulteriormente che tutti gli Stati Membri con la loro accettazione del Trattato hanno sottoscritto l’impegno ad agire in conformità all’articolo 2 del Trattato,
I. Afferma che l’applicazione dei principi del Trattato, richiede un’immediata e duratura pace in Medio Oriente, che dovrebbe includere entrambi i seguenti principi:
a. Ritiro delle forze armate israeliane dai territori occupati nel recente conflitto.
b. Termine di tutte le rivendicazioni e stati di belligeranza, e rispetto per il riconoscimento di sovranità, integrità territoriale e sovranità politica per ogni Stato dell’area e il loro diritto a vivere in pace, con confini sicuri e riconosciuti e liberi da trattati e atti di forza.
II. Afferma inoltre la necessità:
a: Di garantire libertà di navigazioni attraverso le acque internazionali dell’area.
b: Di una giusta soluzione del problema dei profughi.
c: Di garantire l’inviolabilità territoriale e l’indipendenza politica di ogni Stato dell’area, attraverso misure, tra cui l’istituzione di zone demilitarizzate.
III. Richiede al Segretario Generale di nominare un Rappresentante Speciale, per procedere all’allacciamento ed al mantenimento dei contatti in Medio Oriente con gli Stati riguardanti in ordine la promozione di accordi e per appoggiare gli sforzi per ottenere una pacifica ed accettata stabilizzazione dell’area in accordo con le previsioni ed i principi di questa risoluzione.
IV. Richiede al Segretario Generale di riferire sui progressi degli sforzi il più presto possibile.
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La risoluzione 242 fu emanata dall’ONU all’indomani delle Guerra dei Sei Giorni del 1967, quando Israele decise d’annettersi unilateralmente i territori occupati.
Un preziosismo lessicale agghindava il primo punto della risoluzione, laddove si affermava che la pace in Medio Oriente “dovrebbe includere entrambi questi principi”. Un condizionale, un semplice condizionale richiesto dagli USA per approvare la risoluzione ci ha regalato decenni di guerra e decine di migliaia di morti.
Un condizionale che appare invece superato dalla risoluzione 338 (successiva), poiché lo stesso Consiglio di Sicurezza (evidentemente conscio dei rischi che la situazione conteneva in sé) s’affrettava a ricordare ciò che Israele doveva attuare, ossia: “immediatamente dopo il cessate il fuoco inizino l’applicazione della risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza, in tutti i suoi punti.”. La risoluzione doveva essere applicata in tutti i suoi punti, ovvero dovevano essere restituiti il Sinai e Gaza all’Egitto e la Cisgiordania alla Giordania.
Chi è, allora, che non rispetta le risoluzioni ONU?
Perché Tel Aviv è così ostinatamente aggrappata ad un territorio arido, per difendere il quale spende di più di quel che ricava dalle colonie, insomma, un non sense apocalittico?
Ci sono due ragioni che concorrono alla non soluzione del problema palestinese: la prima è di carattere economico, la seconda dottrinale.
La ragione economica è semplicissima: con lo status di “territori occupati” (non contemplato nel diritto internazionale. se non per brevissimi periodi che preludono ad un accordo di pace) Israele si è assicurata manodopera a bassissimo costo per le sue industrie e per il terziario dove non occorre specializzazione.
Migliaia di operai palestinesi varcano ogni giorno i valichi di frontiera per andare a lavorare in Israele, dove sono pagati un’inezia (in confronto alla manodopera israeliana): in aggiunta – essendo manodopera frontaliera – lo stato ebraico non deve provvedere agli oneri sociali ed al welfare per quei lavoratori. Che si arrangino i palestinesi.
E’ pur vero che ci sono delle compensazioni economiche che Israele deve versare alle casse palestinesi per questo “strano” caso di lavoratori stranieri che ogni giorno mandano avanti le industrie e l’agricoltura israeliana, ma recentemente Tel Aviv ha smesso semplicemente di versare quei fondi, affamando Gaza.
L’irrazionalità totale dell’impianto risiede proprio nel fatto che i lavoratori palestinesi – non essendo israeliani e nemmeno stranieri, perché non hanno uno stato d’appartenenza – non hanno status, o forse l’unico status giuridico che è possibile assegnare loro è quello di schiavi o di apolidi.
Le ragioni dottrinali affondano le loro radici nel Pentateuco:
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22 Poiché se osserverete diligentemente tutti questi comandi che vi do e li metterete in pratica, amando il Signore vostro Dio, camminando in tutte le sue vie e tenendovi uniti a lui,
23 il Signore scaccerà dinanzi a voi tutte quelle nazioni e voi v'impadronirete di nazioni più grandi e più potenti di voi.
24 Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà sarà vostro; i vostri confini si estenderanno dal deserto al Libano, dal fiume, il fiume Eufrate, al Mar Mediterraneo.
25 Nessuno potrà resistere a voi; il Signore vostro Dio, come vi ha detto, diffonderà la paura e il terrore di voi su tutta la terra che voi calpesterete.
Deuteronomio, cap. 11, Conclusioni
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Queste sono le ragioni che inducono gran parte degli israeliani a credere che i loro confini orientali dovrebbero estendersi ancora, altro che abbandonare il West Bank.
Anche se altri profeti – ad esempio Ezechiele – affermano che il confine orientale della terra concessa da Dio al popolo eletto si ferma al Giordano, sembra che sia tenuto in maggior conto quel che è scritto nel Deuteronomio. Chissà perché.
E poi ci vengono a raccontare che l’Iran è uno stato fondamentalista.
Carlo Bertani
bertani137@libero.it
www.carlobertani.it
bhe via, io i nostri partigiani ai palestinesi non ce li voglio nemmeno avvicinare! non trovo nessuna similitudine.
mi spiace ma su questo non c'è informazione alternativa che mi possa far cambiare opinione.
No? Stato occupato da un esercito nemico, nessuna possibilita' di organizzare un esercito regolare, metodi di guerriglia... le similitudini sono talmente tante che non vale nemmeno la pena di ricordarle tutte.
Questa era la resistenza palestinese, prima che si passasse al terrorismo contro terrorismo: i kamikaze contro i bombardamenti sui civili e le uccisioni mirate.
francamdar
22-07-2006, 14:37
[...]So già che qualcuno li definirà "la versione ufficiale dei media pagati dalle multinazionali", forse per non voler vedere al di là del proprio naso.mi sembra che tu faccia un po' di confusione sui "media", sul mainstream e sui metodi di disinformazione (Ritardare, Distrarre, Screditare, Concentrare e Scegliere un Capro Espiatorio). Ti posto un interessantimo articolo di Dahr Jamail al riguardo
Propaganda e Haditha
Le responsabilità dei media nella strage di Haditha. - di Dahr Jamail (*)
9 Giugno 2006 truthout.org (http://www.truthout.org/)
Secondo i principi fissati durante il Processo di Norimberga e quelli contenuti nel patto fondante dell'UNESCO, il compito più importante dei giornalisti in tempo di guerra è quello di non incitare l'opinione pubblica alla violenza. Nel caso dell'insabbiamento della Strage di Haditha, dobbiamo chiederci: i media aziendali USA sono complici nell'insabbiamento di questo Crimine di Guerra?
"In tempo di guerra, la verità è così preziosa che deve essere sempre scortata da una guardia del corpo di bugie."
Winston Churchill, Primo Ministro britannico durante la seconda guerra mondiale.
Si ha propaganda quando i media aziendali d'Occidente crecano di influenzare l'opinione pubblica in favore della guerra in Iraq manipolando la verità e distorcendo la realtà. C'è da aspettarsela, e va riconosciuta per quello che è. In quei rari casi in cui i media fanno il loro mestiere con responsabilità e riportano eventi come la Strage di Haditha del 19 novembre 2005, devono anche avere la voglia e la capacità di prevenire e contrastare le campagne di propaganda che inevitabilmente seguiranno. Dai responsabili membri della confraternita dei media ci si aspetta che mantengano le loro posizioni e non si uniscano ai propagandisti.
Questo pezzo riassume le cinque tattiche di propaganda più comunemente usate in combinazione dallo Stato e dai Media per la gestione delle crisi, e che ci aspettiamo che verranno usate in relazione alla Strage di Haditha. In un ordine quasi cronologico di utilizzo, le tattiche sono: Ritardare, Distrarre, Screditare, Concentrare e Scegliere un Capro Espiatorio. Ciascuna di queste campagne di pubbliche relazioni verrà qui discussa in relazione alla Strage di Haditha.
Ritardare
Il canale Al Jazeera, con oltre 40 milioni di spettatori nel mondo arabo, è la più grande emittente di notizie nel Medio Oriente. E' stato il bersaglio di una violenta campagna di propaganda USA. Le sedi centrali della stazione sia in Afghanistan che a Bagdad sono state distrutte da forze USA durante le invasioni USA di entrambi i Paesi. A Bagdad, l'attacco di quegli uffici ad opera di un aereo da guerra ha causato la morte del loro corrispondente Tareq Ayoub. Inoltre, giornalisti di Al Jazeera sono stati sistematicamente incarcerati e minacciati in tutto l'Iraq, fino a che l'emittente è stata del tutto bandita dal Paese. Queste azioni sono in qualche misura contraddittorie, da parte di una forza di occupazione che proclama di cercare di promuovere la libertà e la democrazia in Iraq.
Il 19 novembre 2005, il giorno della Strage di Haditha, Al Jazeera era stata da tempo bandita dall'Iraq. Costretta a dare notizie sulla guerra da una scrivania a Doha, in Qatar, l'emittente lo faceva per telefono. Due Iracheni hanno lavorato con diligenza per riportare notizie sull'occupazione USA dell'Iraq attraverso una rete flessibile di contatti all'interno dell'Iraq. In barba alle sfide estreme imposte dagli USA, e grazie al suo giornalismo responsabile, Al Jazeera ebbe pronta la notizia di Haditha subito dopo il fatto, e la condivise con media occidentali e non solo, mentre questi si accontentarono di collaborare a ritardare la storia di almeno quattro mesi, rigurgitando dispacci militari non verificati.
Due giorni dopo la strage, DahrJamailiraq.com è stato il primo sito gratuito su Internet a pubblicare l'articolo di Al Jazeera (http://dahrjamailiraq.com/mideastwire/index.php?id=26) tradotto in inglese (lo si poteva vedere a pagamento su MidEastWire.com).
Il giornalista di Al Jazeera a Doha, in Qatar, intervistò il giornalista Walid Khalid a Bagdad. L'articolo di Khalid, tradotto da MidEastWire.com, era come segue:
Ieri sera una carica di esplosivo è saltata sotto un mezzo dei Marines USA nella zona di Al Subhani, distruggendolo completamente. Mezz'ora dopo, la reazione USA è stata violenta. Aerei USA hanno bombardato quattro case vicino all'area dell'incidente, causando la morte immediata di cinque Iracheni. In seguito, le truppe USA hanno preso d'assalto tre case vicino al luogo dell'esplosione, in cui vivevano tre famiglie. Alcuni medici, e testimoni oculari vicini alle famiglie, hanno affermato che le truppe USA, insieme all'esercito iracheno, hanno ammazzato 21 persone, e cioè tre famiglie, tra cui nove bambini e ragazzi, sette donne, e tre anziani.
E' interessante il confronto con la notizia del massacro data dal New York Times, il "giornale di riferimento" degli Stati Uniti. Scimmiottando senza porsi problemi i dispacci di stampa militari, la loro notizia data il 21 novembre 2001 recita: "Il Corpo dei Marines ha detto domenica che 15 civili e un Marine sono stati uccisi sabato all'esplodere di una bomba sulla strada ad Haditha, 140 miglia a nordovest di Bagdad. La bomba di sabato ad Haditha, sull'Eufrate nella provincia a maggioranza sunnita di Anbar, era diretta a un convoglio di Marines americani e soldati dell'esercito iracheno, ha detto il Capitano Jeffrey S. Pool, portavoce dei Marines. Dopo l'esplosione, uomini armati hanno sparato al convoglio. Almeno otto insorgenti sono stati uccisi nella sparatoria, ha detto il capitano".
L'organizzazione Iraq Body Count (IBC) ha accettato immediatamente questa versione, dimostrando chiaramente come il suo conto delle morti di civili iracheni dovuti alla guerra sia molto inferiore ai numeri effettivi. Facendo esclusivo riferimento a brani di media occidentali che diffondono volontariamente la propaganda ufficiale, IBC davvero non può dirsi una fonte indipendente o veritiera di informazione.
Ad aprile 2006, il loro database di fonti giornalistiche citò una notizia data da AP e una di Reuters del 20 novembre 2005, insieme con un articolo del London Times del 21 marzo 2006. Ecco come IBC ha distillato le notizie: "Haditha – scontro tra Marines USA e insorgenti – armi da fuoco" e il numero di civili uccisi è stato registrato a 15. Riesce difficile capire perchè IBC ha scelto ancora di citare frottole USA, ripetute senza pensarci dai media occidentali, invece di tenere conto della traduzione in inglese, già ampiamente disponibile, del rapporto su Haditha di Al Jazeera.
Il 6 giugno 2006, la Strage di Haditha è stata ricordata da IBC come "famiglie nelle loro case e studenti in un'auto di passaggio" e il numero dichiarato di vittime era 24. Non si può fare a meno di chiedersi quanta propaganda militare USA non corretta, non verificata né messa in dubbio si annida nel database di IBC. Haditha potrebbe non essere che la punta dell'iceberg.
E' stato solo quattro mesi dopo l'accaduto che i media aziendali d'Occidente hanno cominciato a rivedere i fatti. Il 19 marzo 2006 è stata la rivista Time a "pubblicare per prima" la notizia di Haditha in un pezzo intitolato "Danni Collaterali o Strage di Civili ad Haditha". Le fonti primarie di questo pezzo erano un video girato da uno studente iracheno di giornalismo prodotto il giorno dopo la strage e interviste avute con i testimoni. Il che è un'altra prova evidente che bastano poche semplici interviste e alcune foto e video già disponibili a correggere drasticamente gli errori madornali nel modo che hanno i media occidentali di raccontare l'occupazione.
E' significativo che questa storia "esclusiva" sia venuta dalla stessa testata che ha ornato la sua copertina con George W.Bush come Persona dell'Anno 2004 per aver "ricostruito la realtà ad immagine delle sue idee". Questo ardito spot pubblicitario per il Presidente rieletto USA più impopolare della storia fa di più che stabilire il fatto che la rivista ha un'agenda che ha a che fare meno con il giornalismo responsabile che con l'influenzare l'opinione pubblica. Il fatto che Time abbia riportato indietro gli orologi di quattro mesi riguardo ad Haditha, quando le prove erano già ampiamente disponibili il giorno dopo l'accaduto, non fa che rinforzare l'accusa che esso partecipa volontariamente alla propaganda di Stato USA. I giornalisti dovrebbero mettere in luce con coraggio il fatto che anche Time, come la persona che ha acclamato Persona dell'Anno 2004, ricostruisce la realtà ad immagine delle sue idee. Se i giornalisti non guardano la storia di Time con occhio scettico come esercizio di pubbliche relazioni prima di saltare sul carro del vincitore ad Haditha, rischiano anche loro di tradire la fiducia del pubblico per il gusto di partecipare ad una campagna di pubbliche relazioni per gestire la crisi.
Ma la Strage di Haditha è lontana dall'essere l'unica notizia che i media aziendali occidentali hanno tardato nel riportare. Il 4 maggio 2004 il giornalista Dahr Jamail, uno degli autori di questo pezzo, scrisse "Segni Evidenti di Tortura Spingono la Famiglia a Chiedere Spiegazioni". La notizia, pubblicata dal NewStandard (http://newstandardnews.net/content/index.cfm/items/275), riguardava un iracheno di 57 anni di nome Sadiq Zoman, messo agli arresti nella sua residenza a Kirkuk il 21 luglio 2003, quando truppe USA entrarono con la forza nella casa degli Zoman per cercare armi e, a quanto pare, per arrestare Zoman. Più di un mese dopo i soldati scaricarono Zoman in stato comatoso all'ospadale principale di Tikrit. Il suo corpo presentava segni evidenti di tortura (http://dahrjamailiraq.com/gallery/view_album.php?set_albumName=Detained_and_tortured _iraqi): bruciature puntiformi sulla pelle, segni di randellate dietro la nuca, un pollice malamente fratturato, bruciature da elettricità sulle piante dei piedi e sui genitali, e segni di frustate sulla schiena.
Jamail scrisse l'articolo nel gennaio 2004 e diffuse l'informazione a oltre 100 giornali USA perchè la pubblicassero. La storia fu convenientemente ignorata dai media aziendali USA, finchè dovettero pubblicare altre foto sulle torture ad Abu Ghraib, dopo che il giornalista Seymour Hersh minacciò di precedere 60 Minutes nel pubblicare sul New Yorker il suo pezzo sulle torture, a fine aprile 2004.
Un altro esempio di questo giornalismo "ritardato" riguarda la storia dell'uso di fosforo bianco da parte dei militari USA contro i civili a Fallujah durante l'assalto alla città del novembre 2004. Jamail, inizialmente, scrisse (http://www.dahrjamailiraq.com/hard_news/archives/hard_news/000137.) un articolo intitolato "Armi inusuali usate a Fallujah" con Inter Press Service. I media aziendali USA ignorarono la storia (http://www.dahrjamailiraq.com/hard_news/archives/hard_news/000318.php), finchè l'Independent nel Regno Unito pubblicò un suo articolo sulle atrocità. Anche in seguito, a parte un paio di editoriali che fecero cenno a questo crimine di guerra, la maggioranza delle maggiori testate continuò il suo silenzio. Questo sebbene il Pentagono avesse ammesso l'uso di quelle armi, e i residenti di Fallujah come Abu Sabah avessero da tempo detto a un reporter: "Hanno usato queste bombe strane che fanno una nuvola di fumo a forma di fungo, e poi cadono dei pezzetti dall'alto con queste lunghe scie dietro". Descrisse anche pezzi di queste bombe che esplodevano con grandi fiamme, e che bruciavano la pelle quando si versava acqua sulle bruciature.
Ci sono innumerevoli altre notizie che i media aziendali USA hanno fornito con un intenzionale ritardo e che potrebbero non raggiungere mai un vasto pubblico negli USA, così come sarebbe giusto. E' necessario chiedersi quando i media aziendali riporteranno storie come le seguenti:
19 Novembre 2004: "Forze USA Assaltano (http://www.dahrjamailiraq.com/hard_news/archives/hard_news/000318.php) una Moschea", Inter Press Service (almeno quattro fedeli uccisi e 20 feriti durante le preghiere del venerdì, quando forze USA e irachene assaltano la moschea di Abu Hanifa a Bagdad.
19 Aprile 2004: "Truppe USA Assaltano la Moschea di Abu Hanifa, Distruggono Aiuti per Fallujah", The NewsStandard News (carri armati e fuoristrada vengono usati per sfondare (http://newstandardnews.net/content/index.cfm/items/174) il portale di una moschea, nel cuore della notte. Il cibo raccolto per gli aiuti a Fallujah viene distrutto, i fedeli sono terrorizzati, si spara, copie del Santo Corano vengono dissacrate).
13 Dicembre 2004: "Militari USA Ostacolano Cure Mediche", Inter Press Service (militari USA impediscono cure mediche (http://www.dahrjamailiraq.com/hard_news/archives/hard_news/000157.php) in parecchi casi, e assaltano regolarmente ospedali in Iraq).
23 Aprile 2004: "Residenti di Fallujah Affermano che Forze USA si Danno alle Punizioni Collettive", The News Standard News (nonostante quello che i Marines chiamano "cessate il fuoco" a Fallujah, i rifugiati chiusi fuori e gli abitanti ancora sotto assedio continuano a essere il bersaglio di punizioni collettive (http://newstandardnews.net/content/index.cfm/items/198))
3 Gennaio 2004: "Terrorismo Militare (http://dahrjamailiraq.com/weblog/archives/dispatches/000069.php) USA e Punizioni Collettive in Iraq" (colpi di mortaio (http://dahrjamailiraq.com/gallery/view_photo.php?set_albumName=album06&id=100_1613) sparati alla casa e alla terra di un contadino ad Al Dora, vicino a Bagdad. Come Jamail ha scritto nel web log già menzionato, i residenti hanno riferito: "Non sappiamo perchè bombardino la nostra casa e i nostri campi. Non abbiamo mai opposto resistenza agli Americani. Ci sono guerriglieri stranieri che sono passati di qua, e penso che siano loro che vogliono. Ma perchè bombardano noi?" Quando al contadino è stato chiesto cosa è successo quando ha chiesto ai militari USA di rimuovere i colpi di mortaio inesplosi, lui ha risposto: "Glielo abbiamo chiesto una prima volta e loro hanno detto 'Va bene, ci pensiamo noi'. Ma non sono più venuti. Glielo abbiamo chiesto una seconda volta e loro ci hanno detto che non li toglieranno finchè non gli daremo un guerrigliero. Ci hanno detto: 'Se voi non ci date un guerrigliero, noi non veniamo a togliervi le bombe'". Poi ha alzato le braccia e ha detto: "Ma noi non conosciamo guerriglieri!")
18 Novembre 2004: "Repressione dei Media nella Terra 'Liberata'", Inter Press Service (giornalisti detenuti e minacciati sempre più dal governo (http://www.dahrjamailiraq.com/hard_news/archives/hard_news/000124.php) ad interim installato dagli USA in Iraq. In particolare, ai media è stato impedito di riportare sui recenti, orribili eventi di Fallujah. Tra i "cento ordini" firmati dall'ex amministratore USA in Iraq, Paul Bremer, c'era l'Ordine 65, passato il 20 marzo 2004, che istituiva una commissione irachena su comunicazione e media. Questa commissione ha il potere di controllare i media perchè ha il completo controllo su concessioni e regolamentazione delle telecomunicazioni, trasmissioni, servizi di informazione e altre organizzazioni dei media. Pochi giorni dopo la "consegna" del potere a un governo iracheno ad interim, nel 2004, l'ufficio di Bagdad di Al Jazeera fu saccheggiato e poi chiuso da forze di sicurezza legate al governo ad interim. Alla rete fu vietato di diffondere notizie dall'Iraq, inizialmente per un mese, e poi "indefinitamente". La commissione sui media ordinò a tutte le agenzie di informazione di "seguire la linea del governo sull'offensiva USA di Fallujah o prepararsi a un'azione legale").
14 Febbraio 2005: "I Media Giudicati Colpevoli di Raggiro", Inter Press Service (un tribunale del popolo ha riconosciuto la maggior parte dei media occidentali colpevoli (http://www.dahrjamailiraq.com/hard_news/archives/hard_news/000198.php) di incitare alla violenza e ingannare la gente nel fornire notizie sull'Iraq. Il collegio di tre giudici nella sessione di Roma del Tribunale Penale Internazionale (TPI), iniziativa popolare che cerca di scoprire la verità sulla guerra e sull'occupazione dell'Iraq, ha accusato il governo USA e quello britannico di impedire ai giornalisti di svolgere il loro compito e di proporre intenzionalmente bugie e disinformazione).
Distrarre
Una volta che una notizia dannosa, e con ogni probabilità ritardata, colpisce la coscienza dei media aziendali occidentali, si possono rilasciare altre notizie allo stesso tempo che distraggono il pubblico, o diluiscono l'effetto della storia originaria. In maniera simile è stata gestita la storia di Haditha dai media aziendali occidentali.
Per esempio il 1 giugno 2006 la BBC ha pubblicato una storia sui dettagli di un probabile "massacro" a Ishaqi il 15 marzo 2006. Dahr Jamail aveva dato la notizia (http://www.dahrjamailiraq.com/hard_news/archives/newscommentary/000380.php), e pubblicato le fotografie (http://dahrjamailiraq.com/gallery/view_album.php?set_albumName=album37), circa due mesi prima. La storia della BBC era sospetta (http://dahrjamailiraq.com/multi_media/ishaqi_bbc_6_1_2006.php): non solo era stata ritardata di due mesi e mezzo, ma il momento del suo rilascio era contemporaneo a un picco di interesse per lo scandalo della Strage di Haditha. Intanto, la stessa versione data dalla BBC della notizia di Ishaqi, sebbene tragica, non sembrava indicare che ci fosse uno scandalo. Non ha sorpreso che il giorno dopo lo "scoop" della BBC su Ishaq, ABC pubblicò una storia dal titolo "I Militari USA Negano Nuove Accuse di Abuso ad Ishaqi", in cui i militari USA dicevano di aver condotto un'inchiesta e scoperto che non c'erano basi per sostenere che ci fosse stata una strage ad Ishaqi. L'idea che la BBC potesse uscire con uno "scoop" e i militari potessero rispondere, indagare e produrre un dispaccio di agenzia in tempo utile per ABC per pubblicarne i risultati di innocenza il giorno dopo è incredibile se non del tutto ridicola. Questa serie di eventi mediatici sono serviti principalmente per distrarre il pubblico dalla storia di Haditha e seminare semi di dubbio nelle loro menti riguardo alla Strage di Haditha. Da giornalisti esperti ci si aspetta che scoprano il trucco senza indugi.
Il 5 giugno 2006 Il New York Times ci fornisce due distrazioni aggiuntive: una riguarda pubblicità a pagamento su Internet, e l'altra la prima pagina del giornale.
