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Ferlons
12-02-2008, 17:09
Dal CORRIERE della SERA dell'8 febbraio 2008:


LONDRA — «L'adozione in Gran Bretagna di alcuni aspetti della Sharia islamica è inevitabile». L'affermazione è del Dottor Rowan Williams, arcivescovo della Chiesa d'Inghilterra. Secondo il leader dei cristiani di rito anglicano bisogna accettare il fatto che una parte dei cittadini non si riconosce nel sistema legale britannico e per mantenere la coesione sociale lo Stato dovrebbe trovare un «aggiustamento costruttivo in alcune materie».
L'arcivescovo dice che i musulmani del Regno «non dovrebbero essere messi di fronte alla rigida alternativa tra la lealtà alla loro cultura e la lealtà allo Stato». Poi assicura che nessuno vorrebbe vedere applicate da noi quelle espressioni di inumanità a volte associate alla pratica della legge in alcuni Paesi islamici, le punizioni estreme, i comportamenti oppressivi nei confronti delle donne. «Ma penso che non vogliamo nemmeno arrivare a un punto morto in cui la legge si scontri con le coscienze religiose della gente».
Il Dottor Williams pensa in particolare a campi come il divorzio, nel quale l'accettazione della Sharia permetterebbe alle donne musulmane di evitare le procedure di divorzio occidentali. E a questioni finanziarie che potrebbero essere risolte da corti coraniche. L'arcivescovo sostiene che comunque nella società multi-culturale britannica ci sono già una serie di situazioni nelle quali la legge interna alle comunità religiose è di fatto tollerata e riconosciuta. E cita l'anti-abortismo dettato dal Vaticano e il caso delle agenzie cattoliche per l'infanzia che non vogliono sottoporsi alla nuova normativa britannica sull'eguaglianza che non permette di rifiutare l'affidamento di bambini in adozione a coppie omosessuali.
«Il principio in base al quale c'è una sola legge per tutti i cittadini è un importante fondamento della nostra identità sociale come democrazia occidentale», ammette il religioso, ma conclude: «Però la legge deve tenere in qualche considerazione il fatto che la gente ha diverse affiliazioni e diverse lealtà, altrimenti all'interno delle differenti comunità della nostra società ci saranno comportamenti privati, non controllati che accresceranno l'oppressione degli individui».
Introdurre parti della Sharia per consentire allo Stato britannico di sapere quello che succede nella comunità islamica in materia di diritto familiare o controversie commerciali, dunque. È questo lo scopo dell'appello dell'arcivescovo, che non è uno sprovveduto, ma un uomo liberale ed estremamente sofisticato, come spiega Rodney Barker, professore di scienze politiche alla London School of Economics: «Williams riconosce che viviamo in una società dove non c'è una religione dominante. Non dice: "Io ho la verità e il resto di voi è malvagio e illuso"».
Al governo però, la Sharia sembra tutt'altro che inevitabile. Il portavoce di Gordon Brown ha detto che «il primo ministro crede che le leggi britanniche debbano essere basate sui valori britannici e il codice islamico non può essere invocato per infrangere le leggi del nostro Paese».
L'arcivescovo è riuscito a mettere d'accordo governo e opposizione: dal fronte conservatore la baronessa Sayeeda Warsi, che è musulmana, ha detto: «La sua ipotesi può solo accrescere la confusione all'interno delle nostre comunità. Naturalmente la libertà implica il rispetto per alcune pratiche religiose, ma su un punto abbiamo il dovere di essere assolutamente chiari: tutti i cittadini britannici devono essere soggetti alle leggi britanniche dettate dal Parlamento e applicate dai tribunali di giustizia». Anche il leader liberaldemocratico Nick Clegg ha bocciato il leader anglicano: «Ho enorme rispetto per lui, ma l'eguaglianza di tutti di fronte alla legge è il cemento della nostra società ».
Mohammed Shafiq, direttore della Ramadhan Foundation, invece esulta: «Un tentativo da parte delle nostre due grandi fedi di costruire rispetto e tolleranza». In materia di tolleranza, però, qualche giorno fa, il vescovo anglicano di Rochester aveva ammonito che «ci sono aree nel nostro Paese dove l'aggressività islamica non permette l'ingresso ai cristiani». Il vescovo ha ricevuto minacce di morte.

Questa è bella...
Ma che si fumano? Al di là di ogni discorso riguardo al fatto che tutti dovrebbero essere uguali di fronte alla legge e via dicendo, ma chi impedisce a qualcuno di crearsi una proprio religione al fine di trarne vantaggi legali?

Diablix
12-02-2008, 20:44
Giusto, applichiamo la Sharia.

Lapidiamo sto coglione :rotfl:

Dampyr
12-02-2008, 23:44
Mi faccio la religione che mi impedisce di pagare le tasse :sisi:
Così imparano :sisi:

Dr_Velvet
13-02-2008, 00:49
Mi faccio la religione che mi impedisce di pagare le tasse :sisi:
Così imparano :sisi:

naaaa...troppo complicato
Basta andare al governo e farsi un paio di leggi su misura :asd:

MaD
13-02-2008, 11:26
Mi pare una grande stronzata. :D

macedone
15-02-2008, 10:40
naaaa...troppo complicato
Basta andare al governo e farsi un paio di leggi su misura :asd:
:asd: :asd: :asd:

La proposta fatta è assurda... :sisi: