Visualizza Versione Completa : Lavorare o studiare ?
Voi che ne pensate?
Io da circa un anno sto facendo entrambe le cose... ma son giunto alla conclusione che non sia poi così facile e che, continuando così, mi laureo fra più di 1 anno :rolleyes: ... e a questo punto mi stanno venendo un po' di dubbi su cosa fare...
Insomma, chiedo a chi di voi ha più esperienza di me nel mondo del lavoro (e magari si trova dalla parte di chi deve assumere e leggere i curricula) :
conta avere una laurea?
conta il voto di laurea?
conta il tempo che uno ci mette per laurearsi?
e soprattutto, quanto conta una esperienza lavorativa anche se fatta in un ambito diverso da quello degli studi?
ah, per quanto mi riguarda mi riferisco ad una laurea triennale in economia e sto lavorando in un settore tecnologico, che quindi con economia c'entra proprio niente :asd:
goldrake11
05-02-2009, 11:38
Voi che ne pensate?
Io da circa un anno sto facendo entrambe le cose... ma son giunto alla conclusione che non sia poi così facile e che, continuando così, mi laureo fra più di 1 anno :rolleyes: ... e a questo punto mi stanno venendo un po' di dubbi su cosa fare...
Insomma, chiedo a chi di voi ha più esperienza di me nel mondo del lavoro (e magari si trova dalla parte di chi deve assumere e leggere i curricula) :
conta avere una laurea?
conta il voto di laurea?
conta il tempo che uno ci mette per laurearsi?
e soprattutto, quanto conta una esperienza lavorativa anche se fatta in un ambito diverso da quello degli studi?
ah, per quanto mi riguarda mi riferisco ad una laurea triennale in economia e sto lavorando in un settore tecnologico, che quindi con economia c'entra proprio niente :asd:
secondo me, quando si presenta un curriculum queste 2 cose sono importantissime, poi penso che ci vuole sempre tanta fortuna oltre che tanta abilità:sisi:
marcosanta_031
05-02-2009, 11:45
Voi che ne pensate?
Io da circa un anno sto facendo entrambe le cose... ma son giunto alla conclusione che non sia poi così facile e che, continuando così, mi laureo fra più di 1 anno :rolleyes: ... e a questo punto mi stanno venendo un po' di dubbi su cosa fare...
Insomma, chiedo a chi di voi ha più esperienza di me nel mondo del lavoro (e magari si trova dalla parte di chi deve assumere e leggere i curricula) :
conta avere una laurea?
conta il voto di laurea?
conta il tempo che uno ci mette per laurearsi?
e soprattutto, quanto conta una esperienza lavorativa anche se fatta in un ambito diverso da quello degli studi?
ah, per quanto mi riguarda mi riferisco ad una laurea triennale in economia e sto lavorando in un settore tecnologico, che quindi con economia c'entra proprio niente :asd:
Quoto te per risponderti, ma anche quello che ha detto Goldrake. Io, durante gli studi, ho solo lavorato nei weekend, non in settimana...
Se devo essere sincero, a quanto ho notato, soprattutto in questo periodo di crisi, il voto di laurea conta meno del 2 di picche... lo stesso per il tempo impiegato a laurearsi (ovvio, se ti laurei a 56 anni forse qualche problema lo incontri :asd: )... la laurea conta averla perche è "piu facile" trovare lavoro nel settore in cui ti sei laureato. Cmq, avere la laurea in un campo ed esperienza lavorativa in un altro è OTTIMO, secondo me
secondo me dipende molto dal tipo di lavoro che si cerca.
Ad esempio io sto finendo ingegneria edile, uscito di qui ci sono diversi campi in cui posso lavorare.
Se volessi entrare nel pubblico quindi fare un concorso il voto di laurea servirebbe, invece se volessi entrare in uno studio serve molto meno lì conta di più l'esperienza.
In alcuni settori poi l'esperienza è difficile da fare prima della laurea quindi per forza conta meno..
A parte casi particolari (es. in Reply se non hai almeno 100 come voto di laurea non entri) il voto non conta una fava :sisi:
Ma come mi dissero al secondo corso di ingegneria "se siete venuti a imparare un lavoro avete sbagliato tutto" :sisi:
L'università ti fornisce un bagaglio culturale e personale che deve servire a te e non al lavoro che fai. Ti dà una forma mentis.
In generale alle aziende non frega un accidente di cosa hai fatto prima, conta cosa sai e cosa sei capace di apprendere. :sisi: Se poi ti lasci sfruttare tanto meglio per loro :asd:
Avere la laurea, secondo me, attualmente, in questi tempi di crisi, è come avere il diploma tempo fa: ce l'hanno in troppi, magari in scienze della comunicazione (con tutto il rispetto), quindi è notata ed annotata da chi ti deve assumere solo in caso di voto altissimo (come dire, l'ha fatta seriamente, nn per cambiare aria...).
Adesso per avere la "quasi" certezza di avere un lavoro nel campo per cui hai dedicato il sudore della fronte devi avere un master in qualsiasi cosa, perchè fa scena.
Ho un esempio tra gli amici: laureato in biologia con 110 e lode ora fa l'informatico... :suspi:
Anche la mia mogliettina, pur nn essendo portatissima per l'università, ha preferito il lavoro alla laurea: è passata per matematica, scienze delle comunicazioni (:eek:) e poi finalmente era riuscita ad entrare in architettura, arredatrice di interni, ma nel frattempo, alla veneranda età di 27 anni, aveva trovato il lavoro, lì le hanno cominciato a dare responsabilità, ha cominciato a vedere il cash e l'università è diventata secondaria... ora l'ha proprio abbandonata!
E, come in hattrick, la vita e il lavoro, è tutto molto random... :sisi:
conta avere una laurea?
conta il voto di laurea?
conta il tempo che uno ci mette per laurearsi?
e soprattutto, quanto conta una esperienza lavorativa anche se fatta in un ambito diverso da quello degli studi?
A parte casi particolari (es. in Reply se non hai almeno 100 come voto di laurea non entri) il voto non conta una fava :sisi:
Ma come mi dissero al secondo corso di ingegneria "se siete venuti a imparare un lavoro avete sbagliato tutto" :sisi:
L'università ti fornisce un bagaglio culturale e personale che deve servire a te e non al lavoro che fai. Ti dà una forma mentis.
In generale alle aziende non frega un accidente di cosa hai fatto prima, conta cosa sai e cosa sei capace di apprendere. :sisi: Se poi ti lasci sfruttare tanto meglio per loro :asd:
Dampyr lo quoto in pieno sia per il discorso del voto che per il fatto che comunque avere studiato (in generale, non necessariamente all'università) te lo ritrovi sempre e quando meno te lo aspetti. Il "cosa sei capace di apprendere" dipende tanto da questo. Almeno per me è stato così. :sisi: Anche perchè io un mestiere me lo sono dovuto "inventare" (bibliotecario), avendo fatto il DAMS che non è esattamente un corso di laurea dove ti insegnano un mestiere. O lo è molto meno di tanti altri (Medicina per dire...).
Avere una laurea, almeno in Italia, dimostra che ti sei dato da fare più che hai imparato un mestiere (diversamente ad esempio dagli US). Mio padre ad esempio, dove lavorava (ora è in pensione), ha sempre voluto un laureato per fare il capo-stabilimento. Non che ci voglia una laurea per coordinare 100 operai in un magazzino di lavorazione frutta, ma è sempre il discorso della "forma-mentis".
infine le esperienze lavorative: personalmente anche in ambiti diversissimi sono contate tutte, dal pubblico al privato al commerciante, da quando facevo l'operaio 12 ore al giorno ad ora che ne faccio 36 a settimana e lavoro al pubblico. Vedo miei colleghi che non hanno mai fatto lavorato nel privato non rendersi conto del CULO che significa avere un posto fisso statale. E che differenza di ritmi di lavoro ci sono.