Facendo su Google una ricerca su "Haditha" il 5 giugno, ci si trovava davanti una storia intitolata "Incredulità su Haditha", offerta tramite Google AdSense. L'articolo è sostanzialmente patriottico, e consiste in una serie di interviste con i militari di Camp Pendleton il giorno di Memorial Day, in cui gli intervistati hanno avuto la possibilità di raggiungere l'intera nazione attraverso il Times, offrire solidarietà ai soldati coinvolti nella strage, e seminare dubbi sull'evento stesso. Il fatto che il New York Times paghi affinché questa storia appaia ogni volta che qualcuno digita "Haditha" su Google, e che questa storia di certo serva a creare dubbi sugli eventi accaduti ad Haditha, è chiaramente una distrazione dagli orrendi fatti della strage stessa. Una domanda: perchè il New York Times non paga per promuovere un articolo neutrale sulla Strage di Haditha invece che un pezzo che porta avanti un patriottismo americano sfacciato ed esclusivo, e che nega i fatti stessi?
Ma lo stesso giorno, il New York Times va oltre nell'insabbiare la Strage di Haditha per mezzo di distrazione e dubbio, e ingoia così com'è un evento mediatico sponsorizzato dalle forze armate USA. Due giornalisti furono portati dal governo USA in un elicottero militare a visitare una fossa comune. La fossa comune, stando ai fatti, è stata scavata quando la polizia segreta di Saddam Hussein assassinò persone coinvolte con la rivolta sciita del 1991. Per coincidenza, le persone sepolte in questo sito sono 28, più o meno lo stesso numero di persone che si pensa siano state uccise ad Haditha. La ragione per cui gli USA hanno portato i giornalisti in quel posto è chiara; la storia di un massacro simile per mano di Saddam Hussein distrae l'opinione pubblica dalla Strage di Haditha con la logica zoppa del "Beh, se l'ha fatto lui...". Il New York Times non sentì il bisogno di ritardare la storia, e pubblicò "Tombe nel Deserto: Scoperti gli Orrori dell'Iraq" in prima pagina appena due giorni dopo che i giornalisti furono portati dal governo a visitare il sito. Dopo le critiche puntuali al ruolo giocato dal New York Times, per mezzo di propagandisti statali e militari USA come Judith Miller e Thomas Friedman, nell'orchestrare la propaganda che ha portato alla guerra in Iraq, ci sarebbe da immaginare che giornalisti rispettabili siano in grado di non accettare un'escursione per i media in Iraq sponsorizzata dagli USA. I giornalisti rispettabili dovrebbero anche chiedersi perchè il New York Times accetta questo tipo di propaganda a titolo di notizie, mentre ignora eventi come quelli in cui gli abitanti di Fallujah scavarono fosse comuni per seppellire le migliaia di persone uccise durante l'assalto USA alla città nel novembre 2004.
Ma la madre di tutte le distrazioni venne l'8 giugno 2006, con lo spasmo mediatico sulla presunta uccisione di Abu Musab al-Zarqawi. Possiamo essere sicuri di cosa andrà in prima pagina questa settimana. La cosa ridicola è che lo stesso Zarqawi è forse più una costruzione della propaganda e dei media USA che una vera minaccia al popolo iracheno, e men che meno alla sicurezza degli USA. La storia di Zarqawi è servita a semplificare e a mettere la faccia di Al Qaida su quella che in realtà è una situazione assai più complessa che riguarda la resistenza e le crescenti tensioni tra le sette in Iraq. Ora, con la presunta morte di Zarqawi riportata dal governo USA, i media stanno ingoiando così com'è la versione statale di questa storia, nonostante le truffe che abbiamo visto nelle precedenti iniziative della propaganda USA, dalla "liberazione" di Jessica Lynch, alle falsità di Pat Tillman, all'abbattimento della statua di Saddam Hussein a piazza Firdos a Bagdad, alla cattura dello stesso Saddam Hussein. La morte di Zarqawi rallenterà la violenta resistenza in Iraq? No. La morte di Zarqawi porterà miglioramenti alle infrastrutture elettriche, idriche e mediche in Iraq? No. La morte di Zarqawi porterà stabilità e sicurezza al popolo iracheno? No. Ma la morte di Zarqawi non è una distrazione perfetta dalla Strage di Haditha, dal fallimento totale dell'occupazione USA dell'Iraq, e dall'assalto militare USA alla città di Ramadi? Certo che lo è. E la sua morte distrae convenientemente i media aziendali dal riportare che mentre il Primo Ministro dell'Iraq ha nominato gran parte dei membri del governo lo scorso fine settimana, la posizione del Vicepresidente Abel Abdul Mahdi, fissata più di un mese fa, è stata la riconferma di uno dei più accesi sostenitori dell'agenda economica del governo Bush in Iraq. Un'agenda che include l'implementazione della globalizzazione aziendale delle leggi dell'Iraq e un controllo USA molto, molto più stretto sull'offerta di petrolio dall'Iraq.
Screditare
Forse la campagna di propaganda più interessante che abbiamo visto connessa alla Strage di Haditha è stato lo sforzo massiccio e ben coordinato da parte di Fox News e gli autori di blog di destra di screditare tutte le accuse di crimini di guerra attaccando in blocco tutta l'Internet "di sinistra". Questa campagna si è manifestata con la falsa testimonianza in video di Jesse MacBeth. Nella sua "testimonianza" in video Jesse MacBeth afferma di essere stato soldato in Iraq e di aver commesso svariati ed orrendi crimini di guerra. Il video ha destato poca attenzione sul web perchè la sua validità fu messa in dubbio poche ore dopo la sua pubblicazione. Eppure il 24 maggio 2006, appena pochi giorni dopo la prima apparizione del video sul web, Fox News tirò fuori storie false sul video (http://dahrjamailiraq.com/multi_media/jesse_macbeth_fox_5_24_2006.php), chiamandolo un "video contro la guerra", e affermando che "quella cosa pubblicata su Internet è stata il secondo blog più cliccato su Internet nelle ultime settimane". Il secondo blog più cliccato? Ci sarebbe da chiedersi come ha fatto Fox News a ottenere dati sui blog più popolari, a meno che il canale di news preferito di Dick Cheney non sia ancora più vicino al NSA di quanto si potrebbe sospettare. I dati a supporto, che misurano il traffico ai diversi siti web certamente non erano disponibili a Fox News. Ma in ogni caso, le affermazioni erano false. Jesse MacBeth non ha mai avuto un blog. Il video era pubblicato su un piccolo sito web, a banda stretta, che non avrebbe mai potuto affrontare il traffico richiesto dal secondo blog più popolare. Di fatto, tre giorni prima della trasmissione su Fox, il sito web registrava poco più di 1500 visite in totale, e il video non era disponibile perchè il sito non era neanche in grado di far fronte a una domanda così misera. Alle 5 del pomeriggio, ora di Los Angeles, due giorni prima della promozione selvaggia del video di MacBeth da parte di Fox News, una ricerca su Google su Jessie MacBeth rivelava solo due oscuri riferimenti al video. Di fatto, il video era molto difficile da reperire sul web quel giorno, per non parlare delle "ultime settimane" prima della trasmissione di Fox. La promozione ingannevole di questo video da parte di Fox e il discredito che l'ha accompagnata erano propaganda intenzionale, volta a prevenire accuse di crimini di guerra presenti e future, come la Strage di Haditha, ed anche un tentativo di liquidare l'intera blogosfera di sinistra e il movimento "contro la guerra". La più vasta promozione del video di MacBeth è stata di gran lunga quella di Fox News e dei blogger di destra.
Concentrare
Quando un problema diventa troppo grosso e comincia a fare troppi danni per poter essere controllato con efficacia, i professionisti esperti di pubbliche relazioni lavorano per concentrare l'attenzione dell'opinione pubblica su un singolo aspetto del problema più ampio. L'opinione pubblica quindi perde la visione della foresta – il problema più ampio e dannoso – per andare al singolo albero, all'aspetto o all'evento associato al problema. Questo argomento deve essere abbastanza scabroso da attirare un pubblico vasto, ma anche contenibile in modo che i particolari possano essere oggetto di discussione e non diventare incontrollabili. Questa tecnica di pubbliche relazioni è stata usata molto spesso in questa guerra. Un esempio è il dibattito infinito sui 500 prigionieri tenuti illegalmente a Guantanamo Bay, quando la realtà del problema più ampio è che più di 14.000 Iracheni sono detenuti senza processo in prigioni irachene segrete e non, ed innumerevoli altri sono tenuti in luoghi di detenzione in Europa Orientale. Un altro esempio è lo "scandalo" delle torture ad Abu Ghraib, in cui l'attenzione del pubblico è stata concentrata per mezzo di dibattiti senza capo né coda sull'umiliazione sessuale e sull'uso dei cani e del waterboarding, mentre di fatto esistono casi documentati di torture ad opera degli USA molto più violenti, sistematici e diffusi.
La Strage di Haditha sta diventando l'evento su cui si accendono i riflettori, nel contesto assai più vasto e volatile dei crimini di guerra USA in Iraq. Haditha non è assolutamente un incidente isolato. I giornalisti dovrebbero allargare il campo dai reportage su Haditha ad una discussione sul tema ben più ampio del Diritto Internazionale e dei Crimini di Guerra. Questa, dopo tutto, è una guerra in cui il Ministro della Giustizia USA Alberto Gonzales ha chiamato "antiquate" le Convenzioni di Ginevra, le armi chimiche sono state usate contro la popolazione civile a Fallujah, la violenza delle torture continua ad opera degli USA e dei suoi satelliti, la detenzione arbitraria di Iracheni continua in violazione del diritto internazionale, gli ospedali sono stati intenzionalmente distrutti ed occupati, bombe a grappolo con schegge esplosive sono state usate in zone ad alta densità abitativa, i civili vengono uccisi ogni giorno, e i giornalisti sono stati bersagliati dalle truppe USA. Se ci perdiamo la foresta per gli alberi sulla questione della Strage di Haditha, rischiamo di partecipare alla propaganda USA.
Scegliere un Capro Espiatorio
Si stanno tracciando dei paralleli tra ciò che è successo ad Haditha il 19 novembre 2005 e la strage di My Lai del 1968 durante la guerra del Vietnam, in cui le forze USA massacrarono senza pietà 500 uomini, donne e bambini disarmati in un piccolo villaggio. I paralleli più diretti forse riguarderanno quello che succederà a coloro che l'inchiesta militare interna sceglierà come colpevoli degli eventi di Haditha. Nel caso di My Lai si lanciò una lunga inchiesta interna, che fu seguita da un processo militare. Nonostante la natura brutale del massacro, e le molte persone coinvolte, alla fine un solo uomo, il Tenente William Calley, è stato punito con circa 3 anni agli arresti domiciliari.
Nel vedere i riflettori dei media puntati sulla Strage di Haditha, ci possiamo aspettare misure di riduzione del danno tra cui la scelta di capri espiatori come è successo a My Lai ed Abu Ghraib. Come per il blitz mediatico di Abu Ghraib, i militari non si preoccuperanno di restare fedeli alle truppe che mettono la loro vita a rischio ogni giorno. Sacrificheranno volentieri i loro Charles Graner e le loro Sabrina Harman, mentre i loro superiori evadono le loro responsabilità e l'episodio viene fatto apparire isolato. Haditha verrà presentato, sbagliando, come il crimine di poche "mele marce". Con l'insabbiamento ad opera degli ufficiali superiori, innumerevoli altri crimini di guerra che accadono in Iraq, e un panorama mediatico USA che ha aiutato ad insabbiare, i giornalisti devono fare di più che produrre propaganda sui vari processi e minuzie legali dei capri espiatori che saranno scelti per pagare per la Strage di Haditha. Se vogliamo restituire al mittente l'esca delle pubbliche relazioni che ci viene offerta, dobbiamo scoprire le storie molto più grandi che aspettano di essere raccontate.
Conclusione: I Media Aziendali USA Sono Complici di Crimini di Guerra?
Secondo i principi fissati durante il Processo di Norimberga e quelli contenuti nel patto fondante dell'UNESCO, il compito più importante dei gironalisti in tempo di guerra è quello di non incitare l'opinione pubblica alla violenza. Nel caso dell'insabbiamento della Strage di Haditha, dobbiamo chiederci: i media aziendali USA sono complici nell'insabbiamento di questo Crimine di Guerra? Aiutando a nascondere innumerevoli eventi come la Strage di Haditha, i media aziendali USA incitano l'opinione pubblica alla violenza nel distorcere la verità sulla guerra in Iraq?
Possiamo già dire che le notizie date dei media USA e da "giornalisti" come Judith Miller che hanno inneggiato alla guerra con le loro falsità non hanno passato l' esame di responsabilità giornalistica come è definita dal Processo di Norimberga e dal patto fondante dell'UNESCO. Ma sembra che i media aziendali USA oppongano una estrema resistenza a una riforma responsabile. Come può il New York Times essere soddisfatto di pubblicare un racconto ufficiale, non verificato, di ciò che è successo ad Haditha, presentato da quei militari che sono stati beccati a raccontare innumerevoli bugie, come le falsità di Pat Tillman e la "liberazione" inventata di Jessica Lynch? I media aziendali USA sono preparati a sfidare questi inganni della propaganda di governo? O resteranno impegnati a continuare il favoreggiamento di crimini di guerra delle forze armate USA e del suo comandante in capo?
(*)Dahr Jamail è un giornalista indipendente che ha passato più di 8 mesi a trasmettere notizie dall'Iraq occupato. Ha presentato prove di crimini di guerra USA in Iraq alla Commissione Internazionale di Inchiesta sui Crimini di Guerra Compiuti dal Governo Bush a New York nel gennaio 2006. Scrive regolarmente per TruthOut (http://www.truthout.org/), Inter Press Service, Asia Times e TomDispatch, ed ha un suo sito, dahrjamailiraq.com (http://dahrjamailiraq.com).
Jeff Pflueger pubblica sul web materiali di Dahr Jamail. Ha un suo sito web su jeffpflueger.com (http://jeffpflueger.com).
macedone
22-07-2006, 16:18
Nello stesso modo in cui i partigiani portavano avanti la loro battaglia contro i nazisti.
:suspi: :suspi: :suspi: :suspi: :suspi:
http://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gifhttp://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gifhttp://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gifhttp://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gifhttp://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gifhttp://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gifhttp://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gifhttp://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gifhttp://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gifhttp://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gifhttp://img.photobucket.com/albums/v411/hells/more/36_11_6.gif
Scusami MaD, io rispetto sempre le opinioni di tutti, ma questa mi sembra un'affermazione ridicola oltre ogni limite...
Si può dire anche per assurdo che il fine sia lo stesso... Ma dire che lo fanno nello stesso modo... E' semplicemente ridicolo...
Le guerre sono sempre una merda, anche quando combattute in nome della libertà, certo a volte sono necessarie, ma non sono mai belle...
Quando si combattono le guerre si perde il contatto con la realtà, chiedetelo ai vostri nonni se tutti i partigiani erano persone perbene, se non ci sono stati anche abusi da parte di alcuni di loro, chiedeteglielo, se hanno fatto la guerra, quale sia in quei casi l'ordine che si riesce a mantenere...
Ma ne abbiamo avuto dimostrazione con il G8 a Genova, prendete quel caos, moltiplicatelo alla centesima potenza ed avrete quella che è una guerra...
Noi parliamo di guerre e di regole, come se ci fosse uno schema preciso da seguire in una guerra, nella stragrande maggioranza dei casi, tutti, militari compresi, si trasformano in bestie senza cuore, per l'odore della morte che si sentono addosso, perchè nessun uomo può essere così vicino alla morte costantemente e non perdere la testa...
La guerra è una tra le peggiori azioni che l'uomo compie. Senza se e senza ma. A volte è indispensabile, ma è certamente sempre terribile, non dimentichiamolo mai.
francamdar
22-07-2006, 19:58
Nello stesso modo in cui i partigiani portavano avanti la loro battaglia contro i nazisti.
bhe via, io i nostri partigiani ai palestinesi non ce li voglio nemmeno avvicinare! non trovo nessuna similitudine.
mi spiace ma su questo non c'è informazione alternativa che mi possa far cambiare opinione.
No? Stato occupato da un esercito nemico, nessuna possibilita' di organizzare un esercito regolare, metodi di guerriglia... le similitudini sono talmente tante che non vale nemmeno la pena di ricordarle tutte.
Questa era la resistenza palestinese, prima che si passasse al terrorismo contro terrorismo: i kamikaze contro i bombardamenti sui civili e le uccisioni mirate.a conferma
parecchi partigiani fanno un parallelismo tra la situazione palestinese e la resistenza europea della seconda guerra mondiale
il discorso tenuto da Tiziano Tussi (dell'ANPI) alla manifestazione del 25 aprile 2002 organizzata a Como dal Comune e dall'Anpi (http://www.resistenze.org/sito/te/cu/an/cuan2f10.htm)
ancora più forte il parallelismo evocato da Aharon Barak
Aharon Barak, capo dell'Alta corte di giustizia, ha appena comparato la situazione attuale di Israele, alla presenza del presidente israeliano (sharon), alla Germania nazista. Barak, egli stesso sopravvissuto all'Olocausto, ha detto: "Se è potuto accadere nel paese di Kant e Beethoven, può succedere ovunque. Se non difendiamo la democrazia, la democrazia non ci difenderà!" I Liberman sono sguinzagliati per distruggere la democrazia che abbiamo costruito e creare un Fascistan. (http://www.gush-shalom.org/) (2004)
Scusami MaD, io rispetto sempre le opinioni di tutti, ma questa mi sembra un'affermazione ridicola oltre ogni limite...
Si può dire anche per assurdo che il fine sia lo stesso... Ma dire che lo fanno nello stesso modo... E' semplicemente ridicolo...
Spiega perche' allora...
Le guerre sono sempre una merda, anche quando combattute in nome della libertà, certo a volte sono necessarie, ma non sono mai belle...
Ci mancava giusto la filosofia spicciola...
Quando si combattono le guerre si perde il contatto con la realtà, chiedetelo ai vostri nonni se tutti i partigiani erano persone perbene, se non ci sono stati anche abusi da parte di alcuni di loro, chiedeteglielo, se hanno fatto la guerra, quale sia in quei casi l'ordine che si riesce a mantenere...
Francamente non riesco a seguirti, visto che citi una mia frase e prima la contraddici, poi la avvalori... mah.
Ma ne abbiamo avuto dimostrazione con il G8 a Genova, prendete quel caos, moltiplicatelo alla centesima potenza ed avrete quella che è una guerra...
G8 a Genova paragonato al Libano... ma sei fuori?
In Libano muoiono ogni giorno decine di CIVILI. Al G8 di Genova e' morta 1 persona.
macedone
22-07-2006, 20:19
Vabbè... Quindi Hezbollah o chi per essa ha diritto a far esplodere chiunque per uccidere civili Israeliani giusto?
Spiega perche' allora...
Quanti motivi vuoi?
1) i partigiani sparavano... Non si facevano esplodere, nè facevano esplodere donne o bambini
2) non crescevano i loro figli con le armi in mano e pensando alla morte come una necessità
3) uccidevano militari non civili ( l'uccisione di civili è avvenuta solo a causa di vendette personali che alcuni hanno consumato in quel periedo di caos)
4) erano molto più avanti in fatto di diritti civili di quanto non lo siano i gruppi armati oggi ( anche se il livello era basso... oggi è bassissimo...)
5) non lo facevano in nome di Dio, qualunque forma tu voglia dargli...
6) erano alleati dei paesi più democratici di quel periedo storico
Ci mancava giusto la filosofia spicciola...
Meglio la filosofia spicciola che vivere come gli animali
Francamente non riesco a seguirti, visto che citi una mia frase e prima la contraddici, poi la avvalori... mah.
Non so prorpio che risponderti... Perchè non capisco cosa tu stia dicendo.
G8 a Genova paragonato al Libano... ma sei fuori?
In Libano muoiono ogni giorno decine di CIVILI. Al G8 di Genova e' morta 1 persona.
Ma mi stai prendendo per il culo? :suspi:
Davvero da quello che ho scritto tu deduci che io abbia paragonato il Libano a Genova?
francamdar
22-07-2006, 20:41
Vabbè... Quindi Hezbollah o chi per essa ha diritto a far esplodere chiunque per uccidere civili Israeliani giusto?
stai facendo confusione
La previsione adesso è che se le forze aeree israeliane riescono a far piovere colpi abbastanza pesanti sulla popolazione libanese – paralizzando porti e aereoporti, distruggendo le infrastrutture, bombardando i quartieri residenziali, interrompendo l'autostrada Beirut- Damasco eccetera – il popolo libanese si infurierà con Hizbollah e farà pressione sul governo libanese per soddisfare le richieste di Israele. Dal momento che l'attuale governo non può neanche sognare di fare una cosa del genere, verrà instaurata una dittatura, con il supporto di Israele.
Questa è la logica militare. Io ho i miei dubbi. Si può supporre che la maggior parte dei libanesi reagirà come farebbe chiunque altro al mondo: con furore e odio contro l'invasore. Così accadde nel 1982, quando gli sciiti del sud del Libano, fino ad allora docili come zerbini, si sollevarono contro gli occupanti israeliani e crearono Hizbollah, che è diventata la forza più potente del Paese. Se ora l'élite libanese viene assimilata ai collaboratori di Israele, sarà cancellata dalla faccia della terra. (Peraltro, i razzi Qassam e Katiuscia hanno fatto sì che la popolazione israeliana facesse pressione sul nostro governo per arrendersi? Piuttosto il contrario).[...]Dunque qual è la risposta? Non per caso, Hizbollah ha condotto il suo raid di rapimento dei soldati in un momento in cui i palestinesi hanno un gran bisogno di aiuto. La causa palestinese è popolare in tutto il mondo arabo. Mostrando che sono amici nel momento del bisogno, mentre gli altri arabi falliscono miseramente, Hizbollah spera di accrescere la sua popolarità. Se un accordo fra Israele e Palestina fosse già stato raggiunto, Hizbollah non sarebbe altro che un fenomeno libanese, irrilevante per la nostra situazione.
Ury Avnery
Nessun riferimento qui alle centinaia di Libanesi tenuti illegalmente da Israele in prigioni che sono luoghi di tortura. Precedentemente, questo mese, il governo libanese si è lamentato (http://www.arabicnews.com/ansub/Daily/Day/050803/2005080316.html) con il rappresentante del Segretario generale dell' ONU a Beirut per “la continua cattura di detenuti, e... le centinaia di persone scomparse, che si pongono come violazioni dei diritti umani”.
Israele ha ammesso (http://en.wikipedia.org/wiki/Foreign_relations_of_Lebanon) di rapire i Libanesi per scopi politici, ma per qualche ragione questo fatto non è citato dai media delle corporation. Nei tardi anni '90, prima che Israele fosse sfrattato da Hezbollah dal Libano del Sud, era pratica comune per Israele rapire Libanesi completamente innocenti e trattenerli come “fiches da contrattazione”, cioè non trattenendoli, secondo Amnesty International (http://web.amnesty.org/library/Index/ENGMDE150541998?open&of=ENG-ISR), “per le loro loro azioni, ma come scambio per soldati israeliani dispersi o uccisi in Libano”. Come al solito, questi fatti vengono ignorati dal nostro governante designato e dai media delle corporation.
Kurt Nimmo
quindi, in questo caso specifico, non si tratta di aggressione, ma di risposta alla rappresaglia e a forze preponderanti (e qui il parallelismo di MaD con la resistenza della II guerra mondiale calzava a pennello)
...se poi vogliamo riscrivere la storia "secondo macedone".......
Edit: probabilmente confondi Hizbollah con gruppi come brigate al aqsa, hamas, jahad islamica, etc
che comunque agiscono in netto rifiuto alle leggi coraniche che vietano il suicidio per qualunque motivo.
“Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”
anonimo arabo
1) i partigiani sparavano... Non si facevano esplodere, nè facevano esplodere donne o bambini
2) non crescevano i loro figli con le armi in mano e pensando alla morte come una necessità
3) uccidevano militari non civili ( l'uccisione di civili è avvenuta solo a causa di vendette personali che alcuni hanno consumato in quel periedo di caos)
4) erano molto più avanti in fatto di diritti civili di quanto non lo siano i gruppi armati oggi ( anche se il livello era basso... oggi è bassissimo...)
5) non lo facevano in nome di Dio, qualunque forma tu voglia dargli...
6) erano alleati dei paesi più democratici di quel periedo storico
Forse dovresti rileggere piu' attentamente il post a cui rispondevi...
No? Stato occupato da un esercito nemico, nessuna possibilita' di organizzare un esercito regolare, metodi di guerriglia... le similitudini sono talmente tante che non vale nemmeno la pena di ricordarle tutte.
Questa era la resistenza palestinese, prima che si passasse al terrorismo contro terrorismo: i kamikaze contro i bombardamenti sui civili e le uccisioni mirate.
Davvero da quello che ho scritto tu deduci che io abbia paragonato il Libano a Genova?
Ma ne abbiamo avuto dimostrazione con il G8 a Genova, prendete quel caos, moltiplicatelo alla centesima potenza ed avrete quella che è una guerra...
E cosa dovrei dedurre secondo te? C'e' scritto chiaro e tondo...
macedone
22-07-2006, 21:12
stai facendo confusione
quindi, in questo caso specifico, non si tratta di aggressione, ma di risposta alla rappresaglia e a forze preponderanti (e qui il parallelismo di MaD con la resistenza della II guerra mondiale calzava a pennello)
...se poi vogliamo riscrivere la storia "secondo macedone".......
Edit: probabilmente confondi Hizbollah con gruppi come brigate al aqsa, hamas, jahad islamica, etc
che comunque agiscono in netto rifiuto alle leggi coraniche che vietano il suicidio per qualunque motivo.
“Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”
anonimo arabo
Non sto parlando di questo volta, cioè di questo caso specifico, infatti in questo caso specifico ci sono i bombardamenti non i kamikaze... Perchè mi metti in bocca cose che non ho detto?
