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Visualizza Versione Completa : Morto Candido Cannavò



aggo85
22-02-2009, 10:50
MILANO, 22 febbraio 2009 - Candido Cannavò è morto. Se n'è andato questa mattina alle 8.48 alla clinica Santa Rita di Milano dove era stato ricoverato giovedì scorso a seguito di una emorragia cerebrale devastante che lo aveva colto proprio mentre era nella sede della Gazzetta, in via Solferino a Milano. Aveva 78 anni e al suo capezzale in queste ultime disperate ore, ha avuto la moglie Franca e i tre figli Alessandro, Marilisa e Marco, ma fuori da quella camera d'ospedale in realtà centinaia di migliaia di suoi lettori facevano il tifo per lui, come testimoniato dai tanti messaggi pervenuti sulle pagine di questo sito. Per commemorarlo oggi si fermerà per un minuto tutto lo sport italiano.
L'AVVOCATO - Candido Cannavò (Catania il 29 novembre 1930) è un giornalista italiano. Ogni sua biografia inizia così. Ma definirlo soltanto "giornalista" è riduttivo. E' sufficiente citare l'Avvocato Giovanni Agnelli per raccontarlo: "Candido Cannavo decise di fare il giornalista, abbandonando un destino che lo voleva medico. Non sapremo mai ciò che ha perduto la medicina, ma sappiamo quanto ci ha guadagnato lo sport, e noi con lui". Anche se Cannavò aveva dichiarato che "Il mio approccio allo sport è tuttora una sorta di mistero che mi porto dentro".
LA SICILIA - Che incredibile storia quella del "Direttore", che iniziò la sua carriera all'età di 19 anni alla Sicilia, dove scriveva di sport, società e costume. Nel 1955 esordì come corrispondente della Gazzetta e il nome e il volto divennero ben presto familiari. Cannavò inviato speciale, testimone del tempo: Mondiali di calcio, 9 Olimpiadi, un incredibile numero di Giri d'Italia. "Ho collaborato per anni alla Gazzetta - raccontava -. conoscevo praticamente tutti, ci si vedeva spesso, insomma, mi sono trovato a casa". Ecco, il concetto di "casa" è stato tutto sommato il leit-motiv dell'era Cannavò.
APPLAUSI - Alla Sicilia era caporedattore dal 1975. Impeccabile professionista, fu chiamato nel 1981 dalla Gazzetta che lo volle vicedirettore, poi condirettore, fino a succedere il 12 marzo 1983 a Gino Palumbo come direttore responsabile della "Rosea". La realizzazione di un sogno, tra l'altro accolto dalla redazione con applausi a scena aperta.
19 ANNI - È rimasto in carica 19 anni, fino al 12 marzo 2002, quando è stato sostituito da Pietro Calabrese. Strano il destino: esattamente diciannove anni dopo quegli applausi scroscianti. Un vero record. Quando Cannavò prese in mano il timone, La Gazzetta dello Sport era già un fenomeno sociale che si consolidò come maggiore giornale italiano. Il 13 marzo di quell'anno tornò regolarmente al lavoro, perché di andarsene in pensione non ne aveva voglia. Divenne così l'opinionista per eccellenza con le rubriche Candidamente e Fatemi capire. Continuò a seguire il Giro d'Italia e non si perse un'Olimpiade: pane quotidiano. Correndo da una tappa all'altra, ritirando premi e riconoscimenti in tutta Italia. Sempre di corsa. Da vero mastino della notizia. Fantasia fervida: nitida. Sempre al lavoro. Per scrivere Una vita in rosa, Libertà dietro le sbarre, E li chiamano disabili, Pretacci. Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede, a sottolineare che oltre allo sport esistono problemi quotidiani che graffiano il cuore. Come sottolineato nel suo ultimo appuntamento con Fatemi capire del 19 febbraio, in cui, trattando il dramma di Marassi ha scritto: "...Ora preghiamo il Cielo perché quel tifoso si salvi".