Voto e tempo di laurea servono relativamente :sisi:
Ci sono alcune particolari società/aziende che hanno requisiti più alte di altre ma spesso la cosa è elastica.
I miei genitori si occupano di personale da almeno 20 anni e se la norma (almeno dove lavorano loro) è assumere gente con ottimi curriculum, se si presenta un tipo sveglio, che dimostra anche di volere fortemente il posto ma magari è uscito dall'università in maniera "non ottimale" viene assunto lo stesso, così come possono essere mandati a casa elementi che magari hanno 110 e lode e master perchè dimostrano di essere scarsamente interessati al lavoro o durante il colloquio si dimostrano inadeguati.
Riguardo al fatto se la laurea conta... beh quella di 5 anni si fa sentire molto più di quella triennale; poi molto dipende anche dalla facoltà che hai scelto.
L'esperienza lavorativa conta perchè bene o male dimostra che hai già "annusato" un ambiente lavorativo.
Altra cosa molto importante è la conoscenza dell'inglese, ma qui credo di non dire nulla di nuovo :sisi:
Aggiungo, ma penso sia superfluo, che a seconda di dove vai e chi trovi conta anche se sei una donna, magari gnocca. Specie se il responsabile del personale è di quelli che dico io. :rolleyes:
Aggiungo, ma penso sia superfluo, che a seconda di dove vai e chi trovi conta anche se sei una donna, magari gnocca. Specie se il responsabile del personale sono io. :rolleyes:
:asd:
Aggiungo, ma penso sia superfluo, che a seconda di dove vai e chi trovi conta anche se sei una donna, magari gnocca. Specie se il responsabile del personale è di quelli che dico io. :rolleyes:
mi hai visto, direi che non sono donna (pur essendo d'elite ! ) e non sono gnocca :asd::asd:
per quanto riguarda il mio settore...studio giurisprudenza (a 10 giorni dalla consegna delle maledette microfiches :mad:).....il voto di laurea conta zero....il tempo che ci metti zero.....esperienze in altri settori zero.....bhè avere la laurea quinquennale è d'obbligo.....:asd:
fantaluca
05-02-2009, 13:30
a meno di cariche istituzionali in cui è richiesta esplicitamente la laurea (per lo più impiego pubblico come i comuni ad esempio) è molto più ricercata l'esperienza del titolo di studio... un neolaureato a 23/24 anni è già indietro di 5 o 6 di esperienza rispetto ad un altro candidato.
Poi c'è laurea e laurea
mi hai visto, direi che non sono donna (pur essendo d'elite ! ) e non sono gnocca :asd::asd:
Ai colloqui vacci comunque in infradito e calze a rete, non si sa mai :asd:
lucianomafia
05-02-2009, 13:32
io parlo per esperienze personali (o meglio, di amici visto che io sono raccomandatissimo): essere laureati (in economia se vuoi fare un lavoro che c'entri qualcosa) conta abbastanza, diciamo che in tanti posti con il slo diploma non ti fanno fare nemmeno il colloquio. il voto conta poco, il tempo impiegato invece può essere preso in considerazione, soprattutto a Milano e limitrofi (non so altrove, parlo della mia zona di competenza) dove il saper fare le cose in fretta piuttosto che bene è un bel valore aggiunto...
l'esperienza lavorativa secondo me è fondamentale, proprio in questi giorni stiamo cercando 2 persone per 2 ambiti completamente diversi (gestione di uno spazio espositivo e ricerca/consulenza su materiali innovativi - se qualcuno vuole mandarmi un cv è ben accetto) e quelli che non hanno esperienze precedenti (meglio se un minimo inerenti) li scartiamo a priori.
il mio consiglio è di interrompere il lavoro, tanto qualche esperienza alle spalle da mettere sul cv ormai ce l'hai, e finire al più presto.
prima inizi a lavorare a tempo pieno e meglio è... soprattutto per noi laureati in economia...
l'esperienza lavorativa secondo me è fondamentale, proprio in questi giorni stiamo cercando 2 persone per 2 ambiti completamente diversi (gestione di uno spazio espositivo e ricerca/consulenza su materiali innovativi - se qualcuno vuole mandarmi un cv è ben accetto) e quelli che non hanno esperienze precedenti (meglio se un minimo inerenti) li scartiamo a priori.
il mio consiglio è di interrompere il lavoro, tanto qualche esperienza alle spalle da mettere sul cv ormai ce l'hai, e finire al più presto.
ti aspettavo ;)
la mia situazione è questa: sono dell'85 e sono in ritardo di un anno per la laurea triennale.. lavoro da 13 mesi nel settore tecnologico della Rai (40 ore settimanali), quindi una grossa azienda, pubblica, col nome ma faccio una cosa che con economia non c'entra niente e soprattutto so che al massimo mi possono tenere fino a dicembre 2010, poi per legge devono sbattermi fuori :-o... ragionando su mi dico: se lascio ora e riprendo a studiare, mi laureo a novembre o al massimo marzo 2010 (con votazioni migliori, da frequentanti si prendono voti migliori :sisi: ), continuando invece a lavorare probabilmente slitterebbe tutto di un anno... quello che chiedo a chi ha esperienza nel mondo del lavoro è: ne vale la pena continuare qua ? oppure dovrei cercare qualcos altro già nel pre-laurea? oppure pensare prima a laurearmi e poi al lavoro "serio" ?
Buh, sono indecisissimo :-o
fantaluca
05-02-2009, 13:54
ti aspettavo ;)
la mia situazione è questa: sono dell'85 e sono in ritardo di un anno per la laurea triennale.. lavoro da 13 mesi nel settore tecnologico della Rai (40 ore settimanali), quindi una grossa azienda, pubblica, col nome ma faccio una cosa che con economia non c'entra niente e soprattutto so che al massimo mi possono tenere fino a dicembre 2010, poi per legge devono sbattermi fuori :-o... ragionando su mi dico: se lascio ora e riprendo a studiare, mi laureo a novembre o al massimo marzo 2010 (con votazioni migliori, da frequentanti si prendono voti migliori :sisi: ), continuando invece a lavorare probabilmente slitterebbe tutto di un anno... quello che chiedo a chi ha esperienza nel mondo del lavoro è: ne vale la pena continuare qua ? oppure dovrei cercare qualcos altro già nel pre-laurea? oppure pensare prima a laurearmi e poi al lavoro "serio" ?
Buh, sono indecisissimo :-o
40 ore settimanali è un lavoro a tempo pieno... la domanda fondamentale è: ti piace quello che stai facendo? se la risposta è si vai avanti così, se la risposta è no laureati il prima possibile e poi cerca qualcosa nella tua area di interesse
Oddio... scrivere sul Curriculum che hai lavorato alla Rai è già una discriminante positiva per il futuro!
Però se la legge ti blocca e nn ti garantisce il posto... effettivamente...
Non hai possibilità di chiedere la riduzione d'orario per motivi di studio e fare il lavoratore part-time?
Per me se quel lavoro non è fondamentale per motivi di pecunia ti conviene laurearti prima che puoi, magari passando a un lavoro part-time o serale che ti tenga meno impegnato :sisi:
Joey-sama
05-02-2009, 14:02
Oddio... scrivere sul Curriculum che hai lavorato alla Rai è già una discriminante positiva per il futuro!
dipende dall'opinione che ha della rai quello che gli fa il colloquio :asd:
40 ore settimanali è un lavoro a tempo pieno... la domanda fondamentale è: ti piace quello che stai facendo? se la risposta è si vai avanti così, se la risposta è no laureati il prima possibile e poi cerca qualcosa nella tua area di interesse
no, non mi piace per niente... però l'ambiente è tranquillo e bello ... insomma, penso che molti, soprattutto in questo periodo di crisi, mi invidierebbero :sisi:
anche per questo quasi mi sento anche, in un certo senso, in dovere morale di non lasciare.... ma non so quanto ne valga la pena :-o
Oddio... scrivere sul Curriculum che hai lavorato alla Rai è già una discriminante positiva per il futuro!