Alla mia domanda non hai dato risposta.
Quindi Hezzbollah non è un gruppo armato?
No? Stato occupato da un esercito nemico, nessuna possibilita' di organizzare un esercito regolare, metodi di guerriglia... le similitudini sono talmente tante che non vale nemmeno la pena di ricordarle tutte.
Questa era la resistenza palestinese, prima che si passasse al terrorismo contro terrorismo: i kamikaze contro i bombardamenti sui civili e le uccisioni mirate.
Quindi sono legittime le azioni armate contro la popolazione isrealiana?
Anche quella è resistenza?
Ripeto non sto parlando del caso specifico. Oggi oramai sono in guerra.
E cosa dovrei dedurre secondo te? C'e' scritto chiaro e tondo...
:asd:
Ma caro amico mio, se decontestualizzi la frase non si capisce nà mazza... :asd:
Quando si combattono le guerre si perde il contatto con la realtà, chiedetelo ai vostri nonni se tutti i partigiani erano persone perbene, se non ci sono stati anche abusi da parte di alcuni di loro, chiedeteglielo, se hanno fatto la guerra, quale sia in quei casi l'ordine che si riesce a mantenere...
Ma ne abbiamo avuto dimostrazione con il G8 a Genova, prendete quel caos, moltiplicatelo alla centesima potenza ed avrete quella che è una guerra...
Visto che non sono riuscito per l'ennesima volta a farmi capire, lo dirò in modo più chiaro.
In guerra la gente perde la testa, vedete quello che è successo al G8, si è perso il controllo e tutto è andato a puttane, ora moltiplicate per mille quel caos ed avrete una guerra; cioè se in uno stato di diritto succede quello che è successo a Genova in periedo di pace, figuriamoci cosa può succedere in periedo di guerra, in paesi instabili politicamente.
E' più chiaro ora?
P.S. Giusto per essere chiari, non mi sta bene che Israele bombardi e praticamente abbia cominciato una guerra che non sappiamo dove porterà tutto il medioriente
Credo che se la situazione degenererà saranno cazzi.
Quindi tu pensi che abbiano perso la testa? Mi sa che sei molto lontano dalla realta'...
L'azione di Israele e' ovviamente preparata da tempo (non si prepara un'invasione in 2 giorni) e il rapimento di 2 militari e' solo la copertura di qualcosa che volevano gia' fare.
Idem per i bombardamenti nel West Bank di poche settimane fa.
Comunque tu chiedi se siano legittime le azioni armate contro la popolazione israeliana? Ovviamente no, ma ritengo piu' gravi le azioni armate contro i civili perpetrate da un esercito moderno e ben armato come quello israeliano in Libano e nei territori occupati rispetto a quelle di alcuni gruppi estremisti che fanno terrorismo... invece quelle vengono viste come un diritto di difesa.
Ma difesa da chi? Dai poveracci che muoiono ogni giorno in Libano?
francamdar
23-07-2006, 03:26
Vabbè... Quindi Hezbollah o chi per essa ha diritto a far esplodere chiunque per uccidere civili Israeliani giusto?
Non sto parlando di questo volta, cioè di questo caso specifico, infatti in questo caso specifico ci sono i bombardamenti non i kamikaze... Perchè mi metti in bocca cose che non ho detto?
Alla mia domanda non hai dato risposta.
non ti metto in bocca niente, prima leggo, poi provo a rispondere (per quanto i miei limiti permettono)
in questo caso non ho proprio capito, perchè:
far esplodere chiunque (significa una cosa)
bombardare (significa un'altra cosa)
Vabbè... Quindi Hezbollah o chi per essa ha diritto a far esplodere chiunque per uccidere civili Israeliani giusto?
se la domanda era questa, non capisco veramente cosa vuoi dire!!
primo perché é evidente che nessuno ha il diritto di togliere la vita ad altri; secondo perchè posta così non ha veramente senso; terzo perchè non tieni conto assolutamente della situazione
Quindi Hezzbollah non è un gruppo armato?
Quindi sono legittime le azioni armate contro la popolazione isrealiana?
anche in questo caso ti affidi alla retorica, al moralismo senza fare nessuna analisi concreta dei fatti.
primo, non sono azioni ma risposta alla rappresaglia e a continue violazioni dei diritti umani (http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm) da parte di israele. i libanesi e i palestinesi hanno richiesto decine di volte l'aiuto delle UN e tra un veto degli USA e tra israele che non le rispettava, non sono mai stati ascoltati
eppure ti ho postato le fonti (o ti sono sfuggite?)
secondo, hizbollah non ha satelliti ne "sensori"sul territorio, non attacca obbiettivi civili, ma sta rispondendo ad un'attacco militare su vasta scala che vede colpiti obiettivi civili sul territorio proprio.
deve esserti sfuggito anche questo, provo a ripostartelo per la terza volta
Nessun riferimento qui alle centinaia di Libanesi tenuti illegalmente da Israele in prigioni che sono luoghi di tortura. Precedentemente, questo mese, il governo libanese si è lamentato (http://www.arabicnews.com/ansub/Daily/Day/050803/2005080316.html) con il rappresentante del Segretario generale dell' ONU a Beirut per “la continua cattura di detenuti, e... le centinaia di persone scomparse, che si pongono come violazioni dei diritti umani”.
Israele ha ammesso (http://en.wikipedia.org/wiki/Foreign_relations_of_Lebanon) di rapire i Libanesi per scopi politici, ma per qualche ragione questo fatto non è citato dai media delle corporation. Nei tardi anni '90, prima che Israele fosse sfrattato da Hezbollah dal Libano del Sud, era pratica comune per Israele rapire Libanesi completamente innocenti e trattenerli come “fiches da contrattazione”, cioè non trattenendoli, secondo Amnesty International (http://web.amnesty.org/library/Index/ENGMDE150541998?open&of=ENG-ISR), “per le loro loro azioni, ma come scambio per soldati israeliani dispersi o uccisi in Libano”. Come al solito, questi fatti vengono ignorati dal nostro governante designato e dai media delle corporation.
Kurt Nimmo (con link)
provo riquotarlo che forse stavolta leggi meglio
Israele ha ammesso (http://en.wikipedia.org/wiki/Foreign_relations_of_Lebanon) di rapire i Libanesi per scopi politici,
non sono i cattivoni di hizbollah che una mattina si son svegliati e si son detti "mah?! oggi fa bel tempo... che facciamo ragazzi?? andiamo a scazzarci un po' con gli israeliani?"
l'azione di hizbollah é stata una risposta a centinaia di altre! non un'aggressione! Hanno fatto qualcosa che per i sionisti é la norma (é per hizbollah che é un'eccezione) per questo si é parlato di eccesso di difesa, di difesa spropositata (http://www.fromisraeltolebanon.info/)!(*)
é come se gli americani, come risposta al rapimento del generale Dozier da parte delle brigate rosse avessero risposto con un ingaggio su vasta scala:
uccidendo centinaia di civili e decine di bambini, distruggendo centrali elettriche e idriche, annientando la rete viaria e il trasporto aereo, colpendo gli aiuti umanitari a supporto; e non alle brigate rosse ma il popolo italiano colpevole di avere le br sul territorio. ma ti sembra?
forse prima di chiedere a me se leggo i tuoi post, ti converrebbe interrogarti se tu leggi gli altrui e a che tipo di informazione attingi
(*)le immagini (http://www.fromisraeltolebanon.info/) sono veramente forti ma spero che ti evidenzino la differenza tra "far esplodere chiunque" e bombardare (le immagini sono di questi giorni).
Tutta la crisi sembrerebbe nata dal rapimento di tre soldati israeliani, uno a Gaza e gli altri due sul confine libanese, ma da quando mondo è mondo i soldati non si rapiscono, si catturano.
I soldati vengono catturati e non rapiti perché i militari sono lì per fare la guerra, non per piantare margherite, ed i soldati israeliani sparano, eccome se sparano: ogni giorno che passa è uno stillicidio di vittime – moltissimi bambini – che entrano nei disastrati ospedali palestinesi, sempre che non siano colpiti anche gli ospedali – come fecero gli americani a Falluja – con la scusa della “lotta al terrorismo”. Niente paura, dopo i misfatti gli israeliani si scusano sempre: sono una nazione “democratica”, ed in “democrazia” il bon ton non deve mancare.
Anche sul numero delle vittime civili la tradizione è rispettata: per difendersi dagli attacchi dei razzi lanciati da Hezbollah – che hanno provocato ad oggi 10 vittime civili in Israele – l’aviazione di Tel Aviv ne ha ammazzate (solo i civili) 200 in Libano. Il classico rapporto di 1 : 20 è rispettato, come nelle peggiori rappresaglie di guerra: almeno, i repubblichini di Salò attuavano un più “modesto” 1 : 10.
Sono state uccise intere famiglie, addirittura una famiglia canadese in visita ai parenti in Libano ed un casco blu indiano, dopo che Tzahal aveva preso di mira anche le forze ONU sul confine. E non si venga a dire che è stato un “errore” colpire due distinti raggruppamenti di caschi blu perché l’esercito israeliano, quando spara, sa bene su chi spara. Tanto, dopo si scusa.
Chi invece rapisce, e non cattura, è proprio Israele, che nei giorni scorsi ha “catturato” tre ministri dell’Autorità Palestinese: attenzione, tutta la stampa usa il termine “catturati”, ma nessuno ha mai sentito parlare della “cattura” di un ministro, semmai del rapimento, perché i ministri non sono dei combattenti.
carlo bertani
la cronaca del conflitto da peacereporter (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=&idart=5854)
francamdar
23-07-2006, 12:02
Non sto parlando di questo volta, cioè di questo caso specifico, infatti in questo caso specifico ci sono i bombardamenti non i kamikaze...
se parliamo di kamikaze vale il discorso al aqsa, hamas, jihad ed altri
se parliamo di hizbollah, come giustamente hai fatto notare, non c'entra con questa crisi perché non é pratica di hizbollah usare i kamikaze.
per una visione più approfondita, il post "Il fallimento di Al Fatah" (http://www.htita.it/forum/showpost.php?p=269446&postcount=96) fornisce una visione (anche se parziale) di come e dove si siano sviluppate le responsabilità
edit: molto utile l'articolo sulle radici del terrorismo (http://www.htita.it/forum/showpost.php?p=269587&postcount=100)
anche l'articolo di igor man sul dissenso a sharon (http://www.htita.it/forum/showpost.php?p=269734&postcount=104), e quello sui precursori del terrorismo in palestina (http://www.htita.it/forum/showpost.php?p=269200&postcount=80)
francamdar
23-07-2006, 12:25
West Supporting The Israeli Measured Response! (http://www.fromisraeltolebanon.info/)
(immagini sulla realtà - What CNN never shows you)
22.7.2006 12:34:00
In arrivo dagli Usa fornitura per Israele di bombe da 2 tonnellate
Secondo quanto rivelato oggi dal quotidiano statunitense New York Times, gli Usa hanno inviato a Israele una grossa fornitura di bombe di precisione a guida laser e satellitare che il governo di Tel Aviv aveva urgentemente richiesto la scorsa settimana. Si tratta probabilmente di una pacchetto da 100 bombe Gbu-28 da 2.200 tonnellate(*) l'una che era stato approvato tempo fa, ma la cui consegna era programmata per i prossimi mesi. Ma Israele ne ha bisogno adesso per bombardare il Libano.
Edit: (*)(le 2.200 tonnellate devono essere un errore evidente del traduttore - sono 2.200kg come detto nel titolo - ndfra) per tutte le info militari consiglio FAS (http://www.fas.org/main/home.jsp) (Federation of American Scientist): dove si può trovare tutto (armamenti, intelligenge, documenti desecretati). indispensabile.
francamdar
23-07-2006, 12:36
Chi volesse, può firmare questa petizione (http://epetition.net/julywar/index.php) "Save the Lebanese Civilians Petition"
Peace begins with justice
This petition is going to be sent to all representatives (Senate, Congress, Assembly, etc.) in the USA, Canada, France, Germany, UK and European Union. Moreover, it will be sent to more than 500 media outlets around the world. If you have the contacts of the representatives of your country (not listed above), please email us the list and we will include you country representatives as recipients.
Total Signatures since July 15, 2006 = 154436
francamdar
23-07-2006, 16:12
Il corpo immobile di una bambina, come una bambola di pezza: uno dei simboli dell' ultima guerra in Libano
Robert Fisk
Fonte: The Independent
http://news.independent.co.uk/world/fisk/article1187004.ece - 20 luglio 2006
20 luglio 2006
Non è ancora giunto il momento di usare l' espressione "crimini di guerra"?
Quanti bambini dovremo ancora perdere tra le macerie dei bombardamenti israeliani prima che ci rifiutiamo di usare il termine osceno "danni collaterali" e cominciamo una buona volta a parlare di perseguire i crimini contro l' umanità?
Il corpo senza vita di una bambina (http://cryptome.quintessenz.at/mirror/cdp071506/pict99.jpg), immobile come una bambola di pezza, vicino alle macchine che dovevano portarla in salvo (http://cryptome.quintessenz.at/mirror/cdp071506/pict100.jpg), insieme alla sua famiglia (http://cryptome.quintessenz.at/mirror/cdp071506/pict101.jpg), è diventato uno dei simboli di quest' ultima guerra in Libano. E' stata sbalzata dal veicolo con il quale, lei e la sua famiglia, erano fuggiti (http://cryptome.quintessenz.at/mirror/cdp071506/pict102.jpg) dal villaggio, diretti verso il sud del Libano (http://cryptome.quintessenz.at/mirror/cdp071506/pict98.jpg), secondo le stesse direttive impartite da Israele. Non conosciamo ancora il suo nome, anche i suoi genitori sono stati uccisi durante l' attacco.
Non un milite ignoto, ma una bambina ignota.
La storia della sua morte è, comunque, documentata. Sabato scorso, l' esercito israeliano ha dato ordine (usando un megafono, pare) agli abitanti di Marwaheen, un piccolo villaggio di confine, di lasciare le loro case entro le 18.00. Marwaheen si trova vicinissimo al punto dove i guerriglieri hezbollah erano riusciti ad aprirsi un varco tra il filo spinato, una settimana fa, per catturare due soldati israeliani ed ucciderne altri tre: l' attacco che avrebbe poi provocato quest' ultima, feroce, guerra in Libano. Gli abitanti del villaggio hanno obbedito agli ordini israeliani e, inizialmente, hanno chiesto aiuto e protezione ad un battaglione ghanese che faceva parte delle truppe locali inviate dall' ONU.
I militari ghanesi, però, in ottemperanza alle direttive emanate nel 1996 dai quartieri generali ONU a New York, hanno rifiutato ai civili libanesi il permesso di accedere alla loro base. Per una strana e terribile ironia della sorte, queste regole erano state stabilite in seguito ad un bombardamento avvenuto nello stesso 1996, nel Libano del sud, bombardamento durante il quale i militari ONU avevano offerto protezione ai civili. I 106 libanesi, più della metà dei quali erano bambini, furono massacrati quando Israele bombardò il perimetro militare ONU a Cana, nel quale i civili erano stati accolti come in un santuario.
La gente di Marwaheen, allora, si è messa in viaggio per il nord, una lunga carovana di macchine che solo pochi minuti più tardi, nei pressi del villaggio di Tel Harfa, sarà attaccata da un cacciabombardiere israeliano F-16. L' aereo ha centrato tutte le macchine ed ha ucciso almeno 20 dei civili al loro interno, molti di loro donne e bambini. Dodici persone sono state bruciate vive nei loro veicoli, ma altre, le cui foto sono state scattate, con grave rischio personale, da Nasser Nasser, un fotografo dell' Associated Press, sono state letteralmente sbalzate fuori dalle macchine, gettate in aria dall' esplosione e poi ricadute nei campi e nella valle circostante la scena dell' attacco. Non c'è stata alcuna scusa, nè una qualsivoglia espressione di dispiacere da parte di Israele per queste vittime.
Gli innocenti hanno continuato a morire, ieri, negli attacchi aerei israeliani su tutto il territorio del Libano. Cinque civili sono stati uccisi da un missile israeliano che ha colpito una casa vicino alla città di Nabatea. Tre membri della famiglia Hamed sono stati uccisi insieme alla loro collaboratrice domestica dello Sri Lanka. Nel villaggio di Srifa, nel sud, gli attacchi aerei israeliani hanno raso al suolo 15 case, con i loro 23 inquilini, ma non essendo possibile far arrivare ruspe o altri mezzi meccanici in quella parte del paese, non è stato possibile salvare nessuno di quelli rimasti intrappolati vivi tra le macerie.
Le autorità civili libanesi, in ogni caso, sono state in grado di dare un nome alle vittime dei bombardamenti nel villaggio di Nabi Chit, nella Valle della Bekaa: tra loro Ali Suleiman, Daoud Hazima, Khadija Moussawi ed i suoi bambini Bilal, Talal e Yasmine; Ahmed e Khairallah Mouwad; Mustafa Jroud e Bushra Shuqr.
Almeno tre sono nomi femminili. Altri quattro civili sono stati uccisi durante un bombardamento nel villaggio di Loussi, nel Libano orientale.
Gli israeliani continuano a vantarsi della precisione "millimetrica" o "chirurgica" dei loro attacchi aerei. Se questo fosse vero, allora ci sono decisamente troppi civili uccisi in questo bagno di sangue libanese per essere considerati semplici vittime di incidenti. Considerato, poi, che la lista degli obbiettivi di Israele pare comprendere adesso anche infrastrutture civili (bombardate deliberatamente per punire la popolazione) sta diventando sempre più evidente che questi attacchi aerei hanno lo scopo di uccidere innocenti oltre ai guerriglieri hezbollah che Israele dichiara di voler combattere.
E' vero, gli hezbollah uccidono i civili israeliani, ma i loro missili sono imprecisi e l' Occidente, che si è limitato a disapprovare cautamente la micidiale ritorsione di Israele, saprà sicuramente che le forze armate israeliane sono in possesso di tecnologie un po' più avanzate di quelle degli uomini che sia Israele che il presidente George Bush descrivono come "terroristi".
Perchè, ad esempio, gli israeliani hanno attaccato e distrutto le centrali della 'Liban-Lait company' nella valle della Bekaa, la più grande centrale del latte in Libano? Perchè hanno bombardato a Bchmoun la sede del maggior importatore libanese di prodotti Procter & Gamble? Perchè hanno distrutto uno scatolificio, vicino Beirut? E perchè gli aerei israeliani hanno attaccato ieri un convoglio di ambulanze nuove, in arrivo dalla Siria, veicoli donati dalle autorità sanitarie degli Emirati Arabi Uniti? Secondo un funzionario degli Emirati le ambulanze erano chiaramente contraddistinte dal simbolo di convoglio umanitario. Erano tutti bersagli strategici, per caso? Si trattava forse di terroristi? Anche la piccola nel campo di Tel Harfa era una terrorista?
Un esempio della mancanza di attenzione nella scelta dei bersagli, da parte di Israele, si è avuto ieri mattina, quando un aereo israeliano ha sparato quattro missili su un parcheggio in disuso, nel quartiere cristiano di Ashrafieh, a Beirut.
I bersagli erano due camion, scassati, per le trivellazioni idriche, in mezzo ad un campo, le ruote affondate nell' erba alta. Hanno forse immaginato che le trivelle sul pianale fossero dei lanciamissili? E se anche fosse stato così, chi ha mai potuto pensare che gli hezbollah volessero nascondere delle armi del genere proprio in un' area cristiana di Beirut che viene da loro ritenuta uno dei maggiori centri di aggregazione dei collaboratori di Israele?
A Beirut e Nabatea, gli agenti della sicurezza libanesi hanno arrestato dei 'collaboratori' che stavano dipingendo le case e le macchine con il fosforo, per facilitare i jet israeliani nell' individuazione dei bersagli. Allo stesso tempo, il Ministro Libanese delle Finanze, Jihad Azour, ha dichiarato che 45 ponti sono stati distrutti in tutto il Libano e 60.000 famiglie (500.000 civili) sono state costrette a lasciare la propria casa.
Migliaia di stranieri, molti dei quali libanesi in possesso di doppia cittadinanza, hanno abbandonato il paese ieri, in pullman e via nave. Tra di loro centinaia di britannici che avevano inziato l' opera di evacuazione lunedì scorso sulla nave militare Gloucester. Anche gli americani stanno partendo via mare, nonostante sia stata diffusa la notizia che la 'SPO Middle East', una società francese che si occupa della sicurezza, con sede ad Amman, sia stata ingaggiata dagli USA per organizzare l' evacuazione dei suoi cittadini via terra, con pullman, al costo di 3.000 dollari a testa.
Sono fortunati. Termineranno il loro viaggio a Damasco o Cipro, non nel mezzo di un convoglio di macchine bruciate a Tel Harfa.
Il conflitto: 8° giorno
* Il giorno più terribile: Israele bombarda il Libano e 58 civili rimangono uccisi. Almeno 17 persone, compresi numerosi bambini, muoiono durante l' attacco al villaggio meridionale di Srifa. Un guerrigliero hezbollah viene ucciso.
*Missili hezbollah uccidono due bambini arabo-israeliani che giocano fuori della loro casa nella città santa di Nazareth.
*Il Comitato Internazionale della Croce Rossa si dichiara 'estremamente preoccupato per le gravi conseguenze che l' azione militare sta producendo tra la popolazione civile'.
*Tony Blair si rifiuta di chiedere il cessate il fuoco e intima agli hezbollah di rilasciare i soldati e mettere fine ai bombardamenti. 'Tutto questo avrebbe fine, se i soldati rapiti... venissero rilasciati', ha dichiarato.
*Il Primo Ministro libanese, Fuad Siniora, politicamente orientato a destra, dice che il suo paese "è ridotto a pezzi". Rimprovera chi afferma che la reazione di Israele sia di autodifesa. "E' questo che la comunità internazionale definisce 'diritto all' autodifesa'?"
*La prima stima ufficiale delle vittime libanesi conferma che 300 persone sono state uccise, 1.000 sono state ferite e 500.000 hanno dovuto abbandonare la propria casa. Per quanto riguarda Israele i morti sono 29, 14 militari e 15 civili.
* Una nave di linea ha caricato a bordo più di 1.000 passeggeri americani, mentre il piano di evacuazione degli stranieri continua. I primi i britannici partono per via aerea da Cipro, poi altri 510 vengono evacuati a bordo delle navi militari Gloucester e York.
*Israele afferma di aver distrutto, con i suoi attacchi aerei, "circa il 50%" dell' arsenale degli hezbollah. "Ci vorrà ancora tenmpo per distruggere quello che è rimasto", dichiara il Generale di brigata Alon Friedman.
*Washington rifiuta le proposte di cessate il fuoco da parte della Francia. Il presidente Bush dichiara, parlando della Siria: "La Siria sta cercando di rimettere piede in Libano. Il mondo dovrà vedersela con gli hezbollah, con la Siria e nel frattempo cercare di isolare l' Iran". A più di una settimana dall' inizio del conflitto, i segnali di una eventuale soluzione diplomatica sono alquanto vaghi.
*Militari israeliani uccidono 12 palestinesi, compresi due civili, nella striscia di Gaza e nei territori occupati della Cisgiordania. Carrarmati entrano nel campo profughi di Mughazi.
*Secondo Louise Arbour, dell' Alto commissariato ONU per i Diritti Umani, i capi israeliani ed hezbollah potrebbero essere accusati e processati per crimini di guerra, a causa delle numerose vittime civili.
Note:
Tradotto da Patrizia Messinese per www.peacelink.it (http://italy.peacelink.org/conflitti/articles/art_17652.html)
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la
fonte (Associazione PeaceLink) e l'autore (Patrizia Messinese).
francamdar
23-07-2006, 18:20
http://www.ceccoweb.com/htita/pace.jpg
macedone
23-07-2006, 19:48
Allora cercherò di chiarire... Ma sapendo di non riuscirci... :asd:
Allora, ciò che stà facendo in questi giorni Israele lo trovo vergognoso, come trovo vergognosi altri attacchi da parte di gruppi terroristici avvenuti in passato.
Credo che la soluzioni non stia nella storia del "come siamo arrivati fino ad oggi", per un semplicissimo motivo, la storia non si ferma a 60 70 anni fà, potremmo andare indietro di centinaia di anni, a questo punto noi potremmo richiedere di avere i territori dell'antica Roma :asd: :asd: :asd:
Siccome credo che se ci fermiamo agli ultimi avvenimenti non veniamo a capo della questione, ed è inutile che vi faccia tutto lo sproloquio storico, non ne veniamo a capo, perchè se vogliamo, come tutti quelli che ne parlano, fermarci a quando Israele ha preso possesso di territori non suoi, possiamo benissimo dire che è tutta colpa degli israeliani e che se ne devono andare, cosa che a mio avviso non ha il minimo senso.
Israele e gli USA hanno fatto un disastro, insieme con tutti i gruppi terroristici locali, senza parlare di Siria, Iran e non mi meraviglierebbe se ci fosse in mezzo anche l'Arabia Saudita....
Quindi possiamo stare a parlare di come dovrebbe essere il passato, fare la conta dei morti, fare il giudizio universale e scegliere tra buoni e cattivi; siccome la mia giovane età e la mia poca esperienza non mi permette di far ciò, io credo che la soluzione stia nel far stabilizzare tra i due popoli l'esercito dell'ONU e non andarsene finchè:
1) Isreliani e Palestinesi non trovano un accordo completo e che metta fine a tutte le possibili rivendicazioni future;
2) vengano distrutti tutti i gruppi terroristici presenti nei territori.