Da gazzetta.it

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papclems
22-02-2009, 10:52
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mjasky
22-02-2009, 10:52
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Fratalo
22-02-2009, 10:54
Da www.inter.it

MILANO - Lo sport italiano saluta un grande campione che se ne va: ci ha lasciato Candido Cannavò. Aveva 78 anni. In tutta la sua vita, da giornalista, ha raccontato gli uomini e non solo gli atleti, le emozioni e non solo le vittorie o le sconfitte. Con le parole, ha giocato e combattuto. Sempre sulla linea dell'equilibrio. Spesso dalla parte degli altri. Lo ricordiamo, per esempio, a organizzare incontri con i campioni nel carcere di San Vittore, là dove non brilla Milano. L'entusiasmo infantile, la felicità di regalare felicità, una lucida saggezza e una sana ironia. Per accendere la luce dove luce non c'è. Siciliano di Catania, prima inviato e poi direttore, ha guidato 'La Gazzetta dello Sport' per lo storico record di 19 anni. E proprio nella mensa di via Solferino, giovedì pomeriggio, lo aveva preso in contropiede un malore.

Ora, caro Direttore, se ce lo permette, la immaginiamo là, dove c'è un posto per tutti, a parlare con il suo amico Giacinto Facchetti. Due persone per bene. Ne avremmo avuto ancora tanto bisogno.

Alla signora Franca, ad Alessandro, Marilisa e Marco l'abbraccio di tutta l'Inter e di tutti gli interisti.
F.C. Internazionale

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bobc82
22-02-2009, 11:09
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NdR619
22-02-2009, 11:15
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Dr_Velvet
22-02-2009, 11:19
a me non piaceva e ho trovato discutibili alcune sue scelte.
Ma si commuoveva parlando di sport.Amava lo sport.

cekkino
22-02-2009, 12:00
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ilbarbadatre
22-02-2009, 12:41
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kekko
22-02-2009, 13:04
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mi dispiace veramente tanto :(

goldrake11
22-02-2009, 13:07
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Dampyr
22-02-2009, 13:20
Il rispetto alla scomparsa di un uomo va portato sempre.
Ma il giornalismo italiano non perde granchè.
Scusate se vi sentite offesi, ma le ipocrisie non mi piacciono.

Ketamina
22-02-2009, 13:21
a me non piaceva e ho trovato discutibili alcune sue scelte.
Ma si commuoveva parlando di sport.Amava lo sport.


Il rispetto alla scomparsa di un uomo va portato sempre.
Ma il giornalismo italiano non perde granchè.
Scusate se vi sentite offesi, ma le ipocrisie non mi piacciono.

Concordo...

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marcejap
22-02-2009, 14:01
Il rispetto alla scomparsa di un uomo va portato sempre.
Ma il giornalismo italiano non perde granchè.
Scusate se vi sentite offesi, ma le ipocrisie non mi piacciono.


Quoto :sisi:

Che la terra gli sia lieve.

Kira
22-02-2009, 15:07
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robiuan
22-02-2009, 16:13
Il rispetto alla scomparsa di un uomo va portato sempre.
Ma il giornalismo italiano non perde granchè.
Scusate se vi sentite offesi, ma le ipocrisie non mi piacciono.

:( quoto al 100% *

danybig82
22-02-2009, 17:17
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mavio
22-02-2009, 17:57
Il rispetto alla scomparsa di un uomo va portato sempre.
Ma il giornalismo italiano non perde granchè.
Scusate se vi sentite offesi, ma le ipocrisie non mi piacciono.

Nessuna ipocrisia, giusto così ;) si piange solo la scomparsa di un uomo comunque genuino, al di là del suo impatto nel mondo del giornalismo e dell'accordo o meno su cosa egli scriva :sisi:

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Calimar
22-02-2009, 22:13
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eagle81
22-02-2009, 22:19
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apuanista
22-02-2009, 23:14
Il rispetto alla scomparsa di un uomo va portato sempre.
Ma il giornalismo italiano non perde granchè.
Scusate se vi sentite offesi, ma le ipocrisie non mi piacciono.

Sono totalmente d'accordo.

pulvis
22-02-2009, 23:34
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lupennino
23-02-2009, 12:37
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Bloppo
23-02-2009, 23:10
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