Però se la legge ti blocca e nn ti garantisce il posto... effettivamente...
Non hai possibilità di chiedere la riduzione d'orario per motivi di studio e fare il lavoratore part-time?
infatti è il motivo principale per cui son entrato qui :sisi:
purtroppo non posso chiedere part time o cose simili... però i permessi studio li ho, questo si :sisi:
insomma, il posto non fa schifo... però l'obiettivo, cioè quello di fare un minimo di esperienza e poterlo mettere sul CV, è stato raggiunto :sisi: .. ora ? :-o
infatti è il motivo principale per cui son entrato qui :sisi:
purtroppo non posso chiedere part time o cose simili... però i permessi studio li ho, questo si :sisi:
insomma, il posto non fa schifo... però l'obiettivo, cioè quello di fare un minimo di esperienza e poterlo mettere sul CV, è stato raggiunto :sisi: .. ora ? :-o
Ora darei retta a quelli che ti stanno consigliando di trovare un lavoretto part-time o i cosiddetti "16 ore", cioè 8+8 nel weekend e puntare dritto alla laurea con il voto superiore a 100, per distinguerti almeno da quelli che vanno all'università per rimorchiare o conoscere gente, come se fosse Feisbuk anzichè scuola... :suspi:
Ora darei retta a quelli che ti stanno consigliando di trovare un lavoretto part-time o i cosiddetti "16 ore", cioè 8+8 nel weekend e puntare dritto alla laurea con il voto superiore a 100, per distinguerti almeno da quelli che vanno all'università per rimorchiare o conoscere gente, come se fosse Feisbuk anzichè scuola... :suspi:
Io ho preso meno di 100 :mad:
Cosa vorresti dire? :mazza:
P.S. Ing. Informatica a PD
Io ho preso meno di 100 :mad:
Cosa vorresti dire? :mazza:
P.S. Ing. Informatica a PD
Quanto hai preso?
*corre ad editare "con voto pari o superiore a X (dove X è il voto di Dampyr)* :asd:
A parte gli scherzi, il voto dipende da facoltà a facoltà, da corso a corso.
Ad esempio, a Roma se fai Scienze della comunicazione e nn prendi più di 100 è come se nn hai fatto niente, visto che ci sono più di 20000 iscritti, se nn erro! :sisi:
Voi che ne pensate?
Io da circa un anno sto facendo entrambe le cose... ma son giunto alla conclusione che non sia poi così facile e che, continuando così, mi laureo fra più di 1 anno :rolleyes: ... e a questo punto mi stanno venendo un po' di dubbi su cosa fare...
Insomma, chiedo a chi di voi ha più esperienza di me nel mondo del lavoro (e magari si trova dalla parte di chi deve assumere e leggere i curricula) :
1) conta avere una laurea?
2) conta il voto di laurea?
3) conta il tempo che uno ci mette per laurearsi?
e soprattutto, 4) quanto conta una esperienza lavorativa anche se fatta in un ambito diverso da quello degli studi?
ah, per quanto mi riguarda mi riferisco ad una laurea triennale in economia e sto lavorando in un settore tecnologico, che quindi con economia c'entra proprio niente :asd:
1) Sì;
2) No, te lo dico per esperienza personale e di altri che assieme a me sono usciti con il massimo;
3) No, te lo dico avendo finito prima del tempo;
4) Più ne hai accumulate e meglio è, ma a 24 o 25 anni non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Nel senso, non puoi aver accumulato parecchie esperienze lavorative e allo stesso tempo aver concluso regolarmente e con una buona valutazione il percorso universitario. Cioè, anche ce ne saranno in giro di queste persone, ma penso si contino sulle dita di una mano.
Quanto hai preso?
*corre ad editare "con voto pari o superiore a X (dove X è il voto di Dampyr)* :asd:
A parte gli scherzi, il voto dipende da facoltà a facoltà, da corso a corso.
Ad esempio, a Roma se fai Scienze della comunicazione e nn prendi più di 100 è come se nn hai fatto niente, visto che ci sono più di 20000 iscritti, se nn erro! :sisi:
95 :sisi:
ti aspettavo ;)
la mia situazione è questa: sono dell'85 e sono in ritardo di un anno per la laurea triennale.. lavoro da 13 mesi nel settore tecnologico della Rai (40 ore settimanali), quindi una grossa azienda, pubblica, col nome ma faccio una cosa che con economia non c'entra niente e soprattutto so che al massimo mi possono tenere fino a dicembre 2010, poi per legge devono sbattermi fuori :-o... ragionando su mi dico: se lascio ora e riprendo a studiare, mi laureo a novembre o al massimo marzo 2010 (con votazioni migliori, da frequentanti si prendono voti migliori :sisi: ), continuando invece a lavorare probabilmente slitterebbe tutto di un anno... quello che chiedo a chi ha esperienza nel mondo del lavoro è: ne vale la pena continuare qua ? oppure dovrei cercare qualcos altro già nel pre-laurea? oppure pensare prima a laurearmi e poi al lavoro "serio" ?
Buh, sono indecisissimo :-o
ecco a voi il neo-laureato :asd: comunque mi sento vicino a te in quanto per un anno ho avuto il tuo stesso dubbio...
ho preso la triennale proprio a dicembre ed ora sto già frequentando la specialistica. sono laureato in scienze politiche (curriculum in relazioni internazionali) con una valutazione non certo monstre (100 tirato per i capelli nonostante 1 anno di ritardo e tanti voti bassi di cui mi sono accontentato dopo i primi 2 anni fatti bene) ed ho poche esperienze di lavoro alle spalle (ho usato l'anno perso per lavorare come modello e poi in un call center... non proprio cose che possano fregare molto ad un datore di lavoro in futuro :asd: ) e la mia posizione in materia è la seguente:
1) Voto e tempo di laurea: sul voto di triennale c'è un'inutilità di base per chi farà la specialistica (il voto che, EVENTUALMENTE, un selezionatore guarderà sarà quello preso alla fine dei 5 anni) in più una media alta nei primi 3 anni non ti dà nulla dal punto di vista quantitativo nei successivi 2 anni (la media precedente non influisce)... caso mai, può essere utile studiare bene le materie fondamentali per poi avere una base dopo in certe materie, ma finalizzare lo studio al voto di triennale diventa dequalificante e demoralizzante ad un certo punto (perciò, imho, fregatene di tutto e prendi anche i 17,5 :D ). Per il tempo, meglio fare prima possibile, del tempo perso oggi un pò me ne pento (ma dovevo provare sulla mia pelle le esperienze lavorative per capire che voglio prima portare a termine gli studi) caso mai puoi fare uno studio particolareggiato alla specialistica, dove l'intenzione può essere quella di crearti un biglietto da visita decente...
2) Esperienze lavorative pre-laurea: utili per la tua formazione professionale, per fare curriculum e dimostrare che già hai almeno un pò di dimestichezza nel rapporto con i colleghi, ma tutto sommato, nella tua situazione, riprenderei prima possibile gli studi, che se portati troppo avanti ti restano come un fardello
fantaluca
05-02-2009, 14:23
A parte gli scherzi, il voto dipende da facoltà a facoltà, da corso a corso.
Ad esempio, a Roma se fai Scienze della comunicazione e nn prendi più di 100 è come se nn hai fatto niente, visto che ci sono più di 20000 iscritti, se nn erro! :sisi:
:climb:
1) Sì;
è una risposta troppo secca... io risponderei "dipende" da quello che cerchi (nell'ambito informatico per esempio la laurea senza esperienza è buona solo se ambisci a posti dirigenziali ai quali non puoi ambire se non per paraculamento :asd: )
Ho conosciuto e conosco laureati in informatica che ancora un po non sanno di cosa stanno parlando... non tu Dampyr, non sto parlando di te :asd:
se ti manca poco è un peccato non finire
Ho conosciuto e conosco laureati in informatica che ancora un po non sanno di cosa stanno parlando... non tu Dampyr, non sto parlando di te :asd:
Su questo concordo, mio padre mi racconta sempre di ingegneri forestali (futuri dottori forestali, quindi agronomi & co.) provenienti dall'università di Torino che non sapevano quale fosse il pino, quale l'abete etc etc etc... :asd::asd::asd: Come un dentista che ti dice: ah, questo è il molare? Wow! (Con infantile entusiasmo)
Conseguire una laurea non implica automaticamente essere competenti in quelle materie o in quell'ambito conoscitivo.