Secondo il mio modestissimo punto di vista i problemi sono questi, tutto il resto fà da cornice a questi due principali problemi.
Scatenare guerre e quindi rappresaglie, fanno entrare in un circolo vizioso da cui si rischia di non uscirne, proprio come stà succedendo ora, ed in questi casi gli uomini perdono la testa e diventano bestie.
1) Isreliani e Palestinesi non trovano un accordo completo e che metta fine a tutte le possibili rivendicazioni future;
2) vengano distrutti tutti i gruppi terroristici presenti nei territori.
Questo e' molto semplice da dire... il problema e' stabilire quale dovrebbe essere un accordo giusto.
smargiasassi
24-07-2006, 01:07
io mi tiro fuori!
un consiglio a macedone:
non basta dire che la guerra è brutta e che bisogna cercare una soluzione che vada bene a tutti. devi pure dire che i palestinesi sono vittime e i sionisti oppressori, se no non vale!
Edit: (*)(le 2.200 tonnellate devono essere un errore evidente del traduttore - sono 2.200kg come detto nel titolo - ndfra)
Probabilmente dovuto al fatto che gli anglosassoni usano il punto per separare i decimali, dove noi usiamo la virgola.
macedone
24-07-2006, 11:31
Questo e' molto semplice da dire... il problema e' stabilire quale dovrebbe essere un accordo giusto.
Tutto è molto semplice da dire MaD...
Il problema è che non si cerca di farlo, visto che ormai sono allo scontro frontale; l'accordo non è assolutamente semplice da trovare, ma personalmente non vedo altra via.
francamdar
24-07-2006, 12:42
Il problema è che non si cerca di farlo, visto che ormai sono allo scontro frontale; l'accordo non è assolutamente semplice da trovare, ma personalmente non vedo altra via.quoto in parte, perchè penso che ci sia una "via maestra"
ricordiamoci che la vera democrazia deve nascere dal basso.
bisogna creare i presupposti perchè le parti (la società e non i governi) comincino a parlarsi e a conoscersi, sarebbe, a mio avviso indispensable; non a caso é uno dei progetti in cui le ONG, le ass. umanitarie trovano più contrasto dagli establishments. sarebbe il metodo previlegiato per mettere in un angolo gli integralisti, likud, coloni, libermann da una parte e hamas al aqsa e jihad dall'altra. le popolazioni non ne possono più, mentre questi avvoltoi (ben supportati da altri ben più meschini e potenti - vedi articolo di smedley buttler (1881-1940) - Generale Maggiore - Corpo della Marina degli Stati Uniti (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2341)) continuano a proliferare, perchè, nello scontro frontale, riescono a certificare il bisogno della loro presenza (come accade anche da noi).
il primo nemico da sconfiggere, a mio parere, é quel pensiero che da secoli ci dice che: "nemico dell'uomo é l'altro uomo".
come diceva G.Paolo II: "la pace nasce dalla giustizia".
allora la giustizia per essere tale deve fondarsi sull'equità, sulla giusta e indipendente informazione, sull'unico interesse del "bene comune"
francamdar
24-07-2006, 13:03
L'ultima fase, quella di Gaza, è cominciata il 24 giugno, quando Israele rapì due civili palestinesi, un medico e suo fratello (in seguito al rapimento di tre ministri dell'ANP - ndfra). Non ne sono noti i nomi, non si conoscono i nomi delle vittime. Furono portati in Israele, presumibilmente, e nessuno ne conosce il destino. Il giorno successivo successe qualcosa, di cui si sa, e molto. Dei militanti, probabilmente della Jihad islamica, rapirono un soldato israeliano al di là del confine, il caporale Gilad Shalit. Questo rapimento è ben noto, il primo no. Poi seguì l'escalation di attacchi israeliani contro Gaza, che non c'è bisogno di richiamare qui perché sono stati riportati dai media in maniera adeguata.
La fase successiva è stata aperta dal rapimento di due soldati israeliani, dicono al confine. L'obiettivo ufficiale è la scarcerazione di prigionieri, che sappiamo esistere anche se nessuno sa quanti. Ufficialmente vi sono tre libanesi prigionieri in Israele, ma si sospetta di un paio di centinaia di persone scomparse e che nessuno sa dove siano.
tratto da:
amy goodman intervista noam chomsky e Mouin Rabbani (http://www.zmag.org/Italy/chomsky_goodman-israelepalestina.htm)
Su Noam Chomsky (http://it.wikipedia.org/wiki/Noam_Chomsky) il New York Times scrive: "Ci sono buone ragioni per pensare che Chomsky sia il più importante intellettuale vivente", The Nation: "Noam Chomsky è una fonte inesauribile di sapere", The Guardian: "Insieme a Marx, Shakespeare e la Bibbia, Chomsky è tra le dieci fonti più citate nella storia della cultura".
articoli interessanti:
la guerra é un racket - di smedley buttler (1881-1940) (Generale Maggiore - Corpo della Marina degli Stati Uniti) (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2341)
chi é incarcerato nelle prigioni israeliane di Michael Kramer (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2336)
immagini dal libano-photo gallery a cura di information clearing house (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2338)
un'analisi della situazione libanese di mike withney (uruknet) (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2340)
Gilardino20
26-07-2006, 00:45
Ultimi aggiornamenti dal Corsera:
Osservatori Onu uccisi in un raid israeliano
Sarebbero almeno 4 le persone rimaste senza vita in seguito ad un attacco nel sud del Libano
BEIRUT (Libano) -Sono almeno 4 gli osservatori dell'Onu uccisi durante un raid aereo israeliano che ha distrutto la loro postazione nel sud del Libano.
Sempre in serata poi alcuni militari israeliani hanno ucciso un comandante dei guerriglieri Hezbollah negli scontri vicino al confine. Secondo quanto riferito dall'esercito che ha identificato l'uomo come Abu Jaafar, a capo del "settore centrale" della frontiera tra Libano e Israele. L'esercito ha detto che Jaafar è stato ucciso in uno scambio a fuoco con i soldati israeliani vicino alla villaggio libanese Maroun al-Ras.
FAMIGLIA STERMINATA - In un raid aereo israeliano compiuto nella notte su un villaggio nel Libano meridionale è stata sterminata un'intera famiglia composta da sette persone. Lo hanno reso noto forze di sicurezza libanese. Il raid sul villaggio di Nabatieh ha ucciso un uomo, sua moglie e cinque bambini, portando così a 391 il numero delle persone uccise (con 1.596 feriti) in Libano durante quasi due settimane di conflitto tra l'esercito israeliano e gli hezbollah. Tra le vittime 31 sono combattenti (venti soldati libanesi e undici hezbollah), il resto sono civili. Da parte israeliana si piangono 41 morti, di cui 24 soldati. I feriti sono 330, di cui 30 militari.
NUOVI BOMBARDAMENTI - Dopo la tregua concessa lunedì in concomitanza con la visita del segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, sono ripresi anche i bombardamenti sulla capitale. Nel mirino dei jet israeliani la zona sud di Beirut e, in particolare, il quartiere di Haret Hreik, e dintorni. Le tv libanesi e quella di Dubai Al Arabiya hanno mostrato alte colonne di fumo levarsi dai quartieri meridionali della città, già martellati un numero di volte incalcolabile da mercoledì 12 luglio per distruggere soprattutto il quartier generale del movimento sciita filoiraniano Hezbollah. Anche il porto è stato preso di mira dai bombardieri
ISRAELE: PRESA BINT JBEIL - In mattinata le forze israeliane sono riuscite a conquistare dopo aspri combattimenti Bint Jbeil, roccaforte dei guerriglieri hezbollah in Libano meridionale. La notizia è stata diramata dalla radio israeliana e rilanciata dai vari media ma gli hezbollah accerchiati hanno fatto sapere di non essersi arresi e i combattimenti non sono ancora terminati. I giornali israeliani scrivono che due brigate di carri armati e truppe, sostenute da elicotteri da combattimento, hanno circondato un centinaio di guerriglieri hezbollah nella loro roccaforte sulle alture a ridosso del confine con Israele. Un inviato della tv Al Arabiya ha riferito che la città «è quasi completamente distrutta, e il suo aspetto è stato profondamente modificato dai pesanti bombardamenti dell'artiglieria».
RAZZI HEZBOLLAH - Nuovi razzi hezbollah sono intanto stati sparati su Israele. Per la prima volta è stato colpito anche il centro arabo di Shefaram, nella zona di Nazareth. Altri razzi su Haifa hanno provocato almeno un morto e 25 feriti. Una ragazzina araba israeliana di 15 anni è morta per i razzi a Mghar e altre quattro persone sono riamste ferite.
BOMBE A FRAMMENTAZIONE - L'organizzazione umanitaria Human Rights Watch (Hrw) ha accusato Israele di aver fatto uso di proiettili di artiglieria a frammentazione durante un bombardamento del 19 luglio contro il villaggio di Blida, nel sud del Libano.
25 luglio 2006
francamdar
26-07-2006, 14:31
le mie letture di oggi:
da peacereporter:
Libano, l'allarme di alcuni medici: Israele usa armi chimiche (http://www.euronews.net/create_html.php?page=detail_info&article=371403&lng=4)
Tiro, l'esercito alle porte
Jihad, un operatore delle Nazioni Unite, racconta il timore per l’invasione a Tiro (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=7&ida=&idt=&idart=5929)
L'Asean condanna Israele
Dieci paesi dell'Asia accusano Israele di uso eccessivo della forza in Libano. Centinaia gli asiatici in fuga (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=2&ida=&idt=&idart=5926)
Lettere dal fronte
Lettera aperta del direttore di una ong da un campo profughi in Libano (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?iddos=5864&idc=6&ida=&idt=&idart=5916)
La guerra in casa
Il racconto di una vita in Israele, divisa con la guerra (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?iddos=5864&idc=6&ida=&idt=&idart=5912)
Senza una ragione
Si sopravvive in attesa che finisca, ma quel che fa più male è non capire perché (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?iddos=5864&idc=7&ida=&idt=&idart=5905)
La vita in un bunker
Hassan, diciassette anni, tra casa e rifugio per sfuggire alle bombe (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?iddos=5864&idc=7&ida=&idt=&idart=5901)
da megachip:
anatomia di una guerra (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2290)
Beirut; il fallimento storico di George Bush (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2287)
Olmert dispiaciuto, ma dice: "Non ci fermiamo, ci servono altri 15 giorni"
(da Repubblica)
IMHO 15 giorni per distruggere un paese che ci ha messo 15 anni per tornare a tirare su la testa, per ricostruirsi e adesso Israele stará tranquillo per altri 15 anni.. saranno tutti occupati a ricostruire ancora e ancora..sono INDIGNATO.
L'ondata di odio provocato in questi pochi giorni la pagheranno per anni, probabilmente non avrá mai fine, ma avranno anche la forza di essere poi le vittime, dichiarando di essere un obiettivo e di conseguenza si dovranno difendere..ovvio.. Ottima strategia..complimenti..colpire obiettivi militari sarebbe forse anche un pelo piú ragionevole, ma colpire ponti, strade, aeroporti, riserve d'acqua, riserve energetiche mi sembra fuori da ogni logica..
terrorismo? ovvio, da ambedue le parti sia chiaro..ma quello che piú mi fa andare in bestia é che uno si fa chiamare da tutti "autodifesa" e ha il beneplacito internazionale per varie ragioni che tutti sappiamo e l'altro no..l'altro si chiama Terrorismo.. solo da condannare..
il terrorismo psicologico (e non solo) degli Israeliani non ha nessuna eco internazionale, la situazione di gettizzazione palestinese non viene alla luce sui media che "contano", il palestinese che entra in Israele per lavorare nelle loro fabbriche per poi tornare facendo 4 ore di coda ai checkpoint (appositamente creata per distruggere e demolire l'animo umano) ed essere insultato, picchiato e pagato un salario da fame (mi ricorda qualcosa questo sistema..a parti inverse..mhhh...) non vengono raccontati quotidianamente mentre il primo palestinese che non ha nulla di meglio da fare nella sua giornata (non certo per sua scelta, ma dovuto alla disperazione della sua esistenza) che ammazza qualche "civilizzato" viene indicato come terrorista..anche io lo chiamo terrorista sia chiaro e non lo giustifico, ma le ragioni sono ben diverse, la radice é profonda ed estirparla non sará facile..Israele con queste azioni fa sí che questa radice sia sempre piú forte e profonda..
davvero delle teste normalmente pensanti non capisco un ragionamento cosí semplice?non credo proprio..
Logicamente io sono di parte, ma capisco che la colpa é per lo meno delle 2 parti e la buona volontá manca da entrambi i fronti, peró questa situazione mi sembra inaccettabile..le voci di protesta internazionale si sono alzate flebili flebili..la paura della condanna aperta per una azione esagerata e chiaramente volta a distruggere un paese limitrofo non sono arrivate..
fosse stato un altro paese si sarebbe intervenuti con una rapiditá esemplare..
l'irak attacca il Quwait e i nostri gagliardi "esportatori della civiltá" yankee (come si sono autodefiniti) intervengono per estirpare il male alla radice..hanno preso le batoste e imperterriti sono tornati per chiudere i conti, con i risultati che tutti vediamo..30 morti circa di media al giorno, guerra civile e la popolazione allo stremo..
Dico solo una cosa: meno male che Siria e Iran non sono intervenute, perché la strategia mediorentale stelle e strisce aspettava solo quello..il fantoccio israeliano in mano a Bush ha fatto il suo dovere..la scusa per allargare il conflitto non é servita fin'ora.. non hanno abboccato Siria e Iran per il momento, ma le occasioni non mancheranno..uff..non mancheranno..
Vi consiglio caldamente il film Paradise Now.. non so in Italia che eco abbia avuto, ma é da vedere..
da: http://www.arabnews.com/
Listening to the numerous and articulate Israeli spokesmen, and watching the conflict in Lebanon on the TV news, one could be forgiven for thinking that Israel, the fourth strongest military power on earth, is quickly wiping out Hezbollah in the killing fields or hills of South Lebanon. The reality, if we like what Hezbollah stands for or not, is that Hezbollah is not going to be wiped out, cannot be wiped out and is gaining many more recruits in Lebanon and massive support throughout the Arab world. Israel with all its military acumen has gone after Hezbollah in panic and in precisely the wrong way.
Comparisons should be made with the United Kingdom’s 30-year conflict with the IRA, which resulted in the deaths of some 3,000 people, mainly living in Northern Ireland. During those years the IRA was massively armed by Libya and became the most effective terrorist organization in the world.
The all-regular British Army deployed thousands of well-led and well-equipped soldiers onto the streets of Northern Ireland, in an attempt to win the hearts and minds of the people, and the intelligence services had astonishing success in infiltrating their agents into the IRA’s top echelons. Dublin was never bombed nor were the bomb-making factories in the Catholic ghettos of Belfast.
After 30 years the conclusion was that the IRA could not win nor be destroyed, only contained in what it could do. Political talks took place, first through intelligence channels and then with Cabinet ministers.
It is too soon to say if Sheikh Hassan Nasrallah, Hezbollah’s charismatic leader, was right or wrong in his terms to send his patrol into Israel to seize two unfortunate Israeli soldiers. Hezbollah claims this was in response to Israel’s killings in Gaza, following the return of the Israeli Army after Israel’s much praised withdrawal. Hezbollah’s enemies say it was following the orders of Tehran, which was looking for a diversionary tactic to draw international attention away from its possible nuclear weapons program, and Sheikh Nasrallah miscalculated Israel’s massive response in Lebanon. I think we will find he does not simply take orders from Iran.
Before the Israelis took their troops out of Lebanon in 2000, mainly under domestic political pressure and certainly much harassed by Hezbollah, that organization made clear it sought not only the release of its own detainees from Israeli jails but also others from Lebanon, Syria and the occupied Palestinian territories. It also declared that its struggle was not only over liberating Lebanon, but a wider struggle for the liberation of the holy places in Al-Quds. It wanted to work with other Muslim Arab groups opposed to Israel including Palestinian resistance groups based in the refugee camps in Lebanon. Of course, one of its primary aims has been to turn Lebanon into an Islamic state.
Sheikh Nasrallah, who took over the leadership of Hezbollah in 1992 at the early age of 32, following the Israeli assassination from the air of his predecessor, has carried out a remarkable transformation of the organization not least in the political field. It has 14 of the 128 seats in the Lebanese Parliament and two representatives in the government.
Hezbollah has up to 600 full-time fighters, many middle-class professional Shiites, and a reserve of up to 10,000 who have had combat training, and some have previously fought the Israelis. With their detailed local knowledge and local support, they represent a small but dedicated and highly disciplined resistance movement able to inflict considerable damage on invading Israeli units.
It is believed Hezbollah launched its rocket attacks on Israel’s northern cities with an armory of some 13,000 rockets that Iran and Syria had supplied. Israel can make the resupply of missiles slow, difficult and dangerous but it cannot stop it.
So far Hezbollah’s missiles have eluded Israel’s Patriot anti-missile batteries. Hezbollah has attacked successfully with a radar-guided missile an Israeli missile boat. I suspect we will see before long they have a few missiles with a range of over 100 miles.
Hezbollah cannot prevent the Israeli Army from moving north through Lebanon toward Beirut if it wants to, but Hezbollah would make sure it pays a high price. Its fighters will withdraw before Israel’s heavy armor and then attack the tanks when they come to a halt. Israel is desperate not to lose too many of its soldiers, many of whom are reservists.
Israel’s grossly disproportionate response in Lebanon has been a boost for Hezbollah and those in the Arab world who oppose Israel’s cruel treatment of the Palestinians. Israel does not wish to speak to Hezbollah, but it will find that Iran and Syria are not about to restrain it. Its American ally is in trouble in Iraq and Afghanistan, and the American president has made sure it has precious few reliable friends in the region.
Non ce la facccio a tradurlo raga..troppo lungo..:rolleyes:
rui_papo_6
02-08-2006, 16:11
purtroppo penso anch'io che l'attacco in Libano per Hezbollah avrà lo stesso effetto dei morti di Derry ai tempi dell'IRA: incrementare il numero di giovani che vogliono sparare/morire per combattere il nemico (allora gli inglesi, ora Israele) e compattare anche le forze moderate attorno agli estremisti: dopo le bombe su Cana per la orima volta i membri del Governo e delle istituzioni hanno ringraziato Nasrallah e Hezbollah per le loro azioni, e hanno cominciato a definire l'azione del Partito di Dio come una lotta di resistenza...
Israele ha passato la parte, e ora sa che l'unico modo di vincere è tentare di annientare Hezbollah grazie alla forza di Tsahal, ma l'impresa si rivela ogni giorno + difficile, non vogliono rendersi conto che Tsahal non ha + la forza che aveva negli anni 60-70, e soprattutto che in una guerra asimmetrica gli eserciti normali non servono (vedi quello americano nel pantano Iraq)
francamdar
03-08-2006, 10:02
Salmo 121(122)
Saluto a Gerusalemme
Canto delle ascensioni. Di Davide.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore».
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.
Domandate pace per Gerusalemme:
sia pace a coloro che ti amano,
sia pace sulle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.
http://www.elettrosmog.com/colomba_pace.gif
edit:
stavo rileggendo questo salmo, come preghiera della mattina,
e mi é venuto il terrore dell'integralismo religioso.
"la salgono insieme le tribù del Signore"
le tribù del Signore sono i figli di Abramo,
Isacco e Ismaele (il cristianesimo é un ebraismo riformato -
Gesù Xto vuole nascere nella discendenza diretta di David
e annuncia che non vuole cambiare una sola virgola della torah).
....e tutta la legge dei figli di Abramo (ebrei, islam e cristiani),
consiste nel "ama il tuo Dio e il prossimo tuo come te stesso"
i primi tre articoli della torah sono racchiusi nello shemà
"shemà Israel Adonai eloenu, Adonai ehad"
i sette successivi nel
"ama il prossimo tuo come te stesso"
...allora ho pensato
ai milioni di morti causati dall'integralismo cristiano
ai milioni di morti causati dall'integralismo ebraico
ai milioni di morti causati dall'integralismo islamico
...e ho avuto paura dell'uomo
(senza perdere fiducia in Dio)
francamdar
05-08-2006, 20:27
varie letture del mio "Shabbat"
Photo gallery: LIBANO: STRAGE A CANA PER TERRORIZZARE LA POPOLAZIONE (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2362)
LA GUERRA ISRAELO-LIBANESE PER L'ACQUA (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2345)
Libano, è scontro fra tattiche di guerriglia e tecnologia moderna (http://www.paginedidifesa.it/2006/termentini_060728.html)
La newsletter di Misteri d'Italia (http://www.misteriditalia.com/newsletter/112/112.html)
GILAD ATZMON SCOPRE UN DOCUMENTO SEGRETO DELLA GUERRA ISRAELIANA! (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2381)
edit:
INNUMEREVOLI ERRORI (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2376)
ISRAELE, L'ONU E L'ASSASSINIO DEL CONTE BERNADOTTE (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2371)
francamdar
05-08-2006, 23:35
trovato nel forum di comedonchisciotte in risposta ad un articolo di maurizio blondet
I veri giudei condannano la feroce e sanguinaria offensiva scatenata dallo stato d’Israele contro il Libano, dopo che gli Ezbollah avevano catturato – così si racconta – due soldati dell’esercito nemico. I veri giudei non solo rispettano, senza ipocriti distinguo, il comandamento della Torah “Non uccidere”, ma sono contrari anche allo stato d’Israele, come entità politica. (1) Infatti, memori e custodi della tradizione dei profeti sono convinti che solo Dio può instaurare il Suo regno, per tramite del Messia, che è colui che porta sul petto il sigillo reale. La creazione tutta umana dello stato d’Israele, avvenuta nel 1948, decisa dalla sinarchia per gettare una testa di ponte nella regione medio-orientale e fomentare l’odio degli Arabi e dei Musulmani, è considerata dai veri giudei una bestemmia, un oltraggio nei confronti dell’Onnipotente la cui imperscrutabile volontà è stata profanata.
Poco inclini ad accettare lo stato d’Israele sono pure i Samaritani, oggi poche migliaia. I Samaritani sono gli eredi delle tribù settentrionali del regno d’Israele, mescolatesi con varie popolazioni, dopo il 722 a.C., quando il regno del nord fu conquistato dagli Assiri. Essi, concentrati nel centro di Nablus, non riconoscono Gerusalemme come città santa, ma Sichem. Infine accettano tra i testi sacri solo i libri del Pentateuco, mentre rigettano tutte le tradizioni ebraiche posteriori, compreso il Talmud. I discendenti delle tribù disperse sono sempre stati disprezzati dalla maggioranza degli Ebrei che solevano affermare: “Meglio i porci dei Samaritani”.
Tra l’altro non si dimentichi che gli Ebrei, affluiti in Palestina dal 1948 ad oggi, da paesi lontani (dalla Russia all’Etiopia) sono per lo più incrociati con genti europee o discendenti dei Turchi, convertitisi in massa all’Ebraismo nel Medioevo. Costoro hanno quindi abbracciato una religione ed una cultura senza comprenderle veramente, mentre i depositari dell’antico sapere mosaico sono oggi un’esigua ed inascoltata minoranza.
Come spesso avviene, ci insegna il filosofo danese Soren Kierkegaard, in una comunità è la minoranza ad aver ragione. E’ per questo motivo che la “democrazia” è un sistema aberrante, mostruoso: infatti le decisioni dipendono dalla volontà della maggioranza, formata da una massa facilmente manipolabile con la propaganda, la disinformazione, l’appello a pseudo-valori. Questo - è incontrovertibile – vale anche per la cosiddetta democrazia israeliana.
(1) Sul carattere comunque torbido di asserzioni che fanno appello a testi “ispirati” da Dio, vedi Zret, L’ambiguità del sacro.
Evenu Shalom! Evenu Shalom Alejem!
purtroppo non tutte le voci sono così ispirate:
SECONDO LA LEGGE EBRAICA, IL NEMICO NON HA INNOCENTI
Il consiglio rabbinico di Yesha: In tempo di guerra, il nemico non ha innocenti (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2377)
...
francamdar
06-08-2006, 12:05
edit: sempre nella logica di sentire più voci possibili sullo stesso argomento, vi riporto un'articolo di uno scrittore controverso, sicuramente una "voce fuori dal coro -fra-
DAVID ICKE (http://it.wikipedia.org/wiki/David_Icke) SULL'ESCALATION MILITARE DEGLI ILLUMINATI IN MEDIO ORIENTE
http://www.davidicke.com/index.php/
David Icke, da molti anni studioso di storia segreta e cospirazioni, è un giornalista e conferenziere di fama mondiale che ha lavorato per la BBC e prestigiosi giornali. Il compito che si è proposto è di informare il pubblico su quelli che sono gli intrighi, i complotti, i ‘dietro le quinte’ che hanno lo scopo di tenere l’umanità “imprigionata”.
Icke ha milioni di lettori e il suo sito Internet è uno dei più visitati al mondo. Le notizie che diffonde costituiscono una significativa alternativa all’informazione ufficiale. da Macrolibrarsi (http://www.macrolibrarsi.it/autore.php?aid=53)
David Icke sull'escalation degli Illuminati in Medio Oriente (parteI) (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=2549)
David Icke sull'escalation degli Illuminati in Medio Oriente (parteII) (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=2734)
Questa è il background storico, la sequenza di tessere del domino che cascano e che hanno condotto a ciò che sta succedendo oggi con centinaia di Libanesi ammazzati, più di mezzo milione di rifugiati, missili che ammazzano e mutilano e Israeliani rincretiniti che vengono manipolati e programmati dal loro governo psicopatico per credere nella Grande Menzogna.