Ho anche visto persone uscire con il 106 e pronunciare il "tu" francese /tiù/ alla discussione della tesi, ma qui andremmo fuori tema...
Fra "risposta secca" e "dipende", per quello che vedo ultimamente sono più propenso a dire "sì", piuttosto che "dipende". Ovvio che non è necessaria una laurea per certi impieghi, ma alcuni che si occupano di recruiting (che brutta parola! :suspi:) mi hanno detto che anche in settori dove bastava il diploma, ora un'occhiatina in più al percorso di studi la danno.
Uno più fortunato di me potrebbe aver benissimo risposto "no" a tutte le domande, perchè gli è andata subito bene, io ho replicato su quel che ho visto finora. :)
e puntare dritto alla laurea con il voto superiore a 100, per distinguerti almeno da quelli che vanno all'università per rimorchiare o conoscere gente, come se fosse Feisbuk anzichè scuola... :suspi:
Tzè, io ho preso 106. E il massimo era 100. :bd: :asd:
ecco a voi il neo-laureato :asd:
Chi si rivede! :D
A volte mi capita di tenere dei colloqui, quando abbiamo necessità di assumere...
Il problema è che al giorno d'oggi serve necessariamente gente specializzata, ci vuole molto a formare le persone, sia per problemi di tempo che per problemi di costi, perchè l'investimento quasi sempre non viene ripagato, nemmeno alla lunga.
Quindi ti dico che la prima cosa che vado a leggere/domandare sono le esperienze lavorative e poi la formazione. Purtroppo oggi si assume maggiormente per l'immediato, i percorsi di crescita "programmata" sono una rarità... L'obiettivo è il risparmio perchè, oggi, investire non è alla portata di tutti... la priorità è ridurre i costi.
fantaluca
05-02-2009, 15:15
oggi, investire non è alla portata di tutti... la priorità è ridurre i costi.
soprattutto oggi
la formazione, o peggio l'affiancamento, sono un lusso oggi più che mai.
Non è un caso che tra le mie conoscenze c'è chi non fa fatica a cambiare (restando nello stesso ambito... e vi assicuro che non sto parlando di geni :D ) e chi invece fa fatica a trovare un primo impiego decente.
soprattutto oggi
Ma vieni anche tu a vivere a roma così da campare a spese dei milanesi nebbiosi. :asd::asd:
fantaluca
05-02-2009, 15:21
Ma vieni anche tu a vivere a roma così da campare a spese dei milanesi nebbiosi. :asd::asd:
Mi stai tentando... rinnovo il passaporto e arrivo :asd:
Mi stai tentando... rinnovo il passaporto e arrivo :asd:
Portati le creme solari che in africa fa caldo.
Portati le creme solari che in africa fa caldo.
Occhio che si porta il sindaco di Monza :sisi: :bd:
Se sei a buon punto è veramente un peccato buttare tutto via. Io sono al secondo anno della triennale, quindi ovviamente NON ho esperienza personale a riguardo, parlo più per buon senso ed esperienza altrui...
In alcuni casi la laurea (o addirittura il diploma) possono essere inutili, in altri invece fanno comodo, dipende anche dal settore, dalla fortuna e dalla persona.. uno può anche avere la licenza media ed essere un lavoratore dieci volte migliore di un dottore magistrale con tanto di Ph.D conseguito ad Oxford, Harvard o chissà dove.
Però di una cosa sono sicuro: una laurea di certo non fa male. Cioè la vedo veramente dura che qualcuno NON ti assuma perchè HAI la laurea... molto più facile il contrario ;)
Bisogna anche vedere la situazione familiare in cui si vive.. cioè se uno ha la possibilità di studiare senza lavorare o comunque di fare un part-time verticale di un paio di giornate alla settimana una laurea schifo non fa.
Detto questo concludo dicendo due banalità: l'università non è più la scuola dell'obbligo, andarci controvoglia è sprecare tempo e denaro. Deve essere prima di tutto una soddisfazione personale.. non dico che uno deve amare lo studio, sono il primo ad ODIARE i pomeriggi passati a studiare.. però resta comunque una soddisfazione :D
Io al posto tuo, visto che ti manca poco, terrei duro e continuerei a lavorare E studiare, nel dubbio è certamente la cosa migliore. Certo, immagino che non sia proprio una pacchia...
Però di una cosa sono sicuro: una laurea di certo non fa male. Cioè la vedo veramente dura che qualcuno NON ti assuma perchè HAI la laurea... molto più facile il contrario ;)
Io l'ho visto succedere :sisi:
Questo perchè la laurea dà per legge diritto a una certa cifra in busta paga... e questa mia amica a cui è successo non è stata assunta per questo motivo.
Tristezza :sisi:
P.s. Fa la psicologa
Quindi ti dico che la prima cosa che vado a leggere/domandare sono le esperienze lavorative e poi la formazione. Purtroppo oggi si assume maggiormente per l'immediato, i percorsi di crescita "programmata" sono una rarità... L'obiettivo è il risparmio perchè, oggi, investire non è alla portata di tutti... la priorità è ridurre i costi.
ecco, molto interessante.. :sisi::sisi:
quindi, tanto per capirci: meglio esperienza lavorativa (anche non nell'ambito esatto) che un voto più alto o un'età più bassa?
conta avere una laurea?
conta il voto di laurea?
conta il tempo che uno ci mette per laurearsi?
e soprattutto, quanto conta una esperienza lavorativa anche se fatta in un ambito diverso da quello degli studi?
Purtroppo anche io ora sto lavorando e studiando e effettivamente non sono molto conciliabili. Comunque non posso non laurearmi visto tutti gli anni che c'ho buttato sopra.
Comunque rispondendo in ordine
-Dipende dal lavoro, comunque in genere si
-Solo in alcune ditte, in generale no..
-Quello si purtroppo.
-Conta poco, comunque fa sempre buona impressione che tu abbia lavorato rispetto a uno uscito dall'università ma completamente "vergine" di lavoro. Significa che comunque qualche meccanismo lo hai assemblato, e anche se sei in ambito diverso possono servire.
Purtroppo l'università italiana è ridicola a livello di insegnamento. Alla fine dell'immane lavoro che fai per laurearti è solo poco quello che ti serve, anzi spesso quello che ti serve lo impari in solo 3 mesi a lavoro. Ho amici che sono laureati e sono andati a Milano o ad Aosta e sinceramente a parlarci, vedi proprio come (sinceramente pronosticato) quello che fai all'università è un enorme lavoro in più, e quello che ti serve non lo fai.
Purtroppo l'università italiana è ridicola a livello di insegnamento. Alla fine dell'immane lavoro che fai per laurearti è solo poco quello che ti serve, anzi spesso quello che ti serve lo impari in solo 3 mesi a lavoro. Ho amici che sono laureati e sono andati a Milano o ad Aosta e sinceramente a parlarci, vedi proprio come (sinceramente pronosticato) quello che fai all'università è un enorme lavoro in più, e quello che ti serve non lo fai.
Questo onestamente è un luogo comune sul quale non sono d'accordo. O meglio, dipende da cosa uno si aspetta dall'università. Se si ha una visione americanocentrica, allora sì, è vero, l'università italiana non ti insegna un mestiere o un lavoro. Anche se devo dire che qui a Modena (io lavoro alla Facoltà di ingegneria) il legame con il territorio è strettissimo e abbiamo tantissimi stage e tesi in azienda con fior di ditte ceramiche, Ferrari e Maserati.
Che questo però significhi un livello basso di istruzione non è vero. Molti dei miei ex-docenti erano tra i maggiori cultori della loro materia, anche in campo internazionale. Che poi il sistema sia ampiamente migliorabile, non ci sono dubbi.
Credo che la visione debba essere un po' più ampia: l'università serve per la propria cultura, per farsi strumenti di conoscenza ed applicazione.
Poi è logico che il lavoro pratico è un'altra cosa, la pratica è sempre diversa dalla teoria. Anche se fai Medicina quando finisci i corsi e ti sbattono in corsia le cose cambiano, anche se le malattie sono quelle hai studiato sui libri.
ecco, molto interessante.. :sisi::sisi:
quindi, tanto per capirci: meglio esperienza lavorativa (anche non nell'ambito esatto) che un voto più alto o un'età più bassa?
ti faccio un esempio...
la mia società vince una gara per un lavoro ed ha necessità di assumere altra gente perchè è già al limite del carico di lavoro. Al 99% andrò a cercare gente "skillata" come dicono gli anglofoni, perchè se non posso farlo con le forze attuali vuol dire che non posso permettermi di prendere gente inesperta da formare, esattamente come diceva fanta per il discorso dell'affiancamento.
Questo è lo scenario attuale, anni fa il percorso sarebbe stato inverso... ovvero, cresco in previsione di guadagnare altre fette di mercato. Questo approccio è del tutto anacronistico per un profilo di azienda standard, ora si cresce in virtù di una nuova commessa. Oppure si fa come le grandissime società che rastrellano forza lavoro sul mercato, escludendo di fatto i piccoli concorrenti dalla competizione...
Io l'ho visto succedere :sisi:
Questo perchè la laurea dà per legge diritto a una certa cifra in busta paga... e questa mia amica a cui è successo non è stata assunta per questo motivo.
Tristezza :sisi:
P.s. Fa la psicologa
Infatti non ho detto che è impossibile, ma che è difficile :p
Vuoi dirmi che i casi come quelli della tua amica sono più frequenti dei casi opposti, dove NON vieni assunto solo perchè non hai il pezzo di carta? ;)
ecco, molto interessante.. :sisi::sisi:
quindi, tanto per capirci: meglio esperienza lavorativa (anche non nell'ambito esatto) che un voto più alto o un'età più bassa?
L'aver già lavorato, ma in altro settore è comunque un valore aggiunto.
Quello che da una spinta in più sarebbe ovviamente essere laureato E aver già lavorato un minimo nel settore o in settori affini, per fare un esempio un laureato in economia che abbia fatto del part time in una compagnia di assicurazione.
A livello generale laurearsi mentre si lavora non è comunque roba da tutti e dimostra che ci tieni ad entrambe le cose e che probabilmente se ti dovessero assumere non sarai un fannullone, oltre al fatto che avendo già vissuto questa esperienza non dovresti avere grossi problemi nell'ambientarti.
Il voto e l'età come detto prima sono discriminante solamente in certi tipi di azienda, anche se molte volte la cosa rimane "elastica" e potrebbero prendere un 90 come mandare a casa un 110.
Nella mia opinione e parlando anche con gente che per lavoro si occupa di assunzioni la cosa importante è "avere una buona scusa" per dirla in modo brutale, in caso di ritardi eccessivi o voti troppo bassi.
Nel senso che se appunto ti laurei con 90 in ritardo, ma nel frattempo lavoravi 8 ore al giorno è un conto.... se hai cazzeggiato tutto il tempo è un altro...
Questo perchè nel primo caso dai l'impressione di uno che si sbatte, nel secondo di uno che se ne frega, e non ti sto a dire chi l'azienda sarebbe più felice di assumere
ok, chiaro :sisi::sisi:
chiedo un parere anche su un'altra cosa che mi stan dicendo in questi giorni:
secondo voi, è più facile farsi assumere in un'azienda mentre si ha già un contratto in essere oppure è ininfluente ?
ok, chiaro :sisi::sisi:
chiedo un parere anche su un'altra cosa cui mi stan dicendo in questi giorni:
secondo voi, è più facile farsi assumere in un'azienda mentre si ha già un contratto in essere oppure è ininfluente ?
In generale, non c'entra un kajser :sisi:
ok, chiaro :sisi::sisi:
chiedo un parere anche su un'altra cosa cui mi stan dicendo in questi giorni:
secondo voi, è più facile farsi assumere in un'azienda mentre si ha già un contratto in essere oppure è ininfluente ?
Ai fini dell'interesse dell'altra azienda no...
la differenza è per te che hai una carta in più in fase di trattativa... ovvero, la retribuzione attuale.
Può essere utile solo se rimani nello stesso campo e vuoi passare ad un'azienda concorrente... diciamo se andassi alla Mediaset dicendo che lavori alla Rai per cambiare aria (anche se penso che a quei livelli, a meno che non sei Pippo Baudo potrebbero anche risponderti "...e sticazzi!")...
lucianomafia
05-02-2009, 16:44
ti aspettavo ;)
la mia situazione è questa: sono dell'85 e sono in ritardo di un anno per la laurea triennale.. lavoro da 13 mesi nel settore tecnologico della Rai (40 ore settimanali), quindi una grossa azienda, pubblica, col nome ma faccio una cosa che con economia non c'entra niente e soprattutto so che al massimo mi possono tenere fino a dicembre 2010, poi per legge devono sbattermi fuori :-o... ragionando su mi dico: se lascio ora e riprendo a studiare, mi laureo a novembre o al massimo marzo 2010 (con votazioni migliori, da frequentanti si prendono voti migliori :sisi: ), continuando invece a lavorare probabilmente slitterebbe tutto di un anno... quello che chiedo a chi ha esperienza nel mondo del lavoro è: ne vale la pena continuare qua ? oppure dovrei cercare qualcos altro già nel pre-laurea? oppure pensare prima a laurearmi e poi al lavoro "serio" ?
Buh, sono indecisissimo :-o
ci tengo che trovi in fretta un lavoro, almeno potrai permetterti di pagare i debiti:asd:
ci tengo che trovi in fretta un lavoro, almeno potrai permetterti di pagare i debiti:asd:
:rotfl:
ci tengo che trovi in fretta un lavoro, almeno potrai permetterti di pagare i debiti:asd:
:cry: :cry: :cry:
come siam messi con gli interessi ? :(:(:(
:rotfl:
Tu hai poco da ridere
Tu hai poco da ridere
non si è mai visto un debitore che insegue il creditore...
sei un caso raro... :p
lucianomafia
05-02-2009, 17:31
:cry: :cry: :cry:
come siam messi con gli interessi ? :(:(:(
ti va bene che con la crisi hanno tagliato un po' tutti i tassi;)
ma al prossimo raduno mi sa che dovrai offrirmi un piattone del re:D
AleGarion
05-02-2009, 18:42
Io credo che molto dipenda dalla laurea, sostanzialmente. Come detto da altri ci sono Facoltà o corsi di laurea che non hanno un grande "appeal"... non so se la tua branca di economia rientri fra queste. Purtroppo è vero che è durissima trovare un primo impiego decente, per chi non è "attraente" dal punto di vista del CV, soprattutto ora...
Riguardo al tuo problema specifico, ti porto il mio esempio. Io ho fatto sia triennale che specialistica (o magistrale che dir si voglia) di Lingue Orientali a Venezia, avendo scelto un curriculum che prevedeva anche una certa dose di economia e diritto, sperando così di acquisire abilità e conoscenze utili per un futuro lavoro. Ovviamente non è andata proprio così :asd: visto che si è fatto pochissimo... molta teoria, pratica zero.
Ho sempre studiato con discreto impegno: non mi spacco la schiena, ma ho sempre raggiunto risultati ottimi comunque. Ho avuto la fortuna di fare 3 mesi in Giappone al terzo anno della laurea breve, e ora altri 6 grazie ad una borsa di studio. Esperienze che mi hanno cambiato la vita: studiare all'estero è una cosa stupenda, che insegna molte cose.