Certo, il terrorismo Arabo è egualmente sbagliato. Violenza porta violenza, solo la pace porta alla pace. Ogni uccisione, morte o ingiuria è una tragedia personale e familiare e nessuno è meno o più importante che un altro. La dichiarazione del leader Hezbollah, Hassan Nasrallah, che chiama i due bambini Arabi uccisi in Israele dai razzi degli Hezbollah “Martiri per la Palestina”, è semplicemente rivoltante e disgustosa. Ci sono idioti e terroristi da ambedue le parti e non ho illusioni in merito alla soppressione della libertà in Siria o nell’Iran.
È tempo per tutti per essere assieme, Arabi, Ebrei, Gentili, qualunque nome vi diate. Le etichette non contano; esse sono solo diversioni, ILLUSIONI. Noi siamo TUTTI una coscienza infinita presa in un pazzesco giuoco di computer che crediamo reale.
Cosa vogliono realmente la maggior parte degli Arabi, Israeliani, Gentili, Cinesi, ecc. ? Essi vogliono pace e amore e armonia nelle loro vite. Allora cerchiamo di ottenerle ASSIEME.
È quello che ci unisce, il desiderio di pace, di amore e libertà. Ciò allontana le disillusioni delle divisioni razziali e religiose. Perché dovremmo continuare in questa pazzia nel negarci queste cose?
Come cambieremo il pianeta dall’odio e dalla guerra per la pace e l’amore?
Noi dobbiamo essere disposti alla pace e all’amore e terminarla per una buona volta a cooperare con le forze dell’odio e della guerra.
Essi ci possono controllare e dirigere solo con la nostra cooperazione perché essi sono pochi e noi siamo tanti. Noi siamo il potere su questo pianeta se solo potessimo rendercene conto ed esprimerlo con passione. Gli “occhi neri” e i “vestiti neri” possono avere potere solo attraverso il divide et impera. Essi vogliono che noi ci combattiamo, e solo grazie a questo tali patetiche persone possono avere via libera per il dominio su di noi.
Gandhi disse: “NOI dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo avvenga nel mondo”.
Parole più vere mai furono pronunciate.
Io sono pronto, e tu?
David Icke
samleroy
06-08-2006, 12:43
Ma quando l'Iraq invase via terra il Kuwait l'ONU era intervenuto o sbaglio ?
:sisi: !!! ...
francamdar
06-08-2006, 20:00
qualche articolo
Fino a quando? (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2338) di Eduardo Galeano (http://it.wikipedia.org/wiki/Eduardo_Galeano)
Durante un'incursione aerea. (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2345) di Virginia Woolf (http://it.wikipedia.org/wiki/Virginia_Woolf)
Testimonianze dal Libano (http://italy.peacelink.org/conflitti/articles/art_18068.html)
L'autorevole dott.ssa Giovanna Tavani, dirigente scolastica del "I Circolo didattico Giampaglia - Scuola per la Pace" (scuola per la Pace premiata dal presidente della Repubblica italiana) di Ercolano (Napoli), scrive all'amica cantautrice per la Pace Agnese Ginocchio, chiedendo di diffondere le lettere - testimonianze di seguito riportate, che arrivano direttamente da Beirut.
Cronaca di un massacro premeditato? (http://italy.peacelink.org/conflitti/articles/art_18092.html) di Michael Warschawski (AIC) Alternative Information Center Gerusalemme
Morire a Qana (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2330) di Ángeles Espinosa da El País
Lettera aperta a Bush dall'ex primo ministro libanese (http://italy.peacelink.org/conflitti/articles/art_18127.html) di Salim al-Hoss
[I]caro Presidente abbiamo ascoltato il tuo rincrescimento per le devastazioni dovute alla guerra condotta da Israele contro il mio paese. Spero che tu abbia avuto delle informazioni corrette sulle atrocità perpretate nel mio paese: tu consideri siano causate dalla guerra contro il terrorismo, ma lasciami dire "Israele è oggi la più orrenda potenza terrorista nel mondo"
Salim al-Hoss (ex primo ministro del Libano 1976-1980, 1987-1990, e 1998-2000.)
Fare soldi sull'Occupazione (http://www.zmag.org/Italy/dearden-faresoldioccupazione.htm) di Nick Dearden
Il rapporto di War on Want Profiting from the Occupation: Corporate Complicity in Israel's Occupation of Palestine è disponibile on line su www.waronwant.org o dall'ufficio al numero ++ 44 207 549 0555. Il rapporto sarà presentato in una conferenza stampa Domenica 9 Luglio a Londra.
edit 08-08-06
22-07-06 fermato sul confine bulgaro un camion di provenienza inglese di materiale nucleare destinato all'Iran.
Outcry as border guards seize British 'dirty bomb' lorry heading for Iran (http://www.dailymail.co.uk/pages/live/articles/news/news.html?in_article_id=397124&in_page_id=1770) Daily News
"In August last year there was a similar incident when a Turkish truck carrying a ton of zirconium silicate supplied by a British firm was stopped by Bulgarian customs at the Turkish border on its way to Tehran, after travelling from Britain, through Germany and Romania, without being stopped.
Zirconium is used in nuclear reactors to stop fuel rods corroding and can also be used as part of a nuclear warhead. The metal can be extracted from zirconium silicate and its trade is usually tightly controlled.":eek:
Spirito di resistenza (http://www.nuovimondimedia.com/sitonew/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2036&mode=thread&order=0&thold=0) di Pepe Escobar (Asia Times)
Esiste inoltre la cruciale questione delle acque del fiume Litani, nel Libano meridionale. Israele ora potrebbe anche preparare il terreno per l’eventuale annessione del Litani. Oltre al Libano, Israele è interessata anche e soprattutto alla Siria. Motivo: il fondamentale oleodotto che collega Kirkuk, nel Kurdistan iracheno, ad Haifa. Israele, dunque, come principale protagonista dell’“Oleodottostan”. Quindi, via libera al recupero di acqua (e territorio) dalla Palestina, acqua (e territorio) dal Libano e petrolio dall’Iraq. Tutto ciò condurrà all’inevitabile: la grande guerra energetica del XXI secolo
Pepe Escobar è un giornalista brasiliano che si occupa di questioni del Medio Oriente e dell’Asia meridionale. È stato in Afghanistan e ha intervistato il leader militare dell’Alleanza del Nord, Ahmad Shah Masoud, un paio di settimane prima che venisse assassinato. Due settimane prima dell’11 settembre 2001, era nelle aree tribali del Pakistan, ed è stato uno dei primi giornalisti a raggiungere Kabul dopo la ritirata dei talebani.
Hanno scritto i nomi dei bambini morti sui sudari di plastica (http://www.canisciolti.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=779) di Robert Fisk - The Independent
La guerra al Libano e la battaglia per il petrolio (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2391) di Michel Chossudovsky - Global Research
La miccia libanese (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2390) di Carlo Bertani (http://www.carlobertani.it/chi%20sono.htm)
"Un deputato della Knesset – pochi giorni or sono – chiese al governo, ironicamente, se Tzahal fosse comandato dai generali israeliani o da Condoleeza Rice: quel deputato aveva messo il dito nella piaga, perché è molto difficile affermare che Israele possa trarre dei vantaggi da questa guerra, in qualsiasi modo vada a finire.[...]Dove poteva andare a parare la superpotenza americana assetata d’energia? Forse in America Latina – iniziando una serie di guerre senza fine per il 5% del petrolio del pianeta, nella disastrata Africa – oppure nel Golfo Persico dove, sommando Arabia Saudita, Iran, Iraq e gli altri stati del Golfo si diventa padroni del “banco” petrolifero?[...]La seconda vicenda è stata appena accennata dall’informazione ufficiale, e non è nemmeno giunta all’attenzione dei TG nazionali: in Ucraina...[...]"
edit 09-08-06
Olmert e Peretz hanno fallito il test del potere (http://www.zmag.org/Italy/seal-testpoterefallito.htm) - di Patrick Seal da Middle East Online (3 Luglio 2006)
"I rapitori di Shalit hanno offerto di scambiarlo (il soldato catturato) con 400 bambini e 200 donne – dei circa 9.000 palestinesi – detenuti nelle prigioni israeliane, ma Olmert ha rifiutato qualsiasi negoziato di questo tipo.[...]Israele farà qualunque cosa per evitare un negoziato. Per questo infligge deliberatamente sofferenze disumane ai palestinesi per radicalizzare il conflitto e allontanare i moderati dalla scena.
I Moderati e coloro che sono disposti a trattare sono i veri nemici di Israele."
Patrick Seal è un eminente scrittore inglese del Medio Oriente ed autore di The Struggle for Syria; Asad of Syria: The Struggle for the Middle East; e Abu Nidal: A Gun for Hire.
Il generale Ivashov: come dice LaRouche, dietro questa guerra c’è l’oligarchia finanziaria internazionale (http://www.movisol.org/znews146.htm) - da movisol (http://www.movisol.org/)
Leonid G. Ivashov, che in passato ha diretto il Dipartimento della cooperazione militare internazionale del Ministero della Difesa russo, ha pubblicato il 7 agosto 2006 una valutazione strategica sul sito www.iamik.ru (Marketing e consulting, informazione ed analisi). Ivashov riecheggia in diversi punti l’analisi diffusa il 23 luglio da Lyndon LaRouche ("Stop Being a Dupe! Know Your Actual Enemy") che cita espressamente nel suo articolo.
Oggi il gen. Ivashov è vice presidente dell’Accademia degli Studi Geopolitici.
LaRouche (http://it.wikipedia.org/wiki/Lyndon_LaRouche) alla Rice: “devi dire a Bush che mandare truppe USA in Libano è un disastro garantito” (http://www.movisol.org/libano.htm) - da movisol (http://www.movisol.org/)
seguito da un approfondimento su questo tema tratto dalla rivista EIR-[Executive Intelligence Review N. 30, 28 luglio 2006] Israele alle porte di Mosca di Jeffrey Steinberg
e da estratti del piano “Clean Break” (http://www.iasps.org/strat1.htm)[EN] che chiedeva l'invasione nel 1996
un'articolo sul piano Clean Break (http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=288) da comedonchisciotte (http://www.comedonchisciotte.net/)
un'articolo sul piano Clean Break (http://www.movisol.org/cleanbreak.htm) da movisol (http://www.movisol.org/)
edit: Lettera aperta a Bush dall'ex primo ministro libanese di Salim al-Hoss corretto il link alla versione italiana
francamdar
12-08-2006, 10:38
il consiglio di sicurezza onu vota all'unanimità per la fine delle ostilità in medio oriente [EN]
http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=19491&Cr=leban&Cr1=
http://www.rai.it/news/articolornews24/0,9219,4360155,00.html
"Ma intanto l'offensiva terrestre su vasta scala avviata ieri pomeriggio da Israele nel Libano meridionale continuera' almeno fino a domenica, quando il Consiglio dei Ministri dello Stato ebraico approvera' formalmente il testo della risoluzione sul cessate il fuoco in Libano che e' stata votata questa notte dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Lo hanno reso noto fonti governative israeliane."
il testo integrale della risoluzione 1701 non é ancora stato ancora pubblicato, ma lo si potrà trovare qui (http://www.un.org/Docs/sc/unsc_resolutions06.htm)
speriamo in bene.
La risoluzione e' stata votata solo perche' la cessazione delle ostilita' dovra' avvenire "IL PRIMA POSSIBILE" e quindi deve essere ancora negoziata la data.
In pratica non hanno deciso niente di nuovo.
francamdar
12-08-2006, 19:11
La guerra "buona" che piace all’occidente (http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1384) da socialpress (http://www.socialpress.it/)
"Spesso camminando per le vie della mia città in questi giorni di piena estate, durante i quali l’esercito israeliano sta massacrando la popolazione del Libano, mi capita di volgere lo sguardo all’insù alla ricerca di quelle bandiere che dovrebbero essere appese ai nostri balconi ma gli occhi si perdono nel vuoto delle ringhiere intercalato a qualche sdrucito tricolore reduce dal baccanale delle notti mondiali. Il Primo Ministro israeliano Olmert, piglio da sceriffo e faccia da consumato agente del Mossad ha iniziato a bombardare il Libano con il proprio arsenale ipertecnologico, corredato oltretutto da una discreta dose di armi chimiche non convenzionali vietate dagli accordi internazionali, come ritorsione al rapimento di 02 (due) soldati israeliani da parte delle milizie Hezbollah che sembra abbiano rinvenuto la coppia di militari a passeggio sul proprio territorio.
Tutto è kafkiano in questa guerra motivata con ragioni ammissibili solo nel delirio di uno psicopatico ma accettate dalla Comunità Europea e dal nostro Presidente Romano Prodi che si sono limitati a mettere in luce una certa sproporzione nella risposta israeliana.
E’ kafkiana la partigianeria con la quale il Ministro degli Esteri D’Alema è corso in Israele per distribuire a piene mani solidarietà ed appoggio, nonché l’impegno dei nostri soldati in una guerra mercenaria volta a disarmare le milizie Hezbollah e portare a termine la pulizia etnica nella regione." leggi tutto>>> (http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1384)
sempre da socialpress (http://www.socialpress.it/) - Lettera dall'inferno... (http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1381)
"Care,
vi voglio raccontare brevemente di come con l’associazione Najdeh (http://almashriq.hiof.no/lebanon/300/360/362/najdeh/) stiamo affrontando l’emergenza.
Stiamo lavorando adesso con 3600 sfollati libanesi, palestinesi e di altre nazionalità e il progetto è di aiutare 6000 persone a Beirut, a Tiro e Sidone al sud, a Tripoli al nord e a Beqa’a e Baalbeck ad est. In questa fase del programma stiamo distribuendo materassi, coperte, cuscini, biancheria, vestiti, razioni di cibo e medicine e giocattoli per i bambini quando è possibile.
Una volta terminata l’emergenza (due mesi?) cominceremo a lavorare con i bambini e le loro famiglie affrontando gli effetti psicologici della guerra e dello stato di sfollati per sei mesi, con metodi educativi e ricreativi tradizionali e non.
Tutti, specialmente i bambini, sono depressi a causa di quello che hanno visto e vissuto, in aggiunta alla paura e alle notti trascorse senza riparo e senza sonno, perché i jet israeliani bombardano pesantemente la notte, e nessuno può dormire, neppure chi è in zone sicure, perché comunque si sentono i rumori degli aerei e delle bombe.
A causa dell’assedio israeliano il razionamento dell’elettricità è sempre più rigido, abbiamo riserve per i prossimi dieci giorni, la situazione è particolarmente grave negli ospedali, che senza elettricità non possono lavorare, come potete immaginare. Pensavamo di ricevere benzina e combustibile con il “gentile consenso” di Israele, ma naturalmente Israele ha cambiato idea e le navi rifornimento adesso sono in attesa a Cipro.
Oh amiche mie, Israele non sta solo ammazzando civili, sta anche distruggendo ponti e infrastrutture civili, e allo stesso modo bombarda camion e autocarri di generi di soccorso, anche quando questi riescono ad entrare in Libano non ci sono strade e ponti sopravvissuti ai bombardamenti mirati, così questi soccorsi non riescono a raggiungere gli assediati e gli sfollati, e la situazione già catastrofica presto diventerà ancora più catastrofica..." leggi tutto>>> (http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1384)
Israele, gli Usa, gli altri (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2374) - da megachip (http://www.megachip.info/index.php)
“Non conosciamo nessun limite per l'azione militare israeliana”.
“Tutti quelli che si trovano nel sud del Libano: donne, bambini, osservatori Onu,…. sono considerati dei terroristi” e perciò obiettivi per l'azione militare israeliana. Le due frasi una di Olmert e l'altra del Ministro della Giustizia israeliano insieme alla tragedia di Qana dove più di 60 civili tra cui 37 bambini hanno perso la vita, insieme a 30 giorni di devastanti raid aerei sugli obiettivi civili chiariscono quel che sta effettivamente avvenendo in Libano. L'azione politica israeliana nei pensieri, nelle parole e nell'agire sta calpestando qualsiasi regola, oltrepassando ogni limite." leggi tutto>>> (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2374)
Dallo Stato di Diritto all'involuzione dell'Impero (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2370) - da megachip (http://www.megachip.info/index.php)
"Qualche tempo fa sui media europei approdò con un certo clamore il politologo americano Robert Kagan, con la tesi - che suscitò stupore e perfino disappunto nei circoli europei filo-americani - dei "due occidenti". Ignorando gli amici e i "troppo amici" europei, Kagan ci diceva, con il tono senza appello dei neo-con statunitensi, che noi europei eravamo fuori della storia, ancorati come siamo ai vecchi valori "liberali" dello stato di diritto." leggi tutto>>> (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2370)
francamdar
13-08-2006, 23:28
siccome non é ancora stato aggiornato il sito ONU con la risoluzione 1701 relativa al conflitto israeliano/libanese, posto il link a CIPMO (Centro Italiano Per la Pace in Medio Oriente) (http://www.cipmo.org/)
Il testo della risoluzione 1701 sulla guerra in Libano (http://www.cipmo.org/index.php?http://www.cipmo.org/leggi.php?tid=1148)
posto, come di consueto, qualche articolo:
LA RISOLUZIONE ONU NON RICONOSCE CHE ISRAELE HA INIZIATO UNA GUERRA (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2408)
di Michel Chossudovsky (GlobalResearch.cada) comedonchisciotte (http://www.comedonchisciotte.org/)
" La risoluzione è una clamorosa violazione della carta dell’ONU e del diritto internazionale. Non riconosce che Israele ha iniziato una guerra all’ultimo sangue contro il Libano in violazione del diritto internazionale. Descrive il bombardamento e la distruzione di un intero paese come un “conflitto tra Hizbollah e Israele”. Nel testo della risoluzione non compare la parola “guerra”." leggi tutto>>> (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2408)
Olmert lancia l’offensiva finale Ma in Israele esplodono i dissensi (http://www.cipmo.org/index.php?http://www.cipmo.org/leggi.php?tid=1147) di Maurizio Debanne da CIPMO (http://www.cipmo.org/)
"Tutto è pronto per l’attacco finale. Alla fine la vasta operazione di terra sembra destinata a essere sferrata. Il primo ministro Ehud Olmert e il ministro della difesa Amir Peretz hanno infatti dato ordine all’esercito di prepararsi a lanciare «un’operazione terrestre in profondità nel Libano meridionale, in conformità con la decisione del gabinetto di sicurezza».
La decisione è stata presa dopo che alle Nazioni Unite gli ambasciatori di Usa e Gran Bretagna avevano riferito che i membri del Consiglio di sicurezza erano in procinto di trovare un accordo per la cessazione delle ostilità. «Vediamo che l’accordo sulla tregua all’Onu non fa i progressi richiesti e quindi abbiamno autorizzato l’azione dei militari», ha spiegato una fonte governativa israeliana. Il governo israeliano ritiene, comunque, che la decisione di Olmert di dare via libera all’esercito «non esclude una soluzione diplomatica».
Ma intanto Olmert in patria deve vedersela con i primi regolamenti di conti nel mondo politico su come è stata condotta la guerra in Libano." leggi tutto>>> (http://www.cipmo.org/index.php?http://www.cipmo.org/leggi.php?tid=1147)
In questo tripudio di antisemitismo mi permetto una voce fuori dal coro...
http://ideazione.blogspot.com/2006/08/reutersgate11.html
http://ideazione.blogspot.com/2006/08/hezbollywood5.html
Non conto che ci crediate in quanto fonte di destra, ma non mi importa molto..
Ma l'antisemitismo di cui parli e' quello dell'ONU o quello degli israeliani contrari a queste continue guerre?
In questo tripudio di antisemitismo mi permetto una voce fuori dal coro...
http://ideazione.blogspot.com/2006/08/reutersgate11.html
http://ideazione.blogspot.com/2006/08/hezbollywood5.html
Non conto che ci crediate in quanto fonte di destra, ma non mi importa molto..
credo proprio che il problema non sia se un fotografo cerca di fare sensazione con una foto in piú in meno..la pratica di cercare lo scabroso per destare l\'opinione pubblica o solamente per fare piú soldi con una foto decisamente forte, sia praticato da tutti..israeliani compresi...per cui non vedo perché posti questi due blog..
io piuttosto andrei a vedere quello che succede a Gaza in questi giorni in cui l\'attenzione pubblica é chiaramente puntata sul Libano..l\'orrore é all\'ordine del giorno e in questi giorni si stanno commettendo crimini ancora piú efferati proprio perché lontano dall\'attenzione mediatica...
Ancora:
L\'offensiva di Israele contro il Libano, sostenuta dagli Stati Uniti, ha reso il Paese inebetito, in fiamme e in collera. Il massacro di Cana e le perdite umane non sono solo «sproporzionate». Per il diritto internazionale tutt\'ora in vigore, esse sono dei crimini di guerra.
La distruzione deliberata e sistematica delle infrastrutture civili da parte dell\'aviazione israeliana è un crimine di guerra che mira anche a ridurre il Paese allo status di protettorato di Israele e degli Stati Uniti.
Questo progetto, che il mondo intero osserva con costernazione, si è ritorto contro i suoi stessi promotori. Nello stesso Libano l\'87% della popolazione ora sostiene la resistenza degli Hezbollah - compreso l\'80% dei cristiani e dei drusi e l\'89% dei musulmani sunniti - mentre solo l\'8% crede che gli Stati Uniti sostengono il Libano.
Ma queste azioni non saranno giudicate da alcun tribunale messo in atto dalla «comunitÃ* internazionale» perché gli Stati Uniti e i loro alleati, colpevoli o complici di questi crimini rivoltanti, non lo permetteranno.
E\' ormai chiaro che l\'assalto al Libano per liquidare gli Hezbollah era preparato da molto tempo. I crimini di Israele hanno ricevuto il via libera degli Stati Uniti e del suo eternamente fedele alleato britannico, nonostante la schiacciante opposizione che Blair incontra nel suo stesso Paese.
La breve pace che il Libano ha conosciuto è finita: un Paese paralizzato costretto a ricordare un passato che aveva sperato di poter dimenticare. Il terrorismo di Stato inflitto al Libano si ripete nel ghetto di Gaza, mentre la «comunitÃ* internazionale» prende le distanze e osserva in silenzio. Nel frattempo il resto della Palestina viene annessa e distrutta con la partecipazione diretta degli Stati Uniti e l\'accordo tacito dei suoi alleati.
Primi firmatari
Tariq Ali - John Berger - Noam Chomsky - Eduardo Galeano - Ken Loach - Arundhati Roy - Howard Zinn
Per adesioni e informazioni:
Tavola della Pace, via della viola 1 (06100) Perugia Tel. 075/5736890 - fax 075/5739337 - e mail: segreteria@perlapace.it - www.tavoladellapace.it
Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani,
Perugia - tel. 075/5722479-fax 075/5721234 email: info@entilocalipace.it - www.entilocalipace.it
http://www.fisicamente.net/portale/modules/news/article.php?storyid=545&com_id=1578&com_rootid=1578&
http://zmag.org/italy/oconnor-crisimediacoperturagaza.htm
Crisi nei media nell'informazione su Gaza
L'importanza dell'informazione libera nella formazione dell'opinione pubblica sul conflitto israelo-palestinese.
Patrick O'Connor
Senza una copertura più equilibrata dai media dell'establishment come New York Times, Washington Post e LA Times, è improbabile che la politica USA e l'opinione pubblica acquisiscano a loro volta un maggiore equilibrio verso il conflitto israelo-palestinese. La necessità del mediattivismo sul tema di Israele e Palestina è più vitale che mai.
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Un elemento che alimenta l'attuale crisi di Gaza è il continuo fallimento dei grandi media USA nel coprire adeguatamente il conflitto israelo-palestinese. La politica USA, l'opinione pubblica e la copertura da parte dei mainstream media sono tutti pericolosamente sbilanciati verso Israele. La copertura dei media riflette ed influenza la politica e la pubblica opinione. La copertura dei media degli eventi di Gaza illustra ancora in che modo i grandi media americani privilegino la versione israeliana, e frequentemente ignorino sia le esperienze dei Palestinesi che il diritto internazionale, fornendo al pubblico USA ed ai politici solo parte della storia.
Domenica, il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha ammesso che era sua intenzione commettere crimini di guerra a Gaza, dicendo ai membri del suo gabinetto che lui voleva che "nessuno dormisse a Gaza stanotte". Olmert pertanto ha ufficialmente ammesso la politica israeliana di punire 1,4 milioni di Palestinesi, una violazione della Quarta Convenzione di Ginevra. Ma nessuno dei tre principali quotidiani USA -- il New York Times, il Washinton Post e il LA Times -- ha riferito l'affermazione di Olmert, anche se essa è stata ampiamente citata nel mondo.
La scorsa settimana, questi tre principali quotidiani hanno anche pubblicato editoriali a deciso sostegno del diritto di "rappresaglia" d'Israele dopo la cattura di un soldato israeliano. I loro editoriali non hanno mai menzionato un solo elemento del brutale assedio di 10 mesi da parte d'Israele su Gaza. In un ammonimento in un editoriale a sostegno della guerra in Iraq, il Post assunse la posizione più belligerante, plaudendo la "moderazione" israeliana ed approvando il rovesciamento dell'Autorità Palestinese a guida Hamas. Sebbene i principali quotidiani hanno pubblicato alcuni buoni articoli sul punto di vista palestinese negli scorsi giorni, la loro fondamentale faziosità verso Israele è rimasta più che evidente.