Esperienze che spero saranno valutate positivamente, e che non molti fanno. Quindi, pur non avendo alcuna esperienza lavorativa valida sul CV (postino e operaio non credo contino :asd: ) qualcosa di positivo c'è comunque, dato che studio lingue. Ora, che a nessuno freghi un chezz del Giappone è un'altra storia :asd:
Il tuo caso è opposto in un certo senso: hai lavorato e a un buon livello, ma ti manca la laurea. Io ti direi di finirla: male non fa, e ti porterebbe via solo un anno. Non si sa mai cosa accadrà nel mentre, magari trovi una buona occasione. O magari vai in Erasmus... ;)
Il tuo caso è opposto in un certo senso: hai lavorato e a un buon livello, ma ti manca la laurea. Io ti direi di finirla: male non fa, e ti porterebbe via solo un anno. Non si sa mai cosa accadrà nel mentre, magari trovi una buona occasione. O magari vai in Erasmus... ;)
straquoto sul finire la laurea il prima possibile, aggiungerei "senza sottilizzare sul voto"
magari l'Erasmus potrebbe diventare una distrazione, soprattutto per chi, come lui, ha già fermato gli studi per un pò (io so cosa significa interrompere gli studi e poi ricominciare a prendere i libri in mano...:eek: ) forse è venuto il momento di mettersi sui libri a capo chino e rimandare altre idee (per quanto formative) di attività di affiancamento allo studio...
AleGarion
05-02-2009, 20:28
Certo, dipende tutto da come si affronta l'esperienza. E dalla destinazione scelta :asd:
Certo, dipende tutto da come si affronta l'esperienza. E dalla destinazione scelta :asd:
prova ad andare a Madrid e comportarti da studente modello :asd: :asd:
AleGarion
05-02-2009, 20:35
Oddio, ovunque vai trovi da sfasciarti se vuoi... certo è che Barcellona è come il Paese dei Balocchi :asd:
E' solo questione di responsabilità, secondo me. A prescindere dal fatto che mal che vada impari una lingua, o almeno ci provi. Cosa non da poco visto lo studente universitario medio.
Ketamina
05-02-2009, 20:50
a meno di cariche istituzionali in cui è richiesta esplicitamente la laurea (per lo più impiego pubblico come i comuni ad esempio) è molto più ricercata l'esperienza del titolo di studio... un neolaureato a 23/24 anni è già indietro di 5 o 6 di esperienza rispetto ad un altro candidato.
Poi c'è laurea e laurea
:rotfl:
Ma dove vivi? Ad Utopia? :asd:
ilbarbadatre
05-02-2009, 21:46
finisci, penso che sia molto importante averla la laurea
io quest'estate ho fatto esperienza in uno studio di ingegneria, per 3 settimane sole, però son piaciuto (:D) e mi ha detto che se mi laureo mi prende, altrimenti no
quindi servono i laureati (ovviamente prima finisci e miglior voto hai meglio è, sopratutto per te)
:rotfl:
Ma dove vivi? Ad Utopia? :asd:
visto il contesto Hattrickiano, meglio dire a Divinia (oh mio Dio che brutta battuta... :asd: :asd: ) comunque il ragionamento di fantaluca era MOLTO per sommi capi, penso che lui per primo sappia fin troppo bene che è più facile vincere con 6 punti al SuperEnalotto che avere il posto statale :D
Ketamina
05-02-2009, 21:58
visto il contesto Hattrickiano, meglio dire a Divinia (oh mio Dio che brutta battuta... :asd: :asd: ) comunque il ragionamento di fantaluca era MOLTO per sommi capi, penso che lui per primo sappia fin troppo bene che è più facile vincere con 6 punti al SuperEnalotto che avere il posto statale :D
Può essere pure, e glielo auguro, che dove vive lui sia così. Da me, e forse anche da te leggendo di dove sei (;)) è cosa comune mettere all'assessorato alla sanità un gommista (esempio reale). :suspi:
Può essere pure, e glielo auguro, che dove vive lui sia così. Da me, e forse anche da te leggendo di dove sei (;)) è cosa comune mettere all'assessorato alla sanità un gommista (esempio reale). :suspi:
da me non è gommista, ma poco ci manca :asd:
ed il problema non è solo quello del vertice, ma anche dei sottoposti/impiegati semplici... gente piazzata lì per chissà quale merito (visto che il titolo non ci sarebbe) ma tant'è, ognuno pensi al suo orticello e speri nella propria riuscita, senza vedere queste cose che purtroppo non avranno fine (= il posto statale per noi non c'è...)
:rotfl:
Ma dove vivi? Ad Utopia? :asd:
Per livelli dal D1 (ex 7. livello) in su la laurea è obbligatoria eccome.
Questo onestamente è un luogo comune sul quale non sono d'accordo. O meglio, dipende da cosa uno si aspetta dall'università. Se si ha una visione americanocentrica, allora sì, è vero, l'università italiana non ti insegna un mestiere o un lavoro. Anche se devo dire che qui a Modena (io lavoro alla Facoltà di ingegneria) il legame con il territorio è strettissimo e abbiamo tantissimi stage e tesi in azienda con fior di ditte ceramiche, Ferrari e Maserati.
Che questo però significhi un livello basso di istruzione non è vero. Molti dei miei ex-docenti erano tra i maggiori cultori della loro materia, anche in campo internazionale. Che poi il sistema sia ampiamente migliorabile, non ci sono dubbi.
Credo che la visione debba essere un po' più ampia: l'università serve per la propria cultura, per farsi strumenti di conoscenza ed applicazione.
Poi è logico che il lavoro pratico è un'altra cosa, la pratica è sempre diversa dalla teoria. Anche se fai Medicina quando finisci i corsi e ti sbattono in corsia le cose cambiano, anche se le malattie sono quelle hai studiato sui libri.
Anche io faccio Ingegneria, ma a Pisa. Ammetto che come carriera universitaria sono stato una delusione, soprattutto per me stesso, ma più che per mancanza di "materia prima" per la vita che ho avuto, e sinceramente anche per l'ambiente squallido universitario. La visione che mi proponi tu non l'accetto minimamente, l'università deve formare per il lavoro, o al massimo fornire più indirizzi, ognuno diretto verso un tipo di lavoro e magari uno solo in senso teorico, per chi ha più intenzione di insegnamento/ricerca. La cultura me la posso fare benissimo da solo a casa con un libro, e sinceramente, anche un esame. Alla fine seguire o sentire un professore è solo per sapere che vuole sapere lui in sede d'esame, poichè se ad una domanda rispondi in altro modo (ma comunque giustamente) quello che ricevi è una smorfia, gli vai direttamente sulle @@ (se ti va bene) e quello che ricevi è un accanimento sulla tua risposta per cercare di metterti in difficoltà.
Stage e Tesi ne danno anche qui ma non così prestigiose, poi comunque ritengo sia tardino per vedere determinate cose. Io sono arrivato al 2° semestre del 2° anno di Ing Elettronica vedendo in pratica solo matematica e fisica e qualche cavolata di architettura di elaboratori.
A 3 esami dalla laurea, sinceramente di Elettronica per lavorare so ben poco, so solo paccate di conti. Ti faccio presente che in circa 3/4 esami non fai altro che studiare un dispositivo del '68, va bene partire dalle basi, ma è un pò troppo esagerato, visto che poi tutta quella roba non serve al giorno d'oggi e si ragiona e si progetta in tutt'altro modo.
Per finire la perla dei professori... il quale compito dovrebbe essere insegnare la propria materia e istruire gli studenti sperando che questi superino lo stato di conoscenza attuale, invece sparano la propria pappetta e ti trattano pezza da piedi facendoti capire che non sei niente.