Il 2 Luglio Ehud Olmert ha detto ai suoi colleghi di governo "io voglio che nessuno dorma stanotte, voglio che capiscano cosa significa" questo nei centri abitati vicino Gaza che sono state colpite dai razzi palestinesi Qassam. La sua affermazione si riferiva direttamente alla pratica israeliana di svegliare i Palestinesi nel cuore della notte con ripetuto voli di jet per rompere il muro del suono, e i bombardamenti notturni di Gaza. Inoltre, Israele di notte tiene svegli gli abitanti di Gaza col timore della povertà, l'assedio, gli attacchi imminenti, e la mancanza di elettricità, acqua, combustibile e cibo. L'affermazione di Olmert è stata ampiamente riportata sui media israeliani, della dall'Associated Press, da The Chicago Tribune, da The International Herald Tribune, e dal britannico Guardian, tra gli altri. Una ricerca su Google su questa citazione evidenzia 279 articoli, per lo più da siti web di giornali degli Stati Uniti. Alcuni di questi giornali hanno senza dubbio stampato questa storia.
Tuttavia non c'è nessun indizio delle parole di Olmert sul LA Times e sul Washington Post. La copertura del New York Times è più interessante. I corrispondenti del New York Times Steven Erlanger e Ian Fisher hanno riportato la citazione in un articolo on line che è stato pubblicato anche dall'International Herald Tribune. Comunque, la citazione non è mai apparsa sulla versione cartacea del giornale. I redattori del Times sembrano aver deciso che le parole di Olmert non erano "adatte per la stampa", e le hanno cancellare dall'articolo del loro giornalista. La cospicua assenza di una citazione così ampiamente riportata ed emblematica solleva la possibilità che i principali giornali USA attivamente evitano di stampare ciò che fa apparire Israele troppo scopertamente cattiva.
Ciò che è certo e che i principali giornali USA generalmente omettono il contesto dei diritti umani e del diritto internazionale, così come il correlato concetto di punizione collettiva, e proporzionalità, tutte cose continuamente violate da Israele. Il 2 Luglio, l'organizzazione dei diritti umani B'Tselem ha specificamente criticato l'affermazione di Olmert, dicendo che, "L'uso dei boom sonici è una flagrante violazione di molte disposizioni del diritto internazionale. La più significativa disposizione è la proibizione alla punizione collettiva, L'articolo 33 della Quarta Convenzione di Ginevra... afferma categoricamente che le 'pene collettive ed ugualmente tutte le misure di intimidazione terroristica sono proibite'". Oltre a criticare i boom sonici, Human Rights Watch ha osservato il 29 Giugno che "Le leggi di guerra proibiscono attacchi su 'oggetti indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile'". L'attacco d'Israele alla sola centrale elettrica di Gaza è in violazione dei suoi obblighi a salvaguardare questi oggetti dagli attacchi'".
La dura punizione collettiva dei Palestinesi è stata storicamente la pietra di volta della politica israeliana, e caratterizza l'assedio israeliano di Gaza, i tre principali giornali USA hanno usato la frase "punizione collettiva" appena quattro volte dall'inizio della recrudescenza della crisi i 25 Giugno. Ogni giornale ha citato l'affermazione del leader palestinese Mahmaoud Abbas una volta, e il New York Times ha anche citato il proprietario di una drogheria palestinese. Questi stessi giornali hanno stampato la frase "punizione collettiva" per un totale di sole altre sei volte quest'anno nei loro servizi sul conflitto Israelo-palestinese. Dal Giugno 25 questi giornali hanno usato le parole "terrorista" o "terrorismo" 28 volte per descrivere i Palestinesi, mentre hanno detto "occupazione" solo sei volte per descrivere le azioni israeliane. Le citazioni dell'illegalità degli insediamenti israeliani, il Muro, la demolizione di case, la detenzione di Palestinesi, e molte altre misure sono ugualmente rare. Mentre questi quotidiani documentano le crisi umanitarie sofferte dai Palestinesi, essi generalmente evitano di suggerire che i Palestinesi hanno gli stessi diritti degli Israeliani, o che c'è un accettato sistema legale che dovrebbe essere applicato non solo agli attacchi palestinesi, ma anche alle azioni israeliane.
Allo stesso modo, nel prendere posizione nell'attuale crisi, queste redazioni di giornali cancellano completamente le più recenti violazioni dei diritti umani da parte di Israele. Tutti e tre i giornali hanno biasimato solo Hamas. L'editoriale del New York Times del 29 Giugno ha sottolineato le "irresponsabili provocazioni di Hamas", e l'editoriale del 1 Luglio del Washington Post dal titolo "La guerra di Hamas" ha evidenziato gli atti di terrorismo e guerra" di Hamas. Scrivendo come se la storia iniziasse il 25 Luglio con la cattura del soldato Israeliano e l'attacco palestinese si fosse materializzato dal nulla, nessuno dei loro editoriali fa cenno alla violenza sproporzionata di Israele -- i 39 anni di occupazione militare; i 176 palestinesi uccisi nel 2006, molti dei quali civili e bambini, a paragone dei 16 Israeliani uccisi; 8300 granate d'artiglieria lanciate dentro Gaza quest'anno a paragone degli 840 razzi palestinesi lanciati verso Israele; i continui sequestri di terra da parte di Israele; o il soffocante assedio di Gaza. Solo il New York Times ha fatto menzione del fatto che Hamas sta ora rompendo la tregua unilaterale durata 16 mesi. Gli editoriali dei giornali israeliani hanno più sfumature e maggior equilibrio che questi editoriali USA.
Nessuno degli editoriali ha rilevato che il Palestinesi uccisero e catturarono soldati israeliani impegnati nell'assedio di Gaza. Nessuno ha rilevato l'ironia del fatto che i Palestinesi stavano tenendo prigioniero un solo soldato israeliano, mentre Israele sta detenendo 9.000 prigionieri, molti civili che non hanno avuto un processo, ed alcuni sottoposti a tortura. In una frase che avrebbe potuto essere scritta da una agenzia di pubbliche relazioni del governo israeliano, i giornalisti del Post hanno scritto che "i militanti chiedono a Israele il rilascio di prigionieri palestinesi legalmente arrestati i cambio di un soldato che è stato attaccato mentre sorvegliava il territorio israeliano".
Dopo la razionalizzazione dell'arresto da parte di Israele di 60 leader di Hamas, molti dei quali ministri dell'Autorità Palestinese, i giornalisti del Post hanno sminuito la distruzione di una centrale elettrica che fornisce a Gaza metà della sua energia. In una espressione finale di oltraggio che combina sia la cecità verso la violenza di Israele che la completa indifferenza verso il diritto internazionale, l'editoriale del Post del 1 Luglio raccomandava che gli Stati Arabi e le Nazioni Unite smettessero di "protestare rumorosamente contro presunti crimini di guerra israeliani".
Una volta ancora, la propaganda del governo israeliano travolge la versione palestinese, e i diritti umani e il diritto internazionale sono messi da parte. Questi esempi illustrano come i grandi media americani stanno dando attivamente forma all'informazione destinata al pubblico USA a vantaggio di Israele, e stanno promuovendo l'idea che Hamas e il terrorismo palestinese sono i soli problemi del conflitto in atto. Senza una copertura più equilibrata dai media dell'establishment come New York Times, Washington Post e LA Times, è improbabile che la politica USA e l'opinione pubblica acquisiscano a loro volta un maggiore equilibrio verso il conflitto israelo-palestinese. La necessità del mediattivismo sul tema di Israele e Palestina è più vitale che mai.
Menhir_ds
14-08-2006, 13:17
In questo tripudio di antisemitismo mi permetto una voce fuori dal coro...
http://ideazione.blogspot.com/2006/08/reutersgate11.html
http://ideazione.blogspot.com/2006/08/hezbollywood5.html
Non conto che ci crediate in quanto fonte di destra, ma non mi importa molto..
Antisemitismo perchè?
L'uso improprio di questa parola è utile solo a tagliare qualsiasi spazio alla discussione.
Stesso discorso con antiamericanismo.
Essere contrari alle azioni criminali di un ristretto numero di personaggi che governano una nazione non vuol dire necessariamente odiare tutta la popolazione che ne fa parte.
Anche loro in grande numero sono in disaccordo con i loro governi e manifestano il loro dissenso tanto quanto lo facciamo noi.
opss.. ho notato adesso che Francamdar aveva giá postato lo stesso articolo..:-o
é che sei una macchina sforna articoli e me ne ero perso uno..
omunque grazie per i preziosi link.. li sto raccogliendo tutti...li aggiungo ai miei..ottimo..:up:
In questo tripudio di antisemitismo mi permetto una voce fuori dal coro...
http://ideazione.blogspot.com/2006/0...ersgate11.html
http://ideazione.blogspot.com/2006/0...ollywood5.html
Non conto che ci crediate in quanto fonte di destra, ma non mi importa molto..
credo proprio che il problema non sia se un fotografo cerca di fare sensazione con una foto in piú in meno..la pratica di cercare lo scabroso per destare l\'opinione pubblica o solamente per fare piú soldi con una foto decisamente forte, sia praticato da tutti..israeliani compresi...per cui non vedo perché posti questi due blog..
:sisi: è esattamente così.
infatti, piangina, non è che non ci crediamo, è che è cosi per praticamente tutta l'informazione, da quando cioè è diventata niente di più che un prodotto vendibile al miglior offerente.
Antisemitismo perchè?
L'uso improprio di questa parola è utile solo a tagliare qualsiasi spazio alla discussione.
Stesso discorso con antiamericanismo.
Essere contrari alle azioni criminali di un ristretto numero di personaggi che governano una nazione non vuol dire necessariamente odiare tutta la popolazione che ne fa parte.
Anche loro in grande numero sono in disaccordo con i loro governi e manifestano il loro dissenso tanto quanto lo facciamo noi.
e ci sparo pure uno straquoto sotto!!
francamdar
14-08-2006, 20:03
cancellato.
http://www.palestinemonitor.org/new_web/fact4.gif
il post voleva essere costruttivo
e non essere offensivo verso nessuno dei presenti
piuttosto verso una certa stampa che specula in modo vergognoso su quanto sta accadendo.
mi rendo conto che é impossibile tenere il discorso nei binari del confronto,
in quanto per i miei limiti evidenti, tende inevitabilmente a scivolare nello scontro.
cosa che mi dispiace.
quindi cancello.
http://www.palestinemonitor.org/new_web/baby.jpg
foto del massacro di bambini a Jabaliya (http://www.aljazeera.net/mritems/streams/2006/6/20/1_626828_1_43.swf)
altre foto del massacro di cana (http://www.aljazeera.net/mritems/streams/2006/6/21/1_627131_1_43.swf)
foto di bambini palestinesi (http://www.palestinemonitor.org/gallery/gallery.htm) da palestinemonitor (http://www.palestinemonitor.org/new_web/home.htm)
http://www.palestinemonitor.org/new_web/girl.jpg
Gaza Community Mental Health Programme (GCMHP) (http://www.gcmhp.net/) [EN]
L’intifada e la salute mentale dei bambini (http://www.palestina-balsam.it/a02.html) da palestina-balsam (http://www.palestina-balsam.it/)
"Il dr Eyad El Sarraj, psichiatra, ha aperto durante la prima Intifada un centro di salute mentale a Gaza City e ha ripetutamente trattato dei problemi fin da allora gravanti sui Palestinesi e specialmente sui bambini e i giovani."
Le condizioni sanitarie dei palestinesi durante i primi due mesi dell'intifada (al aqsa-2000) (http://www.palestina-balsam.it/a01.html) da palestina-balsam (http://www.palestina-balsam.it/)
estratto dalla sezione -Rapporti sulla situazione sanitaria e dei diritti umani (2000-2004)- (http://www.palestina-balsam.it/a.html)
L'infanzia palestinese sotto l'occupazione israeliana. di
Walid Awath da Qudspress. (http://www.infopal.it/approfondimenti01.asp)
http://www.palestina-balsam.it/012.jpg
straodinario!
leggevo in un sito di "dis-informazione" che, in libano, dei fotografi si aggiustavano le scenografie per creare maggior impatto emotivo.
Tipo i filmati delle truppe irachene che entravano nell'ospedale di kuwait city, ricordate? Per poi scoprire essere stati girati negli USA.
In questo caso si tocca il grottesco, lo schifo nauseabondo e la vergogna!
In una città devastata, di sfollati, di macerie e di morte: si dice che uno stylist della propaganda antisemita metteva una bambola per amplificare l'impressione!?!!!
Ma avete visto che sterminio?
Capite o non vi è ancora chiaro che razza di avvoltoi che si nutrono di dolore ci sono in giro?
Ci fanno distogliere lo sguardo dalle macerie di una città annichilita e distrutta, per farci fissare lo sguardo su una bambolina, che non si sa neanche da chi sia messa lì in posa! :eek: :eek: :eek:
Oltretutto senza fare nomi, cognomi, menzionare le agenzie e le fonti???? (*)
O volete dirmi che anche le macerie erano state messe lì apposta dal perfido antisemita?!
Ben peggio chi dice che mettevano in posa chi stava piangendo i propri cari nei sudari di plastica: mi vergogno solo a commentare.(**)
La summa della meschinità si raggiunge poi parlando di antisemitismo! Di destra e sinistra! Ma é proprio vero che c'é gente che non conosce ne vergogna ne dignità!! (esclusi i presenti, ovvio)
Ma quale antisemitismo? Nel mio caso specifico amo la cultura semitica di cui sono figlio.
Amo il popolo giudeo e il semitismo che nasce dalla torah!
-non uccidere!
-non dire falsa testimonianza!
-non desiderare le cose di altri!
"ama il prossimo tuo come te stesso"
(la frase é stata solo ripresa da Gesù ed é il cuore dei sette comandamenti sociali - i primi tre sono sul primato da dare all'Altissimo e sono rinchiusi nello "Shemà Israel")
O dite che questo amore dovrebbe farmi cieco all’ingiustizia, al sopruso e sordo alla voce della coscienza? Mi dispiace, non ce la faccio!
Chi é dunque in questo momento il vero antisemita? Il sionismo espansionista o i movimenti umanitari?
Chi pratica l’abuso, la violenza, il sopruso e l’omicidio e non sopporta la contraddizione o chi trova la guerra inaccettabile?
La risposta é chiara: i sionisti, il likud, i vari liebermann, i fautori del piano "clean break", i "rivoluzionari del PNAC", chi sta spingendo per l'interventismo siriano e iraniano nel conflitto, quella parte del mondo islamico che sta facendo profitti da capogiro sull'interminabile conflitto e trova la giustificazione alla propria esistenza solo nello scontro continuo. ecco chi sono i veri antisemiti!!!
ma ci capiamo, o no?
-resoconto onu sulla catastrofe umanitaria a gaza ignorato (Rapporto di Jean Ziegler – Relatore speciale dell’ONU per il diritto all’alimentazione nei Territori Occupati da Israele) e tacciato di politicizzazione
-rapimento sistematico da parte sionista di civili libanesi e palestinesi (taciuto dal mainstream).
-HRW (Human Right Watches) che stigmatizza l'uso di uranio impoverito, fosforo bianco e bombe a frammentazione sui civili
-unicef che parla di crimini di guerra
-caritas, varie ONG inascoltate
-tutti che tacciono sul fatto che i palestinesi erano disposti a scambiare il soldato(01) per donne(400) e bambini(200) detenuti illegalmente
-disastro ecologico in mediterraneo per il bombardamento alle scorte petrolifere della centrale elettrica di Beirut
-colpite le colonne degli sfollati (che esponevano bandiera bianca)
-colpiti in stragrande maggioranza obiettivi civili (ponti, strade, ospedali, abitazioni, etc) mentre poco più che nullo l’impatto contro gli obiettivi militari (armamento, controllo, gestione, supporto e logistica)
-più di un milione di sfollati
-più di mille morti di cui il 30% bambini
e qualcuno (senza dignità - esclusi i presenti) ha il coraggio di parlare di destra, sinistra, antisemitismo, filoarabi, etc, etc
che nausea!!
Altrochè destra o sinistra! Non stiamo mica parlando di milan, inter e juventus! Stiamo parlando di innocenti che stanno pagando il desiderio di vivere a prezzo di sangue, di profanazione della vita umana! Di organizzazioni guerrafondaie che fanno i loro giochetti di morte sulle teste di civili innocenti.
Cerchiamo di rispondere piuttosto chi ha contribuito all’ascesa di Hamas e Hizbollah.
Cerchiamo di stigmatizzare i veri antisemiti: quelli che sognano l’egemonia sionista e che stanno spingendo Israele in un angolo (spero che si capisca il rischio), dei bulimici del petrolio che se ne fregano se l’unico risultato di questa guerra è di creare l’odio verso israele e i suoi figli, perseguendo il loro cinico progetto imperialista, parliamo piuttosto di quei signori della guerra (i produttori di armi) che stanno spingendo per una radicalizzazione del conflitto.
Nossignori quì non si stanno facendo facili demagogie intrise di retorica e faziosità varie, tantomeno discorsi da bar! non siamo di quelli che sanno tutto loro e poi se ne tornano a pontificare da dietro il computer, al sicuro nelle loro casine opulente!
Qui si sta parlando di diritto internazionale, di crimini contro l'umanità, di negazione all'autodeterminazione dei popoli, di svendita della giustizia al prezzo di trenta denari (acqua/litani, petrolio/oleodotto di Haifa, controllo del territorio/il grande medio oriente).
Dal mio cantuccio amo Israele, la sua cultura e il suo popolo.
Per me: la vita umana è sacra senza distinguo, l’infanzia non ha nazionalità perché ha nelle sue mani il futuro della specie e il sangue versato non ha nazione, sesso, età, religione di sorta. Qualunque etichetta comporti l’essere fatto così, allora ben felice d’esserlo!
(*)edit: ad esempio Nasser Nasser dell'associated press, da cui si deve una grande mole di materiale, cita sempre il luogo, l'ora, lo scenario.
la cosa é in uso nella stragrande maggioranza dei reporter perchè devono mandare il materiale in agenzia.
che dei reporter poi facciano questo in presenza dei colleghi é più che improbabile se non impossibile.
Ad esempio la foto di Eugene Smith sul soldato morto della quinta colonna spagnola venne identificata subito come falso.
(**)Più probabile é che le richieste di rincarare la dose vengano dalla popolazione: "fate vedere che cosa hanno fatto!" "fate vedere al mondo a quale orrore siamo sottoposti": questo é un resoconto abbastanza normale da chi torna dagli scenari di guerra.
Hai le idee un po' confuse a occhio... ma lascio il discorso a voi persone di cultura.
@Mad: hai capito benissimo, non fare finta di niente. Ah, aspetto ancora una risposta sull'indulto. :sisi: ;)
ingegnerlillo
14-08-2006, 20:33
@submix: evita epipeti del genere, come si dice dalle nostre parti non c'hai mangiato la pappa insieme" con dampyr, quindi vedi di avere un po' più di rispetto, grazie.
@dampyr: a ciò che si ritiene un insulto si risponde solo e soltanto con una segnalazione allo staff. che deciderà in merito. Spero che questa sarà la linea che seguirai in futuro.
Ultimo tentativo di lasciare il thread aperto, spero sarete capaci di dimostrare maturità necessaria ad affrontare il proseguo della discussione.
Hai le idee un po' confuse a occhio... ma lascio il discorso a voi persone di cultura.
@Mad: hai capito benissimo, non fare finta di niente. Ah, aspetto ancora una risposta sull'indulto. :sisi: ;)
perché dici che ha le idee un pó confuse scusa?? da dove ti esce?
forse perché dice di amare Israele, ma ne riconosce le atrocitá?? E' questa forse l'incongruenza che ti fa dire che ha le idee confuse??
credo che la maggior parte degli israeliani non sia d'accordo con quanto si stia facendo in Israele e aggiungo che sincermente non vedo Francamdar confuso sulla questione...
e poi dire semplicemente "lascio il discorso a voi persone di cultura" mi sembra solo una facile frase per non poter rispondere a quella che é una evidenza inconfutabile sopra Israele....non si inventa nulla...le cose parlano chiare e limpide..
crimini di guerra autorizzati..
perché dici che ha le idee un pó confuse scusa?? da dove ti esce?
forse perché dice di amare Israele, ma ne riconosce le atrocitá?? E' questa forse l'incongruenza che ti fa dire che ha le idee confuse??
credo che la maggior parte degli israeliani non sia d'accordo con quanto si stia facendo in Israele e aggiungo che sincermente non vedo Francamdar confuso sulla questione...
e poi dire semplicemente "lascio il discorso a voi persone di cultura" mi sembra solo una facile frase per non poter rispondere a quella che é una evidenza inconfutabile sopra Israele....non si inventa nulla...le cose parlano chiare e limpide..
crimini di guerra autorizzati..
:sisi: :sisi:
francamdar
15-08-2006, 11:50
news da infopal (http://www.infopal.it/home.asp)
Libano 14/08/2006 - Nasrallah: la fine della guerra è una vittoria storica per il Libano. (http://www.infopal.it/det.asp?id=1729)
Libano 14/08/2006 - Rilasciato il ministro del Lavoro palestinese Muhammad Al-Barghothi imprigionato dal governo israeliano.
Libano 14/08/2006 - La tregua regge: Hezbollah esulta e i soldati israeliani festeggiano di gioia per il ritiro. (http://www.infopal.it/det.asp?id=1727)
Libano 14/08/2006 - E' entrato in vigore il cessate il fuoco stabilito dalla risoluzione Onu. 1 libanese ucciso dall'esercito israeliano. Sfollati fanno ritorno a casa. (http://www.infopal.it/det.asp?id=1726)
Libano 14/08/2006 - Israele sta preparando la terza guerra mondiale? (http://www.infopal.it/det.asp?id=1724)
Israele/Libano 14/08/2006 - Israele trova un aereo telecomandato carico di esplosivi vicino a Ma'alot. (http://www.infopal.it/det.asp?id=1723)
Gaza 14/08/2006 - In 44 giorni di 'Pioggia d'estate' Israele ha ucciso 200 palestinesi - di cui 40 bambini - e ne ha feriti 790. (http://www.infopal.it/det.asp?id=1721)
Gaza 14/08/2006 - 23 martiri e 46 feriti il risultato delle aggressioni israeliane della settimana (http://www.infopal.it/det.asp?id=1660)
interessanti anche i report del 13/8 e del 12/8
news da peacereporter (http://www.peacereporter.net/default.php)
Yitzhak Frankenthal - Un attivista per la pace chiede al governo israeliano di continuare le operazioni in Libano (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=74&ida=&idt=&idart=6051)
francamdar
15-08-2006, 11:55
volevo rispondere alle accuse di antisemitismo.
lo fa Moni Ovadia su peacereporter (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=6079)
faccio mie le sue parole, visto che siamo sulle stesse posizioni:
Caro Marco, questa settimana scelgo di dedicare la mia rubrica settimanale sull’Unità alla mail che hai spedito sul sito del quotidiano PeaceReporter, rivolta a me.
Trattandosi di un ambito pubblico, ritengo di avere il diritto di riferire le tue precise parole:
''Zio, quando è troppo è troppo. Ma vaffanculo, va bene che per mangiare devi essere antisemita, ma stai esagerando. Comunque ti voglio bene anche se sei un coglione!''.
Il tono schietto della tua missiva mi ha messo allegria, mi è familiare. Come sai, la mia compagnia teatrale è composta per gran parte da musicisti avvezzi al linguaggio da caserma. Accetto con buona disposizione d’animo il vaffanculo e anche il coglione, non è certo la prima volta e non sarà l’ultima. Ma visto i tempi che corrono, non me ne vorrai se abbandono le facezie e approfitto delle tue parole per affrontare un argomento doloroso con deliberata durezza. Mi rivolgi l’ignobile accusa di essere antisemita e, per sovramercato, aggravi l’addebito con l’attribuzione “per vivere” che rende l’insulto ripugnante. Ritieni di potere ripetere la tua gravissima accusa davanti ad un tribunale rabbinico? Ti sentiresti di misurarti con le tue parole calunniose anche davanti ad un tribunale penale? Io credo di no.
L’antisemitismo è un comportamento criminale preciso e, dopo lo sterminio nazista, è stato accolto nelle legislazioni dei paesi civili come reato passibile di carcerazione. Tu davvero condividi quella sottocultura isterica di quegli ebrei che criminalizzano con il marchio infamante dell’antisemitismo chiunque non la pensi come loro sulle questioni che riguardano la politica del governo di Israele? Che ravvedono in ogni critica al suo operato la preparazione di un nuovo sterminio di ebrei e per questa ragione fanno di ogni persona, ebreo o no, che esprime il suo libero pensiero, un criminale nazista? Se è così, caro Marco tu hai nel tuo cuore e nella tua mente il virus pestilenziale della mentalità totalitaria che ha generato la bestia del nazionalismo, del nazifascismo e dello stalinismo. Sono queste le ideologie che hanno assassinato avversari, critici e dissidenti. Scegli tu in quale di queste elette schiere che hanno provocato inenarrabili sofferenze ad ebrei ed ad altri esseri umani ti vuoi collocare. Chi dà a te e a tutti gli starnazzatori che cercano di zittirmi vomitandomi addosso da anni violenze verbali fasciste - della cui cultura ti sei, o ti hanno nutrito -, il diritto di giudicare me e i miei sentimenti? In base a quale arbitrio pensate che io non partecipi alle sofferenze degli israeliani colpiti dal terrorismo, sotto le bombe degli Hezbollah, e non viva con angoscia e dolore le morti che subiscono? Da quando siete i padroni della verità assoluta?