E i famosi luminari, ce ne sarebbe da raccontare. Hanno tenuto uno zoppo ridotto male che non riusciva a parlare e a scrivere comprensibilmente sulla lavagna solo perchè dava importanza alla facoltà perchè aveva elaborato una sua teoria della reazione (per altro respinta da una commissione internazionale perchè non sempre applicabile). E sarà meglio mi fermi quà perchè potrei scrivere 2 libri su come un luogo che dovrebbe essere la fucina di menti e lavoratori, in realtà sia tutt'altro...:sisi:
fantaluca
06-02-2009, 10:56
Cioè la vedo veramente dura che qualcuno NON ti assuma perchè HAI la laurea... molto più facile il contrario ;)
Ripeto dipende dal lavoro per cui ti stai applicando. Se hai esperienza sufficiente E una laurea è un conto, ma con la laurea e basta ne ho visti scartati a priori a centinaia
fantaluca
06-02-2009, 11:00
:rotfl:
Ma dove vivi? Ad Utopia? :asd:
a Roma probabilmente no (e :asd: ) ma per una carica che non sia il galoppino al comune di Varese è necessaria una laurea :D
AleGarion
06-02-2009, 13:10
Anche io faccio Ingegneria, ma a Pisa. Ammetto che come carriera universitaria sono stato una delusione, soprattutto per me stesso, ma più che per mancanza di "materia prima" per la vita che ho avuto, e sinceramente anche per l'ambiente squallido universitario. La visione che mi proponi tu non l'accetto minimamente, l'università deve formare per il lavoro, o al massimo fornire più indirizzi, ognuno diretto verso un tipo di lavoro e magari uno solo in senso teorico, per chi ha più intenzione di insegnamento/ricerca.
E allora tutti agli istituti tecnici e chiudiamo i licei. No?
La cultura me la posso fare benissimo da solo a casa con un libro, e sinceramente, anche un esame.
Questa è una panzana colossale eh... dipende MOLTO da cosa intendi per cultura. Leggere un libro, ok. Una spiegazione di geopolitica o macroeconomia o cultura di un popolo diverso... beh, buon lavoro ;)
Alla fine seguire o sentire un professore è solo per sapere che vuole sapere lui in sede d'esame, poichè se ad una domanda rispondi in altro modo (ma comunque giustamente) quello che ricevi è una smorfia, gli vai direttamente sulle @@ (se ti va bene) e quello che ricevi è un accanimento sulla tua risposta per cercare di metterti in difficoltà.
Credo che questo dipenda da tue esperienze negative... non nego che accada, ma non è la norma.
cut
Come ha già detto qualcuno prima, l'università ti da le basi e una struttura mentale. Se vuoi fare praticantato non vai all'università, poco da fare... Che ci siano problemi è EVIDENTE, ma il nostro sistema universitario con tutti i problemi che ha ha comunque dei vantaggi rispetto a quello americano.
per quello che riguarda il voto di laurea per calimar....hai intenzione di fare la specialistica dopo? ti serve un voto di laurea minimo per entrare?perchè non è un dato da sottovalutare...
per quel che riguarda il lavoro in generale...io ad esempio sto lavorando a tempo pieno in norvegia e vengo giù in italia solo per gli esami, quindi da non frequentante..è dura e lunga ma da delle soddisfazioni economiche non indifferenti rispetto allo studente medio, che se non ha i genitori benestanti, fa fatica a tirare la carretta fino all'impiego fisso...
chiaramente visto che l'esperienza lavorativa ce l'hai, cerca di laurearti il prima possibile!
sull'università in generale non posso che essere d'accordo con variac, ma chiaramente mi baso solo sull'esperienza personale...purtroppo il nostro sistema è fatto a perdere, perchè la vaccata del 3+2 libero da vincoli, rende il laureato medio italiano molto più "vecchio" di quello straniero e questo perchè, per chi non ha un buon metodo di studio o per chi cazzeggia, l'università è molto dispersiva..
sul fatto che poi il 60% dei corsi o insegnanti siano inutili quando basta leggere il libro che essi hanno scritto e presentarsi all'esame...bè, se non è uno schifo questo!:rolleyes:
ho una domanda da fare a tutti quelli che si sono già laureati...ma davvero secondo voi il voto finale non conta nulla?
ho una domanda da fare a tutti quelli che si sono già laureati...ma davvero secondo voi il voto finale non conta nulla?
quello della triennale no, soprattutto per chi come me continua
quello della specialistica si, almeno imho
OrsettiOrsetti
06-02-2009, 15:01
ho una domanda da fare a tutti quelli che si sono già laureati...ma davvero secondo voi il voto finale non conta nulla?
A parte per i concorsi pubblici, dove conta, per il resto dipende dalla laurea.
Io ho la laurea triennale in ingegneria, a maggio piglio la specialistica, e il voto dalle aziende non viene assolutamente considerato.
Guardano più le tue eventuali specializzazioni che non il tuo voto.
ho una domanda da fare a tutti quelli che si sono già laureati...ma davvero secondo voi il voto finale non conta nulla?
Ribadisco il concetto, non è che non conta nulla ma non è neanche l'unica cosa.
Penso sia molto raro trovare posti dove dicono "sopra il 100 si, sotto il 100 non ti prendo"; c'è da dire che se sei uscito con un voto infimo è lecito che quello che vuole assumerti si chieda se tale voto rifletta una tua pigrizia o sia dovuto ad altri fattori
Ketamina
06-02-2009, 15:08
Troppe persone mi dicono che il voto della triennale non conta un mazzo. Ma che comunque dipende dalla laurea. :suspi:
Qualcuno con tale esperienza in ambito statistico no eh? :-o
Troppe persone mi dicono che il voto della triennale non conta un mazzo. Ma che comunque dipende dalla laurea. :suspi:
Qualcuno con tale esperienza in ambito statistico no eh? :-o
beh sei fai la specialistica del voto della triennale te ne puoi fregare :sisi:
A meno che la specialistica che scegli abbia particolari requisiti :sisi:
Anche io faccio Ingegneria, ma a Pisa. Ammetto che come carriera universitaria sono stato una delusione, soprattutto per me stesso, ma più che per mancanza di "materia prima" per la vita che ho avuto, e sinceramente anche per l'ambiente squallido universitario. La visione che mi proponi tu non l'accetto minimamente, l'università deve formare per il lavoro, o al massimo fornire più indirizzi, ognuno diretto verso un tipo di lavoro e magari uno solo in senso teorico, per chi ha più intenzione di insegnamento/ricerca. La cultura me la posso fare benissimo da solo a casa con un libro, e sinceramente, anche un esame. Alla fine seguire o sentire un professore è solo per sapere che vuole sapere lui in sede d'esame, poichè se ad una domanda rispondi in altro modo (ma comunque giustamente) quello che ricevi è una smorfia, gli vai direttamente sulle @@ (se ti va bene) e quello che ricevi è un accanimento sulla tua risposta per cercare di metterti in difficoltà.
Stage e Tesi ne danno anche qui ma non così prestigiose, poi comunque ritengo sia tardino per vedere determinate cose. Io sono arrivato al 2° semestre del 2° anno di Ing Elettronica vedendo in pratica solo matematica e fisica e qualche cavolata di architettura di elaboratori.
A 3 esami dalla laurea, sinceramente di Elettronica per lavorare so ben poco, so solo paccate di conti. Ti faccio presente che in circa 3/4 esami non fai altro che studiare un dispositivo del '68, va bene partire dalle basi, ma è un pò troppo esagerato, visto che poi tutta quella roba non serve al giorno d'oggi e si ragiona e si progetta in tutt'altro modo.
Per finire la perla dei professori... il quale compito dovrebbe essere insegnare la propria materia e istruire gli studenti sperando che questi superino lo stato di conoscenza attuale, invece sparano la propria pappetta e ti trattano pezza da piedi facendoti capire che non sei niente.