La differenza fra me e voi, sta nel fatto che io, di fronte all’aggressione di Hezbollah, ritengo non lungimirante la scelta militare, soprattutto per la vera sicurezza di Israele. Ma c’è un’altra grande differenza fra me e voi ed è questa: io vedo e partecipo anche alle sofferenze dei civili libanesi, difendo i diritti dei palestinesi e mi oppongo all’occupazione e alla colonizzazione delle loro legittime terre, mentre voi avete vedete solo la vostra parte, avete gettato alle ortiche i valori universali della Torah per un ebraismo tribale che si riassume in questo slogan: “Questo è bene o è male per Israele?”. E per voi il bene di Israele è la politica del governo in carica. Vi inebriate dello spirito di maggioranza e negate il diritto della minoranza, in particolare a quella non conformista, di esprimere il proprio libero pensiero. La vostra idea di democrazia non va oltre il vostro naso.
Io sarei dunque antisemita e perché? Ho mai criminalizzato o anche solo calunniato gli ebrei in quanto tali? L’ho fatto con gli israeliani in quanto popolo, o nazione, o paese? Mi sono flagellato per essere ebreo io stesso? Ho negato la natura criminale del fanatismo islamista? Mai!
Sono forse antisemita per avere dedicato gran parte della mia vita a cantare la cultura ebraica ed i suoi radiosi valori? O per avere esercitato fino in fondo il pensiero critico come ci insegna il Talmud che aborre l’idolatria della calunnia? Le mie critiche sono sempre state di natura politica o ideale, caro Marco, mentre la tua lettera mi dimostra che tu, in questo momento, ascolti solo il gorgoglio delle tue viscere e questo mi riempie di profonda tristezza. Io ti voglio bene per tutto questo, non malgrado.
tuo Moni
francamdar
22-08-2006, 12:55
DAL LIBANO UN MESSAGGIO DI RAMSEY CLARK (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2426)
"Possiamo avere dubbi sul fatto che il Presidente Bush attaccherà ancora un altro paese, se Noi, il Popolo, non riusciamo a fare il nostro dovere? Egli è forse in grado d’imparare che ci si fa più amici aiutando ad alimentare i bambini piuttosto che uccidendoli?
Dobbiamo agire per l’impeachment di George W. Bush e delle sue schiere criminali ora."
L'Apocalisse è vicina (http://italy.peacelink.org/conflitti/articles/art_18227.html)
"Il Professor Noam Chomsky, intervistato da Merav Yudilovitch per un giornale israeliano, spiega perché ha firmato la lettera contro i crimini di guerra di Israele (http://italy.peacelink.org/conflitti/articles/art_18125.html) ed illustra la sua analisi della incandescente situazione in Medio Oriente"
Libano, tra passato e futuro - Intervista a Hassan Nasrallah, leader di Hizbollah(20/01/06)
parte I (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=7&ida=&idt=&idart=4588) e parte II (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=7&ida=&idt=&idart=4589)
Il movimento Hizbollah secondo il Sisde (http://www.sisde.it/sito/Rivista19.nsf/efbc5228d556d6a9c1256b650038241e/619cec3361bf5752c1256b95005997ae!OpenDocument&Click=) di Andrea Margelletti da "Per Aspera ad Veritatem" - Rivista di intelligence e di cultura professionale © Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica
Hizbullah - statuto (http://almashriq.hiof.no/lebanon/300/320/324/324.2/hizballah/statement01.html)[EN]
Resta solo il dolore (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=6&ida=&idt=&idart=5850)"Quella che vi raccontiamo è la storia di Alì, un ragazzo libanese che ha scelto di vivere i suoi 25 anni nelle file di Hizbollah. Ha perso la vita oggi nei bombardamenti dell’esercito israeliano e riceviamo il ricordo di una persona che gli è stata molto vicina, anche se forse non sapeva tutto di lui. Qui non si tratta, in ogni caso, di giudicare le sue idee o il suo operato (che critichiamo ogni giorno, anche nel titolo della nostra testata), ma di porre all’attenzione il dramma della famiglia che, all’oscuro delle scelte di Alì, testimonia l’assurdità della guerra: scegliendo di risolvere i problemi con le armi, si ottiene sempre e comunque, da qualunque lato della barricata, dolore e morte. Il dolore della madre e delle sorelle di Ali che, al cospetto della politica internazionale, hanno solo da presentare il loro pianto disperato. Come quello di tutte le madri, di qualunque paese, che hanno un figlio con un fucile in mano."
TERRORISMO MEDIATICO (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2435) di Yamin Zakaria - International Institute of Peace
"Se ci limitiamo alle affermazioni dei media occidentali, il conflitto tra Hezbollah e Israele si presenta più o meno in questi termini:
Hezbollah, un'organizzazione terroristica armata da Iran e Siria, ha lanciato un attacco proditorio contro un posto di frontiera dell'esercito israeliano che si è concluso con il rapimento di due soldati e la morte di alcuni altri. Israele non aveva nessuna alternativa per ottenere il rilascio dei due soldati se non rispondere bombardando città, strade e ponti alla ricerca dei terroristi. E poiché questi si nascondevano tra i civili, ha inevitabilmente inflitto qualche danno collaterale.
Adesso, cerchiamo invece di arrivare alla verità attenendoci ai fatti. Ecco un breve riassunto del conflitto:[...]"
INVESTIRE SOTTO I BOMBARDAMENTI (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2434) di Rothem Shtarkman - Ha'aretz
(Traduzione [dall'ebraico all'inglese] e introduzione di Gilad Atzmon)
"Anche se ciò che segue è la traduzione di un articolo apparso su Haaretz in ebraico, non lo troverete in inglese. La versione inglese di Haaretz non è tanto una fonte informativa, quanto piuttosto un canale di propaganda israeliana, la voce inglese dello stato ebraico.
Ad ogni modo, ciò che segue è un breve riassunto dei fatti accaduti il 12 luglio. Ieri il popolo israeliano ha appreso che Dan Halutz, il Capo di Stato Maggiore israeliano, è corso a vendersi il suo personale portfolio di investimenti non appena ha saputo che Israele stava per entrare in guerra. Sembra che, mentre i suoi soldati stavano combattendo per difendere le loro vite, il più alto comandante dell'esercito israeliano abbia trovato il tempo di cedere le proprie azioni in borsa."
edit 23/08
Intervista a Nasrallah, segretario generale di Hezbollah. (http://www.infopal.it/det.asp?id=1845) (12/08/06)
"[...]Avete potuto constatare personalmente come mentono! Stanno martirizzando i civili innocenti; stanno martirizzando donne e bambini. Ma ovunque li abbiamo affrontati, sono stati sconfitti. Contrariamente al nemico sionista, noi agiamo con cautela e discernimento. Non spariamo sui civili. Essi mentono quando affermano che facciamo questo. Lanciamo missili su obiettivi militari che avevamo localizzato precedentemente. Bisogna però sapere che i sionisti stanno spingendo deliberatamente gli arabo-israeliani verso la frontiera. Li utilizzano come bersagli. Noi rifiutiamo di cadere nella provocazione e nella discordia (con gli arabi israeliani, n.d.t.). I nostri bersagli non sono i civili ma le forze militari sioniste. Sul campo di battaglia i nostri combattenti stanno respingendo da ogni lato le forze sioniste, e devono sapere che non abbiamo ancora utilizzato il nostro arsenale più importante.[...]"
La moschea di Al-Azhar in Egitto ha emesso una fatwa in cui si proibisce l'uccisione di ebrei. - Cairo, 23/08/2006
da infopal (http://www.infopal.it/home.asp):
"Dalla cattura del soldato israeliano per mano della resistenza palestinese, il 25 giugno scorso, gli israeliani hanno rapito oltre 35 membri del parlamento palestinese e 10 ministri.
L'esercito israeliano ha anche rapito il vice-premier e ministro dell'educazione Nasser Iddin El-Sha`ir dalla sua abitazione a Ramallah, sabato 19 agosto."
Israele, il Libano e la Palestina (http://www.zmag.org/Italy/chomsy-israelelibanopalestina.htm) Intervista di Kaveh Afrasiabi a Noam Chomsky
"I passi necessari sono facilmente comprensibili: cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri; ritiro delle forze occupanti; proseguimento del "dialogo nazionale" all'interno del Libano; e accettazione dell'ampio consenso a livello internazionale per una soluzione che preveda due stati (Israele-Palestina), soluzione questa che è stata letteralmente bloccata dagli Usa e da Israele per 30 anni. Ci sarebbe, come sempre, altro da dire ma queste sono le questioni fondamentali."
La guerra comincia ora (http://www.zmag.org/Italy/fisk-laguerracominciaora.htm) di Robert Fisk
Il cessate il fuoco non potrà reggere.
"Perché se gli Israeliani e Hezbollah si fanno la guerra al confine nelle prossime settimane, quale paese oserebbe inviare le proprie truppe nella giungla che il Libano meridionale sarà diventato?"
Precisione straordinaria (http://www.zmag.org/Italy/baroud-precisionestraordinaria.htm) di Ramzy Baroud(*)
La logica della guerra israeliana contro i civili
"Un giornalista di Sky News intervistando il ministro della difesa Margaret Beckett domenica 30 Luglio gli ha domandato: se, come è dimostrato, Israele era perfettamente a conoscenza del fatto che attivisti Hezbollah erano presenti nel villaggio di Qana come era possibile che non fosse stata a conoscenza del fatto che tale area era altresì affollata anche da civili? La risposta di Beckett è stata pronta: gli attacchi israeliani che portavano alla morte di un numero imprecisato di civili -come successo a Qana- facevano inorridire ma non erano altro che errori tattici e non erano mai deliberati."
(*)Ramzy Baroud è un giornalista e scrittore statunitense. Attualmente risiede a Londra. Il suo ultimo libro "The Second Palestinian Intifada: A Chronicle of a People's Struggle" (Pluto Press, London) è disponibile su Amazon.com E' anche editore capo del Palestine Chronicle.
edit:25/8
testimonianze da Israele (http://sharong.blog.lastampa.it/) da sharong.blog.lastampa.it
Gli attacchi di Israele contro le infrastrutture civili in Libano (http://www.amnesty.it/pressroom/comunicati/CS93-2006.html) da Amnesty International
"Amnesty International ha reso pubbliche le conclusioni delle proprie ricerche, secondo le quali, nel corso del recente conflitto, Israele ha portato avanti una politica di deliberata distruzione delle infrastrutture civili libanesi, comprendente anche crimini di guerra. Il rapporto evidenzia un modello ricorrente di attacchi indiscriminati e sproporzionati, che ha causato lo sfollamento del 25 per cento della popolazione civile libanese. Amnesty chiede l'istituzione, da parte delle Nazioni Unite, di un'inchiesta esaustiva, indipendente e imparziale sulle violazioni del diritto umanitario commesse da entrambe le parti in conflitto."
Le foto del Libano dal satellite, prima e dopo gli attacchi (http://www.amnesty.it/system/galleries/externallinks/linkEsterni/foto_libano)
Leggi il rapporto “Deliberata distruzione o ‘danni collaterali’? Gli attacchi di Israele contro le infrastrutture civili” in lingua inglese (http://web.amnesty.org/library/index/engmde180072006)
Un'analisi storica, lucida e sapiente, di Carlo Bertani sulla situazione mediorientale (lettera in risposta alle accuse di Magdi Allam sul corsera) - da leggere
Ma tutto questo Magdi non lo sa… (http://www.canisciolti.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=810)
"[...]Il problema è che non si può porre fine al cosiddetto “Medio Evo islamico” a suon di bombe: se il tuo barista ha l’abitudine di non consegnarti lo scontrino fiscale, prova a pretenderlo riempiendolo di martellate. Prova, poi mi racconti com’è andata a finire.
L’unica via è appoggiare i tentativi di sintesi fra la cultura islamica ed i modelli sociali che cercano di superare i vari Faraoni & Saladini, là dove se ne scorgono i segni.
Gli “alleati” di Washington sono i sauditi che non hanno nemmeno un Parlamento ed i pakistani che hanno perso il conto dei golpe militari: all’opposto, i “nemici” sono il Libano (l’unica nazione a possedere delle strutture democratiche di stampo occidentale!), la Siria – che non è molto diversa dal tuo “democratico” Egitto – e l’Iran, ossia una nazione che tenta di conciliare Stato e Chiesa, ciò che in Occidente – nei secoli scorsi – ha fatto scorrere fiumi di sangue. Attenzione: non sto sostenendo che l’Iran sia un fulgore di democrazia ma che almeno – a loro modo – ci stanno provando, mentre a Ryad devono ancora aprire l’abbecedario.
Dovremmo anche sostenere le nazioni multietniche – come l’Iraq ed il Libano – ed invece le sotterriamo con le bombe: ma che cosa ci possiamo ragionevolmente attendere in cambio?
Da ultimo, il fulgore israeliano, la loro indiscussa superiorità sugli arabi.
Facciamo notare che – ad una settimana dal termine delle ostilità – non ci sono stati lanci di razzi e nessuna violazione della tregua da parte di Hezbollah, mentre Israele ha continuato a sparare sui miliziani, fino a compiere un’azione di commando nella valle della Bekaa. Se lo avessero fatto gli Hezbollah, cos’avresti scritto? Perché, invece, nessuno condanna le violazioni israeliane?
A Tel Aviv hanno un curioso concetto della guerra e della pace: noi possiamo intervenire in Libano quando vogliamo per “preservare” la democrazia libanese, ma se ci sparano addosso sono dei terroristi. La risoluzione 1701 deve provvedere a disarmare completamente Hezbollah, così la prossima volta torniamo a fracassare tutto (come nel 1982 e nel 2006) senza che nessuno ci graffi la vernice dei Merkawa. Ti ricordo che Hezbollah è un movimento politico che ha anche una milizia, che l’UE non considera una formazione terrorista, e mi sembra che tu – pur extracomunitario – viva in Europa. Se ti chiami fuori dalle scelte europee in politica estera fallo: io non ho remore a farlo quando lo ritengo necessario.
Di questo passo, Israele mette veramente a repentaglio la vita dei suoi cittadini: perché non accetta una pace con gli arabi basata sulla risoluzione 242 – che Tel Aviv non ha mai rispettato – cede i territori ai palestinesi e si chiude la vicenda?
L’Arabia Saudita – nel 2002 – fece la proposta a nome della Lega Araba: perché Israele non accettò?
[...]."
edit:26/8
Per una pace duratura (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=6019)
Il testo integrale dell'appello di Rabbi Michael Lerner (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=6020) (05/08/06)
edit: 1/9
In ricordo di Uri: noi abbiamo perso la guerra (http://www.ildialogo.org/noguerra/mediooriente/inricordodiuri19082006.htm) - di David Grossman
Questo è il testo dell’orazione funebre pronunciata dalla scrittore israeliano David Grossman ai funerali del proprio figlio Uri, morto in Libano.
APPELLO da www.ildialogo.org (pubblico da rete lilliput perchè meglio leggibile)
Quali condizioni e garanzie irrinunciabili per una Forza d'Interposizione in Medio Oriente? (http://www.retelilliput.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=392&mode=thread&order=0&thold=0&POSTNUKESID=231e1eae04bcdc7c207f7fb04e6a73dc)APPEL LO PROMOSSO DA: Padre Alex Zanotelli, Ennio Abate, Cristina Alziati, Angelo Baracca, Ernesto Burgio, Chiara Cavallaro, Paola Ciardella, Patrizia Creati, Mauro Cristaldi, Manlio Dinucci, Antonino Drago, Giuseppe Gozzini, Alberto L’Abate, Paola Manduca, Alfonso Navarra, Giorgio Parisi, Claudio Pozzi, Giovanni Sarubbi, Alberto Tarozzi, Andrea Trentini, Riccardo Troisi, Monica Zoppè, Edoarda Masi.
Ecco che cosa ho visto (http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/29-Agosto-2006/art77.html)di Ennio Remondino
Vi racconto che cosa c'era tra le macerie
Di ritorno dal Libano, il giornalista Rai, Ennio Remondino, spiega tutte le difficoltà di un cronista che vuole raccontare la verità. Viaggiando sempre con una spada di Damocle sulla testa: quella delle accuse di antisemitismo
Perché D'Alema se l'è presa con la Siria (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=2468) di Paolo Jormi Bianchi
SPIEGACI, MASSIMINO.. (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2463) di Carlo Bertani
Libano, Libano (http://www.canisciolti.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=827) - di John Le Carré
E allora vi prego di rispondere solo a questo. Se uccidete cento civili innocenti e un terrorista, state vincendo la guerra contro il terrorismo oppure la state perdendo? “Ah” mi si può replicare, “ma quell’unico terrorista potrebbe uccidere duecento persone, cento di più!”. Ecco pronta un’altra domanda: se, uccidendo cento persone innocenti, state creando cinque nuovi terroristi in avvenire e una base popolare che reclama a gran voce di prestar loro aiuto, avete ricavato un guadagno netto per le generazioni future dei vostri connazionali o creato il nemico che meritate?[...]
francamdar
14-12-2006, 13:15
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/0/0f/Zionism_protest1.jpg
Neturei Karta (http://it.wikipedia.org/wiki/Neturei_Karta)
http://civilwarclipart.com/Clipartgallery/images/neturei.jpg
http://www.masada2000.org/Mwolf.jpg
http://www.channel4.com/culture/microsites/O/origination/images/new_jews/new_jews_dissident.jpg
“Non tutti hanno il coraggio di destarsi e di accettare che certi crimini vengano compiuti nel nome del giudaismo” “il sionismo ha il controllo dei mezzi di comunicazione nel mondo”, riuscendo in questo modo a formare le coscienze
rabbino Ysroel David Weiss
francamdar
20-12-2006, 19:03
Dichiarazione di solidarietà degli ebrei
di Neturei Karta
con il popolo palestinese
In occasione della commemorazione della Nakba (http://www.nkusa.org/Foreign_Language/Italian/italalnakba2003cfm.cfm) da nkusa.org (http://www.nkusa.org)
Hezbollah e i cristiani (http://www.zmag.org/Italy/mcneill-hezbollahmessa.htm)
Perché l'emittente televisiva Al-Manar trasmette la messa della domenica
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/01_Gennaio/25/napolitano.shtml
blackboyz
26-01-2007, 22:20
http://www.infopal.it/testidet.php?id=3914
francamdar
20-06-2007, 01:46
Chiamiamo le cose con il loro nome (se Israele avesse, a suo tempo, rispettato le risoluzioni...) (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=11995)
di Carlo Bertani - 18/06/2007
Le tremende vicende che attanagliano, ancora un volta, la Terra Santa nascono – come molti sapranno – dall’inganno: se Israele avesse, a suo tempo, rispettato le risoluzioni 242 (1967) e 338 (1973), non ci troveremmo in queste tristi ambasce.
E’ necessario ricordarne alcuni passaggi, perché la memoria di quegli eventi sta diventando terribilmente “corta”:
Risoluzione n. 242 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
…
Sottolineando ulteriormente che tutti gli Stati Membri con la loro accettazione del Trattato hanno sottoscritto l’impegno ad agire in conformità all’articolo 2 del Trattato,
I. Afferma che l’applicazione dei principi del Trattato, richiede un’immediata e duratura pace in Medio Oriente, che dovrebbe includere entrambi i seguenti principi:
a. Ritiro delle forze armate israeliane dai territori occupati nel recente conflitto.
b. Termine di tutte le rivendicazioni e stati di belligeranza, e rispetto per il riconoscimento di sovranità, integrità territoriale e sovranità politica per ogni Stato dell’area e il loro diritto a vivere in pace, con confini sicuri e riconosciuti e liberi da trattati e atti di forza.
II. Afferma inoltre la necessità:
a: Di garantire libertà di navigazioni attraverso le acque internazionali dell’area.
b: Di una giusta soluzione del problema dei profughi.
c: Di garantire l’inviolabilità territoriale e l’indipendenza politica di ogni Stato dell’area, attraverso misure, tra cui l’istituzione di zone demilitarizzate
Il primo atto della vicenda nasce quindi dalla non applicazione delle risoluzioni dell’ONU, quelle stesse risoluzioni che vengono invece imposte ad altri a suon di bombe, sganciate o minacciate: Iraq, Serbia (anche se la Russia fu contraria!), Afghanistan, Corea del Nord e, domani, forse l’Iran. Gli “altri”, guarda a caso, sono sempre i nemici degli USA. Perché non ci fu una risoluzione ONU per l’atomica pakistana? Al Pentagono non sapevano nulla? Quante cose non sanno in Virginia!
Il secondo atto della vicenda, invece, nasce tutto dal concetto di “esportazione della democrazia”, tanto caro ai neocon americani. In Palestina, riescono ad esportarla così bene che funziona: si svolgono normali elezioni, che tutti gli osservatori internazionali definiscono “regolari”. Mica come quelle irachene, dove consegnavano i certificati elettorali insieme alle tessere annonarie per l’acquisto del pane.
I palestinesi votano così regolarmente che spediscono a casa la corrotta amministrazione di Fatah: quella che li lasciava alla fame mentre i dirigenti viaggiavano tutti in Mercedes, la stessa cricca che consegnò alla vedova di Arafat una liquidazione stratosferica. Manco fosse stata la regina d’Inghilterra.
Hanno votato regolarmente, ma hanno “sbagliato”. Questo è il giudizio dell’Occidente: attenzione, Italia (di Berlusconi e di Prodi) compresa.
Perché hanno “sbagliato”?
Poiché hanno eletto dei terroristi.
Hamas usa la forza, terrorista o no, nei confronti degli israeliani: verissimo. Israele, pensa invece di liquidare il capo storico di Hamas – Ahmid Yassin – con un missile. Mettetevi d’accordo, perché io non noto sostanziali differenze fra il crepare (uomini, donne e bambini, da entrambe le parti) spappolati da un attentatore suicida oppure dalla granata di un Merkawa israeliano. Anzi, mi sembra la domanda imbecille del giornalista scemo: «Dimmi, bimbo, soffriresti di più se ti ammazzassero la mamma oppure il papà?»
Non tiriamo in ballo storie come quelle degli “errori”, del “fuoco amico” ed altre cazzate del genere, perché non è con il rincrescimento che si resuscitano i morti.
Domandiamoci, allora, perché Hamas è giudicato così diverso da Fatah? Perché, sostanzialmente, non riconosce lo stato d’Israele, mentre Fatah s’aggrappa ai decrepiti accordi di Oslo, dei quali Israele ha mostrato più volte e con diversi governi di farsene un baffo. Attenzione: questo è quel che raccontano.
Hamas, in realtà, chiede la cosa più semplice e chiara di questo mondo: non s’aggrappa ad accordi di 15 anni fa, e chiede semplicemente che il riconoscimento sia reciproco. Io riconosco Israele ed Israele riconosce la Palestina : fine della storia. Quando mai, in una trattativa diplomatica, uno degli attori si può permettere di non riconoscere l’altro? Quale accordo può nascere da simili premesse?
Il bello della storia è che tutte le diplomazie occidentali piangono lacrime di coccodrillo – ora per l’uno, ora per l’altro – mentre avallano nei fatti la maledetta ingiustizia che trancia le basi di qualsiasi, serio negoziato.
Hamas ha vinto? Bene. Non ci sono più aiuti economici per la Palestina. Hamas scaccia Fatah da Gaza? Cattivoni, vedrete quel che vi capiterà.
Fatah scaccia Hamas dalla Cisgiordania? Bene, ora possiamo “sdoganare” finalmente gli aiuti economici. Così, i caporioni di Fatah potranno continuare a basare il loro potere sulla corruzione.
E’ anche interessante notare il metodo seguito da Abu Mazen per risolvere la situazione: un governo “d’emergenza”. Guarda a caso, composto da personalità “neutrali”, ma tutte vicine a Fatah. Il nuovo governo dovrà ricevere l’assenso del parlamento (democraticamente eletto)? Benissimo: come tutti sanno, Israele non consente ai deputati di Hamas di recarsi a Ramallah (sede del parlamento), ed il gioco è fatto.
Insomma, con la complicità di tutti i mezzi d’informazione, l’Occidente (Italia compresa) sta finanziando un vero e proprio colpo di stato. Altrimenti, ditemi voi come chiamereste la destituzione di un governo nato da un parlamento regolarmente eletto, mentre il nuovo “governo” nasce per volontà del re e senza uno straccio di maggioranza parlamentare.
Illuminanti sono state le dichiarazioni del nuovo Ministro per i Prigionieri: «Io, laico, non voglio vivere, a Gaza, in uno stato confessionale musulmano.» Affermazione sacrosanta, ma auguri per i poveri prigionieri palestinesi, con un siffatto approccio.
Peccato che il “via alle danze” – ossia il primo stato confessionale dell’area – sia stato proprio Israele: perché non è possibile raggruppare Israele ed i territori in un solo stato, bandire regolari elezioni e comportarsi come ci si comporta nelle vere democrazie?
Poiché la demografia non è favorevole agli israeliani: più di 5 figli per donna fra i palestinesi, 2,4 fra gli israeliani. Col trascorrere del tempo, ci sarebbero più arabi che israeliani.
Allora, Israele protegge la sua identità religiosa e nessuno ha niente da ridire. Se lo fa Hamas, è invece un crimine.
“Le parole sono pietre”, e lo scriveva proprio un ebreo: purtroppo, troppo poco ascoltato, ossia Primo Levi. Iniziamo a dare alle cose il loro vero nome, e forse un barlume di verità ci aiuterà a venirne a capo.
edit:
sempre di Carlo Bertani sul dramma di gaza
Il copione algerino (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=3449)
macedone
20-06-2007, 13:12
SI... Ma adesso si stanno ammazzando tra loro... Non centra Israele... Per ora chiaramente...
francamdar
21-06-2007, 13:13
SI... Ma adesso si stanno ammazzando tra loro... Non centra Israele... Per ora chiaramente...
a questo proposito é molto interessante un'articolo di Uri Avnery (fondatore di Gush Shalom) pubblicato sul manifesto
Hamastan nella Striscia: i porcellini d'India e le lacrime di coccodrillo (http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/20-Giugno-2007/art46.html)
macedone
21-06-2007, 16:50
a questo proposito é molto interessante un'articolo di Uri Avnery (fondatore di Gush Shalom) pubblicato sul manifesto
Hamastan nella Striscia: i porcellini d'India e le lacrime di coccodrillo (http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/20-Giugno-2007/art46.html)
Uhm.... Insomma... Il problema è che non c'è una guerra civile, c'è una guerra tra due fazioni per il potere in mezzo alla quale ci rimette più di tutti la popolazione civile... Ergo... Non tutti reagiscono come gli animali... Ci sono anche milioni di persone che se ne scappano... Quando possono... Ora mi sfugge il numero preciso, ammesso che un numero preciso ci sia, ma non sono centinai di migliaia quelli ceh sono fuggiti nei paesi vicini... Altri che cercano di tirare avanti senza uccidere propri simili, ma è chiaro che in quelle condizioni la violenza è quotidianetà e che saremmo ipocriti a dire che non siamo responsabili anche in parte noi, come UE. :sisi:
francamdar
22-01-2009, 22:18
di Gideon Levy – «Haaretz»
Caro Bulli,
Grazie per la tua lettera franca e per le parole gentili. Dici che è stata scritta da una «posizione di rispetto» e pure io rispetto profondamente i tuoi splendidi lavori letterari. Ma purtroppo ho molto meno rispetto per la tua attuale posizione politica. È come se il potente, incluso tu, abbia dovuto soccombere ad una grande e terribile conflagrazione che ha consumato qualsiasi rimasuglio dell'ossatura morale.
Anche tu, stimato autore, sei caduto preda della sciagurata ondata che ci ha sommerso, stupefatto, accecato e lavato il cervello. In effetti tu giustifichi la più brutale delle guerre che Israele abbia mai combattuto e nel fare ciò sei compiaciuto della fraudolenta affermazione che "l'occupazione di Gaza sia finita" e giustifichi gli assassini di massa evocando l'alibi che "Hamas confonda deliberatamente i suoi combattenti fra la popolazione civile". Tu stai giudicando una popolazione senza speranza cui viene negato un governo e un esercito (che include un movimento fondamentalista che usa mezzi impropri per combattere una giusta causa, cioè la fine dell'occupazione) nello stesso modo in cui giudichi una potenza regionale che considera se stessa umanitaria e democratica ma che ha dimostrato di essere un conquistatore brutale e crudele. Da israeliano io non posso ammonire i loro leader mentre le nostre mani sono insanguinate, né io voglio giudicare Israele e i palestinesi nel tuo stesso modo.
Gli abitanti di Gaza non hanno mai avuto proprietà del "loro pezzo di terra", come tu scrivi.
Abbiamo lasciato Gaza per i nostri interessi e per i nostri bisogni e li abbiamo imprigionati. Abbiamo tagliato fuori il loro territorio dal resto del mondo ed abbiamo occupato la Cisgiordania, e non abbiamo permesso loro di costruire un porto o un aeroporto. Controlliamo l'anagrafe della loro popolazione e la loro moneta (per non parlare del loro esercito) e tu riesci a dire che l'occupazione è finita? Abbiamo schiacciato il loro sostentamento, li abbiamo assediati per due anni, e tu dici che "hanno espulso l'occupazione israeliana"? L'occupazione di Gaza ha solo cambiato forma: un recinto anziché degli insediamenti. I carcerieri montano di guardia al di fuori anziché al di dentro.
No, io non so "molto bene" come tu scrivi che noi non volevamo uccidere bambini. Quando si impiegano carri armati, artiglieria ed aerei in una zona così densamente popolata non si può evitare di uccidere bambini. Capisco che la propaganda israeliana ti abbia ripulito la coscienza ma non ha ripulito la mia né quella della maggior parte del mondo. Gli effetti, e non le intenzioni, sono ciò che conta, e questi sono stati orrendi. «Se tu fossi stato davvero preoccupato per la morte dei nostri bambini e dei loro», scrivi, «avresti compreso la guerra in corso». Neppure nel peggiore dei tuoi passaggi letterari, e ce ne sono stati alcuni, avresti potuto evocare un argomento morale più disonesto: che l'assassinio di bambini venga compiuto a causa della preoccupazione per il loro destino. "Eccolo di nuovo, che ancora scrive di bambini" devi aver pensato questo weekend quando son tornato a scrivere sull'uccisione di bambini. Sì, bisogna scriverlo. Bisogna urlarlo. Bisogna farlo per il bene di entrambi.
Questa guerra secondo te è «l'unico modo per indurre Hamas alla comprensione». Se anche ignorassimo il tono accondiscendente della tua tesi, mi sarei aspettato di più da uno scrittore. Mi sarei aspettato che uno scrittore rinomato avesse più familiarità con la storia delle sommosse nazionali: non si possono reprimere forzatamente. Nonostante tutta la forza distruttiva che abbiamo usato in questa guerra, non vedo ancora come possiamo avere convinto i palestinesi: i Qassam ancora vengono lanciati su Israele. Sia loro che il mondo hanno chiaramente appreso qualcosa su di noi nelle ultime due settimane: che Israele è un paese pericoloso, violento e senza scrupoli.
Vorresti vivere in un paese con una simile reputazione? Un paese che orgogliosamente annuncia di essere "impazzito", come qualche ministro israeliano ha detto riguardo alle operazioni militari a Gaza? Io no.
Hai scritto che sei sempre stato preoccupato per me perché io viaggio in «posti così ostili». Questi posti sono meno ostili di quanto tu creda se uno ci va armato di nient'altro che della volontà di ascoltare. Io non ci sono andato per «raccontare la storia delle afflizioni dell'altra parte», ma per dar conto dello stesso nostro operato. Questa è sempre stata la base molto israeliana del mio lavoro.
Infine mi chiedi di conservare il mio "vigore morale". Non è la mia immagine che io desidero proteggere, ma quella del nostro paese, che è ugualmente cara ad entrambi noi.
Con amicizia, nonostante tutto,
Gideon Levy
traduzione di Manlio Caciopo per Megachip
Originale:
Gideon Levy / An open response to A.B. Yehoshua, «Haaretz», 18/01/2009:
http://www.haaretz.com/hasen/spages/1056269.html
lettera di Yeoshua in italiano:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=5488&ID_sezione=29&sezione=
________________________________________________
Would you be able to live like this? (http://it.youtube.com/watch?v=DA6BL1nQ0iw)
per leggere le relazioni ONU sullo stato delle cose a Gaza vedi sopra
________________________________________________
La proprietà di un gentile (non ebreo), secondo la nostra legge, non appartiene a nessuno e il primo ebreo che passa può prendersela. (Talmud, Schulcan Amen 156)
Non è permesso derubare un fratello, ma è permesso derubare un non ebreo.
(Levitico XDC,13)
Un ebreo può mentire e spergiurare per condannare un non ebreo. Il nome di Dio non è profanato quando si mente ai cristiani. (Talmud, BabaKama, 113a, 113b)
Tutti i non ebrei sono solo degli animali, quindi tutti i loro bambini sono bastardi.
(Talmud, Yebamoth, 98°)
Anche il migliore dei Goyim (non ebrei) dovrebbe essere ucciso.
(Talmud, Abhodah Zarah, 26b)
http://www.corriere.it/esteri/09_gennaio_21/denuncia_hamas_cremonesi_ac41c6f4-e802-11dd-833f-00144f02aabc.shtml
Hendeling
23-01-2009, 00:31
di Gideon Levy – «Haaretz»
Caro Bulli,
Grazie per la tua lettera franca e per le parole gentili. Dici che è stata scritta da una «posizione di rispetto» e pure io rispetto profondamente i tuoi splendidi lavori letterari. Ma purtroppo ho molto meno rispetto per la tua attuale posizione politica. È come se il potente, incluso tu, abbia dovuto soccombere ad una grande e terribile conflagrazione che ha consumato qualsiasi rimasuglio dell'ossatura morale.
Anche tu, stimato autore, sei caduto preda della sciagurata ondata che ci ha sommerso, stupefatto, accecato e lavato il cervello. In effetti tu giustifichi la più brutale delle guerre che Israele abbia mai combattuto e nel fare ciò sei compiaciuto della fraudolenta affermazione che "l'occupazione di Gaza sia finita" e giustifichi gli assassini di massa evocando l'alibi che "Hamas confonda deliberatamente i suoi combattenti fra la popolazione civile". Tu stai giudicando una popolazione senza speranza cui viene negato un governo e un esercito (che include un movimento fondamentalista che usa mezzi impropri per combattere una giusta causa, cioè la fine dell'occupazione) nello stesso modo in cui giudichi una potenza regionale che considera se stessa umanitaria e democratica ma che ha dimostrato di essere un conquistatore brutale e crudele. Da israeliano io non posso ammonire i loro leader mentre le nostre mani sono insanguinate, né io voglio giudicare Israele e i palestinesi nel tuo stesso modo.
Gli abitanti di Gaza non hanno mai avuto proprietà del "loro pezzo di terra", come tu scrivi.
Abbiamo lasciato Gaza per i nostri interessi e per i nostri bisogni e li abbiamo imprigionati. Abbiamo tagliato fuori il loro territorio dal resto del mondo ed abbiamo occupato la Cisgiordania, e non abbiamo permesso loro di costruire un porto o un aeroporto. Controlliamo l'anagrafe della loro popolazione e la loro moneta (per non parlare del loro esercito) e tu riesci a dire che l'occupazione è finita? Abbiamo schiacciato il loro sostentamento, li abbiamo assediati per due anni, e tu dici che "hanno espulso l'occupazione israeliana"? L'occupazione di Gaza ha solo cambiato forma: un recinto anziché degli insediamenti. I carcerieri montano di guardia al di fuori anziché al di dentro.
No, io non so "molto bene" come tu scrivi che noi non volevamo uccidere bambini. Quando si impiegano carri armati, artiglieria ed aerei in una zona così densamente popolata non si può evitare di uccidere bambini. Capisco che la propaganda israeliana ti abbia ripulito la coscienza ma non ha ripulito la mia né quella della maggior parte del mondo. Gli effetti, e non le intenzioni, sono ciò che conta, e questi sono stati orrendi. «Se tu fossi stato davvero preoccupato per la morte dei nostri bambini e dei loro», scrivi, «avresti compreso la guerra in corso». Neppure nel peggiore dei tuoi passaggi letterari, e ce ne sono stati alcuni, avresti potuto evocare un argomento morale più disonesto: che l'assassinio di bambini venga compiuto a causa della preoccupazione per il loro destino. "Eccolo di nuovo, che ancora scrive di bambini" devi aver pensato questo weekend quando son tornato a scrivere sull'uccisione di bambini. Sì, bisogna scriverlo. Bisogna urlarlo. Bisogna farlo per il bene di entrambi.
Questa guerra secondo te è «l'unico modo per indurre Hamas alla comprensione». Se anche ignorassimo il tono accondiscendente della tua tesi, mi sarei aspettato di più da uno scrittore. Mi sarei aspettato che uno scrittore rinomato avesse più familiarità con la storia delle sommosse nazionali: non si possono reprimere forzatamente. Nonostante tutta la forza distruttiva che abbiamo usato in questa guerra, non vedo ancora come possiamo avere convinto i palestinesi: i Qassam ancora vengono lanciati su Israele. Sia loro che il mondo hanno chiaramente appreso qualcosa su di noi nelle ultime due settimane: che Israele è un paese pericoloso, violento e senza scrupoli.
Vorresti vivere in un paese con una simile reputazione? Un paese che orgogliosamente annuncia di essere "impazzito", come qualche ministro israeliano ha detto riguardo alle operazioni militari a Gaza? Io no.
Hai scritto che sei sempre stato preoccupato per me perché io viaggio in «posti così ostili». Questi posti sono meno ostili di quanto tu creda se uno ci va armato di nient'altro che della volontà di ascoltare. Io non ci sono andato per «raccontare la storia delle afflizioni dell'altra parte», ma per dar conto dello stesso nostro operato. Questa è sempre stata la base molto israeliana del mio lavoro.
Infine mi chiedi di conservare il mio "vigore morale". Non è la mia immagine che io desidero proteggere, ma quella del nostro paese, che è ugualmente cara ad entrambi noi.
Con amicizia, nonostante tutto,
Gideon Levy
traduzione di Manlio Caciopo per Megachip
Originale:
Gideon Levy / An open response to A.B. Yehoshua, «Haaretz», 18/01/2009:
http://www.haaretz.com/hasen/spages/1056269.html
lettera di Yeoshua in italiano:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=5488&ID_sezione=29&sezione=
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Would you be able to live like this? (http://it.youtube.com/watch?v=DA6BL1nQ0iw)
per leggere le relazioni ONU sullo stato delle cose a Gaza vedi sopra
________________________________________________
La proprietà di un gentile (non ebreo), secondo la nostra legge, non appartiene a nessuno e il primo ebreo che passa può prendersela. (Talmud, Schulcan Amen 156)
Non è permesso derubare un fratello, ma è permesso derubare un non ebreo.
(Levitico XDC,13)
Un ebreo può mentire e spergiurare per condannare un non ebreo. Il nome di Dio non è profanato quando si mente ai cristiani. (Talmud, BabaKama, 113a, 113b)
Tutti i non ebrei sono solo degli animali, quindi tutti i loro bambini sono bastardi.
(Talmud, Yebamoth, 98°)
Anche il migliore dei Goyim (non ebrei) dovrebbe essere ucciso.
(Talmud, Abhodah Zarah, 26b)
Grazie! Emozionante.
Quoto.
francamdar
25-01-2009, 22:30
http://www.corriere.it/esteri/09_gennaio_21/denuncia_hamas_cremonesi_ac41c6f4-e802-11dd-833f-00144f02aabc.shtml
Jerusalem Post: Difesa smentisce reportage italiano (http://notizie.alice.it/notizie/esteri/2009/01_gennaio/22/gaza_esercito_israeliano_circa_1_300_le_vittime_pa lestinesi,17674217.html)
Roma, 22 gen. (Apcom) - L'esercito israeliano ha dichiarato oggi che le vittime palestinesi dell'offensiva "Piombo Fuso" su Gaza sono circa 1.300, di cui molte sono uomini armati affiliati a gruppi radicali. Lo riporta il Jerusalem Post facendo riferimento al reportage dell'inviato a Gaza Lorenzo Cremonesi pubblicato sul Corriere della Sera di oggi, secondo cui il numero delle vittime complessive non supera la soglia di 600.
L'ufficio della Difesa israeliana responsabile per il coordinamento e l'amministrazione su Gaza ha già compilato una lista con i nomi di circa 900 vittime palestinesi uccise durante le tre settimane di offensiva; 750 di queste sarebbero militanti di Hamas.
Secondo la Difesa dello stato ebraico circa i tre quarti delle vittime sarebbero state legate al movimento islamico che controlla Gaza o ad altre formazioni militanti come la Jihad Islamica. Almeno 500 degli uccisi sarebbero stati uomini armati di Hamas.
Nel suo reportage, Cremonesi ha inoltre spiegato che in base agli ospedali visitati nella Striscia di Gaza, il numero dei feriti sarebbe ben inferiore ai 5.000 riferiti da Hamas, e riportati dalle Nazioni Unite e dalla Croce Rossa.
The Link's copyier
;)
macedone
26-01-2009, 13:19
"Caro Thomas (Friedman), so che entrambi desideriamo la pace in Medioriente, ma prima che tu continui a parlare di condizioni necessarie da una prospettiva israeliana, devi sapere quello che io penso.
Da dove cominciare?
Che ne dici del 1964?
Lascia che ti citi le mie parole durante il processo contro di me. Oggi esse sono vere quanto lo erano allora:
"Ho combattuto contro la dominazione dei bianchi ed ho combattuto contro la dominazione dei neri.
Ho vissuto con l'ideale di una societa' libera e democratica in cui tutte le sue componenti vivessero in armonia e con uguali opportunita'.
E' un ideale che spero di realizzare.
Ma, se ce ne fosse bisogno, e' un ideale per cui sono disposto a morire".
Oggi il mondo, quello bianco e quello nero, riconosce che l'apartheid non ha futuro. In Sud Africa esso e' finito grazie all'azione delle nostre masse, determinate a costruire pace e sicurezza. Una tale determinazione non poteva non portare alla stabilizzazione della democrazia.
Probabilmente tu ritieni sia strano parlare di apartheid in relazione alla situazione in Palestina o, piu' specificamente, ai rapporti tra palestinesi ed israeliani. Questo accade perche' tu, erroneamente, ritieni che il problema palestinese sia iniziato nel 1967. Sembra che tu sia stupito del fatto che bisogna ancora risolvere i problemi del 1948, la componente piu' importante dei quali e' il Diritto al Ritorno dei profughi palestinesi.
Il conflitto israelo-palestinese non e' una questione di occupazione militare e Israele non e' un paese che si sia stabilito "normalmente" e che, nel 1967, ha occupato un altro paese. I palestinesi non lottano per uno "stato", ma per la liberta', l'indipendenza e l'uguaglianza, proprio come noi sudafricani.
Qualche anno fa, e specialmente durante il governo Laburista, Israele ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di restituire i territori occupati nel 1967; che gli insediamenti sarebbero rimasti, Gerusalemme sarebbe stata sotto l'esclusiva sovranita' israeliana e che i palestinesi non avrebbero mai avuto uno stato indipendente, ma sarebbero stati per sempre sotto il dominio economico israeliano, con controllo israeliano su confini, terra, aria, acqua e mare.
Israele non pensava ad uno "stato", ma alla "separazione". Il valore della separazione e' misurato in termini di abilita', da parte di Israele, di mantenere ebreo lo stato ebreo, senza avere una minoranza palestinese che potrebbe divenire maggioranza nel futuro. Se questo avvenisse, Israele sarebbe costretto a diventare o una democrazia secolare o uno stato bi-nazionale, o a trasformarsi in uno stato di apartheid non solo de facto, ma anche de jure.
Thomas, se vedi i sondaggi fatti in Israele negli ultimi trent'anni, scoprirai chiaramente che un terzo degli israeliani e' preda di un volgare razzismo e si dichiara apertamente razzista. Questo razzismo e' della natura di: "Odio gli arabi" e "Vorrei che gli arabi morissero". Se controlli anche il sistema giudiziario in Israele, vi troverai molte discriminazioni contro i palestinesi. E se consideri i territori occupati nel 1967, scoprirai che vi si trovano gia' due differenti sistemi giudiziari che rappresentano due differenti approcci alla vita umana: uno per le vite palestinesi, l'altro per quelle ebree. Ed inoltre, vi sono due diversi approcci alla proprieta' ed alla terra. La proprieta' palestinese non e' riconosciuta come proprieta' privata perche' puo' essere confiscata. Per quanto riguarda l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza, vi e' un fattore aggiuntivo. Le cosiddette "aree autonome palestinesi" sono bantustans. Sono entita' ristrette entro la struttura di potere del sistema di apartheid israeliano.
Lo stato palestinese non puo' essere il sottoprodotto dello stato ebraico solo perche' Israele mantenga la sua purezza ebraica. La discriminazione razziale israeliana e' la vita quotidiana della maggioranza dei palestinesi. Dal momento che Israele e' uno stato ebraico, gli ebrei godono di diritti speciali di cui non godono i non-ebrei. I palestinesi non hanno posto nello stato ebraico.
L'apartheid e' un crimine contro l'umanita'. Israele ha privato milioni di palestinesi della loro proprieta' e della loro liberta'. Ha perpetuato un sistema di gravi discriminazione razziale e disuguaglianza. Ha sistematicamente incarcerato e torturato migliaia di palestinesi, contro tutte le regole della legge internazionale. In particolare, esso ha sferrato una guerra contro una popolazione civile, in particolare bambini.
La risposta data dal Sud Africa agli abusi dei diritti umani risultante dalla rimozione delle politiche di apartheid, fa luce su come la societa' israeliana debba modificarsi prima di poter parlare di una pace giusta e durevole in Medio oriente.
Thomas, non sto abbandonando la diplomazia. Ma non saro' piu' indulgente con te come lo sono i tuoi sostenitori. Se vuoi la pace e la democrazia, ti sosterro'. Se vuoi l'apartheid formale, non ti sosterro'. Se vuoi supportare la discriminazione razziale e la pulizia etnica, noi ci opporremo a te.
Quando deciderai cosa fare, chiamami."
Lettera di Nelson Mandela
macedone
26-01-2009, 13:20
"Caro Thomas (Friedman), so che entrambi desideriamo la pace in Medioriente, ma prima che tu continui a parlare di condizioni necessarie da una prospettiva israeliana, devi sapere quello che io penso.
Da dove cominciare?
Che ne dici del 1964?
Lascia che ti citi le mie parole durante il processo contro di me. Oggi esse sono vere quanto lo erano allora:
"Ho combattuto contro la dominazione dei bianchi ed ho combattuto contro la dominazione dei neri.
Ho vissuto con l'ideale di una societa' libera e democratica in cui tutte le sue componenti vivessero in armonia e con uguali opportunita'.
E' un ideale che spero di realizzare.
Ma, se ce ne fosse bisogno, e' un ideale per cui sono disposto a morire".
Oggi il mondo, quello bianco e quello nero, riconosce che l'apartheid non ha futuro. In Sud Africa esso e' finito grazie all'azione delle nostre masse, determinate a costruire pace e sicurezza. Una tale determinazione non poteva non portare alla stabilizzazione della democrazia.
Probabilmente tu ritieni sia strano parlare di apartheid in relazione alla situazione in Palestina o, piu' specificamente, ai rapporti tra palestinesi ed israeliani. Questo accade perche' tu, erroneamente, ritieni che il problema palestinese sia iniziato nel 1967. Sembra che tu sia stupito del fatto che bisogna ancora risolvere i problemi del 1948, la componente piu' importante dei quali e' il Diritto al Ritorno dei profughi palestinesi.
Il conflitto israelo-palestinese non e' una questione di occupazione militare e Israele non e' un paese che si sia stabilito "normalmente" e che, nel 1967, ha occupato un altro paese. I palestinesi non lottano per uno "stato", ma per la liberta', l'indipendenza e l'uguaglianza, proprio come noi sudafricani.
Qualche anno fa, e specialmente durante il governo Laburista, Israele ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di restituire i territori occupati nel 1967; che gli insediamenti sarebbero rimasti, Gerusalemme sarebbe stata sotto l'esclusiva sovranita' israeliana e che i palestinesi non avrebbero mai avuto uno stato indipendente, ma sarebbero stati per sempre sotto il dominio economico israeliano, con controllo israeliano su confini, terra, aria, acqua e mare.
Israele non pensava ad uno "stato", ma alla "separazione". Il valore della separazione e' misurato in termini di abilita', da parte di Israele, di mantenere ebreo lo stato ebreo, senza avere una minoranza palestinese che potrebbe divenire maggioranza nel futuro. Se questo avvenisse, Israele sarebbe costretto a diventare o una democrazia secolare o uno stato bi-nazionale, o a trasformarsi in uno stato di apartheid non solo de facto, ma anche de jure.
Thomas, se vedi i sondaggi fatti in Israele negli ultimi trent'anni, scoprirai chiaramente che un terzo degli israeliani e' preda di un volgare razzismo e si dichiara apertamente razzista. Questo razzismo e' della natura di: "Odio gli arabi" e "Vorrei che gli arabi morissero". Se controlli anche il sistema giudiziario in Israele, vi troverai molte discriminazioni contro i palestinesi. E se consideri i territori occupati nel 1967, scoprirai che vi si trovano gia' due differenti sistemi giudiziari che rappresentano due differenti approcci alla vita umana: uno per le vite palestinesi, l'altro per quelle ebree. Ed inoltre, vi sono due diversi approcci alla proprieta' ed alla terra. La proprieta' palestinese non e' riconosciuta come proprieta' privata perche' puo' essere confiscata. Per quanto riguarda l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza, vi e' un fattore aggiuntivo. Le cosiddette "aree autonome palestinesi" sono bantustans. Sono entita' ristrette entro la struttura di potere del sistema di apartheid israeliano.
Lo stato palestinese non puo' essere il sottoprodotto dello stato ebraico solo perche' Israele mantenga la sua purezza ebraica. La discriminazione razziale israeliana e' la vita quotidiana della maggioranza dei palestinesi. Dal momento che Israele e' uno stato ebraico, gli ebrei godono di diritti speciali di cui non godono i non-ebrei. I palestinesi non hanno posto nello stato ebraico.
L'apartheid e' un crimine contro l'umanita'. Israele ha privato milioni di palestinesi della loro proprieta' e della loro liberta'. Ha perpetuato un sistema di gravi discriminazione razziale e disuguaglianza. Ha sistematicamente incarcerato e torturato migliaia di palestinesi, contro tutte le regole della legge internazionale. In particolare, esso ha sferrato una guerra contro una popolazione civile, in particolare bambini.
La risposta data dal Sud Africa agli abusi dei diritti umani risultante dalla rimozione delle politiche di apartheid, fa luce su come la societa' israeliana debba modificarsi prima di poter parlare di una pace giusta e durevole in Medio oriente.
Thomas, non sto abbandonando la diplomazia. Ma non saro' piu' indulgente con te come lo sono i tuoi sostenitori. Se vuoi la pace e la democrazia, ti sosterro'. Se vuoi l'apartheid formale, non ti sosterro'. Se vuoi supportare la discriminazione razziale e la pulizia etnica, noi ci opporremo a te.
Quando deciderai cosa fare, chiamami."
Lettera di Nelson Mandela
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