E i famosi luminari, ce ne sarebbe da raccontare. Hanno tenuto uno zoppo ridotto male che non riusciva a parlare e a scrivere comprensibilmente sulla lavagna solo perchè dava importanza alla facoltà perchè aveva elaborato una sua teoria della reazione (per altro respinta da una commissione internazionale perchè non sempre applicabile). E sarà meglio mi fermi quà perchè potrei scrivere 2 libri su come un luogo che dovrebbe essere la fucina di menti e lavoratori, in realtà sia tutt'altro...:sisi:
Dissento del tutto: la formazione la dovrebbero fare le aziende e non l'università, che è giusto dia una cultura e una forma mentis.
Altrimenti se tutto deve solo insegnare un lavoro la ricerca e l'innovazione non la fa più nessuno.
E allora tutti agli istituti tecnici e chiudiamo i licei. No?
Questa è una panzana colossale eh... dipende MOLTO da cosa intendi per cultura. Leggere un libro, ok. Una spiegazione di geopolitica o macroeconomia o cultura di un popolo diverso... beh, buon lavoro ;)
Credo che questo dipenda da tue esperienze negative... non nego che accada, ma non è la norma.
Come ha già detto qualcuno prima, l'università ti da le basi e una struttura mentale. Se vuoi fare praticantato non vai all'università, poco da fare... Che ci siano problemi è EVIDENTE, ma il nostro sistema universitario con tutti i problemi che ha ha comunque dei vantaggi rispetto a quello americano.
-Stavo parlando di università...
-Qualsiasi spiegazione ti possano fare, la puoi benissimo ricavare altrove. A volte è meglio a volte è peggio ma l'università non è niente di necessario per farsi una cultura.
-No, E' la norma. E' il contrario che è l'eccezione. Quasi tutti i professori vogliono come risposta quello che hanno spiegato loro, addirittura se dai una spiegazione seguendo quello che ha detto l'assistente, vanno su tutte le furie.
-Una volta forse... qualche decina di anni fà forse aveva un suo vantaggio creare una forma mentis che potesse facilmente adattarsi alle varie situazioni, e questo contro il modello americano che quello creava e solo quello sapeva fare. Oggi (inteso da qualche anno) per come è la situazione lavorativa e sociale non ha i suoi vantaggi se non nel 2% dei casi. Non per questo fu creato il 3+2 che idealmente sarebbe stato ottimo, ma ovviamente grazie la stessa università non è cambiato nulla se non in peggio.
Penso sia il caso di aprire gli occhi sul modello italiano che decantiamo da anni e sulle stesse università prima che sia troppo tardi. Anche la mia stessa università campa di rendita come fama per sentito dire...
Il voto triennale conta sulla specialistica in base alla facoltà. Per esempio nella mia nella formula finale incide per un max di 3 punti, in alcune facoltà non conta niente, in altre ha il peso di un esame, in altre ancora conta moltissimo. Bisogna vedere il calcolo di voto della specialistica per la propria facoltà.
Dissento del tutto: la formazione la dovrebbero fare le aziende e non l'università, che è giusto dia una cultura e una forma mentis.
Altrimenti se tutto deve solo insegnare un lavoro la ricerca e l'innovazione non la fa più nessuno.
Se fai caso ho scritto che 1 indirizzo andrebbe a generale per ricerca. e molti altri settorializzati e pronti per il lavoro. Ad oggi è esattamente il contrario, è tutto incentrato sul generale e se vai a lavorare (la maggior parte dei casi) hai studiato anni e anni in più rispetto a quello che ti serve.
Se fai caso ho scritto che 1 indirizzo andrebbe a generale per ricerca. e molti altri settorializzati e pronti per il lavoro. Ad oggi è esattamente il contrario, è tutto incentrato sul generale e se vai a lavorare (la maggior parte dei casi) hai studiato anni e anni in più rispetto a quello che ti serve.
E' proprio l'approccio che ti contesto: se vuoi qualcosa che ti insegni a lavorare, non vai all'università. Punto.
Non sta scritto da nessuna parte che tutti debbano avere una laurea, è un'aberrazione che si è verificata negli anni. Siamo arrivati ad un punto in cui la laurea è diventata un diritto acquisito, da raggiungere in ogni caso, e allora giù proteste contro il numero chiuso e sulla valutazione del merito e vincoli relativi.
Ripeto: l'università non deve insegnare un lavoro. Esistono i corsi di formazione e i praticantati per quello. Io all'università ci sono andato perchè mi interessava e mi incuriosiva ciò che sarei andato a studiare. Se avessi voluto lavorare, non mi iscrivevo. Punto.
Non penso che un corso di formazione ti permetta di poter firmare un progetto di una struttura o di un circuito o di un elemento aereodinamico, è troppo poco.
Di contro l'università (allo stato attuale) è troppo.
Sinceramente non capisco molto il tuo discorso. Io mi sono scritto a Ing Elettronica per poter costruire questo o quell'apparato digitale, e corsi di formazione non ce ne sono. Ma a me di antenne/RF/Analogico non me ne interessa niente. Non è quello che voglio fare. Certo una infarinatura la devo avere, ma non sapere vita morte e miracoli e perdere 2 o 3 anni in queste materie.
Mi pare ovvio che se volevo riparare televisioni mi facevo un corso e non università...
Sul fatto che la laurea al giorno d'oggi pare un diritto acquisito allora sfondi una porta aperta, ma questo è tutt'altro discorso.
E' proprio l'approccio che ti contesto: se vuoi qualcosa che ti insegni a lavorare, non vai all'università. Punto.
Non sta scritto da nessuna parte che tutti debbano avere una laurea, è un'aberrazione che si è verificata negli anni. Siamo arrivati ad un punto in cui la laurea è diventata un diritto acquisito, da raggiungere in ogni caso, e allora giù proteste contro il numero chiuso e sulla valutazione del merito e vincoli relativi.
Ripeto: l'università non deve insegnare un lavoro. Esistono i corsi di formazione e i praticantati per quello. Io all'università ci sono andato perchè mi interessava e mi incuriosiva ciò che sarei andato a studiare. Se avessi voluto lavorare, non mi iscrivevo. Punto.
Sn perfettamente d'accordo...
P.S. Secondo quote giornaliero in favore di Dampyr. Sto esagerando :sisi:
Io mi sono scritto a Ing Elettronica per poter costruire questo o quell'apparato digitale
Ribadisco: l'errore sta in partenza. Non deve essere così, non lo è mai stato e per me non lo dovrà mai essere.
Se vuoi costruire apparati digitali, non fai ingegneria elettronica.
Ribadisco: l'errore sta in partenza. Non deve essere così, non lo è mai stato e per me non lo dovrà mai essere.
Se vuoi costruire apparati digitali, non fai ingegneria elettronica.
E allora che dovrei fare?
EDIT: mi sa mi sono spiegato male io, ho scritto "costruire" ma intendevo progettare.
AleGarion
06-02-2009, 20:26
Ma che idea avete voi dell'università all'americana? Avete mai parlato con studenti che vengono da quella realtà? In caso negativo, fatelo: vi farete una idea un po' positiva del nostro sistema.
Uno ne ho conosciuto... se è per questo ho avuto peggiori impressione di 1 laureato a Roma e 1 a Cagliari che ho avuto come coinquilini che erano venuti a fare il dottorato a Pisa. Ma preferisco non discuterne perchè so già che partono flame a raffica.
La mia visione è quella che ho descritto, non è tanto diversa da come la pensano quasi tutti gli amici che ho quà.
Sinceramente perdere minimo 5 anni di vita e di soldi (affitto bollette viaggi cibo libri fotocopie etc..), di infamate e umiliazioni da parte dei docenti in nome della cultura, non ne ho sentiti candidati e tantomeno mi candido io. Io ho intrapreso gli studi si per capire una cosa che mi interessava, ma quasi totalmente per fare un lavoro che a regola dovrebbe piacermi e che a lungo andare remunera.
Poi ognuno la pensa come vuole e agisce di conseguenza se ne ha facoltà, questo è indubbio.
EDIT: Purtroppo data l'indipendenza degli atenei che abbiamo quà in Italia "il nostro sistema" non esiste, riflettendoci accuratamente...
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